Ndrangheta,
mafia pugliese e criminalità albanese/romena sono i sodalizi
criminosi rilevati dalla due relazioni. I dati in esse contenuti
evidenziano come le indagini degli ultimi anni abbiano accertato la
presenza di soggetti riconducibili alla cosca Morabito, Palamara,
Bruzzantini di Africo (Rc) e del gruppo Ferrazzo di Mesoraca (Kr). In
particolare, con riferimento a quest’ultima cosca, vale la pena di
richiamare l’operazione “Isola Felice” conclusa nel recente
passato dall’Arma dei carabinieri, che, nel fare luce
sull’operatività dei crotonesi in Abruzzo e in Molise, ha portato
all’arresto di 25 responsabili. Un elemento di spicco del clan
Ferrazzo di Mesoraca aveva, infatti, scelto di stabilire
ufficialmente la propria residenza a San Giacomo degli Schiavoni,
rendendosi promotore di un’associazione criminale composta sia da
calabresi sia da siciliani, la famiglia Marchese di Messina, operante
tra San Salvo (Ch), Campomarino e Termoli. Le ‘ndrine calabresi,
poi, hanno messo nel mirino il mercato del calcestruzzo e del "nolo
a caldo", “oggi ancora più
appetibili in ragione dei fondi statali destinati alla ricostruzione
pubblica e privata post-terremoto”. A tal proposito le attività di
prevenzione dei Gruppi Interforze presso le Prefetture, attraverso il
monitoraggio svolto dalla Dia e dalle Forze di polizia, sono
aumentate e mirano a intercettare l’interesse delle cosche. Altra
organizzazione malavitosa rilevata nelle due relazioni sul territorio
regionale è la Mafia pugliese con particolare riferimento alla mafia
di Foggia, di San Severo e di Cerignola. “Le evidenze
info-investigative raccolte confermano la spiccata propensione della
criminalità organizzata pugliese, in special modo dei gruppi tra la
provincia di Foggia, a commettere rapine e furti ben organizzati
fuori regione, con Cerignola (Fg) che rimane il fulcro per la
ricettazione della merce rubata”. Un segnale in questo senso viene
anche dai gruppi criminali di Andria, come emerso nell’ambito
dell’operazione “Sotto traccia”, conclusa il mese
di luglio dalla Polizia di Stato, con l’arresto di dodici soggetti,
quasi tutti andriesi, membri di due distinti gruppi di rapinatori,
ritenuti responsabili di almeno 20 assalti a Tir in sosta nelle aree
autostradali della Puglia, del Molise e dell’Abruzzo. Sempre più
considerevole, invece, la presenza della criminalità straniera sul
territorio: albanese e romena su tutte. I loro settori d’interesse
sono il traffico e lo spaccio di stupefacenti, lo sfruttamento della
prostituzione e la commissione di reati contro il patrimonio e furti
in appartamento.
Sempre
più spesso albanesi e rumeni “lavorano” insieme e non si
calpestano i piedi: “i principali gruppi coinvolti sfruttano le
rotte balcaniche sia per il traffico di stupefacenti sia per il
commercio illegale di armi”. Il sodalizio criminoso straniero,
inoltre, interagisce anche con la malavita italiana. Infine la Dia ha
eseguito 850 controlli aziendali e verificato la trasparenza di 1354
persone, imprenditori, a livello nazionale. Controlli anche ad
aziende e persone in Molise alcuni dei quali hanno dato inizio ad
indagini giudiziarie attualmente in corso.
L’analisi
dei dati su esaminata conferma la nostra relazione. I principali
settori colpiti dall’infiltrazione dei gruppi criminali sono in
particolare i servizi di alloggio e ristorazione, il commercio, le
attività immobiliari, i parchi eolici e le costruzioni. Anche
l’analisi per settore di
attività economica dei riferimenti nelle relazioni DIA e DNA
conferma la preponderanza dell’alloggio/ristorazione e del
commercio, benché in questo caso sia il commercio a essere il
settore più infiltrato.
Anche
per l’analisi della distribuzione settoriale è opportuno mettere
in rapporto il numero di aziende sequestrate e/o confiscate con il
numero totale di aziende registrate nella regione. In questo modo si
può anche confrontare il tasso di aziende per settore con il corrispettivo
tasso a livello nazionale, individuando così i settori che nel
Molise sono maggiormente infiltrati rispetto alla media nazionale.
Emerge
così con chiarezza come alcuni settori con un numero complessivo di
aziende sequestrate e/o confiscate più limitato presentino tuttavia
un tasso particolarmente elevato nel contesto molisano, come la
fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (con
un tasso oltre dieci volte maggiore rispetto alla media nazionale) e
il settore della sanità e dell’assistenza sociale (tasso più di
sei volte maggiore), mentre altri ambiti come i trasporti e il
magazzinaggio o le costruzioni, siano caratterizzati da livelli
d’infiltrazione in linea con il dato nazionale. Scendendo
maggiormente nel dettaglio dei dati sui settori economici in cui si
collocano la maggior parte delle aziende dei servizi di alloggio e di
ristorazione e commercio all’ingrosso e al dettaglio ritroviamo
anche le concessionarie di auto usate e la riparazione di autoveicoli
e motocicli che ci offrono un quadro più preciso della distribuzione
settoriale di tali aziende. Emerge così con chiarezza come un
notevole numero di aziende sospette operi nel settore della
ristorazione, in primis, ristoranti e bar, mentre alberghi e altri
servizi di alloggio siano in termini assoluti meno frequenti. Un
indice spia è anche il pullulare di concessionarie di auto usate.
Guardando alla densità del fenomeno, tutti gli ambiti presentano dei
tassi superiori alla media nazionale riferita alla densità
territoriale, in particolar modo – ancora una volta – i
ristoranti e il settore commerciale e turistico in genere. Nel
settore del commercio il quadro è più articolato. Qui l’ingrosso
e il dettaglio quasi si equivalgono in valori assoluti, ma
nell’ingrosso l’incidenza relativa del fenomeno è decisamente
maggiore. A un livello di scomposizione ancora maggiore, sono
particolarmente infiltrati i settori del commercio al dettaglio di
carburante per autotrazione in esercizi specializzati, il commercio
all’ingrosso di prodotti alimentari, bevande e prodotti del tabacco
e, benché le osservazioni siano molto limitate in termini assoluti,
il commercio all’ingrosso di altri macchinari, attrezzature e
forniture e il commercio all’ingrosso di materie prime agricole e
di animali vivi. Anche nell’analisi dei riferimenti ai fenomeni
d’infiltrazioni contenuti nelle relazioni della DIA e della DNA, il
dettaglio della sezione alloggio/ristorazione e quello del commercio
mostrano la
prevalenza della ristorazione sull’alberghiero e (in misura anche
più marcata) dell’ingrosso sul dettaglio, e in particolare del
comparto alimentare.
(continua)
Fonte: Osservatorio Antimafia del Molise
(by Nicola)
(by Nicola)
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