venerdì 4 ottobre 2019

Il Movimento LRZ, del quale l'OML è cofondatore, invia le proprie osservazioni di merito al nuovo PGR predisposto dalla giunta Zingaretti


1. Al punto 3.3.3. viene utilizzato impropriamente il termine “Strategia Rifiuti Zero”;
2. Il mega-compound previsto a Colleferro non rispetta l’economia circolare, anzi è tutt'altro;
3. Si osserva rispetto agli obiettivi strategici, nel documento allegato n. 3 “Aggiornamento del PRGR” a pag. 116 si legge, che il punto strategico primario è di puntare al superamento dell’obiettivo medio regionale di Raccolta Differenziata per portare l’attuale 45% al 70% entro sei anni;
4. Quarta enorme contraddizione con le norme vigenti risulta contenuta a pagina 69 della DGR 49/2019 capitolo 4.2 “Fabbisogno di recupero di materia da frazione organica della Regione Lazio” redatto sulla base degli obblighi previsti dal DPCM 7-3-2016 a carico delle regioni in ordine all’impiantistica per il trattamento;
5. Si osserva, rispetto alle condivisibili previsioni di attivazione funzionale degli ATO provinciali già esistenti, che l’ATO Città metropolitana RomaCapitale prevede già due Sub-ATO fortemente squilibrati, composti da RomaCapitale (con 3,5 Milioni di abitanti) e la restante ex Provincia di Roma (con 1,3 Milioni di abitanti);
6. Rispetto ai costi preventivabili per il potenziamento della Raccolta Differenziata per passare dall’attuale 45% al 70% del 2025 (obiettivo non in linea con le nuove direttive europee), si osserva che ai contributi previsti per i Comuni per la riconversione dal sistema stradale al sistema domiciliare (che
è l’unico che possa garantire tali % di differenziazione) per le attrezzature (parco autoveicoli – campagne di comunicazione – fornitura mastelli) occorre prevedere i fondi per costruire le infrastrutture di supporto (isole ecologiche – centri di riuso) e la filiera impiantistica sia per il riciclo della frazione secca che per il recupero di compost agronomico attraverso il compostaggio aerobico;
7. RAEE e smaltimenti abusivi: zero pianificazione;
8. Si aggiungono inoltre una serie di osservazioni puntuali rispetto alle Linee Strategiche del PGR, adottate con DGR 49/2019, riprese nel contesto del documento di V.A.S. in oggetto.


