giovedì 29 luglio 2021

'TURISMO DELLE RADICI': Dall'Argentina al Molise. Maria Carmela Mugnano


Dall'Argentina al Molise: su una rotta storica di migrazione e speranza un ritorno di “turismo delle radici”.

In un giorno di ottobre del 1907 Angela sbarcò con suo marito Antonio nel porto di Buenos Aires dopo una lunga e travagliata traversata oceanica che entrambi avevano affrontato con il dolore nel cuore per la famiglia e gli affetti che si erano lasciati alle spalle, e tanta amarezza per il distacco dal paese amato. Sul piroscafo gli stessi sentimenti rimbalzavano negli occhi di centinaia di persone ammassate ovunque, dilaniate nei sentimenti più profondi, che ormai appartenevano a una vita passata, e dalla necessità di quegli abbandoni. In quella rotta incerta dell'anima, su Angela e Antonio, giovani sposi, soffiava però un vento di speranza che animava i loro discorsi quando parlavano della terra che li avrebbe accolti e delle occasioni che vi avrebbero trovato, una speranza che li aiutava a sopportare i tanti disagi e diventava la visione che li sosteneva nei momenti più duri.

Oltre ad una sana e fiduciosa giovinezza, Angela recava con sé poche cose e indumenti, stipati in una valigia di cartone e in una borsa. Ciò che aveva di più importante l'aveva invece racchiuso in una piccola sacca di tela sul petto, che sua madre Rosina le aveva cucito all'interno della camiciola con gli occhi pieni delle lacrime amare della partenza.

In quella sacchetta, come un simbolo, c’era la lettera che aveva messo in cammino il loro futuro. Gliel'avevano inviata alcuni parenti emigrati anni prima dal loro stesso paese, Sant'Elia a Pianisi, in Molise, in una località non molto distante da Buenos Aires, La Plata. Era quella la tappa finale del loro viaggio. La lettera parlava di una concessione di terra che avrebbero potuto ottenere, in un Paese dove di terra ce n’era tanta, e di un'offerta di ospitalità ai due giovani dagli stessi parenti che rivolgevano loro l'invito. Non si doveva perdere quella pietra miliare, ma conservarla per i figli e i nipoti, affinché avessero sempre a mente le loro radici.

Ma il motivo più profondo per cui Angela aveva bisogno di sentire quella sacchetta di tela a contatto col suo cuore era perché vi aveva inserito, a vegliare su quei progetti, una medaglietta sacra con l'effigie di sant'Elia profeta, Patrono del suo paese, che il Parroco che li aveva uniti in matrimonio aveva messo nelle mani sue e di Antonio il giorno stesso della cerimonia in Chiesa abbracciandoli forte poiché sapeva che i due giovani sarebbero partiti presto per una terra lontana.

Quella medaglietta non era solo il simbolo di ciò che avevano lasciato e che sarebbe rimasto per sempre nel loro cuore, ma rappresentava quello spirito e quella fede che erano diventati una forza viva e attiva che, insieme a loro, aveva attraversato l’oceano e avrebbe continuato ad accompagnarli in quegli spazi immensi. E quello spirito, espresso dall’immagine sacra di sant'Elia che aveva alimentato col fuoco le loro speranze, proteggendoli dalle tempeste del viaggio, avrebbe continuato a proteggere, loro e la famiglia che si sarebbero creati, dalle tempeste della vita. Quel patrimonio di fede li avrebbe uniti a quanti avrebbero incontrato con la stessa devozione nell'anima.

Decine di migliaia di donne e di uomini sono partiti in quegli anni dal Molise, spesso accompagnati da un’ immagine sacra e, a distanza di ben oltre un secolo, a La Plata i discendenti dei primi Santeliani emigrati che hanno instillato nei figli e nipoti l'amore per il territorio, la fede e le tradizioni di origine, hanno dato vita ad una fiorente comunità.

Ed è ai numerosi membri di questa comunità, e ad altre argentine di origine molisana, che il 24 luglio scorso, nelle giornate di festeggiamento di sant'Elia, in un incontro in rete il Prof. Giampaolo Colavita di Sant'Elia a Pianisi, docente dell’Unimol e scrittore, si è rivolto con un’interessante e puntuale ricognizione storica, civica, archeologica, sul suo paese e sul culto del santo Patrono da cui prende il nome. Il prof. Colavita, molto conosciuto e familiarmente accolto dalla comunità santeliana di La Plata in virtù dell’amore per questi studi e le ricerche condotte, svolge un importante compito di intermediazione storica, culturale, e soprattutto umana, con questo territorio argentino, ed è riuscito a dar vita ad una “narrazione" seguita da tutti con l'appassionato interesse di chi vuole scoprire o aggiungere altri tasselli alle proprie radici.

L'evento intitolato “Sant’Elia a Pianisi nel cuore. Frammenti di storia e curiosità” organizzato dal “Centro molisano Sant'Elia La Plata”, è stato introdotto dalla Presidente, prof.ssa Clara Cunsolo, coordinato dal dott. Guillermo Ialea, e ha visto, oltre ai tanti interessati, la partecipazione del Presidente del Comites di La Plata, Nicolas Rucci, del Console generale d'Italia a La Plata, Filippo Romano, e del Sindaco di Sant’Elia a Pianisi, Biagio Faiella.

Molto vivi e interessanti gli interventi e i commenti finali che hanno richiamato, con accenti di viva commozione, il doloroso viaggio degli emigrati che hanno “ due Paesi, un cuore”, sottolineando “i ricordi che ci hanno accompagnato tutta la vita” ed esprimendo il ringraziamento per “ un giorno speciale in cui si possono salutare tutti gli italiani… un modo per restare uniti alla nostra tradizione, al nostro passato.”

Si sono ricordati gli importanti legami con il Molise, rinnovati negli anni da scambi culturali, associativi ed iniziative come “Cammina, Molise!”, approdata con varie edizioni in Argentina.

In particolare c’è stata una richiesta nei confronti delle Istituzioni e degli Organi competenti di appoggiare, con iniziative di accoglienza e agevolazioni, il desiderio di emigrati o dei discendenti di seconda e terza generazione, di ripercorrere a ritroso quella rotta di dolore e di speranza con un turismo delle radici che corrisponde alla necessità di conoscere e di ricollegarsi alle proprie origini, fonte di orgoglio.

Il Comune di Sant’Elia a Pianisi, con grande sensibilità e con l’impegno del prof. Leonardo Sciannamè e di altri cittadini, si è già fatto promotore nel passato di iniziative volte ad accogliere e ad agevolare la permanenza e la conoscenza dei luoghi della memoria dei padri, spesso tramandata ai figli con nostalgia, e diventata memoria familiare.

Altri Comuni da cui sono partiti tanti emigrati dovrebbero seguire l'esempio creando una rete turistica della memoria delle origini che può diventare una grande risorsa per il Molise, nel segno di un Progetto di valorizzazione di paesi, borghi, territori e radici, la vera ricchezza della nostra terra.

Maria Carmela Mugnano 

(by nicola)



1 commento:

  1. I miei nonni sono arrivati ​​in Argentina nel 1950 con lo stesso sentimento, portando nel cuore la terra che li ha visti crescere e formare una famiglia, arrivando in questa nuova terra con la speranza di un mondo migliore. Oggi provo gli stessi sentimenti per la sua terra natale, Jelsi, essendo anch'io argentina.
    grazie per le tue parole in Argentina. Ana Tedeschi

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