Ormai si è superato anche il senso del ridicolo in questa gara a chi è
più ossequioso rispetto agli artefici di uno dei più gravi danni causati
all’economia di questa Regione. Non vale nemmeno la pena di perdere
più tanto tempo a smentire le sciocchezze che puntualmente vengono
propinate alla gente ogni qualvolta si è in prossimità temporale della
scadenza degli ammortizzatori sociali. Sono cose dette e ridette, anche a
futura memoria, tanto per non passare tutti per boccaloni ai quali si
può far credere di tutto.
Però è anche ora che le cose si dicano chiaramente. Insieme
all’articolo pubblichiamo il verbale del 1° aprile 2019, unica data di
quel mese in cui si è riunito il tavolo ministeriale sulla GAM, al quale
si fa riferimento nel pezzo e siamo davvero curiosi di sapere, da chi
lo ha scritto, dove ha letto che in quella sede “Amadori”… ”dichiarò il
proprio disinteresse all’operazione…”, che sarebbe, poi, quella di
ristrutturare/ricostruire il macello. Insomma, alla fine ci si pure
stanca di perdere tempo a cercare, per educazione, termini edulcorati
sia pur di fronte a delle vere e proprie disinformazioni sul tema. Ma
stavolta lo diciamo chiaramente che per deontologia professionale, chi
pretende di fare giornalismo deve usare almeno quelle minime, possibili
cautele per verificare l’attendibilità/veridicità di quello che si
scrive.
Sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico sono pubblicati i
verbali del cd. tavolo ministeriale sulla GAM, e chi ne vuole fare
oggetto di informazione a mezzo stampa può accedervi, gratis, in pochi
secondi e verificare che Amadori non è nemmeno citato in quel verbale,
né poteva esserlo perché la Alimentare Amadori S.p.A. non figura in
nessun atto ufficiale, nè tantomeno risulta che abbia assunto impegni
diretti con il MISE e con La Regione Molise. Se leggete quel verbale
vedrete che il Ministero fa riferimento, sempre ed esclusivamente, alla
srl Agricola Vicentina. Eppure si continuano a distribuire notizie,
senza capo né coda, che rappresentano una realtà inesistente, e questo
su un quotidiano che pur ha pubblicato alcuni articoli nei quali questi
temi sono stati abbondantemente discussi E NON SMENTITI. Queste cose,
adesso, le denunciamo con fermezza all’opinione pubblica perché non è
possibile che non ci si fermi nemmeno davanti all’evidenza.
Riportare fatti inesistenti significa ignorare totalmente i
termini della questione avicola. Le altre due parti evidenziate
nell’articolo riportano pareri dell’Assessore al Lavoro della Regione
Molise che non trovano alcun riscontro negli atti: infatti, non si può
rimodulare un Contratto di Sviluppo che è chiuso, e lo abbiamo scritto
l’altro ieri (v. nota dell’11.12.2020): “verbale in data 30.09.2019, del
tavolo ministeriale sulla GAM: “Per il supporto a nuovi progetti di
sviluppo per la filiera avicola molisana, sarà necessario iniziare un
nuovo iter”. Ciò significa promuovere un nuovo Contratto di Sviluppo, ma
bisogna prima trovare un privato che tiri fuori dalle proprie tasche il
60% delle somme necessarie per ricostruire un impianto di macellazione
degno di questo nome. Se poi si vuole realizzare una piccola macelleria
di quartiere il discorso cambia. Ma questo lo verificheremo dal piano
industriale che eventualmente sarà depositato, sempre se lo faranno
leggere anche ai cittadini visto che farlo leggere ai sindacati è
perfettamente inutile considerando quanto ci è costato il loro mancato
controllo sui finanziamenti pubblici nel Molise.
Nella seconda parte evidenziata si sconfina nell’irreale
visionario (“Le politiche attive del lavoro passano infatti dal
rifinanziamento dell’area di crisi complessa e dal rilancio effettivo
della filiera avicola molisana”). La nostra Area di Crisi Industriale
Complessa, come diciamo da sempre, è stato un fallimento TOTALE, e lo
ripetiamo anche per l’ignoto giornalista che recepisce senza informarsi:
970 manifestazioni di interesse e solo tre progetti finanziati. Nella
predetta nota dell’11.12.2020 avevamo ripetuto i numeri dell’Area di
Crisi locale: “l’Area di Crisi Industriale Complessa del Molise è stata
finanziata con 45,58 milioni di euro, dei quali ne sono stati utilizzati
poco più di 6 milioni. Restano 39,58 milioni di euro inutilizzati,
perchè, per la millesima volta, ricordiamo ai sindacati e ai politici
che delle 970 manifestazioni di interesse presentate al ministero, ne
sono state finanziate solo 3, circa il 13% dell’intero budget. Quindi,
cosa vi devono rifinanziare se non siete stati capaci di allocare 39,58
milioni su 45,58?”. All’Assessore al Lavoro, peraltro, consigliamo di
leggere meglio la riforma della legge 181/89 sulle Aree di Crisi
Industriali, in particolare per quanto riguarda il regime dei residui.
Così poi ci dice dove li prende, in quello strumento finanziario, i
soldi per pagare gli ammortizzatori sociali ( a meno che non voglia
continuare con il giochetto dell’affitto di un ramo d’azienda per
dimostrare una continuità aziendale).
Insomma, basta scherzare e prendere alla leggera un dramma sociale
che ha comportato conseguenze che le Istituzioni e i sindacati ancora
non hanno valutato nella loro reale entità. E se, relativamente a
politici e sindacalisti, non tutti in verità, siamo abituati ai luoghi
comuni e slogan che non portano a niente, dalla stampa vorremmo più
responsabilità nel regime dell’informazione interna, per capirci, quella
alla quale deve accedere chi vuole scrivere di specifiche questioni
complesse.
Ribadiamo, infine, che l’Amministrazione Comunale dovrebbe
rivendicare un ruolo di primo piano su questa questione. Bojano ha
pagato un prezzo terribile a causa di questa crisi causata dalla
chiusura della più grande azienda agroalimentare del centrosud, avvenuta
in un periodo (2014-2024) per il quale la Commissione Europea per l’Agricoltura aveva previsto incrementi del 7% dei consumi della carne di
pollo, unico mercato in crescita.
Fonte: Area Matese
(by nicola)