lunedì 30 marzo 2020

"Nihil difficile volenti" IL MOLISE PARTE CIVILE

Riceviamo e pubblichiamo 

 
Costituiamo un gruppo di sostegno e salvaguardia della democrazia in un momento delicato.
Aiutare il Molise è possibile è doveroso anche senza essere politici e amministratori ma sopratutto senza dover appartenere a qualcosa o a qualcuno.
Basta usare la testa e il cuore dando il proprio contributo di esperienza, conoscenza e professionalità.
Tanta gente per bene forma la nostra società civile.
Invito tutte le menti illuminate affinché raccolgano questo invito per farsi sentire anche a distanza.
Preserviamo il Molise.
Garantiamo il futuro nostro e delle future generazioni.
Mettiamo in moto il Molise parte civile.

Nihil difficile volenti.


Avv. Enzo Iacovino

Adesioni:  Vincenzo Iacovino (pagina fb)
  
(by nicola)

sabato 28 marzo 2020

Il piano di emergenza prevede il ricorso prima alle strutture pubbliche



Richiesta di rettifica all’intervista del presidente della regione Molise Donato Toma

A TUTTI GLI ORGANI DI INFORMAZIONE DEL MOLISE

In merito alle dichiarazioni rilasciate oggi dal Presidente della Regione Molise Donato Toma circa l'utilizzo delle strutture private per fronteggiare l'emergenza Coronavirus preciso quanto segue:
"Il decreto operativo firmato dalla struttura commissariale durante l’emergenza redatto dal dottor Florenzano, e dalle dottoresse Scafarto e Gallo, è composto di 4 fasi operative. Nello stesso documento è ricompreso anche il coinvolgimento delle strutture private. E’ vero. Ma a differenza di quanto dichiarato dal presidente della Regione Molise, il principale coinvolgimento riguarda le strutture pubbliche. Poi quelle private. Così come previsto dal decreto Cura Italia.
Tengo a precisare che il sottoscritto, per ben cinque volte, da ultima la riunione di questa mattina alle ore 12, ho sollecitato e richiesto di visionare la fase 4 che ancora non mi viene sottoposta. Il direttore generale Oreste Florenzano mi ha rassicurato affermando che la famosa fase 4 mi verrà presentata lunedì.
Ad oggi l’Asrem non ha ancora presentato a tutti i componenti dell’Unità di crisi il piano di emergenza che prevede, come da me individuato, il ricorso prima alle strutture pubbliche con il coinvolgimento di Larino, Venafro e, se nel caso, Agnone. Poi, in caso di necessità, i privati.
 

Angelo Giustini
Commissario ad acta alla Sanità Regione Molise


(by Nicola)

venerdì 27 marzo 2020

Tears for Fears


IL PIANTO DEL COCCODRILLO!

IL DIRITTO DI CRITICA NON È MAI POLEMICA MA L’ESERCIZIO DI UN DIRITTO SANCITO E TUTELATO DALLA COSTITUZIONE -ART. 21 - CHE PUÒ ESSERE ESPRESSO IN OGNI MODO ED IN OGNI MOMENTO (compreso la fase emergenziale) E DI CUI NON CE NULLA DI CUI “VERGOGNARSI”, DIRITTO EVIDENTEMENTE SCONOSCIUTO AL PRESIDENTE DELLA REGIONE CHE NON ACCETTA CRITICHE NE LA POSSIBILITÀ CHE ALTRI POSSANO ESPRIMERE LA LORO OPINIONE LIBERAMENTE SUL SUO OPERATO.
PRESIDENTE SI LEGGA LA COSTITUZIONE SCENDA DAL TRONO E SI CONFRONTI DEMOCRATICAMENTE CON LA GENTE CHE LA STA ESORTANDO AD EMANARE PROVVEDIMENTI PER LA TUTELA DELLA SALUTE DEI MOLISANI DIA ATTUAZIONE AI DECRETI EMERGENZIALI:
A) crei aree sanitarie dedicate ai pazienti COVID presso strutture esistenti (Larino-Venafro-Agnone);
b) assuma medici;
C) assuma infermieri;
D) crei posti letto per terapia intensiva ed emergenziali;
E) riconverta le aziende in cui partecipa la regione (oggi fermo) in produzione di materiale sanitario e protezione individuale. Tutte iniziative a carico dello stato.
F) sospenda la tassa IRAP;
G) sospenda le riscossioni;
F) crei opportunità di lavoro;
G) ridia slancio all’economia locale.

MI DICA SE QUESTA E’ POLEMICA E SOPRATTUTTO DICA DI COSA CI SI DOVREBBE VERGOGNARE NELL’ESPRIMERE LA PROPRIA OPINIONE FACCIA IN BAGNO DI UMILTÀ E SI AFFIDI A PROFESSIONISTI ESPERTI E AI DIRIGENTI DELLA REGIONE CHE LA POSSANO AIUTARE A NON FAR ESTINGUERE IL MOLISE.
EVITI USCITE INOPPORTUNE DAL SAPORE FEUDALE E AUTARCHICO SI ADEGUI AI PRINCIPI COSTITUZIONALI DELLA REPUBBLICA.
IO NON MI VERGOGNO PER ESPRIMERE LIBERAMENTE LA MIA OPINIONE SI VERGOGNI PIUTTOSTO CHI NON ACCETTA LE LIBERTÀ ALTRUI.
Il MOLISE E’ IN GINOCCHIO PER COLPE PRECISE E’ SI VERGOGNI CHI STA UMILIANDO I MOLISANI.
“VERGOGNA “ LO DICIAMO NOI MOLISANI A CHI NON AGISCE PER IL BENE DEL MOLISE BENE COMUNE.

