giovedì 31 gennaio 2019
mercoledì 30 gennaio 2019
martedì 29 gennaio 2019
'ECOFORUM' - Il Presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani - Esclusiva OML
Ti chiedo di sostenere la nostra Campagna nazionale contro gli inceneritori.
Grazie!
Nicola Frenza
'Movimento Legge Rifiuti Zero per l'Economia Circolare' Molise
lunedì 28 gennaio 2019
'ECOFORUM' - Le mele (autoctone) dell'alto Molise tutelano il suolo e salvano gli orsi di due Parchi Nazionali - Esclusiva OML
Ti chiedo di sostenere la nostra Campagna nazionale contro gli inceneritori.
Grazie!
Nicola Frenza
'Movimento Legge Rifiuti Zero per l'Economia Circolare' Molise
domenica 27 gennaio 2019
'ECOFORUM' - Green Economy: il caso Fruttagel - Esclusiva OML
Ti chiedo di sostenere la nostra Campagna nazionale contro gli inceneritori.
Grazie!
Nicola Frenza
'Movimento Legge Rifiuti Zero per l'Economia Circolare' Molise
sabato 26 gennaio 2019
'ECOFORUM' - "La più grande discarica in Molise é... il mare!" - Esclusiva OML
Ti chiedo di sostenere la nostra Campagna nazionale contro gli inceneritori.
Grazie!
Nicola Frenza
'Movimento Legge Rifiuti Zero per l'Economia Circolare' Molise
venerdì 25 gennaio 2019
'ECOFORUM' - Remo Manoni, chimico - Esclusiva OML
Ti chiedo di sostenere la nostra Campagna nazionale contro gli inceneritori.
Grazie!
Nicola Frenza
'Movimento Legge Rifiuti Zero per l'Economia Circolare' Molise
giovedì 24 gennaio 2019
Ricostruire la 'Proprietà Pubblica'
La inattualità del disegno di legge sui beni comuni della Commissione Rodotà
Alcuni chiarimenti sull’iniziativa di trasformare lo schema del
disegno di legge sui beni comuni della Commissione Rodotà in una
proposta di legge di iniziativa popolare.
L’iniziativa di trasformare lo schema di disegno di legge della
Commissione Rodotà, redatta da alcuni studiosi dieci anni fa, in una
proposta di legge di iniziativa popolare, impone una analisi critica del
testo. Sarebbe assurdo, infatti, che il Popolo presentasse un disegno
di legge, senza conoscerne il contenuto. Peraltro è da sottolineare che
questo disegno di legge si limita a “controllare” le “privatizzazioni”,
mentre oggi è fin troppo evidente che queste ultime devono essere del
tutto eliminate e non semplicemente “disciplinate”. Infatti oggi il vero
problema è “ricostruire” il “patrimonio pubblico”, cioè la “proprietà
pubblica”, che sciagurate leggi incostituzionali hanno dato a privati, i
quali sono diventati i veri detentori delle ”fonti di ricchezza
nazionale”.
Venendo, comunque, all’analisi del testo e della relativa “Relazione
di accompagnamento” (allegata alla presente) è innanzitutto da ricordare
che quest’ultima ricorda che “una simile iniziativa era stata proposta
già nel 2003 da un gruppo di studiosi presso il Ministero dell’economia e
delle finanze. L’idea era nata in seguito al lavoro che era stato
avviato in quella sede per la costruzione di un conto patrimoniale delle
Amministrazioni pubbliche basato sui criteri della contabilità
internazionale. Nello svolgimento di tale compito, e alla luce dei primi
processi di valorizzazione e privatizzazione di alcuni gruppi di
cespiti pubblici (immobili e crediti), era emersa la necessità di poter
contare su un contesto giuridico dei beni che fosse più al passo con i
tempi e in grado di definire criteri generali e direttive sulla gestione
e sulla eventuale dismissione di beni in eccesso delle funzioni
pubbliche, e soprattutto sulla possibilità che tali dismissioni (ed
eventuali operazioni di vendita e riaffitto dei beni) fossero realizzate
nell’interesse generale della collettività facendo salvo un orizzonte
di medio e lungo periodo”.
