sabato 29 febbraio 2020
venerdì 28 febbraio 2020
Giorgio Spangher, professore emerito di diritto processuale penale, spiega perchè è l’impianto generale della riforma a dover essere cambiato
"La riforma del processo penale
ha un impianto che non è ormai modificabile e comunque di solito le
mediazioni sono sempre al ribasso", è il lapidario commento del
professor Giorgio Spangher, emerito di diritto processuale penale e
voce critica nei confronti del ddl targato Bonafede e del decreto
Intercettazioni da poco approvato.
Qual è questo impianto immodificabile?
La riforma penale nasce con una filosofia precisa: attraverso nuove
regole di giudizio, l’obiettivo è di convincere l’imputato ad aderire
ai riti speciali in logica di deflazione del contenzioso. Per farlo,
aggiunge una sorta di “udienzina” davanti al
giudice monocratico, che viene dopo la mancata archiviazione del pm con
l’accordo del gip. Se anche questo ulteriore giudice non proscioglie,
l’imputato dovrebbe essere indotto a chiedere l’abbreviato o il
patteggiamento.
La leva è sempre la riduzione di pena?
Esatto, basti pensare che il procedimento per decreto si estende a
pene detentive fino a un anno e viene aggiunto lo sconto di pena, che
era già la metà del minimo edittale, di un ulteriore 5%. Insomma, la
logica è sempre quella di tentare di convincere ad aderire ai riti
premiali, perchè senza la prescrizione e con il nuovo rito la condanna è
largamente possibile.
Questo per ridurre la durata dei processi?
Sì, la prospettiva è quella di decongestionare il carico giudiziario e
di conseguenza scommettere sull’accelerazione del processo, anche se
mi pare difficile che funzioni.
Perchè non funzionerà?
Innanzitutto l’udienza aggiuntiva nel monocratico allungherà il tempo
del processo. Inoltre il rischio è che, se le sentenze verranno scritte
da giudici non perfettamente qualificati, le motivazioni rischiano di
non essere sufficienti. Questo potrebbe generare un enorme affluvio di
ricorsi in cassazione per difetto di motivazione.
Al netto di un impianto che lei non condivide, si può proporre qualche modifica al tavolo che si è appena aperto?
Una criticità è quella del monocratico in appello: la collegialità è
un valore e la monocraticità rischia di depauperare la ricchezza
dell’approfondimento, inoltre si rischiano contrasti all’interno della
stessa sezione. Altro punto da correggere necessariamente è l’articolo
190 bis che elimina la rinnovazione del dibattimento in caso di
sostituzione di un giudice. Questa norma sciagurata è in
controtendenza rispetto alla sentenza a Sezioni Unite Bajrami.
Hanno fatto molto discutere le sanzioni per i magistrati...
Il punto non sono le sanzioni disciplinari ai magistrati, ma che
mancano le sanzioni processuali in caso di ritardi. Solo quelle
sarebbero strumenti che consentono un processo più rapido, insieme all’aumento di personale.
Perchè è così scettico sulla possibilità di modificare il testo?
Perchè non è facile sedersi intorno a un tavolo ed emendare un testo del genere. Penso al dibattito sulle intercettazioni, che alla fine ha prodotto una mediazione al ribasso, come se bastasse inserire aggettivi come “rilevante” e “necessario” per cambiare l’intelaiatura di una norma. Mi chiedo: è possibile emendare il ddl in senso garantista? Non credo, perchè significherebbe modificare la filosofia di fondo del testo. Il ddl punta a una giustizia che costringa la gente a patteggiare per ottenere
sconti di pena, io credo che la giustizia sia fare un processo che abbia delle garanzie. Ma la logica populista sta ormai assalendo la compagine governativa, colpita da una specie di virus inquisitorio.
E’ un problema di logica politica, quindi?
Di più, il problema è che la classe politica risponde in modo
preoccupante alle sollecitazioni in senso garantista della Cassazione
e della Corte Costituzionale. Le faccio un esempio: quando la Consulta
è intervenuta sull’applicazione dell’articolo 4 bis dell’ordinamento
penitenziario, la risposta è stata: “Allora modificheremo la norma”.
Lo stesso è successo quando sono state pubblicate le sentenze a Sezioni
Unite Bajrami sulla rinnovazione del dibattimento. E’ come se la
politica non accettasse più le interpretazioni conformi ai principi
costituzionali delle due massime corti. E’ in atto un atteggiamento di
distacco dal principio di legalità.
Ritiene che anche la norma sull’utilizzo dei Trojan sia censurabile dalla Corte Costituzionale?
E’ difficile dirlo, perchè la lettura dell’articolo non è univoca e può essere interpretata secondo
l’ispirazione della sentenza Cavallo a Sezioni Unite o prescindendone.
Il punto è: bisogna verificare l’uso che si farà dei risultati delle
intercettazioni nel caso dei reati che non rientrano nell’articolo
260. Se io intercetto un indagato per un reato contro la p. a. e
individuo un altro reato non intercettabile, questa informazione diventa
una notitia criminis, uno spunto investigativo? Questo è il meccanismo
della pesca a strascico o delle intercettazioni a catena. Ma non è un
problema di legittimità costituzionale. Eventualmente, censurabile
sarebbe l’interpretazione estensiva della norma.
Il sottosegretario Giorgis ha sottolineato come la garanzia nell’uso
dei Trojan sia la previsione di una motivazione rafforzata per
disporli.
