lunedì 8 aprile 2013

Libero Grassi

Nel giorno dell’anniversario della morte di Libero Grassi, il 29 agosto 1991 per mano mafiosa, Libera Radio vuole ricordare la figura dell’imprenditore siciliano grazie a un libro a lui dedicato e di recente pubblicazione: “Libero Grassi. Storia di un’eresia borghese“, edito da Feltrinelli e scritto da Marcello Ravveduto. Uno dei grandi meriti dell’autore, ricercatore di Storia contemporanea all’Università di Salerno, è quello di proporre al lettore, attraverso una narrazione elegante e avvincente, di riflettere – oltre il momento celebrativo – attraverso una vicenda umana sulla storia recente del nostro Paese e soprattutto sul suo presente e le sue prospettive

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Una biografia accurata e ricca di fonti e documenti che ricostruiscono con rigore il profilo di un “eretico borghese”, di un uomo che aveva disubbidito e sfidato il conformismo mafioso e fu ucciso nel silenzio delle istituzioni e delle associazioni di categoria. L’eresia di Libero Grassi, scrive Ravveduto, “si chiama senso del dovere, ovvero rispetto delle regole e dei principi morali non per interesse o per timore della legge, ma semplicemente per l’obbligo morale che si ha nei confronti della propria coscienza“. Il volume colma anche una lacuna, quella per cui nella consapevolezza di molti la vita di Grassi si ridurrebbe a un arco temporale di pochi mesi (gennaio-agosto 1991) vissuto nell’assillo di resistere al racket delle estorsioni. Descrive infatti un uomo impegnato nel lavoro, certamente, ma al contempo e pienamente nella vita politica e culturale del suo tempo, che aveva compreso l’importanza e la singolarità della comunicazione attraverso i media e la corretta informazione, un uomo che alla sensibilità letteraria e artistica univa la costante volontà di esprimere se stesso e le proprie scelte, sempre sullo sfondo del riconoscimento dell’universalità di tale diritto. Così come voleva lo stesso suo nome, l’eresia di Grassi restituisce l’immagine di chi vuole andare per la sua strada e che ha scelto di essere Libero.

(by Nicola)

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