mercoledì 31 ottobre 2018
Motivazioni che spingono a cercare il 'Potere'
Lo storico Simon Heffer ne individua 4:
1- territorio;
2- religione;
3- ricchezza;
4- ideologia.
In sintesi: due attengono alla sfera 'materiale' (1 e 3)e due a quella 'morale' (2 e 4).
Per questo dovremmo essere sempre... vigili e attenti nei confronti di quanti lo detengono o si candidano a farlo!
(by Nicola)
martedì 30 ottobre 2018
Calamandrei in Comune
Presentazione del
libro “L’avvenire dei diritti di libertà” di Piero Calamandrei.
Introduzione del Professor Enzo Di Salvatore (costituzionalista
dell’Università di Teramo) che sarà presente all’evento.
Seguirà dibattito con il pubblico.
È il 1945 quando Piero Calamandrei
decide di interrogarsi sul significato delle libertà. E lo fa con uno
scritto destinato a introdurre la ripubblicazione di un libro dello
storico ed ecclesiasticista Francesco Ruffini, dato alle stampe e
circolato clandestinamente vent’anni prima. In quelle pagine, riproposte
nel testo presentato nell’incontro, il giurista toscano afferma che il
liberalismo economico del XIX secolo fu uno strumento di cui la
borghesia si servì per escludere tutti gli altri dal godimento delle
libertà politiche. Non fu, dunque, garanzia di progresso sociale, ma
privilegio, sfruttamento dei più poveri da parte dei più ricchi, in
quanto era l’appartenenza a una determinata classe sociale ad assicurare
la partecipazione attiva alla vita dello Stato. Poi sopraggiunse il
fascismo e i diritti vissero il loro momento più buio. Solo quando nuove
forze sociali riuscirono a emergere, si riconquistò anche la libertà
perduta. Ma ci si convinse presto che la proclamazione delle libertà
implicasse un’azione dello Stato volta a rimuovere gli «ostacoli di
ordine economico e sociale» che si frapponevano di fatto al godimento
dei diritti: perché la libertà fosse, appunto, di tutti e perché la
democrazia e la giustizia sociale potessero infine trionfare sul
privilegio, sui soprusi e sull’egoismo. Denso e a tratti lirico, il
saggio colpisce per la sua straordinaria attualità e sa parlare al
lettore con chiarezza esemplare.
(by Nicola)
FANGHI DI DEPURAZIONE: UNA RISORSA PER I SUOLI AGRICOLI, MA SOLO SE NON CONTAMINATI
I
limiti previsti dal Decreto Genova
non vanno nella direzione giusta
per la Salute e per l’Ambiente.
non vanno nella direzione giusta
per la Salute e per l’Ambiente.
L’art.41,
inserito nel “disegno di legge di
conversione in legge del decreto-legge 28 settembre 2018, n. 109,
recante disposizioni urgenti per la città di Genova, la sicurezza
della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, gli eventi
sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre emergenze”,
relativo all’utilizzo di fanghi di depurazione in agricoltura,
desta notevole preoccupazione nell’Associazione
Italiana Medici per l’Ambiente per
la possibilità che vengano contaminati suoli, ecosistemi e catena
alimentare, con inquinanti tossici, persistenti, bioaccumulabili, di
cui alcuni classificati come cancerogeni certi per l’uomo
dall’Agenzia per la Ricerca sul Cancro (IARC) e senza che siano
stati adeguatamente valutati rischi per la salute umana.
L’inserimento
dell’art.41 con decretazione d’urgenza nel “Decreto Genova” è
stato motivato dalla necessità di superare lo stallo creatosi con la
sentenza n° 1782 del TAR Lombardia Sez III 20 luglio 2018 che, per
gli idrocarburi, imponeva limiti che la maggior parte degli impianti
di depurazione non sarebbero in grado di ottemperare.
I
fanghi di depurazione non provengono solo da acque reflue di scarichi
civili in quanto il Dlgs 27 gennaio 1992, n. 99, che regola la
materia, equipara anche quelli provenienti da attività produttive a
quelli da insediamenti civili, la separazione dei flussi
all’origine è solo raramente praticata, per cui agli impianti di
depurazione arrivano reflui delle più disparate qualità e
provenienze.
Sempre
secondo il Dlgs
27 gennaio 1992, n. 991,
l’utilizzo di fanghi in agricoltura, è consentito se: “..non
contengono sostanze tossiche e nocive e/o persistenti e/o
bioaccumulabili in concentrazioni dannose per il terreno, per le
colture, per gli animali, per l’uomo e per l’ambiente in
generale”, ma con le norme
introdotte i fanghi potranno contenere valori non trascurabili di:
Arsenico, Berillio, Cromo, Cromo VI,
Idrocarburi, Toluene, Selenio, Policlorobifenili (PCB), Diossine e
Furani
L’Allegato
1 B del Dlgs del 1992 stabiliva caratteristiche agronomiche e limiti
solo per alcuni inquinanti e per altri le Regioni hanno deliberato
autonomamente. La Regione
Lombardia2,
ad esempio, aveva posto un limite per gli idrocarburi a 10.000 mg/kg
di sostanza secca (ss), limite giudicato troppo alto dalla sentenza3
n°1782 del TAR Lombardia Sez III 20 luglio 2018, che, accogliendo il
ricorso di numerosi Comuni, di fatto, secondo quanto dichiarato da
più parti avrebbe bloccato gli sversamenti.
