𝗜 𝗗𝗘𝗕𝗜𝗧𝗜 𝗗𝗘𝗜 𝗠𝗢𝗟𝗜𝗦𝗔𝗡𝗜? 𝗙𝗨𝗢𝗥𝗜 𝗕𝗜𝗟𝗔𝗡𝗖𝗜𝗢!

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Nei procedimenti giudiziari degli ultimi vent’anni contro i “colletti bianchi”, tutti conclusi con un nulla di fatto, nel mio libro sulla giustizia molisana documento spese triple milionarie a carico della collettività.   Parlo di tre voci ben distinte: (𝟭) le spese, ingentissime, sostenute dallo Stato; (𝟮) quelle dei singoli indagati/imputati, spesso costretti a difendersi per anni; (𝟯) quelle rimborsate agli amministratori, politici e dirigenti, che si fanno coprire le spese legali dall’ente pubblico in cui sono stati eletti o nominati, purché non vi sia conflitto d’interessi, l’avvocato sia gradito e l’esito non sia una condanna per dolo o colpa grave.    Un bel privilegio! E non finisce qui: la spesa cresce ancora quando la Regione si costituisce parte civile e nomina un proprio legale che, se non liquidato dal giudice penale, viene comunque pagato dalla Regione. Il salasso continua.   L’ultima “stangata” è nella 𝗱𝗲𝗹𝗶𝗯𝗲𝗿𝗮 𝗱𝗶 𝗚𝗶𝘂𝗻𝘁𝗮 𝗻. 𝟯𝟳𝟴 ?...

L’epitaffio di Pirro

Ho ascoltato il discorso della corona di Giorgio Napolitano, Re d’Italia, Imperatore d’Etiopia, Negus di Abissinia, mentre parla ad un mangiamento stipato di inutilità stagionate e fresche di stagione. Masochisti. Battono le mani, anche quando il «grandad» li sfotte e li rimprovera. E’ proprio vero che «Dio fa impazzire coloro che vuole perdere» (Quos perdere vult, Deus dementat). Una scena deprimente, da avanspettacolo, se non fosse tragico fino a disperarsi.
L’imperatore italiano ha detto un paio di cose sensate, il resto è stato un epitaffio su una lastra di marmo sulla tomba dopo la sepoltura. L’unico beota era Berlusconi, larva screpolata, che crede di avere vinto. Accanto a lui di riflesso (Pavlov) rideva il suo cagnolino d’ordinanza, Al Fano. Somigliano a quelli che si evirano per punire la moglie che li tradisce. Bersani sembrava uscito da una fumeria dopo avere fatto una flebo mix di ecstasy ed eroina. Tutti felici e contenti perché l’imperatore d’Etiopia gli diceva che erano falliti che non avevano saputo fare una riforma e non sapevano nemmeno stare seduti in mangiamento ad alzare le mani e votare. Nemmeno la legge elettorale, quella che tutti volevano abolire e che nessuno voleva eliminare perché permette a tutti di impedire agli altri di governare. Ha dato dell’incapace ai nominati e questi giù a spellarsi le mani. La scena era talmente ridicola che lo stesso negus ha dovuto interrompersi e dire «i vostri applausi non siano autoassolutori».
Ha detto al Pd che non è stato capace nemmeno di gestire la vittoria che poteva portarlo al governo; il successo fallito gli ha dato alla testa e i piddini si sono comportati tutti da ubriachi, o peggio da pazzi. Conseguenza regale: larghe intese, falde ampie, tutti dentro, tutti sul carro nel proseguire la sana politica di Monti che non è ancora scaduto. Come volevasi dimostrare. Inciucium perfectum!
Il re ha detto anche che 5Stelle ha fatto cilecca perché si è limitato a contestare tutto e tutti senza fare una sola proposta. Il programma è sempre stato un fantasma dietro le quinte, perché si sono persi dietro se stessi, annegati nella forma astratta di loro stessi. Avrebbero potuto fare il governo ed eleggere il presidente della Repubblica. Invece di prendere l’iniziativa, aspettavano di essere chiamati e non si rendevano conto che ogni ora che passava giocava contro di loro, come dimostrano le elezioni in Friuli dove 5Stelle crolla dal 27 al 13%. Peccato, poteva essere la svolta, ma spesso nella vita, vale il proverbio: «chi troppo vuole nulla stringe». Risultato: coloro che dovevano circondare il mangiamento e farlo arrendere, sono isolati, all’angolo e saranno marginalizzati perché potranno solo fare scarsa opposizione perché le regole del Movimento sono autocastranti: M5S uccide i suoi stessi figli.
Non è stato onesto però, l’imperatore, nel dire che 5Stelle contrappone la piazza alle Istituzioni perché bisogna fare un monumento al Movimento che sta contenendo la rabbia e la rivoluzione entro i confini della democrazia. I candidati che sono emersi per la presidenza della repubblica erano quanto di meglio (chi più chi meno) il Paese potesse esprimere. Dipingerli come forsennati è ingeneroso e pericoloso. I nemici delle istituzioni sono coloro che hanno applaudito e lo stesso Napolitano che, facendo finta di essere rigoroso custode della Costituzione, di fatto ha dettato la «sua legge», il suo governo, il suo programma e i suoi tempi. Questa non è più democrazia, pur se le forme sono salve.
Ho messo a questo lamento il titolo «Epitaffio di Pirro». Epitaffio perché oggi la democrazia è orfana; Pirro perché l’emiciclo dei falliti, puttanieri, ladri, grassatori, giovani rampanti, opportunisti e plaudenti, crede di essersi salvato, ma ha solo rimandato la disfatta che sarà ancora più tombale e deflagrante. Ho visto l’orchestra del Titanic: suona e affonda; suona mentre affonda. Beati loro!
Purtroppo – merito esclusivo del Pd! – oggi gongola Berlusconi che rientra in gioco alla grande, imporrà i suoi ministri e il suo programma con la benedizione imperiale e si preparerà alle prossime elezioni per farsi eleggere Presidente della Repubblica, se il Padre Eterno non ha pietà di mezza Italia prima di questa sciagurata sciagura. Al Pd disonore e vergogna perché non ha tenuto in conto il bene comune e l’interesse dell’Italia, ma solo le piccole rendite delle bandi di banditi al suo interno. A Renzi, nulla vestito da fiorentino, pallone gonfiato ad elio scadente, i resti di quel che resta del PD.
Oggi martedì 23 aprile, vigilia della Liberazione, i morti della Resistenza, muoiono ancora, uccisi dagli amici, dai debosciati e dai traditori dei morti, dei vivi e dei moribondi. Ora comincia il tragico: il governo delle cariatidi Amato, Letta, Alfano, Quagliarello. Berlusconi salvato fu! Amen!
Urge sinistra-sinistra, nuova, figlia della RESISTENZA. ORA!

don Paolo Farinella

Fonte: Micromega)

(by Nicola)

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