martedì 18 ottobre 2011

SOLO L'ASTENSIONE (DAL VOTO) PROVOCHERA' IL RICAMBIO. IN MOLISE SIAMO IL PRIMO PARTITO!


Fonte: in data 01/apr/2008


Elezioni regionali in Molise, 

fronte astensionista in ulteriore aumento


I dati di affluenza alle urne per le Elezioni Regionali in Molise del 16 e 17 ottobre 2011 al 59,79% rispetto al 65,09% di cinque anni fa, indicano una tendenza ormai inarrestabile della sfiducia degli italiani nei confronti dell'attuale classe politica.

A questa percentuale bisogna aggiungere anche il numero delle schede bianche e le nulle/non attribuibili che stanno emergendo dallo scrutinio in corso, che prevedibilmente porteranno il fronte astensionista ad assestarsi attorno alla fatidica soglia del 50 per cento dell'elettorato, dato che tuttavia scomparirà abusivamente come in ogni altra elezione da tutte le evidenziazioni percentuali di spoglio e ripartizione elettorale, anche le più accreditate.

La percezione che si vuole indurre nella società con questo sottile stratagemma, è che il consenso risultante dalla tornata elettorale è espressione di collegialità popolare o suffragio universale, con una logica subdola e ben architettata tipica delle dittature.  

Ma una volta che il fronte astensionista avrà sforato la quota del 50% si potrebbe aprire per l'Italia una drammatica fase di non ritorno.

Sarebbe automatica, a quel punto, oltre a una sempre più generalizzata sfiducia verso l'Istituto delle elezioni e dei mass media, la percezione da parte della maggioranza dei cittadini di una effettiva limitazione della stessa autorevolezza delle Istituzioni della Repubblica, e di una delegittimazione ulteriore, a prescindere dalla collocazione politica, delle stesse Rappresentanze Elette.

La CVDP, movimento astensionista politico per il rilancio della sovranità popolare, che da tempo indica questi imprevedibili scenari politici a carico dell'Italia, invita le forze politiche che da sempre si contendono il potere ad avviare formalmente una fase dialogativa che comprenda anche il fronte astensionista, alla ricerca di un confronto partecipativo che guardi prima di tutto agli interessi della nazione, a mezzo di una nuova fase dialettica tra tutte le componenti politiche della società, quindi anche di quelle che non si riconoscono nelle attuali élites partitocratiche.

Se così non sarà, a una sempre più marcata ingovernabilità si aggiungerà, inevitabilmente, una sempre più aspra conflittualità politica e sociale come è ormai sotto gli occhi di tutti. La cui responsabilità, è bene ricordare, ricade esclusivamente su tutti gli attuali partiti politici.


Roma, 17 ottobre 2011


(by Nicola)
 

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