Al riguardo, la Relazione precisa che sull’argomento ci fu una
riunione presso l’Accademia dei Lincei e che “in quella sede un
autorevole gruppo di studiosi (giuristi ed economisti), era giunto
unanimemente alla conclusione che fosse opportuno proseguire nel lavoro
sui beni pubblici tramite due iniziative fra loro strettamente
collegate. La prima, una revisione del contesto giuridico dei beni
pubblici contenuti nel codice civile attraverso l’istituzione di una
apposita Commissione ministeriale. La seconda, il proseguimento del
lavoro conoscitivo avviato con il progetto sperimentale del conto
patrimoniale delle Amministrazioni pubbliche per rafforzare il contesto
della conoscenza dei beni del patrimonio. Sul primo fronte la proposta è
stata accolta dal Ministero della giustizia. I lavori della Commissione
sono stati avviati con la prima riunione plenaria che si è tenuta
presso il Ministero il 4 luglio 2007”.
I risultati dello studio sui beni facenti parte del patrimonio delle
Amministrazioni pubbliche hanno dimostrato fondamentalmente i danni
prodotti dalle “dismissioni”. Mentre i lavori della Commissione hanno
messo in evidenza la chiara finalità di adeguare il “contesto giuridico”
alle esigenze contabilistiche del “conto del patrimonio”.
E’ per questo che la Relazione di accompagnamento allo schema del
disegno di legge della Commissione Rodotà dedica uno spazio particolare
al tema della proprietà pubblica.
A tale proposito in detta Relazione si legge che “la matrice della
moderna dottrina del demanio nasce da una distinzione nell’ambito dei
beni (soggettivamente) pubblici, tendente ad individuare alcune
categorie di beni da tenersi fuori dall’applicazione del diritto comune
perché strettamente destinati ad una funzione di pubblico interesse”.
Con ciò la Commissione riconosce che la costituzione della categoria dei
beni demaniali poggia “sulla funzione dei beni”, ma poi propone di
sopprimere il demanio, ritenendo che esso non tenga conto di tale
funzione.
L’art. 1, comma 3, lett. d) (il testo è allegato alla presente),
abrogativa del demanio, così si esprime: “sostituzione del regime della
demanialità e della patrimonialità attraverso l’introduzione di una
classificazione dei beni pubblici appartenenti a persone pubbliche,
fondate sulla loro natura e sulla loro funzione in attuazione delle
norme costituzionali”. Qui emerge una prima contraddizione: si afferma
che il demanio tiene fuori del diritto comune i beni “strettamente
destinati a una funzione di pubblico interesse” e poi lo si abroga come
se non avesse tale funzione.
Questa contraddizione pare approfondirsi nel seguito della relazione,
nella quale si legge: “Dal punto di vista dei fondamenti, la riforma si
propone di operare un’inversione concettuale rispetto alle tradizioni
giuridiche del passato. Invece del percorso classico che va “dai regimi
ai beni”, l’indirizzo della Commissione procede all’inverso, ovvero “dai
beni ai regimi”. Ma, come abbiamo visto, “la matrice moderna” del
demanio sta proprio nel tener fuori del diritto comune (fuori
commercio), taluni beni che soddisfino bisogni di “pubblico interesse”.
Dunque, piuttosto che eliminare il demanio, si poteva rafforzare il
nesso sul quale insiste il diritto costituzionale, tra appartenenza del
bene e vincolo di destinazione, dove per destinazione si deve intendere
il rafforzamento del regime democratico e il libero sviluppo della
persona umana nel suo contesto ecologico, naturale e sociale.