1
http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1992/02/15/092G0139/sg
2
http://www.regione.lombardia.it/wps/wcm/connect/75f88ec2-3c37-4374-a8a9-20a6d36a4a4f/dgr_7076_2017.pdf?MOD=AJPERES&CACHEID=75f88ec2-3c37-4374-a8a9-20a6d36a4a4f
3
https://www.giustizia-amministrativa.it/cdsintra/wcm/idc/groups/public/documents/document/mday/odi1/~edisp/fpnhqcvskyoze6rc7bb72ebkxq.html
Nella
Sentenza, richiamando anche precedenti pronunciamenti della
Cassazione, si indicava che, in assenza di norme nazionali, nei
fanghi di depurazione si dovevano rispettare i limiti indicati
nei suoli1
ad uso verde/residenziale (cui sono assimilati i suoli agricoli),
oltre i quali scattano le procedure per la bonifica specificando
che: ”i fanghi ad uso
agricolo debbono rispettare i limiti previsti per le matrici
ambientali a cui dovranno essere assimilati, osservando con
argomentazione del tutto condivisibile, che escludere l’applicabilità
dei valori di cui alla suindicata tabella, porterebbe al risultato
per cui un rifiuto può essere impiegabile nello spandimento su un
terreno agricolo sebbene abbia valori di contaminazione ben superiori
ai limiti di accettabilità per aree industriali”.
Per
Cromo totale, Diossine, PCB, Selenio, Toluene i limiti indicati
dall’art 41 sono superiori ai quelli indicati per la bonifica dei
suoli per uso residenziale; per
Diossine e Furani la concentrazione consentita nei fanghi è 25 ng/kg
ss, mentre nei suoli è 10 ng/kg ss; per i PCB è 0.8 mg/kg
sostanza secca (ss), quando sono soggetti a bonifica i suoli con 0,06
mg/Kg ss ed addirittura per il Toluene il limite è 100 mg/kg ss,
quando per i suoli uso residenziale è 0,5 mg/kg e per quelli
industriali 50 mg/kg ss!
Ricordiamo
che Arsenico, Berillio, Cromo VI,
Diossine PCB sono classificati dalla IARC a livello I (cancerogeni
umani);
Per
quanto riguarda gli idrocarburi
C10-C40 nell’art 41 il limite è di 1000 mg/kg su “tal quale” e
non su “sostanza secca”, ciò significa che se i fanghi hanno
elevate percentuali di acqua si potranno raggiungere anche i 10.000
mg/kg ss della normativa della
Regione Lombardia bocciata dal TAR.
Va
segnalato che fanghi industriali con le medesime concentrazioni di
idrocarburi potrebbero essere conferiti solo in discariche speciali e
non potrebbero essere utilizzati per recuperi ambientali se non dopo
essere stati sottoposti a trattamenti che ne abbattano gli
inquinanti, come puntualmente riportato nella sentenza del TAR
Lombardia, precedentemente citata.2
Il
contenuto in idrocarburi in fanghi industriali (non classificati “di
depurazione”) è infatti di 500 mg/kg ss e, come nota il TAR, si
arriva al paradosso che sui suoli agricoli sarebbe consentito
l’utilizzo di fanghi conferibili solo in discariche per rifiuti
industriali e non utilizzabili in recuperi ambientali se non dopo
adeguato abbattimento degli inquinanti.
Essendo
consentito lo sversamento ogni 3 anni di 15 tonnellate di fanghi per
ettaro di suolo agricolo - il cui spandimento difficilmente potrà
essere omogeneo - non è fuori luogo ipotizzare che nel giro di pochi
anni, i suoli agricoli, almeno per alcuni inquinanti persistenti e
bioaccumulabili, potrebbero raggiungere livelli tali di
contaminazione da renderli passibili di bonifica.
I
limiti individuati nell’art 41 non ci risultano supportati da
adeguati studi di impatto ambientale, né da indagini sulla
biodiversità, sulla percolazione nelle falde, sulla tipologia e
qualità dei suoli e sulla presenza già di un “fondo” che per
moltissimi inquinanti che non è certo pari a zero; inoltre non sono
indicati quali e secondo quali scadenze devono essere eseguiti i
controlli, se non per le diossine (ogni 12 mesi).