Avv. Enzo Iacovino


(by nicola)

Col nuovo decreto i diritti costituzionali sono più garantiti



Come è noto, già nel pieno dell’emergenza da COVID-19 – dopo una serie di informazioni contraddittorie, di iniziative estemporanee e di una attesa forse eccessiva – il Governo ha preso una serie di misure per contrastare il diffondersi del coronavirus: soprattutto provvedimenti in materia di diretta emergenza sanitaria, ma anche relativi alla conseguente crisi economica e persino provvedimenti che riguardano il diritto penale e le libertà fondamentali.
Qui il testo di riferimento era il d.l. 23.2.2020, n. 6, recante «Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19» (poi convertito, con modificazioni, dalla l. 5.3.2020, n. 13), il quale, all’art. 3, comma 4, prevedeva che il Presidente del Consiglio dei Ministri potesse adottare decreti con misure di contenimento la cui violazione era punita ai sensi dell’articolo 650 del codice penale, che appunto sanziona la inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità legalmente dati per le ragioni previste (tra cui quelle di natura sanitaria). Peraltro, ai provvedimenti del Presidente del Consiglio si erano aggiunte numerose ordinanze adottate dai Presidenti delle Regioni e persino da Sindaci. Tale modo di produzione normativa aveva prodotto argomentate censure. Ricordo le principali: a) pur se (nell’opinione prevalente) possibile, il ricorso a norme penali in bianco, come l’art. 650 c.p. o (se si ritenesse che avesse “vita autonoma”) l’art. 3, comma 4, del d.l. n. 6/2020, si può ammettere solo se in presenza di provvedimenti “attuativi” dotati di sufficiente precisione nei contorni delle condotte vietate, cosa che non sembrava essere del tutto assicurata dai vari provvedimenti emessi, che sembravano talvolta dare consigli, piuttosto che imporre obblighi; b) peraltro, qualche procura (come quella di Milano), utilizzando la clausola di riserva “se il fatto non costituisce un più grave reato”, aveva pensato di ricorrere alla più severa contravvenzione prevista dall’art. 260 del testo unico delle leggi sanitarie del 1934, n. 1265, che punisce “chiunque non osserva un ordine legalmente dato per impedire l'invasione o la diffusione di una malattia infettiva dell'uomo” con le pene congiunte dell’arresto e dell’ammenda; c) le moltissime violazioni contestate (secondo i dati disponibili sul sito del Ministero dell’Interno, tra l’11 e il 24 marzo, sono state denunciate ben 100.000 persone), avrebbero certamente ingolfato il sistema processuale penale, pur se si fosse fatto ricorso a decreti penali di condanna; d) in ogni caso, sarebbe stato preferibile che fosse stata direttamente la legge – o una fonte parificata, come i decreti-legge, tipici delle situazioni di emergenza ed urgenza, ma adottati dal Governo nella sua collegialità e comunque soggetti alla conversione in legge – a limitare la libertà personale (e voglio ricordare la lettera di Giovanni Guzzetta, pubblicata proprio su Il Dubbio). Ora il Governo è intervenuto con il d.l. 25.3.2020, n. 19, recante (ulteriori) “misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19”. Innanzitutto va segnalato come l’art. 5 di tale decreto-legge abroghi (salvi parti qui non rilevanti) l’intero d.l. 6/2020. Dunque, sembrano essere superati i dubbi del passato, sopra riassunti. E quindi aveva ragione chi, sia pur in tempi di coronavirus, si era permesso di ragionare e di esprimere un “Dubbio”! A proposito, con una (opportuna) norma transitoria, il nuovo decreto-legge stabilisce che le nuove disposizioni che prevedono sanzioni amministrative, contestualmente introdotte, si applicano anche alle violazioni commesse anteriormente alla data di entrata in vigore del presente decreto, ma in tali casi le sanzioni amministrative sono applicate nella misura minima ridotta alla metà. Ovviamente, ciò avverrà con trasmissione degli atti all’autorità amministrativa competente, da parte dell’autorità giudiziaria.
Inoltre, nel decreto-legge del 25 marzo: a) l’art. 1 contiene una elencazione di misure che possono essere adottate secondo princìpi di adeguatezza e proporzionalità al rischio effettivamente presente su specifiche parti del territorio nazionale ovvero sulla totalità di esso; a) di regola, tali misure sono adottate con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri o, in casi di estrema necessità ed urgenza, dal Ministro della Salute; b) nelle more dell’adozione dei decreti del Presidente del Consiglio, e con efficacia limitata fino a tale momento, le regioni possono introdurre misure ulteriormente restrittive, esclusivamente nell’ambito delle attività di loro competenza e senza incisione delle attività produttive e di quelle di rilevanza strategica per l’economia nazionale; c) i sindaci non possono adottare, a pena di inefficacia, ordinanze contingibili e urgenti dirette a fronteggiare l’emergenza in contrasto con le misure statali.
Ma soprattutto si prevede che, salvo che il fatto costituisca reato, il mancato rispetto delle misure sopra menzionate è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 400 a euro 3.000 e non si applicano le sanzioni previste dall’articolo 650 del codice penale o da ogni altra disposizione di legge attributiva di poteri per ragioni di sanità. Se il mancato rispetto delle predette misure avviene mediante l’utilizzo di un veicolo le sanzioni sono aumentate fino a un terzo. In taluni casi, si prevede che sia possibile applicare anche la sanzione amministrativa accessoria della chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni.
Tuttavia, salvo che il fatto costituisca violazione dell’articolo 452 del codice penale o comunque più grave reato, la violazione del divieto assoluto di allontanarsi dalla propria abitazione o dimora per le persone sottoposte alla misura della quarantena, perché risultate positive al virus, è punita ai sensi del ricordato art. 260 regio decreto 27.7.1934, n. 1265, le cui pene sono state aggravate dal d.l. 19/2020. Invece, è applicabile l’illecito amministrativo sopra riportato per l’inosservanza della quarantena precauzionale per i soggetti che hanno avuto contatti stretti con casi confermati di malattia infettiva diffusiva o che rientrano da aree ubicate al di fuori del territorio italiano.
Finalmente un passo avanti, certo non decisivo e privo di ombre, ma che va nella direzione del rispetto delle garanzie costituzionali, sia pur in un momento di emergenza.

Bartolomeo Romano, Ordinario di Diritto penale nell’Università di Palermo

Fonte: il Dubbio

(by nicola)

La carica dei 101


L’arma più efficace di cui disponiamo nella lotta contro il coronavirus si chiama 'trasparenza' (la capacità di esercitare il potere pubblico... in pubblico)!

(by nicola)

giovedì 26 marzo 2020

Red area

Il sindaco di Cercemaggiore non sa a chi chiedere aiuto per dare risposte ai 13 ospiti e ai 3 operatori della locale casa di riposo risultati positivi al coronavirus. Tutta la popolazione è a rischio!
Probabilmente anche Cercemaggiore diventerà 'zona rossa' ma... di vergogna a causa di qualcuno! I tamponi? "Non si fanno su richiesta... e l'Asrem ha comunque monitorato in settimana la situazione nella casa di riposo, prima di mandare una squadra di tecnici a fare gli screening necessari."

