La
varietà delle fonti e dei metodi utilizzati nell’analisi
conferisce a quest’ultima una struttura complessa, a più livelli.
Un approccio poliedrico, indispensabile per l’analisi di un
fenomeno di particolare complessità e in cui la disponibilità di
dati è, per la stessa natura del fenomeno, complicata.
Un
metodo che si avvale di:
•
analisi statistica di dati relativi
alle aziende sequestrate e confiscate (tramite il database ANBSC);
•
analisi statistica di riferimenti a
casi d’infiltrazioni nell’economia legale presenti nelle
relazioni semestrali della DIA e annuali della DNA;
•
approfondimento qualitativo di casi
studio a livello settoriale e aziendale.
L’analisi
statistica di una quantità di casi è quindi integrata dallo studio
in profondità di singoli casi concernenti operazioni in cui un
numero limitato di aziende è stato sequestrato e/o confiscato. Il
livello di analisi si sposta, così, per cogliere il fenomeno
dell’infiltrazione nei suoi meccanismi specifici, muovendosi
dall’analisi di singoli casi e di singole aziende
all’individuazione di dinamiche di medio livello (che
caratterizzano un dato territorio, un settore economico, un gruppo
criminale), fino al tentativo di individuare tendenze generali
attribuibili al fenomeno nel suo complesso. La necessità di
quest’approccio sorge a causa della difficoltà intrinseca nel
trattare i temi riguardanti le attività dei gruppi criminali. Il
fenomeno criminale mafioso, per sua natura, adopera il massimo sforzo
nel tentativo di nascondersi,
di mimetizzarsi, di non destare attenzioni. Sul tema specifico
dell’infiltrazione nell’economia legale i gruppi criminali
raggiungono poi i livelli massimi di questo sforzo. La loro
“naturale” ricerca dell’invisibilità è qui rafforzata da
nuovi elementi, quali la poca reattività dell’ambiente infiltrato,
la legittima necessità di tutelare la privacy degli imprenditori
(che si traduce nella difficoltà nel recuperare informazioni
puntuali sulle caratteristiche economiche e patrimoniali delle
singole aziende), la natura sfaccettata e sfuggente del fenomeno
dell’infiltrazione, “contiguo” a fenomeni diversi quali
l’evasione-elusione fiscale, la corruzione, l’occultamento e
l’intestazione fittizia dei beni. Nonostante queste difficoltà, ci
poniamo comunque come primo obiettivo quello, ambizioso, di
“quantificare” il fenomeno dell’infiltrazione nell’economia
molisana.
Tale
misurazione è, infatti, indispensabile per avere un quadro completo
e preciso, e rappresenta un esercizio propedeutico all’individuazione
delle dinamiche di medio livello cui si faceva prima cenno. È,
infatti, riferendosi a una misura quantitativa, derivata da
un’osservazione oggettiva e sistematica dei casi che si possono
mettere a confronto territori, settori economici e soggetti criminali
diversi.
Tale
comparazione è, a sua volta, imprescindibile per comprendere le
modalità di contaminazione e l’impatto della presenza criminale
sull’economia legale. Strumentale a tal fine è anche l’analisi
delle caratteristiche delle aziende sequestrate e / o confiscate,
quali:
•
la dimensione;
•
l’indebitamento finanziario e
commerciale;
•
la liquidità;
•
la profittabilità.
Queste
caratteristiche saranno confrontate con quelle di aziende non
infiltrate dalle mafie ma simili alle aziende presenti nel database
ANBSC. In particolare, per ciascun’azienda sequestrata e/o
confiscata è creato un gruppo di controllo composto di cinquanta
aziende selezionate casualmente tra quelle operanti nello stesso
settore di attività economica dell’azienda sospetta, aventi la
stessa forma giuridica e con sede legale situata nella stessa
provincia. Questa comparazione permette di rispondere ad alcune
domande fondamentali:
Per
cosa si caratterizzano le aziende infiltrate?
Laddove
il numero di aziende nello stesso settore di attività economica non
sia sufficientemente ampio nella provincia considerata il controllo è
composto anche con aziende dell’altra provincia molisana.
Quali
sono le modalità di gestione di tali aziende?
Che
effetti producono tali modalità su alcune specifiche voci del
bilancio aziendale?
In
prospettiva, l’esito di questa comparazione può fornire spunti
preziosi nel tentativo di elaborare un modello analitico predittivo
del rischio d’infiltrazione. In sintesi, questa nostra ricerca si
avvale di una molteplicità di metodi e tecniche analitiche,
utilizzando fonti di natura diversa per la raccolta di dati
quantitativi e qualitativi.
L’analisi
è strutturata su più livelli, da quello che si riferisce alla
singola azienda a quello concernente le dinamiche aggregate, passando
per la disaggregazione dei risultati su base territoriale, settoriale
e attinente ai gruppi criminali coinvolti. Quest’approccio è
funzionale a corroborare i risultati ottenuti da prospettive
analitiche diverse, al fine di compensare i vantaggi e le lacune di
ciascun metodo.
Fonte: Osservatorio Antimafia del Molise
(by Nicola)
(by Nicola)
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