L’Italia
non ha ancora ratificato la Convenzione di Basilea sul controllo dei
movimenti transfrontalieri di rifiuti pericolosi e del loro
smaltimento e neppure, unica in Europa, neppure la Convenzione di
Stoccolma per la riduzione e messa al bando degli inquinanti organici
persistenti (POP’s) tra cui diossine, furani e PCB.
L’utilizzo
di fanghi in agricoltura potrebbe rappresentare un utile contributo
alla fertilità dei suoli, ma appare indispensabile dotarsi di
adeguati strumenti scientifici, tecnici e legislativi, imponendo la
separazione dei flussi all’origine.
Le
procedure di depurazione devono consentire una adeguata ed efficace
rimozione degli inquinanti, specie di quelli più tossici,
persistenti e bioaccumulabili che dovranno essere trattati in
sicurezza al fine di ridurne la presenza nell’ambiente, nelle
colture e nella catena alimentare, evitandone quindi l’ulteriore
passaggio dall’ambiente all’uomo.
Gli
inquinanti classificati come cancerogeni a livello I dovrebbero
essere al di sotto della soglia di rilevabilità.
Chiediamo
che venga sollecitamente istituito presso il Governo un Tavolo che
veda coinvolti ISPRA, ISS, CNR, ENEA e CREA per il riassetto organico
di una materia indubbiamente complessa, ma di grande rilievo per le
ricadute sulla salute umana e sull’ambiente; appare urgente che gli
Enti sopra citati forniscano adeguate e specifiche valutazione del
rischio per i contaminanti presenti nei fanghi, anche rispetto alle
diverse caratteristiche dei siti ove se ne prevede l’utilizzo,
specie in relazione “al fondo” già esistente.
Appare
altresì logico e inderogabile inquadrare il problema dei fanghi
all’interno della più complessa normativa che riguarda la gestione
dei rifiuti speciali pericolosi, indubbiamente ancora troppo carente
nel nostro paese.
Riteniamo
che procedere con decretazioni d’urgenza in assenza di un adeguato,
organico e riordino della materia, sia ancora una volta una
scorciatoia che non va nella direzione della difesa della salute e
della tutela dell’ambiente e il cui prezzo ancora una volta, sarà
pagato dalle generazioni future.
Roma,
30 Ottobre 2018
1-http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1992/02/15/092G0139/sg
2- http://www.regione.lombardia.it/wps/wcm/connect/75f88ec2-3c37-4374-a8a9-20a6d36a4a4f/dgr_7076_2017.pdf?MOD=AJPERES&CACHEID=75f88ec2-3c37-4374-a8a9-20a6d36a4a4f
4-http://www.gazzettaufficiale.it/do/atto/serie_generale/caricaPdf?cdimg=14A0658000000130110001&dgu=2014-08-20&art.dataPubblicazioneGazzetta=2014-08-20&art.codiceRedazionale=14A06580&art.num=13&art.tiposerie=SG
5-“Si
avrebbe altresì l'assurdo per cui un fango di natura industriale,
con le medesime concentrazioni di idrocarburi, ma non classificato
come fango di depurazione dovrebbe essere trattato secondo rigorosi
criteri ambientali in operazioni di recupero che ne abbattano gli
inquinanti per poter essere destinati a recuperi ambientali, ovvero
con severe limitazioni anche per essere ammesso in discariche di
inerti (500 mg/kg limite massimo stabilito dal d.lgs. n. 36 del 2003)
e quindi compatibile solo con discariche di rifiuti industriali".
(by Nicola)
lunedì 29 ottobre 2018
domenica 28 ottobre 2018
Al Premier e due Ministri: "Revocate il Decreto attuativo dello SBLOCCA ITALIA per vecchi e nuovi INCENERITORI"
Il grido di lotta delle popolazioni del Matese e della Valle del Tammaro: 'IATEVENNE!'
Dal secolo VI al XIII Benevento è stata la capitale del Sud! Più abitanti di Napoli, spartiacque tra Chiesa d'Oriente e Occidente.
Oggi rischia di tornare a essere si capitale ma... dei rifiuti!
In merito all'impianto di compostaggio che 'privati' vogliono realizzare nell’area PIP di Sassinoro bisogna chiedersi se:
In merito all'impianto di compostaggio che 'privati' vogliono realizzare nell’area PIP di Sassinoro bisogna chiedersi se:
1- siano rispettate la Direttiva n. 851/2018/CE e il DPCM del 7 marzo 2016;
2- sia logico autorizzare un impianto 'privato' a ridosso del confine con il Molise dal momento che a soli 16 Km (Casalduni) insiste un impianto 'pubblico' in linea con i requisiti previsti della Presidenza del Consiglio dei Ministri;
2- sia logico autorizzare un impianto 'privato' a ridosso del confine con il Molise dal momento che a soli 16 Km (Casalduni) insiste un impianto 'pubblico' in linea con i requisiti previsti della Presidenza del Consiglio dei Ministri;
3- il progetto che il 'privato' vuol realizzare è sprovvisto di V.I.A.?;
4- sia opportuno che il costituendo 'Parco del Matese' ospiti al suo interno aziende che devono trattare rifiuti provenienti da altre province;
5- sono rispettati gli artt. 7 e 32 della Costituzione;
6- debbano prevalere gli interessi delle popolazioni locali o quelli di privati investitori.
