Il
riciclaggio.
Un’infiltrazione
finalizzata al riciclaggio di proventi illeciti attraverso aziende di
copertura. Queste aziende sono meno esposte dal punto di vista
finanziario, mentre l’indebitamento commerciale è più alto. Le
attività rimangono allo stato corrente e i livelli di profittabilità
sono molto bassi. Questo modello presenta una variante che presta
attenzione anche all’efficienza produttiva della conduzione
criminale: oltre al riciclaggio si mira alla realizzazione di nuovi
profitti, preferibilmente in nero, come altra fonte di finanziamento
per le attività dei clan.
Il
controllo del territorio.
L’infiltrazione
non è finalizzata a rafforzare il controllo del territorio ma il
consenso sociale. Ben visibili e con un forte contatto con la
comunità locale, queste aziende sono costituite ad hoc o acquisite
da imprenditori in difficoltà, spesso mantenuti come prestanome. A
questo modello ricorrono soprattutto gruppi già infiltrati sul
territorio (Ferrazzo, Sinesi-Francavilla, Moretti-Pellegrino-Lanza,
Spada-Casamonica).
Lo
scambio politico-mafioso.
Un’infiltrazione
possibile grazie allo scambio tra prestigio criminale e vicinanza a
politica e PA locale. Finalizzato a ottenere concessioni e
finanziamenti pubblici e generare profitti formalmente leciti. Negli
ultimi anni si hanno esempi collegabili soprattutto ai gruppi
criminali (gruppo di Buzzi e Carminati nel settore immigrazione,
Casalesi nel settore dei rifiuti tossici, Mafie pugliesi nel settore
delle sovvenzioni in campo agricolo). I tre modelli in precedenza
delineati spesso si sovrappongono.
Fonte: Osservatorio Antimafia del Molise
(by Nicola)
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