 (by nicola)


La 'giustizia' al tempo del coronavirus


In estrema sintesi: è caos in tutto il mondo!
Ovunque processi sospesi o rinviati.
Esplosiva la situazione nelle carceri (lodevole l'iniziativa del ministro della Giustizia francese che ha consentito la messa in libertà di 5000 detenuti).
Neanche gli avvocati se la passano bene...

(by nicola)

mercoledì 25 marzo 2020

Secondo rapproto sull'Economia circolare in Italia. Siamo ancora primi in Europa ma non basta


Il Rapporto conferma come l’Italia sia ai primi posti tra le grandi economie europee in molti settori dell’economia circolare. Tuttavia se continuiamo così corriamo il rischio di essere presto superati dagli altri Paesi UE. Serve realizzare infrastrutture e impianti, strumenti di governance (princìpi e regole) efficaci quali l’Agenzia Nazionale per l’Economia Circolare”


(by nicola)


martedì 24 marzo 2020

A beneficio di tutti

"La spazzatura 
è una grande risorsa
nel posto sbagliato 
a cui manca 
l'immaginazione di qualcuno 
perché venga riciclata 
a beneficio di tutti"

Mark Victor Hansen

 (by nicola)

lunedì 23 marzo 2020

Coronamafie




Sanità - ricordate l'inchiesta 'Infinito' che portò alla condanna di Carlo Chiriaco, ex direttore dell’Asl di Pavia  nonché referente (sic!) delle 'ndrine per il settore sanitario in Lombardia? - G.d.o., agroalimentare, pompe funebri (caro estinto), rifiuti,  sono solo alcuni dei settori 'gestisti' dal crimine organizzato.
Siamo certi che menti criminali hanno già pianificato 'cosa e come' fare per aumentare, a scapito dei più, i propri profitti!
Meglio non dimenticare mai la frase di Pasquale Villari che a termine dell'epidemia di colera a Napoli, alla fine del 1800,   sentenziò: "Meglio il colera che il risanamento (sottinteso di Napoli)!"

(by nicola)

mercoledì 18 marzo 2020

"Deliberiamo Roma!#mirifiuto" L'intervento del coordinatore nazionale del Movimento 'L.R.Z. per l'Economia Circolare'


(by nicola)

Falling Down


Ieri, per motivi familiari, ho trascorso buona parte della giornata presso un pronto soccorso dell'Abruzzo.
Munito del 'nuovo modello di autocertificazione per circolare' ho iniziato il mio viaggio. Fino a Termoli molte auto 'private' e pochi camion. Controlli? Zero! 
Autostrada: solo camion! Aree di servizio? Un "deserto dei Tartari!" Controlli? Una pattuglia della Stradale e una della G.d.F..
Il parcheggio 'gratuito', una volta giunto a destinazione, non lasciava presagire niente di buono... 
In sole 5 ore, due ricoveri con patologia conclamata...

(by nicola)

Cervcasi volontari

Riceviamo e pubblichiamo



La Caritas diocesana si trova in estrema difficoltà e sta provando con le sue forze ad affrontare il duro periodo che ci sta colpendo, e che non esenta gli ospiti abituali dell'ostello a via Marsala. Si trovano in difficoltà per carenza di volontari a seguito delle giuste norme che ci invitano a rimanere a casa se non per urgenti e improcrastinabili motivi. É per questo che, nella piena libertà:
"Si richiede personale Volontario da affiancare ai dipendenti per il servizio di Mensa in Via Marsala e Mensa a Colle Oppio"
Rif.: Gianni Pizzuti (gianni.pizzuti@caritasroma.it)
Forniscono loro i DPI.
Forniscono loro il "foglio di via" cioè bisogna fornire preventivamente i dati di chi andrà, in maniera che possano preparare il lasciapassare.
Chiaramente questo è un servizio che si chiede alla singola persona, al di fuori di qualsiasi appartenenza associativa. Se qualcuno di voi avesse la possibilità o potesse diffondere l'informazione a qualcuno che può dare una mano sarebbe un grosso servizio.

(by nicola)

LIBERO ACCESSO ALLA BIBLIOTECA DIGITALE MONDIALE PER SENTIRSI MENO SOLI

Ringraziamo la ns. Socia Isabella Astorri per quanto segnalato
 


L'UNESCO HA AVUTO LA GRANDE IDEA DI DARE ACCESSO LIBERO ALLA BIBLIOTECA DIGITALE MONDIALE SU INTERNET. INCOLLO QUI IL LINK CHE MI È STATO L'UNESCO HA AVUTO LA GRANDE IDEA DI DARE ACCESSO LIBERO ALLA BIBLIOTECA DIGITALE MONDIALE SU INTERNET. INCOLLO QUI IL LINK CHE MI È STATO INVIATO IN MODO CHE GENITORI E FIGLI POSSANO APPROFITTARE DEL TEMPO CULTURALMENTE!
GODETEVELO E RICORDATE:#IORESTOACASA
CHE REGALO DA PARTE DELL'UNESCO A TUTTA L'UMANITÀ!
Soprattutto per i GIOVANI.
E' già disponibile su Internet, attraverso il sito:
Raccoglie mappe, testi, foto, registrazioni e filmati di tutti i tempi e spiega in sette lingue i gioielli e i cimeli culturali di tutte le biblioteche del pianeta.
NON SOLO VALE LA PENA CONDIVIDERLO, MA È UN DOVERE ETICO FARLO!
Queste sono le cose che vale la pena di diffondere.
SE NULLA SARA' PIU' COME PRIMA
FACCIAMO CHE CON LA CULTURA
I TEMPI CHE VERRANNO
CI TROVINO PIU' PREPARATI
UNITI E SOLIDALI IN UN MONDO SENZA INGIUSTIZIE E CON UN SISTEMA SANITARIO PER TUTTI
NON SOLO PER I PIU' RICCHI INVIATO IN MODO CHE GENITORI E FIGLI POSSANO APPROFITTARE DEL TEMPO CULTURALMENTE!
GODETEVELO E RICORDATE:#IORESTOACASA
CHE REGALO DA PARTE DELL'UNESCO A TUTTA L'UMANITÀ!
Soprattutto per i GIOVANI.

BUONA NAVIGAZIONE

(by nicola)

lunedì 16 marzo 2020

Anche se costretti a casa per via della pandemia da coronavirus i rifiuti continuiamo a produrli. Allora perchè non...

