venerdì 28 febbraio 2020

Giorgio Spangher, professore emerito di diritto processuale penale, spiega perchè è l’impianto generale della riforma a dover essere cambiato



"La riforma del processo penale ha un impianto che non è ormai modificabile e comunque di solito le mediazioni sono sempre al ribasso", è il lapidario commento del professor Giorgio Spangher, emerito di diritto processuale penale e voce critica nei confronti del ddl targato Bonafede e del decreto Intercettazioni da poco approvato.
Qual è questo impianto immodificabile?
La riforma penale nasce con una filosofia precisa: attraverso nuove regole di giudizio, l’obiettivo è di convincere l’imputato ad aderire ai riti speciali in logica di deflazione del contenzioso. Per farlo, aggiunge una sorta di “udienzina” davanti al giudice monocratico, che viene dopo la mancata archiviazione del pm con l’accordo del gip. Se anche questo ulteriore giudice non proscioglie, l’imputato dovrebbe essere indotto a chiedere l’abbreviato o il patteggiamento.
La leva è sempre la riduzione di pena?
Esatto, basti pensare che il procedimento per decreto si estende a pene detentive fino a un anno e viene aggiunto lo sconto di pena, che era già la metà del minimo edittale, di un ulteriore 5%. Insomma, la logica è sempre quella di tentare di convincere ad aderire ai riti premiali, perchè senza la prescrizione e con il nuovo rito la condanna è largamente possibile.
Questo per ridurre la durata dei processi?
Sì, la prospettiva è quella di decongestionare il carico giudiziario e di conseguenza scommettere sull’accelerazione del processo, anche se mi pare difficile che funzioni.
Perchè non funzionerà?
Innanzitutto l’udienza aggiuntiva nel monocratico allungherà il tempo del processo. Inoltre il rischio è che, se le sentenze verranno scritte da giudici non perfettamente qualificati, le motivazioni rischiano di non essere sufficienti. Questo potrebbe generare un enorme affluvio di ricorsi in cassazione per difetto di motivazione.
Al netto di un impianto che lei non condivide, si può proporre qualche modifica al tavolo che si è appena aperto?
Una criticità è quella del monocratico in appello: la collegialità è un valore e la monocraticità rischia di depauperare la ricchezza dell’approfondimento, inoltre si rischiano contrasti all’interno della stessa sezione. Altro punto da correggere necessariamente è l’articolo 190 bis che elimina la rinnovazione del dibattimento in caso di sostituzione di un giudice. Questa norma sciagurata è in controtendenza rispetto alla sentenza a Sezioni Unite Bajrami.
Hanno fatto molto discutere le sanzioni per i magistrati...
Il punto non sono le sanzioni disciplinari ai magistrati, ma che mancano le sanzioni processuali in caso di ritardi. Solo quelle sarebbero strumenti che consentono un processo più rapido, insieme all’aumento di personale.
Perchè è così scettico sulla possibilità di modificare il testo?
Perchè non è facile sedersi intorno a un tavolo ed emendare un testo del genere. Penso al dibattito sulle intercettazioni, che alla fine ha prodotto una mediazione al ribasso, come se bastasse inserire aggettivi come “rilevante” e “necessario” per cambiare l’intelaiatura di una norma. Mi chiedo: è possibile emendare il ddl in senso garantista? Non credo, perchè significherebbe modificare la filosofia di fondo del testo. Il ddl punta a una giustizia che costringa la gente a patteggiare per ottenere
sconti di pena, io credo che la giustizia sia fare un processo che abbia delle garanzie. Ma la logica populista sta ormai assalendo la compagine governativa, colpita da una specie di virus inquisitorio.
E’ un problema di logica politica, quindi?
Di più, il problema è che la classe politica risponde in modo preoccupante alle sollecitazioni in senso garantista della Cassazione e della Corte Costituzionale. Le faccio un esempio: quando la Consulta è intervenuta sull’applicazione dell’articolo 4 bis dell’ordinamento penitenziario, la risposta è stata: “Allora modificheremo la norma”. Lo stesso è successo quando sono state pubblicate le sentenze a Sezioni Unite Bajrami sulla rinnovazione del dibattimento. E’ come se la politica non accettasse più le interpretazioni conformi ai principi costituzionali delle due massime corti. E’ in atto un atteggiamento di distacco dal principio di legalità.
Ritiene che anche la norma sull’utilizzo dei Trojan sia censurabile dalla Corte Costituzionale?
E’ difficile dirlo, perchè la lettura dell’articolo non è univoca e può essere interpretata secondo l’ispirazione della sentenza Cavallo a Sezioni Unite o prescindendone. Il punto è: bisogna verificare l’uso che si farà dei risultati delle intercettazioni nel caso dei reati che non rientrano nell’articolo 260. Se io intercetto un indagato per un reato contro la p. a. e individuo un altro reato non intercettabile, questa informazione diventa una notitia criminis, uno spunto investigativo? Questo è il meccanismo della pesca a strascico o delle intercettazioni a catena. Ma non è un problema di legittimità costituzionale. Eventualmente, censurabile sarebbe l’interpretazione estensiva della norma.
Il sottosegretario Giorgis ha sottolineato come la garanzia nell’uso dei Trojan sia la previsione di una motivazione rafforzata per disporli.
La motivazione rinforzata non serve a nulla, perchè basta una riga in più nel modulo di richiesta. Il problema è altrove e sta nella qualificazione del fatto. Ovvero: il pm indaga per un reato che qualifica come contro la p. a. e dunque dispone l’utilizzo dei Trojan, poi però nel corso dell’indagine si scopre che il reato è un altro. Che fine fanno le intercettazioni: Sono utilizzabili? La giurisprudenza si orienta nel dire che i risultati sono sempre utilizzabili e, anche se ci fosse una dichiarazione di inutilizzabilità, quei contenuti sono stati comunque ascoltati. Questo, però, vuol dire barare sulle norme.