La motivazione
rinforzata non serve a nulla, perchè basta una riga in più nel modulo
di richiesta. Il problema è altrove e sta nella qualificazione del
fatto. Ovvero: il pm indaga per un reato che qualifica come contro la
p. a. e dunque dispone l’utilizzo dei Trojan, poi però nel corso
dell’indagine si scopre che il reato è un altro. Che fine fanno le
intercettazioni: Sono utilizzabili? La giurisprudenza si orienta nel
dire che i risultati sono sempre utilizzabili e, anche se ci fosse una
dichiarazione di inutilizzabilità, quei contenuti sono stati comunque
ascoltati. Questo, però, vuol dire barare sulle norme.
Fonte: il Dubbio
(by nicola)
Una presidente al tribunale di Napoli. E' Elisabetta Grazo
"Il mio impegno sarà quello di garantire una giustizia in tempi brevi, non processi ultradecennali. Un servizio che possa dare risposte evitando tempi troppo lunghi, soprattutto in un momento in cui la giustizia vive un momento difficile. Avrò come interlocutori i Consigli degli Ordini e le Camere Penali e Civili. Proseguirò il lavoro egregiamente portato avanti fin qui dal mio predecessore"
(by nicola)
giovedì 27 febbraio 2020
SALVATORE BUZZI SI RACCONTA IN UN LIBRO
Condannato a 30 anni per omicidio volontario, detenuto modello, nel 1983 fu il primo in Italia a laurearsi - con lode - in carcere.
Il 29 giugno dell'anno successivo organizzò un convegno sulla
condizione delle carceri in Italia. Fu tra i primi convegni su temi
giuridici organizzati da un detenuto nelle carceri italiane. Nel 1994 il
Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro gli concesse la
grazia. Nel 1985 fonda la cooperativa '29 giugno', apportando una vera e
propria rivoluzione del sistema carcerario sul concetto di
rieducazione.
Non nasconde le responsabilità sue e della cooperativa, ma rifiuta
l'appellativo “mafioso” per lui e i suoi collaboratori. Lo fa fornendo
prove con date, orari e somme erogate a un sistema che lui ha trovato.
(by nicola)
Potenza Picena, il sindaco vieta l'installazione del 5G
Il Sindaco di Potenza Picena (MC) Noemi Tartabini ha emanato una specifica Ordinanza nella quale “vieta a chiunque la sperimentazione o installazione del 5G sul territorio del Comune di Potenza Picena in attesa della nuova classificazione della cancerogenesi annunciata dall’International Agency of Research on Cancer, applicando il principio di precauzione sancito dall’Unione Europea,
prendendo in riferimento i dati scientifici più aggiornati,
indipendenti da legami con l’industria e già disponibili sugli effetti
delle radiofrequenze, estremamente pericolose per la salute dell’uomo”.
Il provvedimento, come già sottolineato, applica il principio di
precauzione in attesa di ulteriori approfondimenti scientifici
sull’impatto della nuova tecnologia sulla salute pubblica.
Infatti, il 5G si basa su microonde e radiofrequenze più elevate dei
precedenti standard tecnologici, anche dette “onde millimetriche”, che
comportano due applicazioni principali: maggiore energia trasferita ai
mezzi in cui le radiofrequenze vengono assorbite (in particolare tessuti
umani) e minore penetrazione nelle strutture solide, per cui vi è la
necessità di un maggiore numero di ripetitori, a parità di potenza, per
garantire il servizio. Inoltre, le radiofrequenze del 5G sono del tutto
inesplorate mancando qualsiasi studio preliminare sulla valutazione del
rischio sanitario e per l’ecosistema, tant’è che la stessa Commissione
Europea ha affermato come “il 5G lascia aperta la possibilità di
conseguenze biologiche”.
Fonte: Picchio news
(by nicola)
4 anni, confisca dei c.c.b. e interdizione perpetua dai pubblici uffici. Prescrizione?
Trattasi dell'ex consigliere regionale in capo a 'Forza Italia'- Camillo Di Pasquale - 208mila euro la cifra contestata dalla magistratura (spese fondi gruppi consiliari).
L'interessato fa sapere che proporrà ricorso.
(by nicola)
mercoledì 26 febbraio 2020
Foresta terapia e bagno di bosco - 2 - ESCLUISVA OML
Agli
inizi degli anni '90 incontrai a Roma, presso la sede dell'AL.VI., il
prof. Giovanni Bollea (padre della neuropsichiatria infantile in
Italia).
Mi spiazzò quando mi disse che per alcuni anni aveva lavorato presso l'ospedale di Isernia.
Alla fine del nostro incontro gli chiesi se poteva sintetizzarmi in una battuta il 'succo' dei suoi 50 anni di vita professionale. Questa la risposta: "Se volessimo ridurre del 30% le patologie delle quali mi sono occupato per tutta la vita basterebbe portare le future mamme - 2, 3 mesi prima del parto - in regioni come quella dove lei vive e far respirare alle stesse e ai nascituri quell'aria tanto salubre che avete in Molise!"
Come vedete non dobbiamo inventarci nulla...
Alla fine del nostro incontro gli chiesi se poteva sintetizzarmi in una battuta il 'succo' dei suoi 50 anni di vita professionale. Questa la risposta: "Se volessimo ridurre del 30% le patologie delle quali mi sono occupato per tutta la vita basterebbe portare le future mamme - 2, 3 mesi prima del parto - in regioni come quella dove lei vive e far respirare alle stesse e ai nascituri quell'aria tanto salubre che avete in Molise!"
Come vedete non dobbiamo inventarci nulla...
Nicola Frenza
(by nicola)
martedì 25 febbraio 2020
'Paradigma vittimario'
"Totale perché ogni spazio della vita individuale e sociale è penetrato dall’intervento punitivo che vi si insinua"
Filippo Sgubbi
(by nicola)
Foresta terapia e bagno di bosco - 1- ESCLUISVA OML
Agli inizi degli anni '90 incontrai a Roma, presso la sede dell'AL.VI., il prof. Giovanni Bollea (padre della neuropsichiatria infantile in Italia).