Conclusioni finali
Sulla base dei sette punti argomentati di carattere generali e delle nove osservazioni puntuali a seguire, si ritiene che il Rapporto ambientale contenuto nella V.A.S. approvata con DGR 592/2019 sia viziata da notevoli lacune e diverse grosse inesattezze, presenti già in fase preliminare di scoping approvato con DD 1999/2019, in merito anche agli obiettivi di coerenza interna sugli effetti di incidenza ambientale derivati dall’attuazione delle scelte strategiche approvate dalla giunta regionale con DGR 49/2019.
Si ritiene che tale la procedura di V.A.S. del proposto PGR non sia adeguata e che debba essere radicalmente rivisitata prima del suo inserimento nella proposta di adozione del PGR in sede di commissioni consiliari e della sua discussione nell’aula consiliare regionale. Infatti, Il pianificatore incaricato non considera in alcun modo l'applicabilità delle disposizioni della Direttiva 851/2018 anche nel caso dell'art. 8 bis che vedono tra le altre, perentorie azioni da parte degli Enti statali preposti, volte all'implementazione dei ricavi da Raccolta differenziata considerati nei CRD da pag. 263 in poi, ricavi che vanno calcolati tenendo conto dei nuovi obblighi fino all'80% dei costi sostenuti nella filiera di raccolta e trasporto fino alla ricollocazione dei rifiuti da imballaggi prodotti.
Il pianificatore omette inoltre completamente di adeguare la suddivisione dei costi alle recenti e già in vigore direttive ARERA tra cui quelle più eclatanti e dunque più gravi, omissioni in materia di suddivisione dei costi in "costi efficienti" e costi di investimento a seguito della deliberazione 303/2019/R/rif sugli orientamenti per la copertura dei costi efficienti di esercizio e di investimento del servizio integrato dei rifiuti per il periodo 2018-2021."
Si ritiene che gli stessi indirizzi strategici indicati dalla giunta regionale nella DGR 49/2019 debbano essere rimessi in linea con gli indirizzi delle direttive europee sulla “economia circolare”, puntando a dare attuazione ad una corretta gerarchia di trattamento dei rifiuti in cui le fasi di prevenzione – preparazione al riutilizzo – riciclaggio - recupero di materia prevedano una corrispondente descrizione sia delle fasi realizzative delle infrastrutture occorrenti, sia delle risorse allocate per le stesse con la redazione di un cronoprogramma che ne renda credibile la loro concreta attuazione da qui al 2025.
Si ritiene che il puntare ancora strategicamente sul recupero di energia e sul trattamento meccanico, finalizzato in larghissima parte al conferimento in discarica, non punti affatto nella direzione annunciata di una “strategia rifiuti zero” verso “l’economia circolare”, ma di fatto l’obiettivo principale della Regione Lazio al 2025 resta la gestione del 55% della attuale frazione di rifiuti indifferenziati con l’aggiunto di una ulteriore ed inutile mega-impianto a Colleferro che va nella direzione opposta del principio di “prossimità” e di “autosufficienza” tanto declamato.
A nostro avviso occorre invertire le scelte strategiche, a partire ad esempio dalla previsione urgentissima della rete impiantistica per il trattamento della frazione organica differenziata del Lazio attraverso i primi dieci impianti di compostaggio aerobico di media dimensione (circa 30.000 t/a), utili al soddisfacimento dell’attuale e certificato fabbisogno residuo di 300.000 t/a, come prescrive il DPCM 7-3-2016, stabilendo oltre alla tecnologia ed alla capacità anche la relativa ubicazione per macro-aree.
Nel merito appare evidente che 250.000 t/a di frazione organica, contenute in questo fabbisogno residuo, sono quelle esportate nelle regioni del nord da parte di Roma Capitale, nel cui territorio dovrebbero essere ubicati almeno otto dei dieci impianti di compostaggio aerobico di media dimensione.
Tale previsione di localizzazione al momento si scontra con forti opposizioni popolari e con la presenza di vincoli di diversa natura sui territori di Roma Capitale e della Città metropolitana; tale nodo potrebbe essere sciolto con la presentazione di una apposita variante al PRG vigente - attraverso un processo di partecipazione dei cittadini da coinvolgere nell’intero processo decisionale - dato che ai sensi dell’articolo 177 comma 2 del D. Lgs. 152/2006 e smi “i servizi pubblici locali di natura ambientale e, in particolare, i servizi attinenti la gestione dei rifiuti urbani costituiscono attività di pubblico interesse” .
Ovviamente le risorse previste per il potenziamento della raccolta e del trattamento delle frazioni differenziate andrebbe totalmente rivisto, considerando che solo per le esigenze infrastrutturali di RomaCapitale al momento servirebbero circa altri ottanta centri di raccolta/isole ecologiche ed almeno una quarantina di centri di riuso distribuiti nei quindici municipi secondo la densità abitativa. La stessa estensione generalizzata della raccolta domiciliare a Roma Capitale, unica scelta necessaria e funzionale all’abbattimento del 60% dei rifiuti indifferenziati del Lazio ed alla dismissione graduale dei tre TMB romani in esercizio, rappresenta un impegno finanziario che non può essere assolto solo dal bilancio comunale ma necessita di un forte impegno di fondi regionali certi e disponibili da ora al 2025.

Roma 30-9-2019

Il presidente del Movimento Legge  Rifiuti Zero per l’economia circolare
Massimo Piras

(by Nicola)

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