Ci
sono numeri che raccontano storie. Nel nostro caso sono date: tappe
di un cammino acceso, scandito dalla volontà di intrecciare
saperi, conoscenze, territori e generazioni.
Il 14 marzo 2025,
a Poggio Mirteto (RI), prende voce la visione di ‘Sulle Rotte del
Fuoco” e diventa progetto condiviso, chiamata all’azione per le
comunità scolastiche e culturali.
L’11 aprile 2025
, a Termoli (CB), con l’incontro “Dalle Sentinelle del
Paesaggio a Sulle Rotte del Fuoco”, la traiettoria si estende, si
articola, si anima di giovani volti, parole, prospettive.
Il 27 maggio 2025,
l’Istituto Superiore “Gregorio da Catino” di Poggio Mirteto
(RI), sottoscrive con l’OML, nell’ambito del progetto ‘Mangia
Fuoco’, il ‘Patto tra Comunità Educanti’: un gesto forte, che
riconosce il valore di un’alleanza duratura e visionaria.
Il 30 maggio 2025,
infine, l’approdo: presso l’Istituto Nautico di Termoli (CB),
l’intervento della prof.ssa Letizia Bindi segna una svolta nel PCTO
LAB REIM 2025 realizzato con l’UNIMOL sempre nell’ambito del
progetto ‘Mangia Fuoco.’
Il fuoco che cura: l’intervento di Nicola Frenza
All’incontro del 30 maggio ha partecipato anche
il presidente della nostra associazione, Nicola Frenza,
ideatore di Mangia Fuoco e anima del progetto “Sulle Rotte
del Fuoco.”
Con parole semplici e incisive, dopo aver
sottolineato il ruolo attivo degli studenti come veri artefici di un
cambiamento culturale, ringraziato i docenti Referenti del PCTO LAB
REIM 2025 e l’UNIMOL attraverso la prof.ssa Letizia Bindi, ha
ripercorso le tappe che hanno portato dall’11 aprile alla
sottoscrizione della ‘Proposta d’Intesa tra Comunità’
siglata il 27 maggio da parte della Dirigente dell’I.I.S.
“Gregorio da Catino” di Poggio Mirteto (RI).
Durante il suo intervento Frenza ha evocato una
potente metafora del padre della medicina, Ippocrate,
che recita:
“Ciò che le medicine non curano, lo cura il
ferro.
Ciò che il ferro non cura, lo cura il fuoco.
Ciò
che il fuoco non cura, è insanabile.”
Un richiamo profondo al
potere rigenerativo
del fuoco – non solo come elemento naturale ma come
simbolo di trasformazione, ultima
risorsa, atto radicale di cura e rinascita. In questo
senso, Mangia Fuoco è
un rimedio per territori che vogliono guarire,
risvegliarsi, ricominciare.
Ha poi concluso
citando un principio italico –
caro a Latini, Sabini e Sanniti –:
"Che la nostra fama ci preceda."
In
pratica, attraverso
il cammino tracciato da e
con
Mangia
Fuoco:
1-
è il nome stesso di
questi territori,
la forza della loro
memoria e della rete che li tiene vivi
a
precedere
chi li rappresenta;
2- la
reputazione di chi ha saputo tenere
botta – con
coerenza, ostinazione e in silenzio – quando il vento soffiava
contro, inizia a camminare avanti. Ancor prima di presentarci, ci
precede la forza di ciò che siamo diventati.

Da ultimo è tornato su un tema che rappresenta uno dei pilastri strategici di
Mangia Fuoco:
il rapporto con il mondo universitario. Un legame nato da
un’intuizione semplice ma potente: creare
le condizioni perché i giovani possano restare agganciati al proprio
territorio, senza
essere costretti a cercare altrove le opportunità di crescita e
formazione.
L’obiettivo, ha sottolineato, non
è soltanto permettere di proseguire gli studi in Molise,
ma di farlo all’interno di percorsi pensati su misura per chi
desidera trasformare le proprie radici in competenze.