Quanto ai “beni comuni” è bene leggere direttamente il testo del
disegno di legge: “Previsione della categoria dei beni comuni, ossia
delle cose che esprimono utilità funzionali all’esercizio dei diritti
fondamentali nonché al libero sviluppo della persona …. Titolari di beni
comuni possono essere persone giuridiche pubbliche o privati, in ogni
caso deve essere garantita la loro fruizione collettiva, nei limiti e
secondo le modalità fissate dalla legge. Quando i titolari sono persone
giuridiche pubbliche, i beni comuni sono gestiti da soggetti pubblici e
sono collocati fuori commercio; ne è consentita la concessione nei soli
casi previsti dalla legge e per una durata limitata, senza possibilità
di proroghe” (segue una classificazione di beni tratti dall’elencazione
del codice civile dei beni demaniali e dei beni indisponibili).
In questo caso ci troviamo di fronte a un forte arretramento rispetto
a quanto disposto dal codice civile a proposito del “regime dei beni
demaniali”, perché i beni comuni posti fuori commercio sono di fruizione
collettiva e gratuita da parte di tutti, soltanto “se sono gestiti da
soggetti pubblici”, se invece si tratta di beni in titolarità privata
“la fruizione collettiva deve essere garantita” da questi ultimi.
Insomma, il ruolo delle Comunità nell’uso, nella cura e nella
gestione dei beni comuni non è presa in considerazione, riducendo la
Comunità a mero fruitore e lo Stato a un apparato burocratico. Da questo
punto di vista il demanio dava più garanzie, perché, nella prospettiva
dello Stato comunità, esso è da considerarsi come “proprietà collettiva
demaniale” aperta alla partecipazione diretta del tanto invocato Popolo.
Un esempio sono la persistenza nel nostro ordinamento degli usi
collettivi che quasi sempre rientrano, non a caso, nell’area demaniale.
Ciò non ostante, la Relazione di accompagnamento afferma in
proposito: “Per tali ragioni, si è ritenuto di prevedere una disciplina
particolarmente garantistica di tali beni, idonea a nobilitarli, a
rafforzare la tutela, a garantirne in ogni caso la fruizione collettiva,
da parte di tutti i consociati, compatibilmente con l’esigenza
prioritaria della loro preservazione a vantaggio delle generazioni
future. In particolare la possibilità della loro concessione a privati è
limitata. La tutela risarcitoria e la tutela ripristinatoria spettano
allo Stato. La tutela inibitoria spetta a chiunque possa fruire delle
utilità dei beni comuni in quanto titolare del corrispondente diritto
soggettivo alla loro fruizione”. Definire la disciplina prevista dal
disegno di legge della Commissione, più “garantistica” e “rafforzata”
rispetto a quella prevista dal codice civile per i beni demaniali, è
davvero un controsenso. La verità è che non andava soppresso il
“demanio” e la corrispondente proprietà collettiva demaniale del Popolo,
ma andavano soltanto aggiunti ai beni demaniali alcune categorie di
beni attualmente inseriti nel “patrimonio indisponibile” dello Stato,
come, ad esempio, le “foreste”.
Tornando al testo del disegno di legge, è da ricordare che questo,
all’art. 1, comma 3, lett. b) distingue i beni in tre categorie: “beni
comuni, beni pubblici, beni privati” , e, allo stesso comma, lett. d)
distingue i beni pubblici in altre tre categorie: “beni ad appartenenza
pubblica necessaria; beni pubblici sociali; beni pubblici fruttiferi”.
Un riordino, come agevolmente si nota, che non presenta nulla di chiaro
ai fini della concreta disciplina dei beni pubblici.
Senza fare chiarezza sulle incertezze appena esposte si rischia di
predisporre un contesto giuridico troppo permeabile alla tendenza a
“dismettere” o a “privatizzare” i beni del Popolo Italiano. E questo è
ancora più grave se si considera che la suddetta proposta di legge ha
soppresso il concetto di “Stato comunità”, affermato dall’art. 1 della
Costituzione, secondo il quale: “L’Italia è una Repubblica (cioè una
Comunità) democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al
Popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Ed
ha sostituito ad esso il concetto, proprio dello Statuto Albertino,
dello “Stato persona giuridica”. Inoltre, ha soppresso la “proprietà
pubblica” prevista dall’art. 42, primo comma, della Costituzione.