L'OML continuerà a essere vicino al 'Comitato civico di rispetto e tutela del territorio' e nei prossimi giorni proporrà ai sindaci e alle popolazioni interessate di sostenere la Campagna nazionale denominata 'Sbloccaitalia game over'
(by Nicola)
6- debbano prevalere gli interessi delle popolazioni locali o quelli di privati investitori.
L'OML continuerà a essere vicino al 'Comitato civico di rispetto e tutela del territorio' e nei prossimi giorni proporrà ai sindaci e alle popolazioni interessate di sostenere la Campagna nazionale denominata 'Sbloccaitalia game over'
(by Nicola)
Il linguaggio giuridico
«Il linguaggio giuridico oscuro è
una forma sottile di esercizio del potere» Gianrico
Carofiglio
L'ex magistrato e scrittore sostiene che quello del Diritto è un lessico «sacerdotale, oscuro» per tre motivi:
1- pigrizia del gergo, «perché se non si parla in un certo modo non si viene riconosciuto come parte della corporazione»;
2- narcisismo, «perché scegliendo parole che gli altri non capiscono si
lancia un messaggio chiaro: io sono meglio di voi»;
3- esercizio del potere, «il linguaggio giuridico è fatto per escludere gli
esterni agli addetti ai lavori».
Come andrebbero redatti gli atti? Le frasi non
dovrebbero avere più di 25 parole; astenersi dall'uso di parole non necessarie, avverbi, pseudo tecnicismi; preferire la forma verbale attiva a
quella passiva. (by Nicola)
Paolo Borrometi e la sua battaglia contro la mafia invisibile
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/10/26/paolo-borrometi-presenta-un-morto-ogni-tanto-vivere-sotto-scorta-un-inferno-ma-ho-preservato-la-mia-liberta-di-pensiero/4721164/
Cafiero De Raho: «Non deve essere più consentito che
Messina Denaro continui a essere latitante, l’Italia ha le forze di polizia migliori del mondo per portare a
termine questa missione»
(by Nicola)
sabato 27 ottobre 2018
venerdì 26 ottobre 2018
“Dallo scenario di vulnerabilità sociale ad una nuova economia locale”
Oggetto: Comunicazione e Invito alla Tavola Rotonda 29 ottobre 2018 dal tema “Dallo scenario di vulnerabilità sociale ad una nuova economia locale”
PRESSO SALA DELLA COSTITUZIONE (c/o PROVINCIA DI CAMPOBASSO – via Milano) ore 9,30.
Si intende tenere un tavolo di riflessione circa la attivazione di percorsi di Inclusione ed Auto-imprenditoria nel Territorio Molisano per i cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale giunti alla conclusione del procedimento giuridico, sia esso di esito negativo che positivo. Operare pertanto una riflessione su azioni sperimentate e possibile sviluppo.
L’invito al Tavolo partecipato è finalizzato a delineare procedure per l’attuazione regolare e non più temporanea delle azioni suddette, a favore di una nuova economia possibile volta alla rivitalizzazione dei piccoli comuni e tutela del territorio e del paesaggio culturale.
Ci sentiamo sollecitati a tale azione vista l’attuazione del decreto-legge 4 ottobre 2018 n.113 che lascia intravedere a breve termine criticità e vulnerabilità sociali amplificate, rimettendo in strada soggetti con diniego di protezione che di fatto tornerebbero ad essere “clandestini”.
Considerando il numero di beneficiari totali ad oggi ospiti sul Territorio Molisano, ci troveremmo di fronte a circa 2.700 beneficiari di accoglienza, fra CAS e SPRAR equivalenti a circa 5 piccoli borghi molisani.
Tale risultato è deludente e negativo, a fronte di tutte le risorse già investite ed altre già destinate al programma per il sistema accoglienza a favore dei richiedenti asilo e dintorni. Ovvero si vanificherebbe tutto il lavoro svolto, oltre le risorse economiche investite.
Riunirsi intorno ad un tavolo fra attori ed Enti coinvolti nel sistema, permette di operare una riflessione ed
un confronto con testimonianze dirette al fine di analizzare e condividere possibili proposte verso la definizione di uno scenario diverso e inclusivo per la nostra Regione.
