Al Presidente della Repubblica
Al Presidente del Senato
Al Presidente della Camera
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Ai Gruppi parlamentari
I sottoscritti facenti parte dell’Associazione “Attuare la
Costituzione”, nel trasmettere l’unita petizione, formulata ai sensi
dell’art. 50 della Costituzione e sottoscritta da oltre 70.000 persone,
ritengono opportuno far presente che l’accoglimento delle richieste che
essa contiene è diventato ancor più urgente dopo gli effetti perniciosi
prodotti dall’evenienza del corona virus e la constatazione di una
insuperabile volontà dell’Unione Europea (Germania e Olanda in testa) di
non stampare altra moneta euro, offrendoci soltanto l’inaccettabile
prestito del MES, i cui operatori conservano l’immunità penale, civile e
amministrativa, e hanno il potere di valutare la nostra politica
economica, come prevedono gli artt. 13, comma 3, e 14, comma 2, del
trattato sul MES, ricordati nel documento in data 11 maggio 2020 dello
stesso MES, sottoscritto dal nostro Ministro dell’economia.
E’ da tener presente, a questo proposito, che l’avvento del pensiero
unico dominante del neoliberismo, concretizzatosi nei Trattati di
Maastricht e di Lisbona, ha causato un “imbroglio contabile” che, a
parte i termini che si usano nei bilanci, nella sostanza toglie al
Popolo il potere sacrosanto di “emettere moneta a credito” (tale è la
qualificazione da dare alla moneta dopo la dichiarazione di non
convertibilità in oro del dollaro) secondo i propri bisogni e lo
costringe a chiedere alla BCE e alle altre banche private “moneta a
debito”, che viene concessa o negata in base a ben altre considerazioni
(infatti, a seguito delle “privatizzazioni” delle Banche pubbliche, le
Banche Centrali sono diventate “private” e sono tenute a fare gli
interessi dei “soci” e non di “tutti i cittadini”, e la BCE, essendo in
proprietà delle Banche centrali private, deve anch’essa fare gli
interessi di queste ultime, cioè dei loro soci: un vero e proprio
disastro!) . Il che comporta che, per avere liquidità monetaria, lo
Stato è costretto a indebitarsi e poi, trovandosi nell’impossibilità di
pagare i debiti, è indotto a svendere gran parte del proprio “patrimonio
pubblico” e, con esso, a porre in pericolo la stessa possibilità di
esistere.
E’ questa la situazione che stiamo vivendo. Ma è da tener presente che I trattati sono soggetti alla clausola del “rebus sic stantibus”, e uno “stato di necessità” cambia le loro regole. Mentre è da ricordare che l’Unione Europea, nel negare gli eurobond e
nell’ammettere il MES per far fronte ai danni provocati dal corona
virus, ha tradito i Trattati di Maastricht e di Lisbona, i quali pongono
in primo piano la “coesione economica e sociale”, vanificando così lo
spirito dei Trattati stessi. E questo senza parlare di Olanda e
Lussemburgo che sono addirittura paradisi fiscali. Insomma appare
evidente che, in questo quadro, il concetto di “Unione” si è
completamente dissolto.
In questa situazione, caratterizzata da un bisogno urgente di
liquidità monetaria, e dalla materiale impossibilità di metterci sul
collo il nodo scorsoio di un ulteriore debito, non ci resta che uscire
da quell’imbroglio contabile al quale prima si faceva cenno, ed emettere
“moneta di Stato” in proprietà del Popolo, con corso legale nel
territorio italiano. Lo impongono i principi fondamentali del diritto
internazionale e interno e, in particolare, la nostra Costituzione,
(che, è utile ricordarlo, “prevale” sui Trattati), il cui articolo 11
consente ”limitazioni di sovranità in condizione di parità con gli altri
Stati”, per “assicurare la pace e la giustizia fra le Nazioni” e non
per far prevalere gli interessi della “finanza privata”, e il cui
articolo 117, comma 1, lett. e) attribuisce alla competenza esclusiva
dello Stato la materia della “moneta e della tutela del risparmio”. E
ciò a prescindere dal fatto che la ratifica del MES violerebbe in pieno
anche gli articoli 1, 2, 3, 4, 35, 36, 37, 38, 39, 40, 41, 42, 43, 44,
45, 46, 47 della Costituzione.
E’ questo il momento che i Parlamentari si dimostrino uomini dalla
schiena dritta e affrontino la ricostituzione indispensabile del
nostro “patrimonio pubblico”, dissipato da precedenti governi e
parlamenti, senza paura e con la determinazione che occorre nelle
situazioni difficili. Altrimenti avremo una definitiva disfatta di
Caporetto, senza nessuna speranza di un 24 maggio.
Paolo Maddalena, Presidente dell’associazione
Giuseppe Libutti, Vice Presidente
Emanuele Petracca, componente del Consiglio direttivo
Paolo Berdini “
Mauro Scardovelli “
Ivano Spano “
Franco Brugnola “
Raffaele Coppola, socio
(by nicola)
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