Proprietà che il Giannini definiva “proprietà collettiva demaniale”. E
infine ha soppresso, in violazione dell’art. 3, comma 2, Cost. e
dell’art. 118, ultimo comma, Cost. la “partecipazione dei cittadini
all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese” (così si
esprime l’art. 3 Cost.). Tralasciando così proprio il punto centrale sul
quale si è svolto il dibattito dottrinale sui beni comuni: quello della
gestione di questi beni direttamente da parte dei cittadini, come ha
sottolineato la Ostrom.
Così facendo, la Commissione ha facilitato coloro che studiano la
compilazione di un Conto patrimoniale alla stregua della contabilità
internazionale. Infatti ha rimesso tutto nelle mani della Pubblica
Amministrazione e di singoli privati ed ha eliminato la difficoltà di
distinguere i beni demaniali della Collettività da quelli appartenenti
allo Stato persona.
Alla luce di queste poche e brevi considerazioni sul testo della
Commissione Rodotà appare evidente che esso non corrisponde affatto alle
attuali esigenze del Popolo Italiano, che sta attraversando una crisi
economica senza precedenti. Oggi non serve una legge che si limiti “a
controllare” o “contenere” le “dismissioni”, le “privatizzazioni” e le
“svendite”, ma una legge che aiuti lo sviluppo economico e aumenti i
posti di lavoro, riportando nel “pubblico”, come sopra si diceva, quello
che indebitamente è stato ceduto ai “privati”, con la conseguenza
dell’arricchimento di pochi e dell’impoverimento di tutti gli altri. Ed è
oltremodo evidente che, a questi fini, la cosa più urgente da fare è
prevedere una legge che contenga una “interpretazione costituzionalmente
orientata” (vedi articoli 41 e 42 della Costituzione) del concetto di
“proprietà privata”, quale risulta dall’articolo 832 del codice civile
(scritto quando vigeva lo Statuto Albertino), poiché è proprio in base a
questo concetto che diventano possibili le “privatizzazioni” e le
“delocalizzazioni”, le quali sottraggono al Popolo Italiano tanta parte
del “patrimonio pubblico”, che a lui appartiene, come afferma la nostra
Costituzione, a titolo di “sovranità”.
Paolo Maddalena
Fonte: Attuare la Costituzione
(by Nicola)
L'Art. 11 della Costituzione e il Comune di Napoli
Con tutti i problemi che abbiamo ogni santo giorno versiamo 70 milioni di euro alla NATO per sostenerne i costi!
Perché il Comune di Napoli ha ceduto al Ministero della difesa spazi destinati a progetti socialmente utili che saranno invece occupati da una 'Scuola di Guerra' finalizzata a creare un esercito unico europeo che dovrebbe avere Napoli come base?
'Avimma scassà' o 'Avimma pazzià?'