A seguito di singole sperimentazioni a riscontro di reale fattibilità, riferite all’inclusione socio-lavorativa nelle comunità molisane, i soggetti scriventi intendono incontrare Enti e referenti di ambito al fine delineare, nella massima regolarità, la definizione di percorsi di medio termine verso la costituzione di:
piccole imprese sociali in ambito agricolo, di piccola edilizia ed artigianato artistico, di assistenza ad anziani. Tali sperimentazioni vedono come protagonisti gruppi di beneficiari dell’accoglienza che già hanno avviato il procedimento di richiesta di protezione internazionale quali ospiti di CAS e SPRAR nella provincia di Campobasso ed Isernia.
Certi di avervi al tavolo.
I soggetti proponenti:
APS LIBERI DI ESSERE INTRACULTURE con Officina Creattiva
IL GECO COOPERATIVA SOCIALE
FONDAZIONE ANCHISE ONLUS
(by Nicola)
giovedì 25 ottobre 2018
La convenzione di Faro introduce il concetto di eredità-patrimonio culturale
Testo rivoluzionario finalizzato a:
- riconoscere che il diritto al patrimonio culturale è inerente al diritto a partecipare alla vita culturale, così come definito nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo;
- riconoscere una
responsabilità individuale e collettiva nei confronti del patrimonio
culturale;
- sottolineare che la conservazione del patrimonio
culturale, e il suo uso sostenibile, hanno come obiettivo lo sviluppo
umano e la qualità della vita;
ecc..
https://ecomuseipiemonte.files.wordpress.com/2014/06/convenzione-di-faro.pdf
(by Nicola)
Il Coordinatore nazionale del Mov. LRZ per l'Economia Circolare riceverà il Premio Internazionale di Ecologia 'Verde Ambiente'
Sabato 4 novembre, presso la sala consiliare di Sorrento (NA), nell'ambito del Premio Internazionale di Ecologia 'Verde Ambiente', il Coordinatore Nazionale del "Movimento Legge Rifiuti Zero per l'Economia Circolare" - del quale l'OML é cofondatore - sarà premiato dal Presidente Nazionale Antimafia Cafiero De Raho.
All'evento parteciperanno:
- ANTONINO DE MATTEO (procuratore
antimafia),
- RICCARDO IACONA (conduttore di Presa Diretta),
- MIMMO LUCANO
(sindaco di Riace sotto accusa di "complice integrazione").
A Massimo Piras gli auguri del Coordinamento LRZ Molise e dell'Osservatorio Molisano sulla Legalità per questo riconoscimento meritatissimo.
(by Nicola)
martedì 23 ottobre 2018
Diritto alla salute: screening gratuito prevenzione ictus al Cardarelli
L'esame comprende il
controllo del lume carotideo e dell'aorta.
Lo screening, gratuito, é riservato a tutti i
cittadini che abbiano più di 60 anni.
Info: 0865/915233 dalle 15:00 alle ore 19:00.
(by Nicola)
Comitato sannita "Acqua Bene Comune"
Mercoledì 24 ottobre, alle ore 19:45, presso la sede legale, Convento Cappuccini a Benevento, sala San Francesco, si tiene la riunione di Comitato per fare il punto della situazione, organizzare i gruppi di lavoro in vista della raccolta firme, presentare l'assemblea pubblica di venerdì 26 ottobre, e coordinare le prossime assemblee.
Si richiede la massima partecipazione proprio perchè si entra nelle fasi operative, e delicate, dell'obiettivo referendario.
Per
l'assemblea del 26 ottobre, organizzata grazie alla disponibilità
dell'Associazione IoxBenevento, Comitato Rione Libertà, Comitato Santa
Clenetina, Comitato Contrade Madonna della Salute e Montecalvo,
alleghiamo la locandina
+ evento facebook. Vi chiediamo di
poter diffondere, partecipare e far partecipare: https://www.facebook.com/events/181849836028346/
Comitato sannita "Acqua Bene Comune"
(by Nicola)
La priorità del neo presidente dell'UNCC
Ridurre i costi del contributo unificato al fine di rendere civili i costi di accesso alla giustizia e evitare una svolta classista della stessa.
lunedì 22 ottobre 2018
sabato 20 ottobre 2018
Osservatorio sull’informazione giudiziaria
Da tempo gli avvocati
penalisti sono consapevoli della presenza sulla scena della politica
giudiziaria, ma anche della quotidiana attività professionale, di un
altro “soggetto”, ulteriore rispetto a quelli tradizionali contemplati
dal codice: l'informazione giudiziaria.
L'Unione delle Camere Penali è nel tempo
intervenuta con propri documenti o comunicati sulle modalità di
presentazione da parte della stampa sia dei temi della politica
giudiziaria sia di singole vicende giudiziarie, segnalando e denunciando
i pericoli per i diritti del cittadino rappresentati - anche
all’interno delle dinamiche processuali - dalle modalità fortemente
suggestive con cui, a volte, l'informazione interviene su temi legati
alla giustizia. Pubblicare una notizia in un certo momento, assicurare
uno spazio di interventi ad un soggetto del panorama giudiziario invece
che ad un altro contribuisce a formare e indirizzare l’opinione
pubblica. Se in certa misura questo fenomeno è connaturato
all’informazione e, per quanto qui interessa all’informazione
giudiziaria, ci si allontana dalla fisiologia ogni volta che questa è
espressione della impropria e fin troppo frequente alleanza tra
informazione e magistratura.
