1)
Operazione “Alpheus1” (dicembre 2018) con arresti e sequestri a
Termoli, Campomarino, Portocannone, San Martino in Pensilis e Vasto,
i Carabinieri del R.O.S. insieme ai militari del Comando Provinciale
di Campobasso, Chieti, Isernia e Foggia, e con il supporto del Nucleo
Carabinieri Cinofili di Chieti, hanno dato esecuzione di otto misure
cautelari personali (sei in carcere, due divieti di dimora in Molise,
Abruzzo e Puglia e divieto di espatrio) e al sequestro preventivo di
un’autovettura, emesse dal Gip del Tribunale di Campobasso su
richiesta della Procura Distrettuale Antimafia, a carico di otto
soggetti di nazionalità albanese, rumena e italiana, ritenuti
responsabili del delitto di associazione per delinquere finalizzata
al traffico di sostanze stupefacenti. Nel corso dell’operazione
sono state inoltre eseguite perquisizioni e sequestri.
2)
Dati 2017 forniti dal Procuratore generale della Corte d’Appello di
Campobasso Guido Rispoli a proposito della presenza della criminalità
organizzata nella nostra regione. Si nota immediatamente l’aumento
dei reati legati al traffico di droga. I delitti in materia di
stupefacenti sono cresciuti a Campobasso (da 260 a 333), a Isernia
(da 57 a 74) e a Larino
(da 79 a 117). A questo si aggiunge la triplicazione dei delitti di
associazione per delinquere finalizzata al traffico delle sostanze
stupefacenti che sono passati da due a sei. Il Molise si pone al
primo posto nazionale nel rapporto tra popolazione residente e numero
di apparecchiature per il gioco d’azzardo (slot machines). Una
circostanza da rimarcare perché “è noto che in tale settore
economico è molto alto il pericolo di riciclaggio del “denaro
sporco”, vale a dire proveniente da attività criminali”.
Crescono anche i sequestri di aziende collegate ai clan. Nella
relazione emerge che “un censimento effettuato a livello nazionale
da “Infocamere” ha evidenziato che nel Molise sono sequestrate
alle varie mafie 28 aziende, di cui 12 operative”. Citati anche i
distributori di carburanti tra Vinchiaturo e Venafro riconducibili al
clan camorrista dei Contini. In basso Molise due diverse
infiltrazioni di stampo mafioso. La prima, già più volte citata, è
quella di matrice ‘ndranghetista dei Ferrazzo che fra l’Abruzzo e
il Molise intendevano ricreare una cosca prima di essere stroncati
dall’inchiesta “Isola felice”. Ma se dei Ferrazzo fra Termoli e
Campomarino si è parlato più volte, è passata quasi sottotraccia
la presenza, proprio a Campomarino, di una cellula del clan di
camorra “Pecoraro-Renna” della zona di Salerno. Un affiliato
latitante da dieci anni fu arrestato nel 2013 proprio mentre
rientrava a casa, sulla costa molisana, mentre nel settembre scorso,
un altro appartenente al clan che stava scontando i domiciliari a
Campomarino, è finito nuovamente in carcere. Il Procuratore generale
molto acutamente rileva inoltre “la costante presenza in Regione di
un numero molto elevato di collaboratori di giustizia e dei loro
familiari, nonché di diversi esponenti della criminalità
organizzata che la scelgono come località dove scontare le misure
alternative alla detenzione”. Un caso è emblematico: nel febbraio
2017 Walter Schiavone, il secondogenito del feroce boss della camorra
Francesco, detto Sandokan, è stato scarcerato e ha scelto il piccolo
centro di Macchia d’Isernia come luogo dove scontare i domiciliari.
3)
Relazione DIA e DNA 2017. Il Molise è un territorio “permeabile
agli interessi dei sodalizi mafiosi, per quanto non strutturalmente
radicati”. A confermarlo sono sia la Direzione investigativa
antimafia, nella sua relazione semestrale relativa alla seconda metà
del 2017, sia la Direzione Nazionale Antimafia nella sua relazione
annuale (2017).
(continua)
Fonte: Osservatorio Antimafia del Molise
(by Nicola)
(by Nicola)
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