 

... collegarci DOPODOMANI DALLE 11 ALLE 12 con MASSIMO PIRAS - E DALLE 17 ALLE 18 con PIERGIORGIO ROSSO - per ribadire le nostre scelte per una corretta gestione dei rifiuti a Roma , DECENTRATA E PARTECIPATA, insieme alle linee guida del nostro Programma Industriale di Economia Circolare per Roma AUTOSUFFICIENTE?

(by nicola)


domenica 15 marzo 2020

(IN)CAPACITY MARKET & CORONAVIRUS. Da un lato hanno rimborsato le perdite di ENEL, Sorgenia, Edipower, ecc., dall'altro annientato la Sanità pubblica

Riceviamo dal ns. amico Angelo Consoli e pubblichiamo 


Ci avevano già provato. Ma non ci erano riusciti. Almeno non nelle forme e le dimensioni in cui ci sono riusciti oggi. Quello che non hanno ottenuto da Monti e Passera, lo hanno ottenuto da Conte e Di Maio. Uno dei più grandi paradossi della politica moderna! Nel 2012 al governo c'era Monti. Si chiamava “capacity payment” e non capacity market” ma aldilà delle sottigliezze lessicali, la sostanza è la stessa: regalare soldi ai petrolieri e ai gasisti togliendoli dalle bollette elettriche e cioè dai consumatori. Il provvedimento veniva introdotto con il decreto Cresci Italia per (così dicevano) remunerare i “servizi di flessibilità” delle centrali termoelettriche. Era in realtà  "meccanismo truffa" che regalava soldi (molti di meno di quelli dell'attuale provvedimento bisogna dire) ai produttori di energia fossile. Vediamo meglio come Innanzitutto bisogna capire il contesto economico. Cosa era successo in quegli anni? Era successo che cominciava a prendere piede un fenomeno descritto dagli esperti mondiali di energia come "smart energy delta", che consiste nel crollo del prezzo livellato dell'energia (LCOE o Levelized Cost of Energy, (1) delle energie di origine solare e nel contestuale e simultaneo aumento dell'LCOE delle energie fossili.  A fronte di questo fenomeno, i più avveduti analisti finanziari avevano cominciato a consigliare strategie di Fossil Divest (2), per uscire da investimenti nei fossili e invece impegnarsi verso quelli per le rinnovabili e non, si badi bene, per puro spirito ambientalistico, ma semplicemente perché le fossili erano diventate anti economiche, punto. Ma a fronte di questi saggi consigli, la maggior parte dei monopoli energetici ha preferito continuare a investire in impianti a turbogas, andandosi a infilare in un vicolo cieco e un disastro economico.  Oggi di fronte all'inevitabile catastrofe finanziaria, questi sciagurati si presentano davanti ai governi con il piattino in mano domandando l'elemosina di un "capacity market" a carico dei loro stessi clienti in una riedizione paradossale in chiave fossile di Robin Hood in cui i poveri consumatori sono costretti a donare ai ricchi petrolieri. E purtroppo trovano una classe politica incompetente e disattenta (ma si potrebbe anche dire di peggio) pronta a credere  generosamente a immaginifiche spiegazioni, come la "remunerazione della capacità": ...teniamo aperte le centrali fossili messe in crisi dalle più pulite e economiche energie solari, che non si sa mai se domani il sole dovesse non sorgere più e allora ci potrebbe essere bisogno di far ricorso alla buona vecchia e costosa energia fossile! ... Ecco che dunque, il compiacente governo Conte 1 (ministro per lo sviluppo economico il five stars Di Maio) regala alle aziende fossili 20 miliardi di euro in dieci anni, e il successivo governo Conte 2 (ministro per lo sviluppo economico il five stars Patuanelli), si guarda bene dal revocare tale ingiustificabile provvedimento. Ubi fossil, civitas cessat...
La verità è che negli ultimi anni gli impianti fotovoltaici ed eolici erano diventati un bel grattacapo per le centrali tradizionali. Fino al tramonto, infatti, gli impianti fotovoltaici producono energia a costo marginale zero e con priorità di dispacciamento, tenendo bassi i prezzi in Borsa. Capita così che gli impianti a ciclo combinato a gas durante il giorno spesso non riescano a vendere energia. Solo dopo il tramonto, nel giro di un’ora, entrano in gioco con una potenza di circa 20 mila megawatt.
Ed è questa la (cosiddetta) “flessibilità” che viene compensata dal “capacity payment”, cioè dal contributo ai produttori scaricato sulle bollette dei cittadini. Questo meccanismo pur essendo di un decimo di quello deciso dal governo attuale, nel 2012 veniva stigmatizzato da Confindustria che esprimeva “forte preoccupazione per la misura introdotta, che può innalzare ulteriormente il costo della bolletta energetica italiana per un valore compreso tra i 500 e gli 800 milioni di euro”. (3) Nella nota di Confindustria che "il tema degli effetti di spiazzamento delle fonti rinnovabili sul sistema termoelettrico esiste, ma non può essere affrontato in modo estemporaneo. In un Paese che ha una sovracapacità ormai strutturale di produzione elettrica di oltre il 30% non esiste un problema di capacity payment bensì quello di trovare opportuni meccanismi di gestione dei bilanciamento e riserva di energia coerenti con il finanziamento del mercato”. Insomma bisognerebbe darsi da fare per accumulare la sovraccapacità energetica e distribuirla meglio, anziché pensare solo agli interessi dei produttori di energie fossili. Che hanno anche un altro problema, ormai insostenibile. Progettate prima del boom delle rinnovabili, le centrali tradizionali (gas, termoelettrico, carbone) si reggevano sull’attesa di produrre al 70/80 per cento della potenza massima. Oggi sia per il crollo dei consumi sia per la concorrenza delle rinnovabili restano spesso al minimo, e non superano per poche ore al giorno il 65 per cento della capacità. Invece di lavorare per 4 mila ore l’anno necessarie per ripagare l’investimento lavorano per 2500/3000 ore e, per recuperare, vendono l’energia a caro prezzo nel picco serale. Così si scopre che i produttori elettrici hanno investito circa 25 miliardi di euro sui nuovi impianti a partire dal 2000, quando già si sapeva che avrebbero avuto difficoltà a ripagarsi per l'eccesso di offerta (vedi relazione di Assoelettrica del 2006  (4). L'analisi non viene da Greenpeace o dal WWF, noti ambientalisti oltranzisti, ma dall'organo ufficiale di Confondustria, il Sole 24 ore, che parla esplicitamente di "costo eccessivo delle centrali di riserva", e si tenga presente che la capacità di fare massa critica delle rinnovabili, all'epoca non era ancora così elevata come oggi (5).