(by Nicola)
Oggi la Giornata internazionale dell’Avvocato minacciato
E' nata per
denunciare le minacce, le violenze e in molti casi gli omicidi di
avvocati in diverse parti del mondo, colpevoli solo di aver esercitato
in maniera indipendente e autonoma la loro professione. Diritti umani
violati/avvocati in pericolo, è ormai una triste equazione. Non è un
caso che, per la seconda volta dal 2009 la giornata del 24 gennaio sia
dedicata alla gravissima situazione che si registra in Turchia: secondo i
dati diffusi da Arrested Lawyers Initiative, un’associazione di
avvocati turchi esuli nell’Europa continentale, all’inizio di gennaio si
contavano in Turchia 216 condanne definitive a carico di avvocati per
un totale di 1361 anni di carcere inflitti, 594 avvocati detenuti e 1546
sotto processo. Cifre spaventose, che non meravigliano, però, in un
Paese dove, dopo il tentativo di colpo di stato del 2016, decine di
migliaia di dipendenti pubblici, tra i quali giudici costituzionali,
magistrati, docenti universitari e giornalisti hanno perso il posto di
lavoro o, peggio, sono finiti in prigione solo perché sospettati di
essere pro Gulen. Già negli anni precedenti al tentato colpo di Stato
numerosi avvocati, colpevoli solo di assistere persone accusate di far
parte del Pkk, considerato da Ankara un’associazione terroristica, erano
stati ingiustamente arrestati, scontando lunghi anni di prigionia, e
tra questi i difensori di Ocalan. Dopo aver patito, in alcuni casi,
periodi di detenzione durati più di due anni e mezzo, sono ancora sotto
processo. Dal 2013 si registrano arresti di massa di avvocati
appartenenti alle associazioni degli avvocati progressisti (Chd) e
degli avvocati per la libertà (Ohd), poi sciolte e dichiarate fuori
legge. Tra le centinaia di colleghi arrestati si contano almeno 14
presidenti di Ordini, in un crescendo repressivo che vede
l’identificazione dell’avvocato con il cliente e l’affermazione del
diritto penale del nemico.
Il Cnf, che nel 2016 ha fondato l’Osservatorio
internazionale degli Avvocati in pericolo (Oiad) insieme ai Consigli
nazionali francese e spagnolo e all’Ordine di Parigi, ha organizzato un convegno sulla situazione in Turchia al quale parteciperà
anche l’avvocata turca Benan Molu, che riferirà come testimone diretta
delle repressioni.
* Commissione Rapporti internaz./Mediterraneo Cnf
ROBERTO GIOVENE DI GIRASOLE*
(by Nicola)
mercoledì 23 gennaio 2019
'ECOFORUM' - Come incrementare la raccolta differenziata in Molise - Esclusiva OML
Ti chiedo di sostenere la nostra Campagna nazionale contro gli inceneritori.
Grazie!
Nicola Frenza
'Movimento Legge Rifiuti Zero per l'Economia Circolare' Molise
'ECOFORUM' - Appalti verdi - Esclusiva OML
Ti chiedo di sostenere la nostra Campagna nazionale contro gli inceneritori.
Grazie!
Nicola Frenza
'Movimento Legge Rifiuti Zero per l'Economia Circolare' Molise
martedì 22 gennaio 2019
Comunicato stampa - Esondazioni del fiume Carpino
Riceviamo e pubblichiamo
AL PREFETTO DI ISERNIA
Il Partito Comunista dei
Lavoratori Sezione del Molise
Facendosi carico delle esigenze e
delle proteste verso il sindaco di Pettoranello del Molise per i
danni causati delle continue esondazioni del Carpino nel Comune
predetto;
PREMESSO CHE
Nei mesi di febbraio,
marzo, ottobre, novembre del 2018
si sono verificate esondazioni
del fiume Carpino alla
minima pioggia leggermente più forte, che hanno comportato ingenti
danni nella zona di Pettoranello;
Come emerso dalle notizie diffuse
dallo stesso sindaco di Pettoranello sulla stampa, si tratterebbe di
“ricostruire
un tratto di soli 8 metri con intervento economico irrisorio”
;
Tale intervento minimo è di
competenza del Sindaco
di Pettoranello ex
art.50 TUEL,
trattandosi di piccoli
lavori di somma urgenza a garanzia della pubblica incolumità onde
evitare disastri, dunque
di esclusiva competenza
comunale, sia pure
trattandosi di lavori “tampone-provvisori”;
Tali piccoli interventi potevano
e dovevano attuarsi sin da epoca anteriore alla
