venerdì 11 ottobre 2019

Milena Gabanelli risponde alla lettera del nostro 'Movimento'




Gentile Movimento Rifiuti Zero,

le mie battaglie a sostegno di una raccolta differenziata più responsabile e fatta meglio sono note, come pure sono note le mie denunce sulla mancanza di impianti di compostaggio e la mancanza di incentivi per rendere la filiera più virtuosa. Ed anche un Dataroom (per tornare a tempi recentissimi) sulla urgenza di avviare una vera economia circolare e punire l’obsolescenza programmata.
Il mio ragionamento oggi parte da un dato di fatto: ogni giorno migliaia di tonnellate di rifiuti partono – su camion – dal Sud verso le regioni del Nord poiché al Sud non si sono attrezzati per smaltirli.
I capannoni che vanno a fuoco per autocombustione o perché incendiati (uno ogni 3 giorni), dagli atti della magistratura inquirente, contengono principalmente plastiche. Probabilmente quella che prima riuscivamo a mandare in Cina e che oggi nessuno vuole più. L’impatto ambientale è devastante e i costi di bonifica enormi, tutti a carico degli enti pubblici poiché “i responsabili” o non li trovi, o sono falliti.
Le aziende di riutilizzo sono concordi: il 30% dei rifiuti prodotti è scarto non riutilizzabile. Cosa fare di questo 30% quindi?
L’Europa invita a non produrre più plastiche non riciclabili entro il 2030. Ottimo! Invita a dismettere gli inceneritori. Ottimo! La Lombardia ne stava dismettendo 3, l’Emilia Romagna 2, ma poi nel 2015 il governo ha invitato le regioni che hanno più impianti a prendersi i rifiuti del Sud. Questo ha comportato, e comporta, che migliaia di camion vadano avanti e indietro (mi pare che le emissioni dei tir siano piuttosto inquinanti), che gli inceneritori che stavano chiudendo abbiano ripreso a pieno regime. Non mi ricordo che qualcuno si sia opposto a questo “spostamento del problema”.
Siamo tutti d’accordo sul fatto che il mondo debba andare da un’altra parte, ma secondo lei è giusto che nell’attesa di diventare tutti virtuosi, una parte del Paese debba essere inondata di emissioni nocive (che si spargono per km come scrivete voi), che sopporti questo carico di trasporti pesanti, e in più paghi il prezzo della nuova filiera della criminalità generata proprio dal fatto che i rifiuti, più li sposti e più rendono? Infatti sono aumentati i prezzi di conferimento agli impianti. Guadagna il privato, paga il pubblico, e in mezzo qualcuno intossica intere città (a Milano per giorni solo le diossine sono state 100 volte sopra i limiti).
L’esempio di Bolzano l’ho citato perché, da quel che risulta, è quello di ultima generazione con la tecnologia più avanzata. Dai dati dell’agenzia provinciale per l’ambiente il traffico della città di Bolzano emette PST 100 volte superiore a quelle che si misurano vicino al termovalorizzatore. E il fatto che l’energia prodotta venga immessa in rete e non vada dispersa non credo sia un fatto trascurabile. Come è fondamentale il fatto che la gestione è totalmente pubblica, quindi non deve guadagnare, ma ammortizzare i costi. Al contrario di quel che avviene in tutti gli altri inceneritori o termovalorizzatori. Per questa ragione credo – pragmaticamente – che se venisse costruito qualche impianto (uno o due?) modello Bolzano nei territori sprovvisti, si comincerebbe a chiudere – come era previsto – i 5 impianti del nord. Ricordo che si stavano dismettendo per mancanza di roba da bruciare, poiché la differenziata e il riciclo avevano tolto “carburante”. Quindi la dismissione, è la naturale conseguenza delle cose, quando ogni comune organizza una buona filiera mettendo il cittadino in condizione di rispettarla.
Non ho passione per gli inceneritori, non serve ribadirlo, però spiegatemi voi come se ne esce. Con le discariche? Perfetto, qualcuno le faccia, battetevi per farle! Ci vogliono 7 anni per costruire un impianto? In 7 anni è stata costruita l’Autostrada del Sole! Perché 7 anni? La mia campagna informativa su clima, ambiente, salute, sostenibilità, come potete vedere e leggere continua quasi ossessivamente, ma ogni tanto mi pongo qualche problema concreto, che riguarda il “qui e ora”.
Per quel che riguarda invece il titolo, non sono io ad occuparmene. Se conoscete un po’ del mondo dell’editoria ben sapete che servono ad attrarre la lettura. Importante che non dica cose diverse da quelle che sono poi nell’articolo. Non mi pareva questo il caso.
 
Un cordiale saluto
 
Milena Gabanelli

(by Nicola)

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