La
presenza delle mafie in Molise è un fenomeno che presenta
particolarità uniche nel panorama nazionale. La sua “anonimità”
fa sì che il nostro territorio sia scelto come luogo d’incontro
d’interessi economici, politici e amministrativi di specifica
rilevanza tanto per le organizzazioni
mafiose “tradizionali” (cosa nostra, camorra e ndrangheta) quanto
per i gruppi criminali pugliesi. La presenza delle mafie ha assunto
in questa regione caratteristiche peculiari dal punto di vista
storico, sociale ed economico, difficilmente riscontrabili nelle
regioni a tradizionale presenza mafiosa o in altri territori,
italiani e non, in cui le diverse forme crimine organizzato si sono
insediate. I diversi gruppi s’infiltrano sul nostro territorio
senza radicarsi ma convivendo in una sorta di equilibrio in cui
nessuno prevale e tutti raccolgono le opportunità offerte dalla
tranquillità del territorio, dall’economia e dalla società civile
molisana da sempre poco avvezza alle grandi reazioni sociali. Qui,
alcuni gruppi criminali pugliesi hanno raggiunto un notevole livello
d’infiltrazione interna e riescono a interloquire alla pari con le
consorterie mafiose tradizionali. Non solo. In Molise le mafie
presenti non utilizzano la “tradizionale” azione violenta e
intimidatoria ma il modus operandi della criminalità dei colletti
bianchi (corruzione, tangenti, concussione). Queste caratteristiche
rendono il contesto molisano differente sia dalle altre regioni
meridionali di origine delle mafie tradizionali sia dal resto
dell’Italia centro-settentrionale, in cui le mafie meridionali si
sono insediate in maniera anche strutturata e radicata ma seguendo
processi di “colonizzazione” diversi da quanto accade in Molise.
L’infiltrazione delle mafie tradizionali nell’economia molisana
tramite il reinvestimento dei proventi illeciti rappresenta solamente
uno degli aspetti della presenza del crimine organizzato in Molise.
L’altro è la mimetizzazione nel territorio di gruppi legati alle
stesse mafie meridionali, ma anche di soggetti che da queste si sono
nel tempo resi “autonomi”. Non mancano organizzazioni prettamente
estere come ad esempio la mafia albanese. Ed è proprio quest’aspetto
camaleontico che riscontra maggiori difficoltà a essere
riconosciuto, anche a causa di una vera e propria ritrosia culturale
nonché di una tendenza al negazionismo (Molise isola felice) nel
costatare la presenza di organizzazioni criminali, anche di tipo
mafioso, in quella che è la regione meno conosciuta d’Italia. Si
possono quindi riassumere i tratti distintivi che caratterizzano la
presenza delle mafie in Molise seguendo due fondamentali direttrici:
1) Una presenza molteplice, uno scenario frastagliato in cui numerose
organizzazioni convivono, si sovrappongono e collaborano senza che
nessuna assuma una posizione di preminenza sulle altre (cfr. DIA –
Centro Operativo di Roma, 2017).
2)
Un modus operandi articolato, che include sia il controllo di
attività criminali “tipiche” quali il traffico di stupefacenti,
di armi, l’usura, le estorsioni e il recupero crediti, sia il
reinvestimento di capitali illeciti nell’economia legale al fine di
riciclarli, sia una vocazione “imprenditoriale” più evoluta,
finalizzata a sfruttare il meno possibile il potenziale intimidatorio
favorendo quello corruttivo per affermarsi in settori economici
fortemente dipendenti dalla res publica come ad esempio gli appalti
per la gestione di servizi (cfr. DIA –
Centro Operativo di Roma, 2017). Il
primo aspetto rappresenta una delle specificità più peculiari
dell’ambiente molisano. Dal punto di vista geografico e di
“anonimità” territoriale il Molise ha rappresentato dagli anni
ottanta sia una delle ”destinazioni” preferite dei boss delle
mafie tradizionali, in particolare di Cosa Nostra (cfr. soggiorno
obbligato di Vito Ciancimino a Rotello), sia una sede di latitanza
quanto a seguito di faide interne alle organizzazioni stesse
(Francesco Schiavone detto Sandokan si è nascosto in Molise per un
periodo di tempo). La presenza di personaggi come Pippo Calò, il
“cassiere di Cosa Nostra”, ma anche di Raffaele Cutolo, capo
della Nuova Camorra Organizzata (detenuto a Campobasso e con legami
di contiguità a personaggi poi divenuti politici affermati in
Molise) dimostra come l’espansione delle mafie da noi fosse in atto
già tra la metà degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta.
Nella Relazione Antimafia presieduta da Gerardo Chiaromonte
(Relazione anno 1987) si scrive di un’infiltrazione della ditta
Costanzo di Palermo nella costruzione dei piloni della diga del
Liscione. Un’espansione dettata soprattutto dall’opportunità di
riciclare i proventi realizzati illecitamente nelle regioni di
provenienza, di estendere il controllo sul mercato della droga
(soprattutto eroina) sull’importante tratta adriatica e di
sviluppare legami con gli ambienti finanziari e
politico-amministrativi presenti in Molise. Esigenze che portano le
vicende delle mafie meridionali a intrecciarsi con quelle dei gruppi
criminali pugliesi emergenti che nello stesso periodo stavano
affermando il loro potere nella Capitanata soprattutto grazie ad un
controllo capillare del mercato degli stupefacenti. Un tema, questo
dell’intreccio dei percorsi dei diversi gruppi criminali, che
rimane attuale fino ai nostri giorni.