Mi spiazzò quando mi disse che per alcuni anni aveva lavorato presso l'ospedale di Isernia.
Alla fine del nostro incontro gli chiesi se poteva sintetizzarmi in una battuta il 'succo' dei suoi 50 anni di vita professionale. Questa la risposta: "Se volessimo ridurre del 30% le patologie delle quali mi sono occupato per tutta la vita basterebbe portare le future mamme - 2, 3 mesi prima del parto - in regioni come quella dove lei vive e far respirare alle stesse e ai nascituri quell'aria tanto salubre che avete in Molise!"
Come vedete non dobbiamo inventarci nulla...
Alla fine del nostro incontro gli chiesi se poteva sintetizzarmi in una battuta il 'succo' dei suoi 50 anni di vita professionale. Questa la risposta: "Se volessimo ridurre del 30% le patologie delle quali mi sono occupato per tutta la vita basterebbe portare le future mamme - 2, 3 mesi prima del parto - in regioni come quella dove lei vive e far respirare alle stesse e ai nascituri quell'aria tanto salubre che avete in Molise!"
Come vedete non dobbiamo inventarci nulla...
Nicola Frenza
(by nicola)
lunedì 24 febbraio 2020
Auguri al neo senatore Sandro Ruotolo
Vince Ruotolo. A seguire Luigi Napolitano (M5s), con il 23 %, e Salvatore Guanci (centrodestra) con il 21 %.
(by nicola)
Costituzione. Art. 4
Aumenta l’età pensionabile ma il mercato richiede... persone giovani!
- Quanti sono i lavoratori maturi disoccupati ricchi di esperienza e change management ma senza sbocchi adeguati alle loro abilità?;
- Quali sono i lavoratori maturi occupati, sovraistruiti, con background professionale di rilievo, ma senza opportunità di ascesa professionale adeguata?;
- Qual’ è l’utilità finale del sussidio?;
- Qual’è il ruolo delle agenzie private e pubbliche per il lavoro?;
- Come rispondono le istituzioni alla soluzione del problema?;
- Come funziona in altri Paesi?;
- È possibile sensibilizzare la cultura del mondo del lavoro pubblico e privato per evitare la dispersione esperienziale? (by nicola)
domenica 23 febbraio 2020
Tratturo. Ennesimo esposto dell'OML
Questo ulteriore scempio a carico del Tratturo - Km 149 della SS 87 - conferma ancora, se ce ne fosse bisogno, la mancanza di sensibilità e della dovuta
attenzione da parte dei cittadini e delle autorità preposte alla
sorveglianza e alla tutela nei confronti dei Tratturi molisani.
Da un lato 'Bene immateriale dell'UNESCO', dall'altro 129 milioni di euro in 'promozione.' Nella sostanza quello che vedete nella foto!
Da un lato 'Bene immateriale dell'UNESCO', dall'altro 129 milioni di euro in 'promozione.' Nella sostanza quello che vedete nella foto!
Per
ripristinare la legalità sul tratturo bisogna:
- denunciare ogni forma di abuso contro l’interesse pubblico;
- percorrerli;
- recuperare tratti ancora visibili.
2016
2019.03.18
2019.01.31
Denunceremo il tutto alla Procura della Repubblica e chiederemo che i responsabili siano perseguiti e puniti.
(by nicola)
sabato 22 febbraio 2020
SHINRIN-YOKU (Bagno nella foresta)
I benefici dello stare all'interno di un bosco o una foresta sono stati convalidati dalla comunità scientifica internazionale.
Dall'essenza di alberi si liberano 'terpeni' (in pratica i 'profumi' del bosco. Un vero e proprio aereosol naturale), potenti antinfiammatori!
Di questo e tanto altro ancora si è parlato ieri pomeriggio in un incontro organizzato presso la bibliomediateca a Campobasso.
Quanta prevenzione, cura, benessere e lavoro si potrebbero creare in Molise?
(by nicola)
venerdì 21 febbraio 2020
L'OML ringrazia e augura buon lavoro
Auguri vivissimi agli studenti e ai docenti dell'Istituto 'I. Petrone' di Campobasso che parteciperanno al bando indetto dalla 'Fondazione Falcone.'
Ci auguriamo che il materiale e gli spunti forniti dall'OML contribuiranno a centrare l'obiettivo.
In effetti un primo ottimo risultato lo abbiamo già raggiunto, insieme, poco tempo addietro...
(by nicola)
giovedì 20 febbraio 2020
Molise. Rapporto DIA 2019
In
Molise non si segnala, allo stato, una presenza stabile e strutturata
di insediamenti mafiosi. Tuttavia, nel tempo, sono stati registrati
evidenti segnali di interesse derivanti dall’azione, in tale area
territoriale, di soggetti contigui alla criminalità organizzata
calabrese1428,
campana e pugliese. In tal senso si è autorevolmente espresso il
Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Campobasso, nel
corso dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario 20191429,
il quale ha sottolineato come “...deve
ritenersi ormai certo che il Molise sia oggetto di continue
incursioni da parte delle “mafie foggiane”, di organizzazioni
“camorristiche” e, da ultimo, anche da parte del “clan Spada”
della zona di Ostia nello specifico comparto dello spaccio delle
sostanze stupefacenti, come comprovato da numerose recenti indagini
che hanno interessato tutti e tre i circondari...”.
