sabato 14 ottobre 2017

Pal(l)e (mini)eoliche



«Abbiamo fissato le regole e cambiato l’approccio: il cittadino non subisce più le regole – scandisce il governatore Paolo di Laura Frattura - ma è il protagonista della riforma, diventa consumatore-produttore."

Il cittadino diventa 'consumatore-produttore' di chi?

"... siamo nelle condizioni di auspicare il superamento del 50% del fabbisogno energetico da fonte rinnovabile attorno al 2040, dunque ben dieci anni prima del 2050 che è il riferimento comunitario."

E' il riferimento delle organizzazioni finanziarie e delle multinazionali che governano l'Europa. Di questa Europa vogliamo fare volentieri a meno e meno che mai vogliamo essere 'ricettacolo' della obsoleta tecnologia tedesca in fatto di eolico!

"Tutto questo con l’ambizione di essere una regione che, seppure piccola, non determina più la speculazione forte del singolo gruppo imprenditoriale o della singola realtà comunale che grazie al ritorno delle royalty riesce a risolvere i problemi del bilancio comunale"

Le royalty sono 'indennizzi (ristoro ambientale) a titolo risarcitorio per le modificazioni ambientali conseguenti ai necessari lavori per la costruzione dell'impianto! Fortunatamente molte sentenze 'acclarano la nullità di dette convenzioni, con consequente condanna, per i Comuni che hanno percepito somme, alla restituzione delle stesse (vedasi, a tal proposito, la sentenza n. 23/16 del 2 febbraio 2016 del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche, che, seppur riferita alla realizzazione di un impianto idroelettrico, riguarda la totalità degli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili).'
"Secondo la uniforme e consolidata giurisprudenza, il cosiddetto ristoro ambientale è ammesso solo in via eventuale, ossia per esigenze derivanti da “concentrazioni territoriali di attività, impianti e infrastrutture ad elevato impatto territoriale e non possono essere meramente patrimoniali e, se previste, devono essere concrete e realistiche, cioè determinate tenendo conto delle specifiche caratteristiche del parco eolico e del suo specifico impatto ambientale e territoriale, e devono consistere interventi specifici che compensino il detrimento ambientale determinato dal nuovo impianto (da Avv. Germana Cassar).”
Sindaco avvisato, mezzo salvato!
  
«Non ci saranno più autorizzazioni per l’eolico», scandisce il vice presidente della giunta di palazzo Vitale.

Promissio boni viri est obligatio, vice presidente!

Invece la dirigente regionale allarga il discorso all’orizzonte di interesse del Piano energetico, «strategico per il settore energetico e non solo: anche per il comparto produttivo, quello agricolo e ambientale. Settori vicini alla nostra salute e al benessere della nostra regione». Definisce il Piano energetico «un veicolo di crescita, efficienza energetica, valorizzazione del patrimonio paesaggistico e artistico». 

Gentile signora rilegga gli artt. 9 e 32 della Costituzione.

E poi ne sottolinea il legame con l’economia regionale: «Un’economia a bassa emissione di carbonio, un’economia ‘decarbonizzata’ e un ambiente ‘decarbonizzato’».

A 'decarbonizzare' l'economia di questa regione hanno già provveduto in molti, alcuni dei quali presenti all'incontro! Per averne conferma basta leggere i dati sull'occupazione...

Il Piano, spiega ancora la dirigente, prevede «la produzione di energia da fonti rinnovabili con modalità innovative, meno impattanti sul paesaggio, sul patrimonio storico-artistico e sul territorio. Per la prima volta si introducono i criteri di impianti energetici di piccola ‘taglia’, di microgenerazione distribuita, di idroelettrico di piccola taglia..."

Ai tavoli ai quali abbiamo preso parte la Sovrintendenza aveva dato parere favorevole per pali eolici non superiori a m. 20. La 'piccola taglia' alla quale fa riferimento di quanti metri é?

(by Nicola)

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