Da qui l’esigenza di andare oltre la
critica e la denuncia di singoli episodi e l’istituzione
dell’Osservatorio sull’informazione giudiziaria, per una analisi
organica del fenomeno c.d. del circo mediatico, locuzione introdotta da
un avvocato francese, Daniel Soulez La Riviere, autore del libro Il
circolo mediatico-giudiziario, per definire gli aberranti meccanismi
innescati dalla contiguità tra magistratura e informazione.
Compito che si è prefisso questo
Osservatorio alla sua nascita è stato quello di studiare e denunciare i
meccanismi e le distorsioni del fenomeno ma anche apprezzarne gli
aspetti positivi, senza alcuna esitazione. Auspichiamo, infatti, che la
libertà di stampa rispetti i diritti della persona, la presunzione di
non colpevolezza, il diritto di difesa e quello ad un giusto processo
Tutti i componenti dell’osservatorio
sono stati impegnati in un’attività di “monitoraggio” dell’informazione
giudiziaria in Italia, effettuato tramite un lavoro di “schedatura” sui
principali mezzi di stampa – sia nazionali che locali – finalizzato ad
analizzarne “le linee di tendenza” culturali, il cui esito è stato
esaminato statisticamente con il prezioso contributo del Prof.
Sapignoli, dell’Università di Bologna, che ha elaborato i dati raccolti.
I risultati del monitoraggio svolto, e
le conseguenti analisi hanno portato alla pubblicazione del primo Libro
bianco sull’informazione giudiziaria in Italia, presentato a Roma il 21
novembre 2016. La conclusione che si è tratta dalla rilevazione dei dati
ha confermato l’impressione che molti hanno: in materia di informazione
giudiziaria vi sono numerosi problemi relativamente all’esercizio di
facoltà critiche da parte dei media nei confronti della fonte
(principale) delle loro informazioni: acquiescenza pregiudiziale alle
tesi dell’accusa, inadeguato distacco dal “potere” giudiziario, a volte
ideologicamente – quanto acriticamente – considerato un “contropotere”
del male assoluto, “la politica”. E già questa concezione dei “poteri”
dello Stato la dice lunga su molte delle distorsioni in materia di
informazione giudiziaria.
Con la pubblicazione del Libro bianco si
è convinti di aver messo a disposizione della comunità e dei
protagonisti diretti – avvocati, magistrati e giornalisti - uno studio
interessante che si confida possa costituire una base di confronto per
giungere ad una informazione giudiziaria che tenga conto, accanto al
diritto e dovere di cronaca, del diritto di presunzione di innocenza e
del compiuto e sostanziale rispetto delle garanzie dei cittadini, per
giungere ad una corretta e completa informazione giudiziaria. Il lavoro
dell’Osservatorio continua in questa direzione, certamente suscettibile
di nuovi e futuri approfondimenti.
TRAILERS GIUDIZIARI
https://www.youtube.com/watch?v=sR98hnjgbpU&feature=youtu.be
Fonte: UCPI
(by Nicola)
venerdì 19 ottobre 2018
La legalità è da sempre strumento del potere e mai di giustizia
Gli argomenti sviscerati dallo storico e filosofo Michel Foucault rendono il testo di assoluto rilievo per tutte le società occidentali.
Parte prima Supplizio
- I. Il corpo del condannato
- II. Lo splendore dei supplizi
- I. La punizione generalizzata
- II. La dolcezza delle pene
- I. I corpi docili
- L'arte delle ripartizioni
- Il controllo dell'attività
- L'organizzazione delle genesi
- La composizione delle forze
- II. I mezzi del buon addestramento
- La sorveglianza gerarchica
- La sanzione normalizzatrice
- L'esame
- III. Il panoptismo
- I. Istituzioni complete e austere
- II. Illegalismi e delinquenza
- III. Il carcerario
Giornata dello sportello di prima consulenza
L'OML plaude all'iniziativa dell'avvocatura scaligera che sabato 20 ottobre, dalle 10:00 alle 17:00 darà vita alla “Giornata dello sportello di prima consulenza.”
I legali presteranno consulenza orientativa generale e di indirizzo su: adempimenti, tempi e costi per l’instaurazione del contenzioso. Inoltre indicheranno la possibilità di adire a strumenti
alternativi e come accedere al patrocinio a spese dello Stato. Il tutto finalizzato a ricreare 'comunità!'
Perchè non farlo anche in Molise?
