venerdì 22 marzo 2019

LE INFILTRAZIONI MAFIOSE IN MOLISE - Introduzione


La presenza delle mafie in Molise è un fenomeno che presenta particolarità uniche nel panorama nazionale. La sua “anonimità” fa sì che il nostro territorio sia scelto come luogo d’incontro d’interessi economici, politici e amministrativi di specifica rilevanza tanto per le organizzazioni mafiose “tradizionali” (cosa nostra, camorra e ndrangheta) quanto per i gruppi criminali pugliesi. La presenza delle mafie ha assunto in questa regione caratteristiche peculiari dal punto di vista storico, sociale ed economico, difficilmente riscontrabili nelle regioni a tradizionale presenza mafiosa o in altri territori, italiani e non, in cui le diverse forme crimine organizzato si sono insediate. I diversi gruppi s’infiltrano sul nostro territorio senza radicarsi ma convivendo in una sorta di equilibrio in cui nessuno prevale e tutti raccolgono le opportunità offerte dalla tranquillità del territorio, dall’economia e dalla società civile molisana da sempre poco avvezza alle grandi reazioni sociali. Qui, alcuni gruppi criminali pugliesi hanno raggiunto un notevole livello d’infiltrazione interna e riescono a interloquire alla pari con le consorterie mafiose tradizionali. Non solo. In Molise le mafie presenti non utilizzano la “tradizionale” azione violenta e intimidatoria ma il modus operandi della criminalità dei colletti bianchi (corruzione, tangenti, concussione). Queste caratteristiche rendono il contesto molisano differente sia dalle altre regioni meridionali di origine delle mafie tradizionali sia dal resto dell’Italia centro-settentrionale, in cui le mafie meridionali si sono insediate in maniera anche strutturata e radicata ma seguendo processi di “colonizzazione” diversi da quanto accade in Molise. L’infiltrazione delle mafie tradizionali nell’economia molisana tramite il reinvestimento dei proventi illeciti rappresenta solamente uno degli aspetti della presenza del crimine organizzato in Molise. L’altro è la mimetizzazione nel territorio di gruppi legati alle stesse mafie meridionali, ma anche di soggetti che da queste si sono nel tempo resi “autonomi”. Non mancano organizzazioni prettamente estere come ad esempio la mafia albanese. Ed è proprio quest’aspetto camaleontico che riscontra maggiori difficoltà a essere riconosciuto, anche a causa di una vera e propria ritrosia culturale nonché di una tendenza al negazionismo (Molise isola felice) nel costatare la presenza di organizzazioni criminali, anche di tipo mafioso, in quella che è la regione meno conosciuta d’Italia. Si possono quindi riassumere i tratti distintivi che caratterizzano la presenza delle mafie in Molise seguendo due fondamentali direttrici: 1) Una presenza molteplice, uno scenario frastagliato in cui numerose organizzazioni convivono, si sovrappongono e collaborano senza che nessuna assuma una posizione di preminenza sulle altre (cfr. DIA – Centro Operativo di Roma, 2017).
2) Un modus operandi articolato, che include sia il controllo di attività criminali “tipiche” quali il traffico di stupefacenti, di armi, l’usura, le estorsioni e il recupero crediti, sia il reinvestimento di capitali illeciti nell’economia legale al fine di riciclarli, sia una vocazione “imprenditoriale” più evoluta, finalizzata a sfruttare il meno possibile il potenziale intimidatorio favorendo quello corruttivo per affermarsi in settori economici fortemente dipendenti dalla res publica come ad esempio gli appalti per la gestione di servizi (cfr. DIA – Centro Operativo di Roma, 2017). Il primo aspetto rappresenta una delle specificità più peculiari dell’ambiente molisano. Dal punto di vista geografico e di “anonimità” territoriale il Molise ha rappresentato dagli anni ottanta sia una delle ”destinazioni” preferite dei boss delle mafie tradizionali, in particolare di Cosa Nostra (cfr. soggiorno obbligato di Vito Ciancimino a Rotello), sia una sede di latitanza quanto a seguito di faide interne alle organizzazioni stesse (Francesco Schiavone detto Sandokan si è nascosto in Molise per un periodo di tempo). La presenza di personaggi come Pippo Calò, il “cassiere di Cosa Nostra”, ma anche di Raffaele Cutolo, capo della Nuova Camorra Organizzata (detenuto a Campobasso e con legami di contiguità a personaggi poi divenuti politici affermati in Molise) dimostra come l’espansione delle mafie da noi fosse in atto già tra la metà degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta. Nella Relazione Antimafia presieduta da Gerardo Chiaromonte (Relazione anno 1987) si scrive di un’infiltrazione della ditta Costanzo di Palermo nella costruzione dei piloni della diga del Liscione. Un’espansione dettata soprattutto dall’opportunità di riciclare i proventi realizzati illecitamente nelle regioni di provenienza, di estendere il controllo sul mercato della droga (soprattutto eroina) sull’importante tratta adriatica e di sviluppare legami con gli ambienti finanziari e politico-amministrativi presenti in Molise. Esigenze che portano le vicende delle mafie meridionali a intrecciarsi con quelle dei gruppi criminali pugliesi emergenti che nello stesso periodo stavano affermando il loro potere nella Capitanata soprattutto grazie ad un controllo capillare del mercato degli stupefacenti. Un tema, questo dell’intreccio dei percorsi dei diversi gruppi criminali, che rimane attuale fino ai nostri giorni.
Per districare questa complessità è quindi innanzitutto necessario uno sforzo di classificazione delle organizzazioni criminali presenti in Molise. Si tratta, riprendendo la descrizione prima delineata di sodalizi che, vantano una derivazione mafiosa e non hanno mai reciso il legame con l’organizzazione di riferimento e non hanno un’autonomia operativa non essendosi ancora stabilmente radicati nel territorio molisano (Relazione annuale DNA, 2017, pag. 90). Il territorio molisano si caratterizza per la presenza simultanea di diverse strategie d’azione dei vari gruppi. Come detto, accanto alle storiche finalità di riciclaggio e reinvestimento le organizzazioni mafiose meridionali hanno nel tempo sviluppato attività illecite in loco, dal traffico di droga, sviluppando anche partnership strategiche con i gruppi criminali albanesi. Nel corso dei decenni queste “vocazioni” delle mafie si sono mantenute e rafforzate a vicenda e lo dimostrano gli ingenti sequestri di droga provenienti dall’Albania (Conferenza Stampa Carabinieri Regione Molise - Raggruppamento Operativo Speciale, 2018). L’infiltrazione sul territorio è stata possibile con modalità diverse da quelle tipiche delle regioni d’origine, innanzitutto a causa della compresenza di una folta comunità albanese nei paesi della costa molisana. Così, la presenza di strutture criminali albanesi sul territorio molisano emerge in epoca relativamente recente (i primi sequestri risalgono agli inizi del 2000) e riguarda soprattutto aree costiere (dove sono radicati soprattutto gruppi locali albanesi, Portocannone, Ururi, San Martino in Pensilis, Campomarino). Il controllo criminale del territorio tradizionalmente inteso, esclusivo e monopolizzante, in Molise non esiste e lascia invece spazio a una sorta d’infiltrazione di più gruppi criminali, finalizzata a non sollevare tensioni e attenzioni investigative e a beneficiare in maniera più o meno condivisa delle “particolari” opportunità mimetiche offerte dal contesto territoriale. Opportunità che consistono sia nel realizzare proventi illeciti, tramite le tipiche attività criminali, sia nella possibilità di riciclare tali proventi, grazie alla presenza in Molise di un discreto mercato immobiliare, di una piazza commerciale poco illuminata e di una vocazione turistica che garantisce flussi economici