Fonte: il Dubbio

(by nicola)

No alla pena di morte. Dopo Wyoming, Utah e Ohio è la volta del Colorado


E' il XXII Stato a abolirla. L'ultima esecuzione risale a 23 anni fa.

(by nicola)

Una presidente al tribunale di Napoli. E' Elisabetta Grazo


"Il mio impegno sarà quello di garantire una giustizia in tempi brevi, non processi ultradecennali. Un servizio che possa dare risposte evitando tempi troppo lunghi, soprattutto in un momento in cui la giustizia vive un momento difficile. Avrò come interlocutori i Consigli degli Ordini e le Camere Penali e Civili. Proseguirò il lavoro egregiamente portato avanti fin qui dal mio predecessore"

(by nicola)

giovedì 27 febbraio 2020

SALVATORE BUZZI SI RACCONTA IN UN LIBRO


Condannato a 30 anni per omicidio volontario, detenuto modello, nel 1983 fu il primo in Italia a laurearsi - con lode - in carcere.
Il 29 giugno dell'anno successivo organizzò un convegno sulla condizione delle carceri in Italia. Fu tra i primi convegni su temi giuridici organizzati da un detenuto nelle carceri italiane. Nel 1994 il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro gli concesse la grazia. Nel 1985 fonda la cooperativa '29 giugno', apportando una vera e propria rivoluzione del sistema carcerario sul concetto di rieducazione.
Non nasconde le responsabilità sue e della cooperativa, ma rifiuta l'appellativo “mafioso” per lui e i suoi collaboratori. Lo fa fornendo prove con date, orari e somme erogate a un sistema che lui ha trovato.