(by Nicola)
Ci auguriamo siano in 'Buonafede'
Saranno assunti magistrati, agenti di custodia e personale amministrativo con i circa 500 milioni di euro previsti nella legge di bilancio.
Basteranno e soprattutto sortiranno l'effetto sperato?
(by Nicola)
Campagna europea contro l'incenerimento. Il Movimento Legge Rifiuti Zero per l'Economia Circolare protagonista
#SbloccaItaliagameover
sbarca in Spagna al Forum 'Residu Zero' di BARCELLONA - sabato 9 e
domenica 10 novembre, puntando ad avviare una Campagna europea contro l'incenerimento e per una vera economia circolare.
Relatore per l'Italia il coordinatore nazionale Massimo Piras che porterà i contenuti della battaglia comune alla Corte di giustizia europea per l'azzeramento dell'art. 35 dello Sblocca Italia e la sua estensione in Europa e i saluti di tutte le organizzazioni italiane aderenti alla Campagna nazionale.
Relatore per l'Italia il coordinatore nazionale Massimo Piras che porterà i contenuti della battaglia comune alla Corte di giustizia europea per l'azzeramento dell'art. 35 dello Sblocca Italia e la sua estensione in Europa e i saluti di tutte le organizzazioni italiane aderenti alla Campagna nazionale.
Il Coordinamento LRZ Molise formula i migliori auguri al Coordinatore Piras e augura buon lavoro a tutti i partecipanti.
Un'altra buona ragione per sostenere concretamente la campagna
(by Nicola)
Controllo della qualità dell'aria in Molise
CAMBIANO I MUSICANTI MA LA MUSICA E' SEMPRE LA STESSA
Le Procure organizzano incontri, dispongono "nuove e più approfondite analisi ambientali", e la notizia viene divulgata da un consigliere regionale, il quale a sua volta ha incontrato il nuovo Procuratore Capo al Tribunale di Isernia e reso noto che per la Procura le questioni ambientali sono una priorità per cui sarà invitato in III Commissione "a relazionare, ove possibile, sull'esito degli accertamenti svolti in modo da programmare i futuri interventi della Regione in Materia", ecc..
Per cui ripropongo una breve sintesi del triste rosario sulla questione
ambiente nel Molise nella provincia di Isernia, ma è ,o stesso per
quella di Campobasso:
1) la tutela ambiente non è una priorità delle Procure bensì un preciso dovere di inquisire, ad es., chi rilascia autorizzazioni alla termocombustione di rifiuti nonostante una palese violazione del D.L. 155/2010, in particolare dell'art. 5. Ricordiamo che Venafro, e tutto il territorio limitrofo, non si sa "quanto" di esso, è esposto alle emissioni di due inceneritori in territorio molisano e uno in territorio laziale;
2) la Regione è inadempiente in materia di tutela della salute pubblica e del controllo dello stato di qualità dell'aria ambiente, e per questo è ancora sotto diffida del Ministro dell'Ambiente, risalente al 20102. Ma nulla si muove;
3) sinceramente mi meraviglia che in quell'area si tolleri, ormai da anni, di essere esposti ad un rischio certo, non valutato negli effetti che, peraltro, colpiscono specialmente bambini e soggetti anziani;
4) parimenti mi sembra incredibile che questo stato di cose si affronti in maniera così disimpegnata. Se il nuovo Procuratore vuole vederci chiaro gli basta andare sul sito di Arpa Molise e verificare se sono ottemperati gli obblighi di legge in tema di informazione obbligatoria al pubblico sui livelli degli inquinanti indicati nel predetto Decreto Legge, e poi regolarsi se chiedere o meno al Giudice misure cautelari idonee a proteggere i cittadini. Anche perché mi pare di ricordare che bruciare rifiuti senza controllare le micropolveri sia un'attività non proprio salubre.
Alfonso Mainelli
Il Coordinamento LRZ Molise invita tutti i molisani a firmare la petizione di REVOCA DEL DECRETO ATTUATIVO SBLOCCA ITALIA:
https://www.change.org/p/sergio-costa-revocate-il-decreto-attuativo-dello-sblocca-italia-per-vecchi-e-nuovi-inceneritori
(by Nicola)
1) la tutela ambiente non è una priorità delle Procure bensì un preciso dovere di inquisire, ad es., chi rilascia autorizzazioni alla termocombustione di rifiuti nonostante una palese violazione del D.L. 155/2010, in particolare dell'art. 5. Ricordiamo che Venafro, e tutto il territorio limitrofo, non si sa "quanto" di esso, è esposto alle emissioni di due inceneritori in territorio molisano e uno in territorio laziale;
2) la Regione è inadempiente in materia di tutela della salute pubblica e del controllo dello stato di qualità dell'aria ambiente, e per questo è ancora sotto diffida del Ministro dell'Ambiente, risalente al 20102. Ma nulla si muove;
3) sinceramente mi meraviglia che in quell'area si tolleri, ormai da anni, di essere esposti ad un rischio certo, non valutato negli effetti che, peraltro, colpiscono specialmente bambini e soggetti anziani;
4) parimenti mi sembra incredibile che questo stato di cose si affronti in maniera così disimpegnata. Se il nuovo Procuratore vuole vederci chiaro gli basta andare sul sito di Arpa Molise e verificare se sono ottemperati gli obblighi di legge in tema di informazione obbligatoria al pubblico sui livelli degli inquinanti indicati nel predetto Decreto Legge, e poi regolarsi se chiedere o meno al Giudice misure cautelari idonee a proteggere i cittadini. Anche perché mi pare di ricordare che bruciare rifiuti senza controllare le micropolveri sia un'attività non proprio salubre.