Tendenzialmente, i diversi gruppi riescono a mimetizzare la propria
azione infiltrandosi sul territorio, senza radicarsi ma ricercando
forme di convivenza criminale - anche con gruppi
stranieri o
rom stanziali
- e di interconnessione per le azioni illecite, avulse dal concetto
del controllo del territorio, così come tradizionalmente inteso.
Proprio
la prossimità geografica della Regione con aree ad alta densità
mafiosa potrebbe essere la ragione per la quale il territorio
molisano è stato più volte scelto per stabilire il domicilio, per
cercare rifugio durante la latitanza o per avviare attività
delittuose per lo più legate a traffici di stupefacenti. Per ciò
che concerne, in particolare, la prossimità con la Campania, si è
assistito, di recente, ad una “migrazione” in territorio molisano
di pregiudicati di origine napoletana e casertana. In proposito,
appare significativo l’arresto eseguito nel mese di gennaio da
parte della Guardia di finanza, di un soggetto ritenuto referente
nella zona delle “Case
Nuove” per
conto del clan MAZZARELLA,
in quanto destinatario di un ordine di carcerazione1431per
evasione dagli arresti domiciliari in San Massimo (CB). L’uomo,
latitante da più di un anno, aveva creato, unitamente ad altri
pregiudicati, una struttura criminale con il precipuo scopo di
acquisire il controllo del rione napoletano delle c.d. “Case
Nuove” sottraendolo
al clan CARDARELLI.
Le due province molisane risultano esposte a possibili infiltrazioni
camorristiche sia lungo la fascia adriatica, sia lungo le zone tra il
Sannio ed il Matese, quest’ultime contigue alle aree di influenza
dei CASALESI. La particolare vicinanza geografica sembra favorire
anche la criminalità organizzata pugliese, che
ha fatto registrare proprie manifestazioni nei comuni costieri e nel
basso molisano. Proprio la criminalità di San Severo (FG) avrebbe,
di recente, rifornito le piazze di spaccio molisane
(Campobasso, Campomarino e Termoli),
come peraltro evidenziato
nelle operazioni “Drug Market” ed Alcatraz”, di seguito citate.
Sono state riscontrate, infine, attività predatorie commesse “in
trasferta”, da parte di criminali pugliesi. Province di Campobasso
ed Isernia La vicinanza territoriale con le aree ad alta densità
mafiosa favorisce la permanenza o, in alcuni casi, la latitanza di
pregiudicati.
Il 10 maggio 2019 i Carabinieri hanno arrestato, in un appartamento
di Campomarino (CB), un pluripregiudicato ed elemento apicale del
clan camorristico SPARANDEO, operante su Benevento e provincia.
L’uomo, ricercato dal 28 febbraio 2019, era destinatario di un
ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica
presso la Corte d’Appello di Napoli, a seguito della condanna nel
procedi-mento penale relativo all’indagine “Tabula Rasa”
La
scelta di trascorrere in Molise la propria latitanza da parte di
esponenti alla criminalità organizzata è stata sottolineata anche
dal Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello
di Campo-basso1436,
che ha inteso anche evidenziare “...
la costante presenza in Regione di un numero molto elevato di
collaboratori di giustizia e dei loro familiari, nonché di esponenti
della criminalità organizzata che la scelgono come località ove
scontare le misure alternative alla detenzione ovvero le misure
cautelari personali...”. Più in generale, si è rilevato che i
settori economici di maggior interesse per i clan sono l’edilizia,
la grande distribuzione, la gestione di locali notturni e la
rivendita di auto usate. Si è recentemente registrata anche la
tendenza a stabilire nella regione sedi fittizie di società
collegate ad organizzazioni campane,
con lo scopo di favorire attività di riciclaggio e più in generale
affari illeciti, e, comunque, nella convinzione di porsi al riparo da
eventuali controlli1437.
Particolarmente significativa appare anche l’attività preventiva
svolta delle Prefetture di Campobasso ed Isernia che hanno emesso,
nel periodo di riferimento, alcuni importanti provvedimenti
interdittivi antimafia nei confronti di imprese riconducibili a
contesti malavitosi, attive nei settori dei rifiuti, dei trasporti di
terra e materiali inerti e di pulizia.
Per
quanto concerne il traffico di stupefacenti, a Campobasso, proprio
nel semestre in esame, si segnala l’operazione “Drug
Market”,
conclusa dai Carabinieri il 1° marzo 2019 con l’esecuzione di una
misura restrittiva nei confronti di 8 indagati, riconducibili ad un
sodalizio locale composto da soggetti di origine italiana ed
albanese, accusati di aver realizzato un collaudato sistema per lo
smercio di stupefacenti, approvvigionati a San Severo (FG), a Caserta
e a Campobasso. Significativa anche l’operazione
“Alcatraz”,conclusa
il 14 maggio 2019 dalla Polizia di Stato con l’esecuzione di una
misura restrittiva nei confronti di due donne, ritenute responsabili
di un’attività di spaccio, sempre nell’area di Campobasso, di
stupefacenti provenienti anche in questo caso da San Severo (FG) e da
Napoli. Sempre sanseveresi sono alcuni degli indagati che - come
segnalato nel paragrafo relativo alla Regione Abruzzo - il 28 gennaio
2019, nelle province di Chieti e Campobasso, sono stati colpiti da un
decreto di sequestro preventivo,
eseguito dalla Guardia di finanza, che ha riguardato quote
societarie, esercizi commerciali, immobili e veicoli, per un valore
complessivo di circa 1 milione e duecentomila euro. Nella provincia
di Isernia si conferma la presenza di gruppi criminali
di origine rom, attivi, oltre che nei reati contro il patrimonio,
anche nel settore degli stupefacenti, talvolta anche in
collaborazione con sodalizi italiani. Ne è esempio l’operazione
“White
Rabbit”, conclusa il 20 marzo 2019 dalla Polizia di Stato nei
confronti degli 11 componenti di un gruppo misto fra italiani e
soggetti rom stanziali
con dimora nella provincia di Isernia e nella provincia di Foggia,
dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti. Il gruppo rom
controllava
lo smercio di droga ad Isernia, mentre l’approvvigionamento delle
sostanze avveniva attraverso gli indagati foggiani. Tra le altre, è
emersa la figura di un elemento di spicco della criminalità
organizzata di Lucera (FG) che, dopo aver scontato una lunga pena, al
fine di reintrodursi nel circuito criminale avrebbe individuato il
territorio di Isernia come area ideale per l’ampliamento dei propri
traffici illeciti.