(by nicola)

Potenza Picena, il sindaco vieta l'installazione del 5G



Il Sindaco di Potenza Picena (MC) Noemi Tartabini ha emanato una specifica Ordinanza nella quale “vieta a chiunque la sperimentazione o installazione del 5G sul territorio del Comune di Potenza Picena in attesa della nuova classificazione della cancerogenesi annunciata dall’International Agency of Research on Cancer, applicando il principio di precauzione sancito dall’Unione Europea, prendendo in riferimento i dati scientifici più aggiornati, indipendenti da legami con l’industria e già disponibili sugli effetti delle radiofrequenze, estremamente pericolose per la salute dell’uomo”. 
Il provvedimento, come già sottolineato, applica il principio di precauzione in attesa di ulteriori approfondimenti scientifici sull’impatto della nuova tecnologia sulla salute pubblica. Infatti, il 5G si basa su microonde e radiofrequenze più elevate dei precedenti standard tecnologici, anche dette “onde millimetriche”, che comportano due applicazioni principali: maggiore energia trasferita ai mezzi in cui le radiofrequenze vengono assorbite (in particolare tessuti umani) e minore penetrazione nelle strutture solide, per cui vi è la necessità di un maggiore numero di ripetitori, a parità di potenza, per garantire il servizio. Inoltre, le radiofrequenze del 5G sono del tutto inesplorate mancando qualsiasi studio preliminare sulla valutazione del rischio sanitario e per l’ecosistema, tant’è che la stessa Commissione Europea ha affermato come “il 5G lascia aperta la possibilità di conseguenze biologiche”. 

Fonte: Picchio news

(by nicola)

4 anni, confisca dei c.c.b. e interdizione perpetua dai pubblici uffici. Prescrizione?




Trattasi dell'ex consigliere regionale in capo a 'Forza Italia'- Camillo Di Pasquale - 208mila euro la cifra contestata dalla magistratura (spese fondi gruppi consiliari).
L'interessato fa sapere che proporrà ricorso.

(by nicola)

mercoledì 26 febbraio 2020

Foresta terapia e bagno di bosco - 2 - ESCLUISVA OML


Agli inizi degli anni '90 incontrai a Roma, presso la sede dell'AL.VI., il prof. Giovanni Bollea (padre della neuropsichiatria infantile in Italia). 
Mi spiazzò quando mi disse che per alcuni anni aveva lavorato presso l'ospedale di Isernia. 
Alla fine del nostro incontro gli chiesi se poteva sintetizzarmi in una battuta il 'succo' dei suoi 50 anni di vita professionale. Questa la risposta: "Se volessimo ridurre del 30% le patologie delle quali mi sono occupato per tutta la vita basterebbe portare le future mamme -  2, 3  mesi prima del parto - in regioni come quella dove lei vive e far respirare alle stesse e ai nascituri quell'aria tanto salubre che avete in Molise!"
Come vedete non dobbiamo inventarci nulla...

Nicola Frenza

(by nicola)

martedì 25 febbraio 2020

'Paradigma vittimario'


"Totale perché ogni spazio della vita individuale e sociale è penetrato dall’intervento punitivo che vi si insinua"

Filippo Sgubbi

(by nicola)

Foresta terapia e bagno di bosco - 1- ESCLUISVA OML


Agli inizi degli anni '90 incontrai a Roma, presso la sede dell'AL.VI., il prof. Giovanni Bollea (padre della neuropsichiatria infantile in Italia). 
Mi spiazzò quando mi disse che per alcuni anni aveva lavorato presso l'ospedale di Isernia. 
Alla fine del nostro incontro gli chiesi se poteva sintetizzarmi in una battuta il 'succo' dei suoi 50 anni di vita professionale. Questa la risposta: "Se volessimo ridurre del 30% le patologie delle quali mi sono occupato per tutta la vita basterebbe portare le future mamme -  2, 3  mesi prima del parto - in regioni come quella dove lei vive e far respirare alle stesse e ai nascituri quell'aria tanto salubre che avete in Molise!"
Come vedete non dobbiamo inventarci nulla...