Alfonso Mainelli
Il Coordinamento LRZ Molise invita tutti i molisani a firmare la petizione di REVOCA DEL DECRETO ATTUATIVO SBLOCCA ITALIA:
https://www.change.org/p/sergio-costa-revocate-il-decreto-attuativo-dello-sblocca-italia-per-vecchi-e-nuovi-inceneritori
Dai dati del monitoraggio sono divenuti ultimamente conclamati i danni che l’inceneritore di Pozzilli produce:
con le attuali 93.000 T/a di rifiuti l’impianto ha emesso in un anno: Kg 1 di mercurio, Kg 2 di cadmio+tallio; Kg 15 di diossina+furani;
Tonnellate 122,53 di NO2 (diossido di azoto), T. 2,52 di NH3
(ammoniaca), T. 2,64 di CO (monossido di carbonio), T. 2,25 di HCl
(acido cloridrcio).
Nel biomonitoraggio eseguito in un’area di 5 Km intorno all’impianto è stato constatato l’accumulo in crescita di cadmio, piombo e mercurio sì da far concludere, dalla stessa società, per la criticità dell’area.
La società Hera Ambiente Spa (ex Energonut) ha dovuto dichiaralo
nell’ambito della procedura di A.I.A. (autorizzazione ambientale
integrata) che ha avviato per l’impianto di incenerimento rifiuti di
Pozzilli, essendovi obbligata dalla nuova normativa nazionale.
LA DITTA HA CHIESTO ANCHE DI RADDOPPIARE LE QUANTITA’ DI RIFIUTI DA BRUCIARE
In tale procedura la società ha chiesto sfruttare la massima potenza
dell’impianto (da 47 MW a 49,9 MW) e di raddoppiare le quantità da
bruciare anche mediante l’utilizzo di una tipologia di rifiuti
individuata col codice CER 19.12.12, avente minor potere calorifico,
sostanzialmente il residuo non riciclabile della raccolta differenziata
Se venisse autorizzato quanto richiesto dalla ditta, l’impatto sull’ambiente e sulla salute si aggraverà enormemente.
Il WWF Molise, come anche l’associazione Mamme per la Salute, ha
presentato osservazioni nell’ambito della procedura di AIA e ha chiesto
espressamente che per le nuove quantità e nuovo tipo di rifiuto Hera
Ambiente debba espletare la procedura di V.I.A. (valutazione di impatto
ambientale).
Nella Conferenza di Servizi, a cui abbiamo partecipato, l’Arpa Molise
ha espresso la stessa convinzione, mantenendola con fermezza nonostante
le intimidazioni e le minacce di ritorsioni economiche più volte
avanzate dai rappresentanti della società.
Se questa posizione sarà confermata anche dalla Regione, potremo dire
di aver raggiunto un bel risultato e potremo confidare in una
valutazione obiettiva e in una maggiore attenzione e sensibilità verso
le esigenze di tutela della qualità dell’aria e dell’ambiente e della
salute della popolazione, e soprattutto nel rispetto della legge.
Un impianto di questo tipo non può essere considerato un impianto per
la produzione di energia pulita. Con le immissioni in atmosfera di
metalli pesanti e particolarmente dannosi alla salute umana come il
mercurio e il cadmio, nell’energia prodotta non c’è niente di pulito, ma
solo i grandi interessi economici della società e la vocazione e la
funzione principale dell’impianto che è lo smaltimento dei rifiuti. La
ditta si arricchisce: facendo pagare i rifiuti in ingresso e poi
vendendo l’energia a prezzi maggiorati per via degli incentivi
accordati.
Chiediamo ai Comuni della vallata di opporsi alle richieste della
ditta e chiediamo alla Regione di esigere la V.I.A., così come indicato
dall’Arpa, avendo la responsabilità verso i cittadini e la loro salute.
Le osservazioni e le richieste del WWF, con i dati riassuntivi delle
emissioni sono disponibili sul sito del WWF Molise e sulla nostra pagina
Facebook wwfmolise.
WWF ITALIA
Delegazione regionale Molise
avv. Giuseppina Negro
(by Nicola)
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