Inoltre l'iniziativa Carbon Tracker in un articolo dal significativo articolo "Trillions of dollars at risk as energy transition disrupts entire sectors" avvertiva che il "bagno di sangue" per i fossili sarebbe cominciato nel 2020. (6)
E Jeremy Rifkin, dopo attenta analisi dei mercati fossili, conclude nel suo libro appena uscito "Il Green New Deal Globale", che il crollo sarebbe avvenuto al più tardi nel 2028 (7) A fronte di tutto questo, quando nel 2018 i monopoli fossili furono messi in ginocchio dall'esplosione delle energie rinnovabile  (e specialmente del fotovoltaico) introdotte con un  coraggioso e efficace sistema di incentivi conosciuto con il nome di Conto Energia,  da Alfonso Pecoraro Scanio,  durante il governo Prodi. Che conseguenze si avrebbero e per chi se quei 25 miliardi andassero in fumo? Di chi sono? Ce lo dice l'ingegner G.B. Zorzoli, esperto di mercato elettrico e presidente della sezione italiana dell'International Solar Energy Society su QualEnergia.it: “Sono stati investiti da chi ha fatto gli impianti, ma finanziati con il project financing, dunque alla fine gli investimenti vengono dalle banche. Non sfruttando i cicli combinati si metterebbero in crisi le banche italiane. La cifra investita è semplicemente troppo grossa per lasciar fallire questi investimenti. Senza contare la ricaduta occupazionale, la colpa della quale poi verrebbe data alle rinnovabili. Non ci resta che sfruttare il capacity payment come possibilità tecnica, facendo attenzione che la remunerazione sia adeguata e sviluppando nel frattempo le tecnologie degli accumuli proritariamente in quelle funzioni non coperte dai cicli combinati”. Ma questo non si chiama "rischio d’impresa"? E perché gli errori di questi presunti imprenditori dobbiamo sempre e comunque pagarli noi? E poi fatemi capire meglio... per evitare che vadano persi quei pochissimi posti di lavoro ancora forniti dal mondo fossile, dovremmo dare priorità all'elettricità di origine fossile e penalizzare quella virtuosa di provenienza rinnovabile e solare? Ma è esattamente il contrario delle raccomandazioni europee!  Chi ha investito nel gas lo faceva sfidando tutte le logiche umane, ecologiche e anche economiche, e oggi ne paghi le conseguenze. Se un imprenditore nel settore turistico ricettivo investe nella costruzione di un albergo vicino a una discarica e la gente rifiuta di andarci, i suoi mancati introiti di esercizio, i suoi debiti con le banche che incautamente gli hanno prestato i soldi e le sue perdite mia le copre lo stato o i consumatori. Allora perché a ENEL, Sorgenia Edipower e compagnia cantando le perdite devono essere rimborsate dai consumatori con un assurdo prelievo in bolletta? Cosa hanno i potentati fossili di più di un barista, un titolare di ferramenta o on albergatore, da dover essere trattati con tanto riguardo?  Del resto la stessa Confindustria (adesso entusiasta del provvedimento) aveva avversato il capacity market in epoca Monti, e mi piacerebbe tanto che Chicco Testa e compagni ci spiegassero questa stridente contraddizione. Il 28 GIUGNO 2019 infatti, la "strana coppia" Conte-Di Maio  generosamente concedeva con decreto apposito  (7)  ai monopoli fossili un full capacity market del valore di 20 miliardi in dieci anni  che è stato purtroppo autorizzato dall'anti trust della Commissione Europea sulla base di considerazioni errate, false e intrise di ipocrisia che parlano di sicurezza degli approvvigionamenti energetici (8).   Se si considera che il duo Monti-Passera si era limitato a 680 milioni per 3 anni si ha una idea precisa delle dimensioni del regalo ai petrolieri E la remunerazione della capacità di riserva elettrica  (con buona pace della Commissione Europea) è solo una penosa scusa, perché lo sanno anche i tordi  che le società fossili hanno continuato per trent'anni a prendere soldi dalle banche per i loro sciagurati investimenti nei fossili, che oggi non sono in grado di restituire perché nessuno vuole più la loro elettricità sporca e costosa. Le associazioni dei consumatori non hanno nulla da dire al governo "del cambiamento" e all'allora Ministro  dello Sviluppo Economico Di Maio gli hanno tolto di tasca oltre 20 miliardi, per remunerare la "capacità" di intervenire in caso di crisi del sistema? Ma gli operatori sul campo non si fanno ingannare. 'Italia Solare' ha proposto un ricorso contro questo decreto  che ha avuto un certo risalto anche sui media ma avrebbe meritato molto di più. Purtroppo quando si ledono gli interessi dei grandi monopoli energetici i media diventano stranamente distratti e approssimativi.(9)  Infine non si può non fare riferimento all'attualità di una economia paralizzata dal Coronavirus con costi umani, ecologici  e economici.  Stiamo vivendo in un momento in cui tutto il mondo è col fiato sospeso per lo sconvolgimento inedito e catastrofico delle nostre economie, della nostra socialità e della stessa integrità della razza umana, e in cui si scopre la incredibile fragilità dei sistemi sanitari dei paesi occidentali, massacrati da anni di disinvestimenti e tagli che significano la rinuncia forzata da parte del personale sanitario al tentativo di salvare vite umane minacciate da una semplice polmonite per mancanza di risorse economiche per far fronte ai mezzi tecnici e alle necessarie competenze professionali e umane. Quanti posti letto in terapia intensiva contro il Coronavirus ma anche contro infarti, tumori, e altre patologie mortali, si potrebbero rendere operativi con 20 miliardi salvando migliaia di vite umane, che notoriamente non hanno prezzo? Adesso che il disastro si profila all'orizzonte, i petrolieri e gasisti, (che hanno continuato a investire in impianti fossili nonostante considerazioni relative alla loro redditività economica oltre che ai danni ecologici lo sconsigliassero vivamente), chiedono e ottengono un regalo che poteva essere loro concesso da un governo di incompetenti, ipocriti e incapaci.  A fronte di queste brevi riflessioni più che di capacity, sarebbe più appropriato  parlare di INCAPACITY market... 
Angelo Consoli   