Per
districare questa complessità è quindi innanzitutto necessario uno
sforzo di classificazione delle organizzazioni criminali presenti in
Molise. Si tratta, riprendendo la descrizione prima delineata di
sodalizi che, vantano una derivazione mafiosa e non hanno mai reciso
il legame con l’organizzazione di riferimento e non hanno
un’autonomia operativa non essendosi ancora stabilmente radicati
nel territorio molisano (Relazione annuale DNA, 2017, pag. 90). Il
territorio molisano si caratterizza per la presenza simultanea di
diverse strategie d’azione dei vari gruppi. Come detto, accanto
alle storiche finalità di riciclaggio e reinvestimento le
organizzazioni mafiose meridionali hanno nel tempo sviluppato
attività illecite in loco, dal traffico di droga, sviluppando anche
partnership strategiche con i gruppi criminali albanesi. Nel corso
dei decenni queste “vocazioni” delle mafie si sono mantenute e
rafforzate a vicenda e lo dimostrano gli ingenti sequestri di droga
provenienti dall’Albania (Conferenza Stampa Carabinieri Regione
Molise - Raggruppamento Operativo Speciale, 2018). L’infiltrazione
sul territorio è stata possibile con modalità diverse da quelle
tipiche delle regioni d’origine, innanzitutto a causa della
compresenza di una folta comunità albanese nei paesi della costa
molisana. Così, la presenza di strutture criminali albanesi sul
territorio molisano emerge in epoca relativamente recente (i primi
sequestri risalgono agli inizi del 2000) e riguarda soprattutto aree
costiere (dove sono radicati soprattutto gruppi locali albanesi,
Portocannone, Ururi, San Martino in Pensilis, Campomarino). Il
controllo criminale del territorio tradizionalmente inteso, esclusivo
e monopolizzante, in Molise non esiste e lascia invece spazio a una
sorta d’infiltrazione di più gruppi criminali, finalizzata a non
sollevare tensioni e attenzioni investigative e a beneficiare in
maniera più o meno condivisa delle “particolari” opportunità
mimetiche offerte dal contesto territoriale. Opportunità che
consistono sia nel realizzare proventi illeciti, tramite le tipiche
attività criminali, sia nella possibilità di riciclare tali
proventi, grazie alla presenza in Molise di un discreto mercato
immobiliare, di una piazza commerciale poco illuminata e di una
vocazione turistica che garantisce flussi economici
in
ambiti specifici quali l’alloggio e la ristorazione. Nella
direzione della mimetizzazione delle organizzazioni criminali il
Molise è perfetto e si confà alla strategia di azione meno
appariscente, improntata più sull’infiltrazione e l’inquinamento
del tessuto economico e amministrativo che non sul controllo
territoriale e sul ricorso alla violenza.
Non
possiamo escludere l’infiltrazione anche nell’amministrazione
locale per ottenere così vantaggi nell’assegnazione di contributi,
sovvenzioni e appalti pubblici. Il terremoto di San Giuliano di
Puglia con altissima probabilità potrebbe essere stato ed essere
ancora terreno fertile per le infiltrazioni della criminalità
organizzata. Una criminalità “di relazione”, che non usa più
l’intimidazione, ma ricorre alla corruzione, alle tangenti allo
scopo di sconfinare nell’economia legale e realizzare impunemente i
propri obiettivi nella più totale mimetizzazione. Quest’aspetto fa
del Molise un territorio in cui la presenza delle mafie assume una
dimensione particolare e delle modalità del tutto peculiari. In
questo nostro lavoro il focus analitico è incentrato sulla
dimensione economico-imprenditoriale della presenza della criminalità
organizzata, mirando a misurare e a comprendere le dinamiche
dell’infiltrazione nell’economia legale. Ma la presenza della
criminalità organizzata riguarda ovviamente innanzitutto lo
svolgimento di attività illecite tipiche di questo tipo di soggetti.
A questo proposito sarebbe molto utile poter misurare l’entità
delle mafie in tutti i 136 Comuni della regione. L’Indice di
Presenza Mafiosa (IPM) si costruisce da un punto di vista
scientifico, a livello comunale, analizzando i dati del Sistema
d’Indagine (SDI) del Ministero dell’Interno, dell’Agenzia del
Demanio, della DIA e della DNA relativi a:
1)
persone denunciate per art. 416 e 416 bis c.p.;
2)
delitti cd. spia sintomatici di una presenza mafiosa;
3)
scioglimenti di consigli comunali per infiltrazioni mafiose (D.Lgs.
n. 267/2000);
4)
beni sequestrati e/o confiscati alle organizzazioni criminali;
5)
riferimenti alla presenza di gruppi criminali nelle relazioni DIA e
DNA.
Come
emerge, ictu oculi, la presenza mafiosa si concentra nei comuni più
popolosi della regione e nelle due province. Questa misura di
presenza mafiosa rappresenta tuttavia solamente un punto di partenza
per l’analisi condotta. L’obiettivo di questo lavoro resta quello
di concentrare l’analisi più specificamente sul fenomeno
dell’infiltrazione della criminalità organizzata nell’economia
legale, un fenomeno che è sicuramente collegato in maniera molto
stretta alla presenza delle mafie ma che presenta anche delle
dinamiche proprie, legate innanzitutto alle opportunità offerte
dall’economia del territorio considerato e alle strategie
perseguite dai diversi gruppi di criminali (non soltanto mafiosi).
Allo scopo di approfondire il fenomeno dell’infiltrazione
nell’economia legale saranno utilizzati approcci, fonti e metodi
differenti, aventi a oggetto la dimensione aziendale, l’analisi dei
territori e dei settori di attività economica, l’individuazione di
tendenze e di modelli generalizzabili d’infiltrazione nell’economia
legale.
Fonte: Osservatorio Antimafia del Molise
(by Nicola)
Fonte: Osservatorio Antimafia del Molise
(by Nicola)
Nessun commento:
Posta un commento