Nicola Frenza

(by nicola)

lunedì 24 febbraio 2020

Auguri al neo senatore Sandro Ruotolo




Vince Ruotolo. A seguire  Luigi Napolitano (M5s), con il 23 %, e Salvatore Guanci (centrodestra) con il 21 %.

(by nicola)



Costituzione. Art. 4


Aumenta l’età pensionabile ma il mercato richiede... persone giovani!
  • Quanti sono i lavoratori maturi disoccupati ricchi di esperienza e change management ma senza sbocchi adeguati alle loro abilità?;
  • Quali sono i lavoratori maturi occupati, sovraistruiti, con background professionale di rilievo, ma senza opportunità di ascesa professionale adeguata?;
  • Qual’ è l’utilità finale del sussidio?;
  • Qual’è il ruolo delle agenzie private e pubbliche per il lavoro?;
  • Come rispondono le istituzioni alla soluzione del problema?;
  • Come funziona in altri Paesi?;
  • È possibile sensibilizzare la cultura del mondo del lavoro pubblico e privato per evitare la dispersione esperienziale?    
  • (by nicola)

Mercoledì 26 febbraio. Campobasso

(by nicola)

domenica 23 febbraio 2020

Tratturo. Ennesimo esposto dell'OML


Questo ulteriore scempio a carico del Tratturo - Km 149 della SS 87 - conferma ancora, se ce ne fosse bisogno, la mancanza di sensibilità e della dovuta attenzione da parte dei cittadini e delle autorità preposte alla sorveglianza e alla tutela nei confronti dei Tratturi molisani.
Da un lato 'Bene immateriale dell'UNESCO', dall'altro 129 milioni di euro in 'promozione.' Nella sostanza quello che vedete nella foto!
Per ripristinare la legalità sul tratturo bisogna:
  • denunciare ogni forma di abuso contro l’interesse pubblico;
  • percorrerli;
  • recuperare tratti ancora visibili.
2016
2019.03.18
 2019.01.31

Denunceremo il tutto alla Procura della Repubblica e chiederemo che i responsabili siano perseguiti e puniti.

(by nicola)

sabato 22 febbraio 2020

SHINRIN-YOKU (Bagno nella foresta)



I benefici dello stare all'interno di un bosco o una foresta sono stati convalidati dalla comunità scientifica internazionale.
Dall'essenza di alberi si liberano 'terpeni' (in pratica i 'profumi' del bosco. Un vero e proprio aereosol naturale), potenti antinfiammatori!
Di questo e tanto altro ancora si è parlato ieri pomeriggio in un incontro organizzato presso la bibliomediateca a Campobasso.
Quanta prevenzione, cura, benessere e lavoro si potrebbero creare in Molise?

(by nicola)

Tratturo. Tavolo tecnico il 28 a Campodipietra

(by nicola)

venerdì 21 febbraio 2020

L'OML ringrazia e augura buon lavoro


Auguri vivissimi agli studenti e ai docenti dell'Istituto 'I. Petrone' di Campobasso che parteciperanno al bando indetto dalla 'Fondazione Falcone.'
Ci auguriamo che il materiale e gli spunti forniti dall'OML contribuiranno a centrare l'obiettivo.
In effetti un primo ottimo risultato lo abbiamo già raggiunto, insieme, poco tempo addietro...

(by nicola)

