Giovedì
24 giugno 2021 si è svolta in streaming, sulla piattaforma online
“Zona Rossa Web TV” la presentazione del "Programma
operativo di tutela del paesaggio e dell’ambiente",
redatto dalla “Rete delle Associazioni e dei Comitati di tutela
ambientale di Campania, Molise e Abruzzo”
La
serata è stata il primo importante incontro pubblico relativo alla
fase programmatica espressa dalla Rete delle Associazioni e dei
Comitati ambientali.
Rete
che si prefigge lo scopo di arricchirsi sempre più di rilevanti
condivisioni e di energie, motivate e competenti, necessarie a
realizzare un programma civico di tutela del paesaggio, dell'ambiente
e della salute dei cittadini.
L’evento,
condotto e moderato dalla Dott.ssa Antonella D’Antuono, ha visto
la presenza e gli interventi degli aderenti alla Rete, che hanno
presentato le mozioni consiliari da essi promosse, che riguardano
azioni volte alla tutela del territorio, e dei Consiglieri regionali
che hanno fornito contributi e idee programmatiche molto
significative al dibattito.
L’incontro,
dopo la presentazione delle attività della Rete da parte della
consigliera comunale di Tavenna prof.ssa Franca Ricci, è partito
con gli interventi di Davide Iannelli, rappresentante della Consulta
del Matese (organo che raggruppa 70 Associazioni tra le Provincie di
Isernia, Campobasso, Benevento e Caserta) e dell’Avvocato Matteo
Fallica, che hanno parlato del Parco del Matese e dell’importanza
strategica che la sua istituzione può rivestire per il territorio e
dei ritardi amministrativi nel percorso della sua creazione, operati
dalle Regioni e dagli Enti coinvolti. L’annoso
problema che affligge tale zona del Matese è rappresentato dalla sua
perimetrazione e zonizzazione e, l’ostacolo, è rappresentato dal
controverso contributo regionale. “I temi ambientali rappresentano
l’annullamento dei confini amministrativi, quindi, deve destare
tutti”, esordisce Fallica, ma purtroppo proprio l’insensibilità
governativa di ogni livello ai temi ambientali rappresenta il “filo
rosso” che fa da cornice ai vari temi.
La
regione Molise, difatti, è deputata a partecipare al procedimento
istitutivo del parco nazionale del Matese, così come voluto dal
Ministro dell’ambiente nel 2018 e così come previsto dalla legge
394/91 “Legge Quadro sulle Aree Protette”.
La
Regione Molise con le DGR 558/2019 e 1/2020 ha elaborato una
perimetrazione che si è rivelata in forte contrasto con la proposta
dell’ISPRA e nonostante le interrogazioni regionali di febbraio e
giugno 2021, risulta ancora inerme e le richieste sono tuttora
inevase.
Fallica
conclude dicendo “staremo a vedere. Noi vigileremo!”.
La
presentazione delle Mozioni consiliari redatte dalla Rete è partita
con l’intervento di Giuliana Ferrara, Consigliere comunale di
Petacciato, che ha illustrato l’atto relativo all’impianto eolico
denominato “Campomarino” e ai rischi sull’economia di una delle
zone produttive di eccellenza della nostra regione, che concorre a
determinare il PIL regionale con le sue produzioni olivicole e
vitivinicole Dop e IGT. La Mozione mette in rilievo le incongruenze
tra gli avvisi pervenuti ai Comuni di Campomarino e Portocannone da
parte del IV Dipartimento della Regione Molise (Governo del
territorio - Servizio programmazione politiche energetiche), il
documento istruttorio dell’Arpa Molise che di fatto esclude la
procedure di VIA, ed il contributo istruttorio del M.i.b.a.c.t.
(Ministero per i Beni e le Attività Culturali per il Turismo –
Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio del Molise). Molte
associazioni di categoria come CIA e Coldiretti, operatori economici
locali, cittadini riuniti del “Comitato Di Salvaguardia del
territorio molisano”, stanno provando a
battersi contro il progetto eolico, compresa la Chiesa Cattolica,
attenta ai temi socio-economici e alle problematiche dei territori.