note-----------------------

(1) Il LCOE è una valutazione del costo medio  totale di costruzione e gestione di un assett per la produzione dei energia per tutta la durata della sua vita diviso per la produzione totale di energia di quell'assett per quella stessa durata. Per approfondire si consiglia questo studio della società di consulenza finanziaria specializzata nell'energia Lazard https://www.lazard.com/media/450784/lazards-levelized-cost-of-energy-version-120-vfinal.pdf
(2) https://gofossilfree.org/divestment/commitments/
(3) https://www.qualenergia.it/articoli/20120720-sicurezza-della-rete-capacity-payment-rinnovabili/
(4) http://www.free-energia.it/w/wp-content/uploads/Relazione_Assoelettrica_2006.pdf
(5) https://st.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-07-19/troppo-costose-centrali-riserva-063745.shtml?uuid=AbTWW99F)
(6)  https://carbontracker.org/fossil-fuels-will-peak-in-the-2020s-as-renewables-supply-all-growth-in-energy-demand/
(7) http://www.vita.it/it/article/2019/10/15/jeremy-rifkin-un-green-new-deal-globale-per-dare-forza-alleconomia-soc/152979/
(8) https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/IP_18_682
(9) 
https://www.qualenergia.it/articoli/stop-al-capacity-market-italia-solare-si-appella-a-di-maio/
https://www.lastampa.it/tuttogreen/2019/06/25/news/mercato-elettrico-un-capacity-market-a-tutto-fossile-1.36543659
https://www.tpi.it/senza-categoria/fonti-fossili-finanziamento-bollette-di-maio-20190619349351/
https://www.infobuildenergia.it/notizie/rinnovabili-capacity-market-commissione-europea-piano-italia-FER-6579.html

(by nicola) 

sabato 14 marzo 2020

L'emergenza nell'emergenza


Nei ghetti della Piana di Gioia Tauro, in Calabria, in Puglia, in Campania, restare a casa ai tempi del coronavirus non è una scelta possibile. Come non lo è quella di lavarsi spesso le mani. Nelle baraccopoli di San Ferdinando, Rosarno e Taurianova, Francesco Piobbichi di Mediterranean Hope distribuisce gel disinfettante e aiuta i migranti a prepararsi all'emergenza.

Fonte: lavialibera.it

(by nicola)


Coronavirus: perché un così alto numero di morti in Italia?




(by nicola)

venerdì 13 marzo 2020

PANDEMIA CORONAVIUS - Richiesta mascherine per le famiglie molisane.



Riceviamo e pubblichiamo


AL PREFETTO DELLA PROVINCIA DI CAMPOBASSO

AL PREFETTO DELLA PROVINCIA DI ISERNIA
AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE DEL MOLISE
ALLA RESPONSABILE REGIONALE DELLA PROTEZIONE CIVILE – MOLISE
AL DIRETTORE GENERALE DELLA SANITA’ DEL MOLISE
e, p.c 

AI PROCURATORI DELLA REPUBBLICA PRESSO I TRIBUNALI DI CAMPOBASSO, ISERNIA, LARINO

 
A seguito della terribile pandemia che ha colpiti gran parte del globo e in particolar modo l’Italia e la Cina, si vuole rappresentare alle SS.LL. proprio la diversità di approccio al contrasto del CORONAVIRUS tra i due paesi testé menzionati. Mentre per il grande paese asiatico sin dai primi segnali della comparsa del virus è stato imposto l’uso delle mascherine per limitare i danni della diffusione virale, in Italia, da subito, è stata diffusa l’informazione che voleva necessario l’uso della mascherina solo a eventuali portatori del virus! Tale ingiustificabile atteggiamento, ha generato sconcerto nella popolazione non trovando giustificazione in una scelta senza contenuti scientifici, anzi. Infatti, le risultanze di queste scelte sono all’evidenza di tutti, cioè, mentre in Cina si va verso il superamento della gravissima situazione, in Italia e in Molise, ci si appresta ad affrontare senza mezzi una prossima annunciata ondata di infettati. Pertanto, alla luce di quanto esposto e in modo particolare delle pessime previsione sulla diffusione della pandemia, in qualità di portavoce del presente Comitato e in rappresentanza delle tante famiglie molisane che mi hanno sollecitato affinché mi adoperassi in tale direzione, chiedo alle SS.LL, ognuna per le proprie competenze, di attivarsi al fine di far recapitare alle famiglie molisane, un kit di mascherine per meglio affrontare i prossimi giorni di pericolo da CORONAVIRUS. Infine, convinti che, così come le imposizioni e le informazioni errate ci sono state dettate dall’apparato statale e regionale, parimenti adesso attraverso gli stessi apparati si debba riparare parzialmente al danno subito, dotando le famiglie di quel minimo per mettere in condizione almeno uno dei membri dei nuclei familiari di spostarsi per le necessità del caso in sicurezza, nel caso contrario, si invitano le procure che leggono per conoscenza, di esperire ogni azione a tutela dei molisani attraverso gli strumenti e gli uomini di loro pertinenza.

Cordiali saluti.

Isernia, 13 marzo 2019

IN SENO AL PROBLEMA!”

COMITATO DI LOTTA PER LA DIFESA DEL REPARTO DI SENOLOGIA DELL’OSPEDALE CIVILE “F. VENEZIALE DI ISERNIA

Il portavoce

Emilio Izzo
(by nicola)