prima esondazione di
febbraio 2018 e tanto
più dovevano essere
effettuati dopo tale mese,
per evitare il
ripetersi degli ingenti danni verificatisi nelle successive
esondazioni di marzo,
ottobre, novembre del 2018;
Per tali ragioni, questo Partito,
con propria nota trasmessa in
data 23/11/2018, ha diffidato il sindaco di Pettoranello del Molise,
attese le sue
responsabilità ex art.50 del TUEL e quale Autorità di Protezione
Civile comunale, a
provvedere immediatamente e senza indugio alcuno, ai piccoli
lavori di somma urgenza suddetti in quanto di esclusiva competenza
comunale, al fine di evitare che gli ingenti danni si ripetessero,
non essendo necessario a tal fine attendere l’intervento del
Ministero, del Genio Militare, e della Regione Molise, che
riguardano in tutta evidenza altre fattispecie progettuali più
complesse ancorché anch’esse da attuare;
il suddetto sindaco di
Pettoranello non ha fornito a tutt’oggi alcun riscontro
a detta diffida,
rifiutandosi di
inviare persino la ricevuta telematica
del protocollo, così
persistendo dunque la
suddetta inerzia nella realizzazione della predetta piccola opera
urgente, che espone
al rischio di nuova esondazione con i conseguenti reiterati e gravi
disastri;
RIVOLGE ISTANZA AL PREFETTO IN
INDIRIZZO
Affinché:
1)-
adotti tutti i provvedimenti di propria competenza per rimuovere
la suddetta inerzia del Comune di Pettoranello del Molise
nel realizzare i suddetti piccoli
lavori di somma urgenza
- soli 8 metri di argine da porre in sicurezza -, quale opera
“tampone” utile ad evitare il rischio di ulteriori esondazioni,
nelle more di interventi ancora più generali e compiuti di Regione e
Ministero;
2)-
si attivi per la nomina di un commissario
ad acta che sostituisca il sindaco del Comune di Pettoranello
nell’adempimento urgente predetto,
in
caso di reiterazione della suddetta inerzia.
Si rimane in attesa di un cortese
ed urgente riscontro.
IL COORDINATORE REGIONALE
Tiziano Di Clemente
(by Nicola)
"IO HO DENUNCIATO"- L'ultima fatica di Paolo De Chiara. Auguri dall'OML
La drammatica vicenda di un testimone di giustizia italiano
di Paolo De Chiara
Un imprenditore italiano subisce, per tanti anni, l’arroganza criminale da parte di due clan di Cosa nostra: usura, estorsioni, violenze fisiche e morali. La sua storia è emblematica ed unica nel suo genere. Dopo una fortissima crisi interiore e un profondo senso di smarrimento denuncia gli aguzzini mafiosi. L’uomo entra in un mondo totalmente sconosciuto, viene trasferito in località protetta insieme ad una parte della sua famiglia. Anni di privazioni, difficili da sopportare. Estirpato dal suo territorio, perde il contatto con la sua terra, con i suoi amici, con il suo mondo lavorativo. Deve far perdere le sue tracce, diventare invisibile per scampare ad una condanna a morte sancita dai criminali senza scrupoli. Una vita da recluso, per aver compiuto il proprio dovere. I continui trasferimenti in diverse città italiane mettono a dura prova le sue certezze. Lo smarrimento, la destabilizzazione, la disperazione cominciano a convivere quotidianamente con la sua nuova vita.
Le accuse del testimone contro i clan sono devastanti per l’organizzazione: arresti, processi, condanne, dopo un lungo travaglio e un percorso pieno di ostacoli, disseminati non solo dagli uomini del malaffare.
Esiste un abisso tra i testimoni di giustizia e i collaboratori: sono due figure completamente diverse. I cosiddetti ‘pentiti’, termine senza alcun tipo di significato, hanno fatto parte delle organizzazioni criminali e nella maggior parte dei casi sono degli assassini sanguinari che hanno deciso di “saltare il fosso” per motivi di mero opportunismo, legato alla riduzione della pena inflitta; i testimoni, al contrario, sono dei cittadini onesti, senza legami con le mafie: hanno denunciato per l’alto senso di giustizia e legalità. Hanno visto, hanno sentito, hanno toccato con mano, hanno subìto. Hanno avuto il coraggio di ribellarsi.