In questa
prospettiva, l’università del
Molise può
diventare motore di innovazione culturale,
attivando corsi, laboratori e progettualità condivise capaci di dare
forma a nuove figure professionali
legate alla valorizzazione del patrimonio, coniugando memoria,
creatività, sostenibilità e sviluppo locale.
È
così che si costruisce un futuro:
non rinunciando al passato, ma trasformandolo
in energia per restare, creare, lasciare il segno.
Orizzonti
UNESCO e alleanze formative: la visione di Letizia Bindi
La prof.ssa Letizia Bindi ha tracciato durante il
PCTO di Termoli un quadro ampio e articolato del progetto nazionale
sui fuochi rituali, connettendo i patrimoni materiali e immateriali
al futuro delle comunità, delle scuole e dei giovani.
Dall'esperienza nata ad Agnone nel 2020-2021, con
la valorizzazione della 'Ndocciata e i primi incontri sul fuoco
rituale, fino alla creazione di un vero e proprio circuito italiano
dei fuochi cerimoniali, la professoressa ha raccontato un percorso di
crescita che oggi si struttura attorno a tre assi fondamentali:
la ritualità come espressione
identitaria,
il fuoco come tecnologia
antropologica e simbolica,
e l'attivazione delle comunità
scolastiche in chiave intergenerazionale.
Tra riferimenti mitologici e antropologici
(Prometeo, l'origine sacra del fuoco, il suo valore tecnico e
simbolico), Bindi ha sottolineato come l'accensione, la gestione e la
trasmissione del fuoco siano un "saper fare" millenario che
tocca l'ecologia, la memoria, la coesione sociale e persino la
giustizia.
Particolare rilievo ha avuto il riconoscimento
dato al progetto Mangia Fuoco, menzionato dal
Ministero della Cultura come "buona pratica di coinvolgimento
comunitario", e inserito nel quadro di riferimento per la
candidatura UNESCO del circuito dei fuochi cerimoniali italiani.
Ha poi annunciato che la candidatura
nazionale è già in fase avanzata, con l'obiettivo di
raccogliere almeno una rappresentanza per regione e costruire una
rete italiana ed europea, anche attraverso Erasmus tematici, progetti
multilingue, mobilità tra scuole e alleanze formative tra Molise,
Toscana, Abruzzo, Lazio e le comunità italiane all'estero.
Accanto all'orizzonte UNESCO, emerge forte la
volontà di integrare questi temi nei percorsi scolastici
ordinari, non solo tramite i PCTO, ma attraverso laboratori,
progetti cooperativi tra scuole e università.
I
ragazzi protagonisti: scuola come fucina di bellezza
Un ruolo centrale in questo percorso lo hanno avuto
gli studenti dell’Istituto Nautico e
dell’Alberghiero di Termoli.
Con
dedizione, competenza e sensibilità, i ragazzi hanno saputo
restituire una lettura originale e partecipata dei temi affrontati
durante le ore del PCTO: tradizione, sostenibilità, identità
territoriale e memoria rituale.
Dalla ricerca storica
all’elaborazione multimediale, dalle riflessioni sulla cucina dei
fuochi alla proposta di percorsi turistico-culturali innovativi, il
loro contributo ha dimostrato che la scuola può essere luogo
generativo di futuro e bellezza, se messa nelle condizioni
di collaborare e di osare.
Un sentito ringraziamento va ai Referenti scolastici
di ‘Sulle Rotte del Fuoco’, i prof.ri
Mario Antonello Maselli e Maurizio Santilli
e ai loro colleghi.
Prossima tappa? Lungo la Rotta, insieme.
Non si tratta solo di valorizzare un rituale.
Si tratta di
accendere nuove forme di consapevolezza, legami intergenerazionali,
possibilità concrete per restare, per scegliere di fare cultura nei
luoghi in cui si è nati.
Mangiafuoco c’è. La rete si allarga. Il cammino
continua.
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(by nicola)