in ambiti specifici quali l’alloggio e la ristorazione. Nella direzione della mimetizzazione delle organizzazioni criminali il Molise è perfetto e si confà alla strategia di azione meno appariscente, improntata più sull’infiltrazione e l’inquinamento del tessuto economico e amministrativo che non sul controllo territoriale e sul ricorso alla violenza.

Non possiamo escludere l’infiltrazione anche nell’amministrazione locale per ottenere così vantaggi nell’assegnazione di contributi, sovvenzioni e appalti pubblici. Il terremoto di San Giuliano di Puglia con altissima probabilità potrebbe essere stato ed essere ancora terreno fertile per le infiltrazioni della criminalità organizzata. Una criminalità “di relazione”, che non usa più l’intimidazione, ma ricorre alla corruzione, alle tangenti allo scopo di sconfinare nell’economia legale e realizzare impunemente i propri obiettivi nella più totale mimetizzazione. Quest’aspetto fa del Molise un territorio in cui la presenza delle mafie assume una dimensione particolare e delle modalità del tutto peculiari. In questo nostro lavoro il focus analitico è incentrato sulla dimensione economico-imprenditoriale della presenza della criminalità organizzata, mirando a misurare e a comprendere le dinamiche dell’infiltrazione nell’economia legale. Ma la presenza della criminalità organizzata riguarda ovviamente innanzitutto lo svolgimento di attività illecite tipiche di questo tipo di soggetti. A questo proposito sarebbe molto utile poter misurare l’entità delle mafie in tutti i 136 Comuni della regione. L’Indice di Presenza Mafiosa (IPM) si costruisce da un punto di vista scientifico, a livello comunale, analizzando i dati del Sistema d’Indagine (SDI) del Ministero dell’Interno, dell’Agenzia del Demanio, della DIA e della DNA relativi a:

1) persone denunciate per art. 416 e 416 bis c.p.;

2) delitti cd. spia sintomatici di una presenza mafiosa;

3) scioglimenti di consigli comunali per infiltrazioni mafiose (D.Lgs. n. 267/2000);

4) beni sequestrati e/o confiscati alle organizzazioni criminali;

5) riferimenti alla presenza di gruppi criminali nelle relazioni DIA e DNA.

Come emerge, ictu oculi, la presenza mafiosa si concentra nei comuni più popolosi della regione e nelle due province. Questa misura di presenza mafiosa rappresenta tuttavia solamente un punto di partenza per l’analisi condotta. L’obiettivo di questo lavoro resta quello di concentrare l’analisi più specificamente sul fenomeno dell’infiltrazione della criminalità organizzata nell’economia legale, un fenomeno che è sicuramente collegato in maniera molto stretta alla presenza delle mafie ma che presenta anche delle dinamiche proprie, legate innanzitutto alle opportunità offerte dall’economia del territorio considerato e alle strategie perseguite dai diversi gruppi di criminali (non soltanto mafiosi). Allo scopo di approfondire il fenomeno dell’infiltrazione nell’economia legale saranno utilizzati approcci, fonti e metodi differenti, aventi a oggetto la dimensione aziendale, l’analisi dei territori e dei settori di attività economica, l’individuazione di tendenze e di modelli generalizzabili d’infiltrazione nell’economia legale.


Fonte: Osservatorio Antimafia del Molise

(by Nicola)

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