Fonte: DIA
(by nicola)
La Dia spiega come si smaltiscono illecitamente i rifiuti
Nell’ultima relazione al Parlamento della Direzione Investigativa Antimafia (Dia) vi è un interessante focus sui traffici illeciti di rifiuti
che vale la pena di leggere, anche perché ridimensiona notevolmente le
trionfalistiche affermazioni di chi, riempiendosi la bocca con l’economia circolare,
vuole farci credere che l’Italia è, nell’Unione Europea, un paese
modello dove i rifiuti sono quasi scomparsi perché vanno tutti a
riciclo.
Ma solo sulla carta. Infatti, ci dice la Dia, nel tempo, le tecniche di smaltimento illecito
si sono evolute, passando dallo sversamento in discariche a cielo
aperto, tipiche del periodo compreso tra la fine degli anni 80 e
l’inizio degli anni 90, a un’ampia gamma di metodologie pericolose per
la salute pubblica, che ha riguardato tutte le fasi del ciclo. E ci
spiega anche come: “a) l’invio di rifiuti pericolosi in
discariche non idonee, sulla base di falsa documentazione che ne
attesta, solo cartolarmente, il trattamento; b)
l’immissione dei rifiuti in cicli produttivi, cementifici e fornaci per
la produzione di laterizi, di fanghi industriali, polveri di
abbattimento fumi, ceneri e scorie derivanti dalla lavorazione di
metalli; c) lo spandimento sul terreno di
pseudo-fertilizzanti provenienti da attività di compostaggio di fanghi
non sottoposti ad alcun trattamento, pertanto non idonei all’impiego in
agricoltura per le elevate concentrazioni di metalli pesanti (cadmio,
cromo, mercurio, nichel, zinco) e la presenza di sostanze cancerogene; d) l’impiego di rifiuti pericolosi in ripristini ambientali”.
Aggiungendo che per i rappresentanti degli enti locali, le condotte contra legem sono spesso originate dall’esigenza di trovare soluzioni immediate
di smaltimento che consentano di liberarsi dei rifiuti in modo
sollecito, garantendo, senza interruzioni, l’erogazione del servizio
pubblico, la cui interruzione rischierebbe di provocare gravi danni alle
collettività che amministrano. Insomma, l’emergenza porta all’illegalità e, spesso, la illegalità si coniuga con la corruzione e con il connubio con la criminalità organizzata.
Con la novità – ci precisa la Dia – che in diverse realtà si è
riscontrato che “l’esponente politico si trova in una posizione di
subalternità solo apparente in quanto, da un esame più attento del
rapporto instauratosi tra il primo e il gruppo criminale, emerge che
questo si fonda sull’esistenza di reciproci interessi e si sviluppa su
un piano di perfetta pariteticità. Infatti, il
peculiare rapporto che, da decenni, lega la camorra a compagini
istituzionali, le ha consentito di inserirsi nelle gare per la
concessione di pubblici appalti, in posizione spesso favorita rispetto
alle imprese legali, sia per le considerevoli ricchezze di mezzi di cui
la stessa dispone sia per gli appoggi politico-amministrativi sui quali
può contare. Tale relazione arriva in alcuni casi ad assumere le
connotazioni di una vera e propria joint venture, nella quale le scelte
gestionali sono attuate a discapito dell’ottimizzazione delle modalità
di smaltimento”.
Insomma, al di là della mafia e della camorra, oggi in Italia la criminalità ambientale è un “fenomeno che si alimenta costantemente
grazie all’azione famelica di imprenditori spregiudicati,
amministratori pubblici privi di scrupoli e soggetti politici in cerca
di consenso, nonché di broker, anche a vocazione internazionale, in
grado di interloquire ad ogni livello”.
Quanto, in particolare, ai rifiuti urbani, la Dia evidenzia che la
carenza di impianti atti a chiudere il ciclo “ha inevitabilmente
determinato l’allungamento della filiera ed il mancato compimento del
ciclo di gestione, demandando lo smaltimento di quasi tutti i rifiuti
urbani al conferimento in discarica, che spesso avviene dopo un
farraginoso e dispendioso iter di trattamento e trasporto”. Ma, “più è
lunga la filiera, più le organizzazioni criminali riescono a trovare
spazi di inserimento, sfruttando le situazioni emergenziali e
contribuendo, con lo sversamento illegale nelle discariche abusive, all’inquinamento del patrimonio ambientale”.