giovedì 20 febbraio 2020

Molise. Rapporto DIA 2019



In Molise non si segnala, allo stato, una presenza stabile e strutturata di insediamenti mafiosi. Tuttavia, nel tempo, sono stati registrati evidenti segnali di interesse derivanti dall’azione, in tale area territoriale, di soggetti contigui alla criminalità organizzata calabrese1428, campana e pugliese. In tal senso si è autorevolmente espresso il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Campobasso, nel corso dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario 20191429, il quale ha sottolineato come “...deve ritenersi ormai certo che il Molise sia oggetto di continue incursioni da parte delle “mafie foggiane”, di organizzazioni “camorristiche” e, da ultimo, anche da parte del “clan Spada” della zona di Ostia nello specifico comparto dello spaccio delle sostanze stupefacenti, come comprovato da numerose recenti indagini che hanno interessato tutti e tre i circondari...”. Tendenzialmente, i diversi gruppi riescono a mimetizzare la propria azione infiltrandosi sul territorio, senza radicarsi ma ricercando forme di convivenza criminale - anche con gruppi stranieri o rom stanziali - e di interconnessione per le azioni illecite, avulse dal concetto del controllo del territorio, così come tradizionalmente inteso.
Proprio la prossimità geografica della Regione con aree ad alta densità mafiosa potrebbe essere la ragione per la quale il territorio molisano è stato più volte scelto per stabilire il domicilio, per cercare rifugio durante la latitanza o per avviare attività delittuose per lo più legate a traffici di stupefacenti. Per ciò che concerne, in particolare, la prossimità con la Campania, si è assistito, di recente, ad una “migrazione” in territorio molisano di pregiudicati di origine napoletana e casertana. In proposito, appare significativo l’arresto eseguito nel mese di gennaio da parte della Guardia di finanza, di un soggetto ritenuto referente nella zona delle “Case Nuove” per conto del clan MAZZARELLA, in quanto destinatario di un ordine di carcerazione1431per evasione dagli arresti domiciliari in San Massimo (CB). L’uomo, latitante da più di un anno, aveva creato, unitamente ad altri pregiudicati, una struttura criminale con il precipuo scopo di acquisire il controllo del rione napoletano delle c.d. “Case Nuove” sottraendolo al clan CARDARELLI. Le due province molisane risultano esposte a possibili infiltrazioni camorristiche sia lungo la fascia adriatica, sia lungo le zone tra il Sannio ed il Matese, quest’ultime contigue alle aree di influenza dei CASALESI. La particolare vicinanza geografica sembra favorire anche la criminalità organizzata pugliese, che ha fatto registrare proprie manifestazioni nei comuni costieri e nel basso molisano. Proprio la criminalità di San Severo (FG) avrebbe, di recente, rifornito le piazze di spaccio molisane (Campobasso, Campomarino e Termoli), come peraltro evidenziato nelle operazioni “Drug Market” ed Alcatraz”, di seguito citate. Sono state riscontrate, infine, attività predatorie commesse “in trasferta”, da parte di criminali pugliesi. Province di Campobasso ed Isernia La vicinanza territoriale con le aree ad alta densità mafiosa favorisce la permanenza o, in alcuni casi, la latitanza di pregiudicati. Il 10 maggio 2019 i Carabinieri hanno arrestato, in un appartamento di Campomarino (CB), un pluripregiudicato ed elemento apicale del clan camorristico SPARANDEO, operante su Benevento e provincia. L’uomo, ricercato dal 28 febbraio 2019, era destinatario di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Napoli, a seguito della condanna nel procedi-mento penale relativo all’indagine “Tabula Rasa”
