giovedì 14 maggio 2020

L'OML è cofondatore di 'Attuare la Costituzione' Di seguito la lettera trasmessa alle Camere (petizione contro il Mes)


Al Presidente della Repubblica
Al Presidente del Senato
Al Presidente della Camera
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Ai Gruppi parlamentari

I sottoscritti facenti parte dell’Associazione “Attuare la Costituzione”, nel trasmettere l’unita petizione, formulata ai sensi dell’art. 50 della Costituzione e sottoscritta da oltre 70.000 persone, ritengono opportuno far presente che l’accoglimento delle richieste che essa contiene è diventato ancor più urgente dopo gli effetti perniciosi prodotti dall’evenienza del corona virus e la constatazione di una insuperabile volontà dell’Unione Europea (Germania e Olanda in testa) di non stampare altra moneta euro, offrendoci soltanto l’inaccettabile prestito del MES, i cui operatori conservano l’immunità penale, civile e amministrativa, e hanno il potere di valutare la nostra politica economica, come prevedono gli artt. 13, comma 3, e 14, comma 2, del trattato sul MES, ricordati nel documento in data 11 maggio 2020 dello stesso MES, sottoscritto dal nostro Ministro dell’economia.
E’ da tener presente, a questo proposito, che l’avvento del pensiero unico dominante del neoliberismo, concretizzatosi nei Trattati di Maastricht e di Lisbona, ha causato un “imbroglio contabile” che, a parte i termini che si usano nei bilanci, nella sostanza toglie al Popolo il potere sacrosanto di “emettere moneta a credito” (tale è la qualificazione da dare alla moneta dopo la dichiarazione di non convertibilità in oro del dollaro) secondo i propri bisogni e lo costringe a chiedere alla BCE e alle altre banche private “moneta a debito”, che viene concessa o negata in base a ben altre considerazioni (infatti, a seguito delle “privatizzazioni” delle Banche pubbliche, le Banche Centrali sono diventate “private” e sono tenute a fare gli interessi dei “soci” e non di “tutti i cittadini”, e la BCE, essendo in proprietà delle Banche centrali private, deve anch’essa fare gli interessi di queste ultime, cioè dei loro soci: un vero e proprio disastro!) . Il che comporta che, per avere liquidità monetaria, lo Stato è costretto a indebitarsi e poi, trovandosi nell’impossibilità di pagare i debiti, è indotto a svendere gran parte del proprio “patrimonio pubblico” e, con esso, a porre in pericolo la stessa possibilità di esistere.
E’ questa la situazione che stiamo vivendo. Ma è da tener presente che I trattati sono soggetti alla clausola del “rebus sic stantibus”, e uno “stato di necessità” cambia le loro regole. Mentre è da ricordare che l’Unione Europea, nel negare gli eurobond e nell’ammettere il MES per far fronte ai danni provocati dal corona virus, ha tradito i Trattati di Maastricht e di Lisbona, i quali pongono in primo piano la “coesione economica e sociale”, vanificando così lo spirito dei Trattati stessi. E questo senza parlare di Olanda e Lussemburgo che sono addirittura paradisi fiscali. Insomma appare evidente che, in questo quadro, il concetto di “Unione” si è completamente dissolto.
In questa situazione, caratterizzata da un bisogno urgente di liquidità monetaria, e dalla materiale impossibilità di metterci sul collo il nodo scorsoio di un ulteriore debito, non ci resta che uscire da quell’imbroglio contabile al quale prima si faceva cenno, ed emettere “moneta di Stato” in proprietà del Popolo, con corso legale nel territorio italiano. Lo impongono i principi fondamentali del diritto internazionale e interno e, in particolare, la nostra Costituzione, (che, è utile ricordarlo, “prevale” sui Trattati), il cui articolo 11 consente ”limitazioni di sovranità in condizione di parità con gli altri Stati”, per “assicurare la pace e la giustizia fra le Nazioni” e non per far prevalere gli interessi della “finanza privata”, e il cui articolo 117, comma 1, lett. e) attribuisce alla competenza esclusiva dello Stato la materia della “moneta e della tutela del risparmio”. E ciò a prescindere dal fatto che la ratifica del MES violerebbe in pieno anche gli articoli 1, 2, 3, 4, 35, 36, 37, 38, 39, 40, 41, 42, 43, 44, 45, 46, 47 della Costituzione.
E’ questo il momento che i Parlamentari si dimostrino uomini dalla schiena dritta e affrontino la ricostituzione indispensabile del nostro “patrimonio pubblico”, dissipato da precedenti governi e parlamenti, senza paura e con la determinazione che occorre nelle situazioni difficili. Altrimenti avremo una definitiva disfatta di Caporetto, senza nessuna speranza di un 24 maggio.

Paolo Maddalena, Presidente dell’associazione
Giuseppe Libutti, Vice Presidente
Emanuele Petracca, componente del Consiglio direttivo
Paolo Berdini “
Mauro Scardovelli “
Ivano Spano “
Franco Brugnola “
Raffaele Coppola, socio

(by nicola)

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