Conclusione: “È, pertanto, assolutamente necessario fare in modo che la chiusura del ciclo possa avvenire in prossimità del luogo di produzione del rifiuto, al di là della sola logica del conferimento in discarica”. Perché “i trafficanti lo sanno bene: più rifiuti, più passaggi, più chilometri, più affari in vista”
Fonte: il Fatto
(by nicola)
mercoledì 19 febbraio 2020
“Plastic to fuel” La 'Pirolisi' trasforma plastica NON riciclabile in energia
Gli attuali costi di esportazione dei rifiuti
all’estero potrebbero essere compensati investendo in tecnologie ed
innovazioni di energy recovery (recupero di energia), così da avere vantaggi economici,
oltre che ambientali. Un valido strumento è rappresentato dalla
pirolisi, quel processo in grado di trasformare la plastica non
riciclabile in energia. Grazie al ciclo di trattamento dei materiali da
rifiuto, il processo di pirolisi genera energia pulita utilizzabile
per diversi impieghi. Uno su tutti, riutilizzare la plastica non
riciclabile trasformandola in combustibile (cosiddetta “Plastic to
fuel”). È quanto emerge dal 3° Rapporto Federmanager- Aiee, dal titolo
“Transizione verde e sviluppo. Può l’economia circolare contribuire al
rilancio del sistema Italia?”, presentato a Roma.
Le stime riportate dal rapporto parlano chiaro: da 1
tonnellata di plastica si possono estrarre 800 litri di carburante al
prezzo di un terzo del greggio. L’Italia, nota il dossier, se avesse
utilizzato il Plastic to fuel, considerando le 1,3 milioni di
tonnellate di plastica smaltite in discarica nel 2016, avrebbe
conseguito un beneficio pari a circa 25 milioni di euro.
«La pirolisi è solo un esempio
di come sia possibile sfruttare la tecnologia per produrre a basso
impatto ambientale», spiega Sandro Neri, coordinatore della Commissione
Energia di Federmanager. «Mostra il vantaggio - continua Neri- di
avere una taglia ottimale di piccolo impianto ( fino a 100 kW), maggior
efficienza rispetto ai grossi impianti, più facile da gestire, non
richiede opere civili significative e necessita di spazi contenuti
normalmente disponibili all’interno di impianti esistenti. Tutto ciò
si traduce in tempi di installazione estremamente limitati». Lo studio Federmanager- Aiee, inoltre, sottolinea che una parte delle risorse messe a disposizione dal Green New Deal europeo deve essere destinata alla ricerca&
sviluppo. «Il settore dell’economia circolare è tutto da costruire, ed è
fondamentale per l’Italia saper guadagnare posizioni di leadership
grazie a un mix di investimenti e stimoli fiscali guidati da una
visione strategica di lungo termine che non può fare a meno di
un’intensa attività di ricerca e di competenze appropriate», ha
evidenziato il direttore generale Federmanager, Mario Cardoni.
A confronto su questi temi sono intervenuti il presidente di
Aiee, Carlo Di Primio, Giacomo Gargano, presidente Federmanager Roma,
Felice Egidi, Strategic advisor Elettricità Futura, Gianni Pietro
Girotto, presidente commissione Industria del Senato, Gianluca
Benamati, vicepresidente commissione
Attività produttive della Camera, Paolo Arrigoni, componente
commissione Territorio e ambiente del Senato, Federico Testa,
presidente Enea, e Andrea Zaghi, direttore generale di Elettricità
Futura, co- organizzatrice dell’evento.
Fonte: il Dubbio
(by nicola)
Termoli Jet. Quando a denunciare eravamo solo noi dell'OML! Sentenza di risarcimento della Corte dei Conti
Termoli Jet, con sentenza numero 5 del 2020, in corso di pubblicazione, la Sezione Molise della Corte dei Conti ha condannato l’ex assessore Antonio Chieffo e l’ex dirigente regionale Domenico Pollice alla restituzione all’erario di tre milioni e mezzo di euro. Qualora i due condannati non fossero in grado di restituire le ingenti cifre, a cascata il risarcimento si scaricherà su Michele Iorio, ex presidente, che dovrà sborsare 500mila euro, e sugli assessori Gianfranco Vitagliano, Rosario De Matteis, Filoteo Di Sandro e Michele Picciano, condannati a pagare 350mila euro a testa. La sentenza è in corso di pubblicazione e fa riferimento all’acquisto da parte della Regione, nel 2005, del 49% delle quote della Ltm, una partecipata regionale che perfeziona l’acquisto di un catamarano per il collegamento Termoli-Spalato per un totale di sei milioni e ottocentomila euro. Dal punto di vista penale c’è stata un’assoluzione generalizzata, ma lo Stato ha battuto cassa con la Corte dei Conti che oggi, martedì 18 febbraio, ha emesso una sentenza choc. Chiaramente i condannati al rimborso delle ingenti cifre potranno ricorrere in secondo grado contro la sentenza.
