IL MINISTRO CINGOLANI E L'ISPRA SCOPRONO L'ACQUA CALDA A VENAFRO.
Spesso ci dicono: "Voi ambientalisti non siete mai contenti", ma in realtà sono i Ministri ad essere quasi sempre incompetenti in punto di interesse pubblico.
1) In effetti non è che ci voleva una "analisi emissiva dell'area" per poter affermare che il PM10 nella zona del venafrano è collegato ANCHE agli impianti industriali presenti nella zona. Sono decenni che la connessione tra incenerimento di rifiuti e polveri killer è ben nota, e il mondo scientifico ne ha studiato quasi tutti gli aspetti di rischio e danno attuale conclamato per le popolazioni esposte, specialmente quando i monitoraggi non sono effettuati in conformità alle norme di legge. Peraltro il Ministro pare ignorare che l'analisi degli "...andamenti delle concentrazioni negli ultimi anni, anche con metodi statistici, al fine di valutare il trend di variazione dei livelli degli inquinanti nell'aria", NON E' POSSIBILE PER LA ZONA VENAFRANA.
Non bisogna dimenticare, infatti, e di questo il Ministro doveva essere informato almeno nell'interrogazione, che il PM2,5, a Venafro, è monitorato solo dal luglio/agosto del 2018.
2) Al Ministro, evidentemente, sfugge anche la Direttiva 2004/35/C sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale. Ve la ricordate? E' quella del "Chi inquina paga", una grande vittoria dell'ambientalismo. Infatti, perchè i contribuenti debbono pagare i costi per le "... misure di intervento sull'area per il miglioramento della qualità dell'aria..."? Insomma, soggetti privati guadagnano milioni di euro con l'incenerimento di rifiuti e noi dobbiamo pagare le spese per contenerne le conseguenze? Peraltro parliamo di una situazione determinatasi anche grazie agli insufficienti monitoraggi della Regione Molise, già diffidata specificamente dal Ministro dell'Ambiente nell'anno 2012, e grazie anche all'assenza di provvedimenti dell'Autorità Giudiziaria che ben poteva imporre l'uso di combustibili alternativi, e meglio controllabili, per diminuire significativamente l'esposizione a rischio di una massa indeterminata di popolazione.
Non bisogna dimenticare, infatti, che l'emergenza ambientale di Venafro si estende anche alla pianura di Bojano e a quella di Isernia.
3) In sostanza, dopo anni, a Venafro si è ancora in alto mare per la risoluzione della grave situazione alla quale sono esposti i cittadini, e che non può risolversi senza mettere in conto il divieto dell'uso di rifiuti nei cicli produttivi della fabbriche interessate. Diversamente si perde solo tempo.
Oltre all'articolo di Primopiano Molise postiamo la risposta del Ministro Cingolani all'interrogazione parlamentare dell'On. Testamento, così potrete verificare personalmente che i toni trionfalistici non hanno alcuna ragion d'essere.
Fonte: Area Matese
(by nicola)
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