#NoMes



TESTO DELLA PETIZIONE:
Il MES nacque da un Trattato intergovernativo il 2 febbraio 2012, quando ci si accorse che la disposizione dell’articolo 123 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (Trattato di Lisbona), secondo il quale: “è vietato agli Stati membri e alla BCE di salvare Stati Europei in difficoltà”, aveva prodotto effetti negativi per l’intera zona euro. Un motivo, dunque, egoistico, secondo lo stile neoliberista e non solidaristico, che ispira da tempo l’azione dell’UE. Si pensò di dare a detto Trattato intergovernativo anche l’appoggio dell’Unione, ma senza trattarlo come facente parte del “diritto europeo”, con una aggiunta all’art. 136 del Trattato di Lisbona, del seguente tenore: “Gli Stati membri la cui moneta è l’euro possono istituire un meccanismo di stabilità da attivare ove indispensabile per salvaguardare la stabilità della zona euro nel suo insieme”. Insomma a favore degli Stati forti e dei poteri forti.
Nostro compito è stabilire se l’attuale “revisione “del Trattato intergovernativo giovi o non all’Italia.
Prescindendo dalla storia, ben nota, di questo meccanismo (nascita nel 2012, proposta di “Regolamento” nel 2017 da parte della Commissione per far entrare detto Trattato nel “diritto Europeo, fallimento di questo tentativo e convergenza verso una semplice “revisione” del MES) , ciò che oggi ci interessa è lo stato della discussione e la risposta che noi dobbiamo dare.
In proposito è da ricordare che Camera e Senato, il 19 giugno 2019, hanno invitato il governo a “non approvare modifiche che prevedano condizionalità che finiscano per penalizzare quegli Stati membri che più hanno bisogno di riforme strutturali e di sospendere ogni determinazione definitiva finché il Parlamento non si sia pronunciato, e, in particolare, di opporsi ad assetti normativi che finiscano di costringere alcuni Paesi verso percorsi di ristrutturazione predefiniti e automatici”. E’ da sottolineare, inoltre che il Presidente del Consiglio Conte ha dichiarato che l’Italia “non può concedere sul fronte del MES senza ottenere anche sugli altri fronti”.
Il grosso pericolo sta nel fatto che questa “revisione” si inserisce in un processo di “decomposizione” del “Diritto vigente”, facendo in modo che gli stessi strumenti usati per crearlo (le leggi dei Parlamenti), provvedano ora a distruggerlo con l’approvazione di leggi evidentemente incostituzionali. La istituzione del MES si pone chiaramente in questa direzione, soprattutto perché prevede la “immunità” penale, civile e amministrativa dei suoi componenti. Il Diritto non può ammettere immunità, poiché il suo cardine è “l’eguaglianza economica e sociale” di tutti i cittadini. Eliminato questo cardine, i poteri forti faranno in modo che essi siano al di sopra del Diritto, siano effettivamente “Sovrani”. E, una volta distrutta la “sovranità” degli Stati, nessuno potrà contrastarli. Saranno essi “la legge vivente”, che impone ai sudditi la propria volontà. E non può sottacersi che la politica seguita dall’Unione Europea, insieme con il Fondo Monetario Internazionale, va proprio in questa direzione, avvantaggiando i forti sui deboli e gli Stati forti sugli Stati deboli, come nel caso in esame.
Questa finalità distruttrice dell’eguaglianza, e quindi della stessa civiltà, è dimostrata anche dal fatto che la istituzione del MES prevede due linee di credito, che vanno proprio nella direzione sopra indicata:
  1. “assistenza finanziaria precauzionale”, riguardanti i Paesi (forti) con situazione finanziaria solida e con un debito sostenibile”, assistenza che si concede a seguito di una “lettera di intenti”;
  2. “concessione di credito soggetto a condizioni rafforzate” (tra i quali rientrerebbe l’Italia), da concedere mediante un ”memorandum di intesa”, secondo criteri da stabilirsi da parte del MES e della Commissione Europea.
Il Ministro dello sviluppo economico Patuanelli, palesando convincimenti neoliberisti, si è sbracciato nel far ritenere che il “testo non presenta profili critici per l’Italia” e che sarebbe opportuno concentrare l’attenzione su altri aspetti del citato pacchetto, e in particolare sull’introduzione di una “garanzia comune” dei depositi e sulle sue condizioni, che non devono essere penalizzanti per l’Italia. Si tratta in particolare della “garanzia comune” (back stop) al “Fondo di risoluzione unico delle banche”, sotto forma di una linea di credito rotativo. Tale “garanzia comune” (back stop) dovrebbe “sostituire” “l’attuale strumento di ricapitalizzazione diretta” delle istituzioni finanziarie. Si tratterebbe di una soluzione che anticiperebbe il completamento “dell’Unione bancaria” (che, secondo noi) metterebbe la nostra finanza interamente nelle mani dei Paesi forti, togliendoci ulteriori spazi di sovranità). Infine, secondo il Ministro Gualtieri il testo revisionato escluderebbe che il MES si occupi di “politica economica” dei Paesi membri (invece è vero il contrario).
Quello che è certo è che il Parlamento ci ha visto bene e che il Governo dimostra la sua debolezza nei confronti dell’Europa.
Restando sul piano del sistema economico vigente, dunque, il MES è da respingere, poiché, entrando noi nella seconda “linea di credito”, aumentiamo il nostro “debito”, e, quindi, le conseguenti “privatizzazioni “ e “svendite” del “patrimonio pubblico”, il quale costituisce un “elemento strutturale” della “essenza”dello “Stato comunità” e della “sovranità” del Popolo.
Si pensi, ad esempio, che l’attuale Sistema economico dà via libera a Società di investimenti come la Black Rock, la quale ha un patrimonio di 6000 miliardi di euro e dispone di un sistema di analisi, detto ALADDIN, capace di effettuare 200 milioni di calcoli in una settimana, per valutare i dati economici finanziari, ed è capace di calcolare ogni secondo il valore di azioni, di valute estere, di titoli di credito, in miliardi di portafogli di investimento. In questo modo le sue “scommesse vanno a colpo sicuro” e non corrono alcun rischio. Detta Società è l’esempio più calzante della “dannosità” dell’attuale sistema economico predatorio neoliberista”, il quale dà la possibilità ai più potenti, non di produrre beni, ma di “rastrellare” i beni esistenti, senza compiere nessun lavoro, anzi provocando la perdita di lavoro a migliaia e migliaia di lavoratori onesti. Questo è intollerabile e tale sistema va eliminato. Non è una impresa facile, ma possibile. E votare contro il MES significa cominciare a prendere coscienza di questo globale e angoscioso problema.
Dobbiamo avvertire subito, tuttavia, che l’attuale “sistema economico predatorio neoliberista”, che dà così tanto spazio alla “speculazione”, è contro la nostra Costituzione e che tutte le leggi che sono state emanate in suo favore, vanno portate alla Corte costituzionale per il loro annullamento, facendo valere il “potere negativo del Popolo sovrano”, del quale, come è noto, parlava Dossetti, uno dei più influenti Padri Costituenti.
