𝗜 𝗗𝗘𝗕𝗜𝗧𝗜 𝗗𝗘𝗜 𝗠𝗢𝗟𝗜𝗦𝗔𝗡𝗜? 𝗙𝗨𝗢𝗥𝗜 𝗕𝗜𝗟𝗔𝗡𝗖𝗜𝗢!

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Nei procedimenti giudiziari degli ultimi vent’anni contro i “colletti bianchi”, tutti conclusi con un nulla di fatto, nel mio libro sulla giustizia molisana documento spese triple milionarie a carico della collettività.   Parlo di tre voci ben distinte: (𝟭) le spese, ingentissime, sostenute dallo Stato; (𝟮) quelle dei singoli indagati/imputati, spesso costretti a difendersi per anni; (𝟯) quelle rimborsate agli amministratori, politici e dirigenti, che si fanno coprire le spese legali dall’ente pubblico in cui sono stati eletti o nominati, purché non vi sia conflitto d’interessi, l’avvocato sia gradito e l’esito non sia una condanna per dolo o colpa grave.    Un bel privilegio! E non finisce qui: la spesa cresce ancora quando la Regione si costituisce parte civile e nomina un proprio legale che, se non liquidato dal giudice penale, viene comunque pagato dalla Regione. Il salasso continua.   L’ultima “stangata” è nella 𝗱𝗲𝗹𝗶𝗯𝗲𝗿𝗮 𝗱𝗶 𝗚𝗶𝘂𝗻𝘁𝗮 𝗻. 𝟯𝟳𝟴 ?...

Calamandrei in Comune

Presentazione del libro “L’avvenire dei diritti di libertà” di Piero Calamandrei.
Introduzione del Professor Enzo Di Salvatore (costituzionalista dell’Università di Teramo) che sarà presente all’evento. 
Seguirà dibattito con il pubblico.

È il 1945 quando Piero Calamandrei decide di interrogarsi sul significato delle libertà. E lo fa con uno scritto destinato a introdurre la ripubblicazione di un libro dello storico ed ecclesiasticista Francesco Ruffini, dato alle stampe e circolato clandestinamente vent’anni prima. In quelle pagine, riproposte nel testo presentato nell’incontro, il giurista toscano afferma che il liberalismo economico del XIX secolo fu uno strumento di cui la borghesia si servì per escludere tutti gli altri dal godimento delle libertà politiche. Non fu, dunque, garanzia di progresso sociale, ma privilegio, sfruttamento dei più poveri da parte dei più ricchi, in quanto era l’appartenenza a una determinata classe sociale ad assicurare la partecipazione attiva alla vita dello Stato. Poi sopraggiunse il fascismo e i diritti vissero il loro momento più buio. Solo quando nuove forze sociali riuscirono a emergere, si riconquistò anche la libertà perduta. Ma ci si convinse presto che la proclamazione delle libertà implicasse un’azione dello Stato volta a rimuovere gli «ostacoli di ordine economico e sociale» che si frapponevano di fatto al godimento dei diritti: perché la libertà fosse, appunto, di tutti e perché la democrazia e la giustizia sociale potessero infine trionfare sul privilegio, sui soprusi e sull’egoismo. Denso e a tratti lirico, il saggio colpisce per la sua straordinaria attualità e sa parlare al lettore con chiarezza esemplare.

(by Nicola)

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