Fonte: il quotidiano online
(by nicola)
L'operato dell'OML nel corso degli anni
https://oml2010.blogspot.com/2013/04/la-prescrizione-affondera-il-termoli-jet.html
https://oml2010.blogspot.com/2011/07/losservatorio-molisano-sulla-legalita.html
https://oml2010.blogspot.com/2011/06/al-bando-i-porti-delle-nebbie.html
https://oml2010.blogspot.com/2013/02/sprechi-regionali.html
L'operato dell'OML nel corso degli anni
https://oml2010.blogspot.com/2013/04/la-prescrizione-affondera-il-termoli-jet.html
https://oml2010.blogspot.com/2011/07/losservatorio-molisano-sulla-legalita.html
https://oml2010.blogspot.com/2011/06/al-bando-i-porti-delle-nebbie.html
https://oml2010.blogspot.com/2013/02/sprechi-regionali.html
martedì 18 febbraio 2020
AGGREGAZIONE DI LIBERI CITTADINI IN LOTTA A SOSTEGNO DELLA SANITA’ PUBBLICA
Riceviamo e pubblichiamo
ASSEMBLEA
PUBBLICA A CAMPOBASSO
Domani,
mercoledì 19 febbraio c.a., alle ore 17.00, presso l’aula
Consiliare del comune di Campobasso,
l’”AGGREGAZIONE DI LIBERI CITTADINI IN LOTTA A SOSTEGNO DELLA
SANITA’ PUBBLICA”, organizza un’assemblea aperta a tutti i
cittadini, comitati, associazioni, partiti, amministratori, insomma,
un incontro aperto a tutti, al fine di portare all’attenzione della
platea l’iniziativa di protesta a favore degli ospedali e della
sanità pubblica e contro il governo regionale in carica prevista per
il giorno 3 marzo davanti al palazzo del consiglio regionale. Dopo la
conferenza stampa di presentazione della giornata del 3 marzo di
questa mattina e dopo le sollecitazioni ricevute da diversi cittadini
del capoluogo che ci chiedevano il loro coinvolgimento dopo un
periodo di fermo, abbiamo avvertito l’esigenza di organizzare
un’assemblea proprio nella direzione della globalità dei molisani,
nessuno escluso se non chi della lotta pensa di poterci ricavare
percorsi politici e personali. Nell’invitare chiunque abbia a cuore
le sorti di questa regione e della sua sanità pubblica, si coglie
l’occasione per ringraziare il primo cittadino di Campobasso, il
sindaco Gravina, il quale nonostante la richiesta per l’utilizzo
dell’Aula Consiliare gli fosse pervenuta solo nella giornata di
ieri, non ha voluto negare questa opportunità di incontro e crescita
ai suoi concittadini. Speriamo pertanto che all’iniziativa gli
amministratori non vogliano far mancare la loro fattiva presenza.
Dilma
Baldassarre, Andrea Di Paolo, Cinzia Ferrante, Enrica Sciullo, Mario
Giannini, Giovanni Vaccone, Emilio Izzo.
(by nicola)
Il vero rischio è non camminare!
"Camminare ha benefici immensi per tutti i nostri
organi e apparati. Ma forse dimentichiamo l'effetto che ha sul
cervello: camminare almeno mezz'ora al giorno e in modo veloce, a tutte
le età, aumenta il numero dei neuroni del nostro cervello, quindi
memoria e capacità cognitive. Ma aumenta anche la vascolarizzazione del
cervello: dà energia a queste nuove cellule. L'unità di misura più corretta è rappresentata dai
minuti . L'ideale è fare almeno mezz'ora al giorno di camminata veloce, minimo per
5 giorni a settimana. In qualunque momento della nostra vita il movimento ha un impatto fondamentale di prevenzione delle malattie e di mantenimento delle nostre capacità fisiche e mentali. Stimola infatti la produzione a
livello cerebrale di una sostanza che si chiama Bdnf (Brain-derived neurotrophic factor), un fattore che va
a colpire l'ippocampo anteriore, deputato a costruire le cellule chiave
per la nostra memoria e le nostre attività cognitive. Non solo: i nostri muscoli dopo l'allenamento mettono in
circolo una serie di sostanze tra cui i fattori di crescita vascolare,
che passano la barriera emato-encefalica e permettono di costruire
nuovi piccoli vasi, i quali portano nutrimento ed energia alle nuove cellule. Se a 65-70 anni una persona si ripromette di fare una camminata
veloce di mezz'ora al giorno, anche 45 minuti se può, alla
fine dell'anno avrà l' 1% in più di cellule cerebrali. Avrà, dunque,
una riserva cellulare maggiore che gli servirà per la memoria e le
capacità cognitiva"
Sergio Pecorelli, componente Comitato
scientifico Fmsi (Federazione medico sportiva italiana)
(by nicola)
(by nicola)
lunedì 17 febbraio 2020
Aquae et ignis interdictio
Onore al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, la quale,
dichiarando di voler abolire i due vergognosi decreti sicurezza di
Salvini, ha posto in primo piano i valori etici e giuridici sui quali si
fondano la nostra civiltà e la Costituzione della Repubblica italiana.
Ci sembra opportuno sottolineare che accogliere i giovani di razze
diverse dalla nostra è un atto alta valore etico e risponde anche alla
esigenza di rimediare in qualche modo al calo demografico della nostra Nazione.
L’esperienza ci dice che gli immigrati, se ben accolti, si adeguano
perfettamente alla nostra cultura e conseguono anche ottimi risultati
sia sul piano scolastico che su quello lavorativo. È dunque sulla
integrazione che dobbiamo adoperarci.
D’ altro canto far cadere
quei decreti sicurezza, che contengono anche regole vergognose contro le
Ong per evitare che poveri naufraghi entrino in Italia, è un dovere
morale e giuridico, sancito dall’articolo 2 della Costituzione secondo
il quale: “la Repubblica tutela i diritti inviolabili dell’uomo”.
Sull’onda di questa importante e moralmente altissima iniziativa, è da
richiamare l’attenzione dei politici anche sulla vergognosa norma della
legge Lupi che vieta a coloro che si sono perfettamente integrati nel
popolo italiano il diritto all’iscrizione anagrafica privandoli, in
questa maniera, persino dell’allacciamento nelle loro abitazioni del
servizio idrico, elettrico e del gas.
Una vera interdictio aquae
et igni, cioè l’impossibilità di usare dell’acqua e del fuoco che gli
antichi romani usavano imporre ai criminali e che Lupi, invece, ha usato
contro poveri immigrati. Anche questa norma dovrà essere dunque
immediatamente eliminata.
Sia ben chiaro per tutti, che, anziché
combattere gli uomini che hanno un diverso colore della pelle, noi
creiamo le condizioni favorevoli perché possano lavorare e produrre,
integrandosi nel contempo nella nostra cultura e nelle nostre comunità,
noi creeremo un beneficio per tutti, perché da dati statistici
inequivocabili, risulta che queste persone vogliono lavorare, occupando
posti che gli italiani hanno da tempo abbandonato.