IO HO DENUNCIATO è una rappresentazione realistica delle tante problematiche riferite e denunciate da chi ha speso la propria vita nella lotta contro il male. La vicenda umana raccontata tocca le corde più delicate della sua esistenza: la disperazione, le paure, le incertezze, le pressioni, i rapporti con la famiglia, con gli amici, con i parenti. I legami lavorativi distrutti. La scelta forzata di abbandonare la propria terra, provando a costruire con fatica una nuova esistenza, completamente slegata dalla precedente. Il testimone scivola velocemente in un vortice infernale, perde la sua dignità, la sua identità e la sua libertà.
Una vita devastata, reinventata, pianificata, studiata a tavolino.
La storia narrata nel libro IO HO DENUNCIATO, liberamente ispirata alla vicenda realmente accaduta all’imprenditore italiano, è stata scritta per raccogliere il grido disperato d’aiuto, per far emergere le positività ma, soprattutto, le tante difficoltà che devono affrontare e subire i testimoni di giustizia italiani, assieme alle loro famiglie; per migliorare un sistema che presenta carenze significative nella salvaguardia di chi ha denunciato le mafie; per portare molte altre persone a denunciare.
È un dovere testimoniare, ma è un diritto essere tutelati e rispettati. Il protagonista ha vinto la sua battaglia, è riuscito a guadagnarsi la sua libertà. Ma quanti mancano ancora all’appello?
sito: iohodenunciato.it
mail:iohodenunciato@virgilio.it
DISPONIBILE online su:
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LIBRERIA UNIVERSITARIA.it
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A breve disponibile nelle maggiori LIBRERIE italiane.
Data di uscita: gennaio 2019
Pagine: 152
Copertina: morbida
Editore: Romanzi Italiani
ISBN: 9788827864258
Fonte: 'Romanzi Italiani'
(by Nicola)
'ECOFORUM' Agroalimentare 'circolare' in Molise? Potenzialità e limiti - Esclusiva OML
Ti chiedo di sostenere la nostra Campagna nazionale contro gli inceneritori.
Grazie!
Nicola Frenza
'Movimento Legge Rifiuti Zero per l'Economia Circolare' Molise
lunedì 21 gennaio 2019
'ECOFORUM' - Progetto 'SYMBI' - Esclusiva OML
Ti chiedo di sostenere la nostra Campagna nazionale contro gli inceneritori.
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Nicola Frenza
'Movimento Legge Rifiuti Zero per l'Economia Circolare' Molise
domenica 20 gennaio 2019
'Ambiente, Salute, Ecomafie' in Molise
Moby Dick del: 18/01/2019
https://www.youtube.com/watch?time_continue=225&v=sHUr11iFmao
Ti chiedo di sostenere la nostra Campagna nazionale contro gli inceneritori.
Grazie!
Nicola Frenza
'Movimento Legge Rifiuti Zero per l'Economia Circolare' Molise
sabato 19 gennaio 2019
Transizione energetica e idrogeno rinnovabile. Proposta di legge
Sarà anche presentato il “Progetto ACCADUEACCADIA”, realizzato nel comune di Accadia sui monti Dauni in Puglia, progetto che presto darà 'più ossigeno' alle città di Taranto e Napoli (i primi due centri che utilizzeranno per il trasporto urbano questa tecnologia).
(by Nicola)
'ECOFORUM' - Catasto Rifiuti ARPA Molise - Esclusiva OML
Ti chiedo di sostenere la nostra Campagna nazionale contro gli inceneritori.
Grazie!
Nicola Frenza
'Movimento Legge Rifiuti Zero per l'Economia Circolare' Molise
venerdì 18 gennaio 2019
'ECOFORUM' - L'intervento del delegato ANCI Molise - Esclusiva OML
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Nicola Frenza
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