Dunque
un messaggio chiaro da parte della Rete: “Nessuna contrarietà alle
rinnovabili, ma bisogna trovare un punto di equilibrio tra sviluppo e
paesaggio. Il paesaggio, la nostra “grande bellezza” non merita
di divenire una distesa di pali rotanti a cornice di orizzonti
mozzafiato e colline fiorite, o peggio a cornice di distese di vetro
e silicio, secondo i piani fotovoltaici depositati in regione”.
La
presentazione delle Mozioni è proseguita con l’intervento del
Dott. Gianluca Monturano, economista e Vicepresidente del Consiglio
comunale di Montenero di Bisaccia, che ha presentato la Mozione
Consiliare che vuole impegnare la Giunta Regionale del Molise e il
Presidente della Regione a revocare la
Delibera di Giunta n. 67 del 29/03/2021, che istituisce il Tavolo
Tecnico finalizzato all’Accordo di Programma riferito all’ormai
famoso progetto “South Beach”, e tutti gli atti conseguenziali e
successivi prodotti. Monturano,
nel suo intervento, ha analizzato, nel dettaglio, le innumerevoli
problematiche connesse all’Opera, che si prefigge di trasformare la
marina di Montenero nella “Dubai del Molise”. Un’idea
progettuale che, stando a quanto asserito dal Comune Basso Molisano
nei documenti allegati alla richiesta di istituzione del Tavolo
Tecnico da parte della Regione Molise, si caratterizza di circa 5
milioni di metri cubi di cemento e che, inoltre, prevede un
investimento complessivo di oltre 3 miliardi di euro nell’area che
si estende, per 160 ettari, sul sito SIC che va dalla foce del Trigno
sino alla foce del fiume Mergolo; un piano di investimento faraonico
impossibile a farsi (considerata la forte erosione costiera che
interessa l’area), inattuale e non in linea con gli obiettivi di
sviluppo sostenibile (Sustainable
Development Goals, SDGs),
definiti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, e necessari ad
“ottenere un futuro migliore e più sostenibile per tutti” e con
un Turismo in grado di coniugare la crescita economica con la
salvaguardia dell’ambiente (costa ed entroterra) e delle
peculiarità uniche che solo il territorio molisano sa offrire. Un
programma che, per di più, come dimostrato da accurate indagini
giornalistiche, verrebbe finanziato da investitori privati e società
le cui identità, ricchezze e patrimoni non sono ancora del tutto
chiari.
L’illustrazione
delle Mozioni si è conclusa con gli interventi di Angelo Finamore,
Consigliere comunale di Mafalda, e del Sindaco di San Felice dott.
Fausto Bellucci, che hanno analizzato le criticità legate al sito di
stoccaggio di ecoballe che sorgerà a Mafalda, che nel caso dovesse
essere realizzato porterebbe con sé, all’intero territorio della
Valle del Trigno, innumerevoli effetti negativi: in un territorio da
sempre vocato all’agricoltura, alla tutela dell’ambiente e alla
realizzazione di prodotti biologici, una realtà in forte crescita,
che ha visto, sempre più imprenditori pronti ad investire sia in
nuove aziende del settore biologico, che ad ampliare quelle già
esistenti, per la concreta valorizzazione di questa area
incontaminata. Anche la regione Molise ha investito su queste aree
con i PSR. L’impianto di Ecoballe prevede la lavorazione di 98.500
tonnellate/anno di rifiuti di cui ben 49.200 tonnellate/anno saranno
costituite dalle tristemente e famose Ecoballe, inoltre l'impianto
dovrebbe insistere su una zona SIC (sito di interesse comunitario) a
pochi metri dal fiume Trigno. E’ inutile precisare che tale
impianto potrebbe compromettere tutto il lavoro, i sacrifici e le
risorse impegnate dagli imprenditori locali. Certo con l’impianto
di Ecoballe si creeranno dei posti di lavoro: cinque, sei o anche
dieci posti di lavoro ma, sono un motivo valido per consentire uno
scempio ambientale e paesaggistico e sicuramente con ripercussioni
anche sulla nostra salute, senza considerare che le attività
produttive esistenti, già offrono posti di lavoro concreti e non
ipotetici! Il comune di Mafalda, in cui ricade il progetto, fino ad
ora ha avuto un atteggiamento piuttosto ambiguo sulla vicenda: pur
avendo rigettato l’istanza di permesso a costruire relativa
all’ampliamento dell’impianto. Il 7 luglio 2021 si esprimerà il
TAR in merito.
