Il Matese è la più grande azienda inattiva del Molise, e se non si comincia a ragionare in termini di sistemi integrati i risultati di gestione saranno sempre più negativi. Oggi si utilizzano modelli matematici per "misurare" su piani cartesiani i progetti di sviluppo, ma noi siamo praticamente fermi al foglio e matita. Abbiamo tre società legate alla montagna, interamente pubbliche (tranne che per un irrisorio 3,22%) e controllate dalla Regione Molise, che hanno perso i loro patrimoni netti, e invece di capirne il perché ancora pensiamo di assegnare gli impianti di risalita al Comune di San Massimo, insieme ad 8 milioni di euro per sistemarli, e poi vederli affidati in gestione a privati. Intanto l'unica struttura attrezzata presente sul Matese, ben 9 ettari, sta per passare in mano ad imprenditori privati campani, che una volta acquisitane la proprietà ad un prezzo praticamente irrisorio rispetto alla potenzialità degli impianti, situati, peraltro, nel cuore del Parco Nazionale del Matese, potranno tranquillamente accedere a fondi europei, e statali, per importi superiori di almeno dieci volte il prezzo pagato e calamitare una massa enorme di turisti utilizzando strutture d'eccellenza che sono venuti a prendersi nella nostra regione e che avranno reso insuperabili con fondi pubblici. Noi molisani, invece, saremo ancora al tavolo ministeriale ad elemosinare qualche giornata di cassa integrazione straordinaria per i disoccupati della filiera avicola molisana, mentre il nostro ruolo al tavolo di gestione del parco sarà, praticamente, azzerato non avendo alcun punto di forza per compensare l'enorme divario di rappresentanza politica che ci separa dalla Campania. Intanto con l'Area di Crisi Industriale Complessa e con il Contratto Istituzionale di Sviluppo abbiamo toccato probabilmente il fondo della nostra incapacità di programmazione. Allora, ai Maestri di sci diciamo di uscire dalla logica del cappello in mano per entrare in quella della serietà interlocutoria, del coraggio civile di mettere in discussione l'enorme spreco di risorse finanziarie pubbliche che metterà definitivamente in ginocchio questa Regione. I tavoli di interlocuzione con chi accetta ruoli politici subalterni a centri di interessi esterni alla nostra regione lasciano il tempo che trovano, come è successo per i disoccupati Gam che ancora non si svegliano da un sonno letale e lasciano che a rappresentarli siano pochissimi soggetti il cui scopo era, ed è, quello di andarsene in pensione, dopo circa sette anni di improbabile cassa integrazione, fregandosene altamente del destino segnato fuori regione per la più grande azienda agroalimentare del centrosud. E basta vedere a chi sta tirando la campagna elettorale la CGIL per capire che in questa regione se non vi rimboccate le maniche per difendere i vostri diritti non ci saranno né politici e né sindacati che lo faranno al posto vostro. Area Matese, come sempre, è a disposizione di chiunque voglia far valere le ragioni della dignità del lavoro e "prendersi" quelli che sono i propri diritti. Perché, come si dice, la storia non si cambia chiedendo permesso.
Fonte: Area Matese
(by nicola)
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