Il MES, all’incontrario, dà un forte impulso alla realizzazione del “sistema economico predatorio e speculativo”, voluto dal “pensiero neoliberista”, il cui fine ultimo è la distruzione del “patrimonio pubblico” e la “privatizzazione” di tutto, in modo che venga distrutta la “Comunità politica e l’uomo diventi uno “schiavo” dei poteri forti.
A differenza del “pensiero Keynesiano” e del relativo “sistema economico produttivo”, che segue la “Natura” e la “solidarietà”, predicando la distribuzione della ricchezza alla base della piramide sociale, nonché l’intervento dello Stato (cioè di tutti i lavoratori) nell’economia, il pensiero “neoliberista vuole la ricchezza nelle mani di pochi, tra questi una forte “concorrenza” e “vieta l’intervento dello Stato nell’economia”, lasciando peraltro campo libero alla “speculazione” . Suo erroneo presupposto, come ha lucidamente posto in evidenza Papa Francesco nell’Enciclica “Laudato sì”, è “lo sviluppo illimitato”, in base al quale si giustificherebbe il “consumismo”, cioè il fatto che i beni prodotti devono continuamente essere “consumati” (prescindendo dal fatto che le risorse sono limitate), per rendere “continua” “l’accumulazione del danaro”, eretto come fine ultimo del mercato generale, libero e globalizzato. Dunque, tutto nel mercato. Ma il mercato non ci concepisce come “persone”, ma unicamente come “consumatori” e “produttori”, incatenati in quel circolo vizioso senza via d’uscita, dove se non si consuma non si produce e si crea disoccupazione. Quindi siamo invitati a un “consumo forzato” dove il consumo non è la fine di un prodotto”, ma “il suo fine”. Insomma ogni prodotto ha in sé il dispositivo della propria “autodistruzione” per non interrompere la “circolarità consumo-produzione” che è essenziale al mercato. L’effetto è stato quello di erigere il “mercato a legge universale degli scambi”, che ha avuto come conseguenza che il “danaro”, da “mezzo” per soddisfare i bisogni e produrre i beni, è diventato “il fine ultimo”, per conseguire il quale, si vedrà di volta in volta se soddisfare i bisogni e in che misura produrre i beni e mantenere l’occupazione. Si è verificata una “eterogenesi dei fini”. E noi che oltre il mercato abbiamo anche i “diritti umani”, facciamo prevalere il primo sui secondi. Così le nostre società vanno in rovina (questo è l’avviso di Umberto Galimberti).
E’ utile, inoltre, tener presente che le caratteristiche del “sistema economico predatorio neoliberista” sono le seguenti:
  1. Sviluppo illimitato, senza tener conto della limitatezza delle risorse.
  2. Il colpo di genio della “finanza creativa” che ha trasformato la “scommessa” in danaro contante, come le cartolarizzazioni e i derivati, affidando la “produzione della moneta” alle “banche” e producendo la “finanziarizzazione” dei mercati.
  3. Assoluta libertà dei mercati.
  4. Conquista delle Istituzioni economiche internazionali e europee.
  5. Liberalizzazioni.
  6. Privatizzazioni.
  7. Svendite.
  8. Concessioni di servizi pubblici essenziali e fonti di energia.
  9. Delocalizzazioni di imprese.
  10. Licenziamento di operai.
  11. Aumento del debito pubblico.
  12. Diminuzione delle spese.
  13. Rallentamento della circolazione monetaria.
  14. Austerity.
  15. Moneta presa a prestito.
  16. Perdita della sovranità monetaria.
  17. Perdita del patrimonio pubblico.
  18. Distruzione dello Stato comunità.
Si deve sottolineare, tuttavia, che il “sistema economico predatorio neoliberista”, affermatosi in periodo di crescita economica, adesso, in fase di decrescita, mostra tutti i suoi difetti, ponendo in luce tutta la sua potenza distruttiva. L’esperienza che i vari Stati Europei stanno vivendo nella difficile lotta contro il contagio del corona virus dimostra quanto danno abbia apportato ai Paesi economicamente meno forti, questo “sistema economico”, foriero di tante disuguaglianze e egoismi, in contrasto evidente con i principi di solidarietà, dei quali pure parlano, ma inutilmente, i Trattati Europei.
Nei confronti dell’appena descritto sistema economico vigente, è evidente che Il MES assume la funzione di un “tassello” per mantenere un equilibrio economico finanziario che oramai mostra tutti i suoi limiti, ed è per questo che la guardinga Germania ha già provveduto a stabilire che la sua “esposizione” ai rischi, nell’ambito di questa Istituzione, non potrà andare oltre l’ammontare del suo contributo.
In fondo il MES è una Super banca, che assume anch’esso dei rischi e che finirà di rifarsi sul tracollo dei Paesi più deboli che accedono ai suoi finanziamenti.
D’altro canto, trattandosi in pratica di una banca di investimento, il MES dovrà ricorrere alla “speculazione”, al fatto antigiuridico che danneggia i poveri e avvantaggia i ricchi.
I contratti aleatori (di assicurazione, compravendita di cosa futura, rendita vitalizia, gioco, scommessa) sono tutelati, se e in quanto non producono effetti verso terzi, e non come i contratti di cartolarizzazione o di derivati che producono gravi effetti su cittadini inconsapevoli. Né si dimentichi che Il Bail in e la direttiva Bolkestein vanno proprio in questa direzione.
Firmare il Trattato di revisione del MES significa restare nell’ambito di questa insano sistema economico predatorio neoliberista. Dunque non bisogna assolutamente firmarlo.
Quello che ci sentiamo di chiedere alle Camere è una inversione di rotta su questo tema: anziché insistere nell’elaborazione del dannoso sistema economico predatorio neoliberista, esse dovrebbero agire per smontarlo pezzo per pezzo, votando leggi che contraddicano tutte le caratteristiche di questo insano sistema, che sopra abbiano elencate.
Pregiudiziale, a nostro avviso, è dare una ”definizione costituzionalmente orientata” del concetto di “proprietà privata”, di cui all’ormai obsoleto e giuridicamente scorretto art. 832 del codice civile, interpretandolo in modo conforme all’art. 42, comma 2, Cost., secondo il quale “la proprietà privata” “è riconosciuta e garantita dalla legge”, “allo scopo di assicurarne la funzione sociale”, e all’art. 41 Cost., secondo il quale le negoziazioni “non possono svolgersi contro l’utilità sociale o in modo da recare danno alla libertà, alla sicurezza, alla dignità umana”. Si tratta di norme precettive e imperative, che consentono l’annullamento dei contratti contrari all’utilità pubblica, ai sensi dell’art. 1418 del codice civile. Un disegno di legge in tal senso è stato presentato al Senato dalla Senatrice Paola Nugnes e altri e una analoga proposta è stata presentata alla Camera dall’On. Stefano Fassina.