Una
volta completata la presentazione delle Mozioni si è passati agli
interventi più politici dei Consiglieri regionali presenti che
hanno aderito all’iniziativa( precisando che l’invito era stato
esteso a tutto il Consiglio Regionale ), Vittorio Nola, Patrizia
Manzo e Angelo Primiani. Tutti e tre hanno ribadito e rilanciato i
temi oggetto delle Mozioni predisposte dalla Rete e manifestato la
volontà di sostenerle in sede consiliare. I
tre consiglieri hanno, inoltre, discusso di aspetti importanti, che
le Istituzioni regionali devono affrontare con celerità, come la
mancanza di un regolamento energetico e di un piano paesaggistico
che, ad oggi, risulta inesistente. Siamo completamente scoperti sotto
l’aspetto della programmazione, alla mercè di avventori di ogni
tipo. È pertanto necessaria una programmazione, uno sguardo
d’insieme, che dia vita ad una politica di sviluppo e tutela del
territorio, affermano quasi all’unisono in conclusione.
L’intervento
finale dei lavori è stato affidato a Nicola Frenza, presidente
dell’Osservatorio Molisano sulla Legalità e cofondatore del
Movimento “Legge Rifiuti Zero per l’Economia Circolare”, che
nel suo intervento a sostegno della “Rete” ha messo in guardia
dal progetto relativo all’impianto di riciclo di Mafalda
sostanzialmente per due aspetti rinvenibili nelle sezioni laterali
del progetto:
UN
IMPIANTO PER IL TRATTAMENTO DELLA FRAZIONE UMIDA CON PRODUZIONE DI
BIOGAS (molto probabilmente un biodigestore da installare
successivamente);
UN
IMPIANTO PER IL TRATTAMENTO DELLA FRAZIONE SECCA NON RICICLABILE
(rifiuto indifferenziato o rifiuto secco residuo) PROBABILMENTE DA
TRASFORMARE IN ENERGIA TRAMITE INCENERIMENTO O GASSIFICAZIONE!
Non
parliamo quindi, dice Frenza, “di metodologie di ‘recupero di
materia’ ma di ENERGIA, che sono escluse dall'economia circolare
(art. 3 punto 15 bis della direttiva 851/2018/ce).
Altro
problema potrebbe essere rappresentato dal ‘digestato’ (il
sottoprodotto del processo di digestione anaerobica), una vera e
propria iattura se sversato nei campi.
“Il
sovradimensionamento dell’impianto in questione lascia intendere
chiaramente che lo stesso sarà ‘al servizio’ di altre regioni”,
chiarisce Frenza, “Quelle più interessate potrebbero essere:
Campania, Lazio, Puglia e persino... l’Emilia e Romagna! Oppure
l’impianto potrebbe essere destinato al servizio della Capitale la
quale oggi è costretta a fare i conti con la ‘frazione secca non
differenziata’ mandata fuori regione per essere... incenerita!”
Sia
Frenza, che tutta la Rete lanciano una provocazione alla Regione
circa il FOTOVOLTAICO A TERRA ovvero di offrire non 500 Megawatt di
produzione ma 1.000 MW, a patto che in ognuno del 136 comuni del
Molise tali impianti si realizzino ESCLUSIVAMENTE sui tetti degli
edifici pubblici e privati! I risparmi sarebbero enormi e alla fine
vincerebbero tutti: Istituzioni, imprese, cittadini!!!
L’incontro
si è concluso con l’impegno dei Consiglieri di organizzare, al più
presto, un incontro in Regione nel quale discuterne nel merito le
mozioni presentate e con la volontà della Rete di richiedere
un’audizione sui temi discussi, riunendo diverse commissioni
regionali.
L’impegno
della Rete non si fermerà fintanto che non saranno deliberati e
approvati i regolamenti necessari per garantire la vera svolta
“Green” della nostra Regione, in quanto la mancanza di una
regolamentazione puntuale, in settori vitali per lo sviluppo locale,
come il paesaggio e l'ambiente, farà sì che i nostri territori
saranno ancora considerati “terra di nessuno”, preda di facili
conquiste e di progettazioni lesive dei territori stessi.
Uff. stampa “Rete delle Associazioni e dei Comitati di tutela
ambientale di Campania, Molise e Abruzzo”
(by nicola)