Insomma si
sappia che gli immigrati non tolgo lavoro a nessuno, e costituiscono una
fonte di ricchezza per porre in moto interi settori dell’economia
abbandonati a se stessi.
Tutto questo, ovviamente, lo affermiamo
nell’ambito di una più ampia lotta contro lo strapotere della finanza e
delle multinazionali che si impadroniscono delle nostre fonti di
produzione di ricchezza, le quali attraverso il lavoro di tutti gli
italiani, immigrati compresi, dovrebbero e potrebbero trattenere in
Italia
Prof. Paolo Maddalena, 'Attuare la Costituzione'
(by nicola)
Una legge sul lobbying, per il bene della democrazia. Firma e fai firmare la petizione!
Ogni giorno nei Parlamenti, nei ministeri, nelle regioni, nelle nostre città politici e funzionari pubblici devono prendere decisioni importanti
che possono incidere direttamente sulle nostre vite. Nuove
infrastrutture, farmaci, politiche sociali, inquinamento, lavoro,
diritti dei consumatori: sono solo alcuni dei temi cruciali sui quali
chi ci governa compie scelte determinanti, che potrebbero migliorare la
nostra quotidianità o compromettere il nostro futuro. Come vengono prese queste decisioni? Ascoltando chi? A partire da quali dati e informazioni?
È qui che entrano in gioco i
lobbisti, non soltanto i professionisti che lavorano per aziende,
associazioni di categoria, gruppi di interesse, ma anche quelli che
rappresentano il settore non profit, con un compito davvero importante: portare il loro punto di vista ai politici e ai funzionari dello Stato.
I lobbisti forniscono ai decisori pubblici dati, informazioni e
notizie, sulla base delle quali vengono fatte scelte che influiranno
sulle nostre vite.
Questo processo di informazione e influenza delle decisioni pubbliche da parte dei lobbisti è oggi del tutto opaco e per nulla regolamentato.
Non esistono regole su come i politici e i funzionari statali devono
approcciarsi ai portatori di interessi, sui soggetti da ascoltare prima
di fare una scelta rilevante per tutto il Paese, per la nostra regione,
o per la nostra città. In pratica, oggi vige il Far West, in cui il più
forte, il più potente, il più scorretto, il più spregiudicato ha
comunque la possibilità di essere ascoltato dai politici.
Noi crediamo che tutto questo vada cambiato subito, e che l’Italia debba dotarsi di una legge che stabilisca una volta per tutte cosa si può fare e cosa non si può fare nell’attività di lobbying.
Oltre 50 disegni di legge in più di
50 anni non sono riusciti a produrre un testo che regolamenti il
lobbying in Italia, mantenendo opaco un processo – quello della
formazione delle decisioni pubbliche – che dovrebbe invece essere aperto e alla luce del sole.
Questa opacità ha contribuito a demonizzare un’attività che è invece
legittima e parte integrante della democrazia. Perché il fatto che
diversi gruppi di interesse, sia privati che della società civile,
cerchino di influenzare le scelte dei decisori pubblici, fa parte del processo democratico.
Soltanto la presenza di più voci e il
confronto tra diversi punti di vista può generare un dibattito
informato sui temi di interesse collettivo. Ecco perché il diritto di rappresentanza degli interessi va regolamentato, tutelato ed esteso.
Perché nell’assenza di regole, i
nostri rappresentanti e i funzionari pubblici si sottraggono all’obbligo
di ascoltare tutte le voci in campo. Vuol dire che gli utenti che
usufruiscono di una linea ferroviaria hanno meno voce in capitolo di una
compagnia di trasporti, che ricercatori indipendenti contano meno di
un’azienda farmaceutica.
Le istituzioni devono rendere i processi decisionali molto più inclusivi,
mettendo tutti nelle stesse condizioni di influire sulle decisioni
pubbliche: dagli ambientalisti alle industrie energetiche, dalle aziende
alle associazioni di consumatori, dai grandi gruppi ai piccoli comitati
di quartiere.
Regolamentare una volta per tutte il
lobbying permetterebbe inoltre a tutte le aziende di avere eguale
accesso alle informazioni pubbliche, contribuirebbe a riequilibrare la
libera concorrenza, migliorando la nostra economia e di conseguenza la
vita di tutti i cittadini.
Unisciti a noi e firma per una legge sul lobbying che preveda:
- un registro pubblico obbligatorio per i lobbisti. Chiunque voglia esercitare questa attività deve iscriversi al registro e rispettare un codice etico di condotta.
- un’agenda pubblica degli incontri tra politici, funzionari pubblici e lobbisti, in cui entrambe le parti sono tenute a comunicare la data dell’incontro, i temi in discussione e quale documentazione è stata depositata.
- sanzioni serie per punire i comportamenti illeciti sia dei lobbisti, che dei decisori pubblici.
- consultazioni pubbliche per garantire la possibilità agli iscritti nel registro di essere ascoltati sui propri temi di riferimento e far pervenire agli organi decisionali tutti i contributi ritenuti utili al dibattito.
Il 95% dei parlamentari della maggioranza intervistati per una nostra indagine è d’accordo sulla necessità di una legge e la ritiene addirittura molto urgente. Cosa aspettano i nostri politici a passare ai fatti?
È tempo di accendere i fari sui
portatori di interessi particolari e tutelare le decisioni che ci
riguardano tutti! Chiediamo più inclusione e più trasparenza per
migliorare la qualità della nostra democrazia.
(by nicola)
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