La scelta di trascorrere in Molise la propria latitanza da parte di esponenti alla criminalità organizzata è stata sottolineata anche dal Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Campo-basso1436, che ha inteso anche evidenziare “... la costante presenza in Regione di un numero molto elevato di collaboratori di giustizia e dei loro familiari, nonché di esponenti della criminalità organizzata che la scelgono come località ove scontare le misure alternative alla detenzione ovvero le misure cautelari personali...”. Più in generale, si è rilevato che i settori economici di maggior interesse per i clan sono l’edilizia, la grande distribuzione, la gestione di locali notturni e la rivendita di auto usate. Si è recentemente registrata anche la tendenza a stabilire nella regione sedi fittizie di società collegate ad organizzazioni campane, con lo scopo di favorire attività di riciclaggio e più in generale affari illeciti, e, comunque, nella convinzione di porsi al riparo da eventuali controlli1437. Particolarmente significativa appare anche l’attività preventiva svolta delle Prefetture di Campobasso ed Isernia che hanno emesso, nel periodo di riferimento, alcuni importanti provvedimenti interdittivi antimafia nei confronti di imprese riconducibili a contesti malavitosi, attive nei settori dei rifiuti, dei trasporti di terra e materiali inerti e di pulizia.
Per quanto concerne il traffico di stupefacenti, a Campobasso, proprio nel semestre in esame, si segnala l’operazione “Drug Market”, conclusa dai Carabinieri il 1° marzo 2019 con l’esecuzione di una misura restrittiva nei confronti di 8 indagati, riconducibili ad un sodalizio locale composto da soggetti di origine italiana ed albanese, accusati di aver realizzato un collaudato sistema per lo smercio di stupefacenti, approvvigionati a San Severo (FG), a Caserta e a Campobasso. Significativa anche l’operazione “Alcatraz”,conclusa il 14 maggio 2019 dalla Polizia di Stato con l’esecuzione di una misura restrittiva nei confronti di due donne, ritenute responsabili di un’attività di spaccio, sempre nell’area di Campobasso, di stupefacenti provenienti anche in questo caso da San Severo (FG) e da Napoli. Sempre sanseveresi sono alcuni degli indagati che - come segnalato nel paragrafo relativo alla Regione Abruzzo - il 28 gennaio 2019, nelle province di Chieti e Campobasso, sono stati colpiti da un decreto di sequestro preventivo, eseguito dalla Guardia di finanza, che ha riguardato quote societarie, esercizi commerciali, immobili e veicoli, per un valore complessivo di circa 1 milione e duecentomila euro. Nella provincia di Isernia si conferma la presenza di gruppi criminali di origine rom, attivi, oltre che nei reati contro il patrimonio, anche nel settore degli stupefacenti, talvolta anche in collaborazione con sodalizi italiani. Ne è esempio l’operazione “White Rabbit”, conclusa il 20 marzo 2019 dalla Polizia di Stato nei confronti degli 11 componenti di un gruppo misto fra italiani e soggetti rom stanziali con dimora nella provincia di Isernia e nella provincia di Foggia, dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti. Il gruppo rom controllava lo smercio di droga ad Isernia, mentre l’approvvigionamento delle sostanze avveniva attraverso gli indagati foggiani. Tra le altre, è emersa la figura di un elemento di spicco della criminalità organizzata di Lucera (FG) che, dopo aver scontato una lunga pena, al fine di reintrodursi nel circuito criminale avrebbe individuato il territorio di Isernia come area ideale per l’ampliamento dei propri traffici illeciti.

Fonte: DIA

(by nicola)

La Dia spiega come si smaltiscono illecitamente i rifiuti



Nell’ultima relazione al Parlamento della Direzione Investigativa Antimafia (Dia) vi è un interessante focus sui traffici illeciti di rifiuti che vale la pena di leggere, anche perché ridimensiona notevolmente le trionfalistiche affermazioni di chi, riempiendosi la bocca con l’economia circolare, vuole farci credere che l’Italia è, nell’Unione Europea, un paese modello dove i rifiuti sono quasi scomparsi perché vanno tutti a riciclo.
Ma solo sulla carta. Infatti, ci dice la Dia, nel tempo, le tecniche di smaltimento illecito si sono evolute, passando dallo sversamento in discariche a cielo aperto, tipiche del periodo compreso tra la fine degli anni 80 e l’inizio degli anni 90, a un’ampia gamma di metodologie pericolose per la salute pubblica, che ha riguardato tutte le fasi del ciclo. E ci spiega anche come: “a) l’invio di rifiuti pericolosi in discariche non idonee, sulla base di falsa documentazione che ne attesta, solo cartolarmente, il trattamento; b) l’immissione dei rifiuti in cicli produttivi, cementifici e fornaci per la produzione di laterizi, di fanghi industriali, polveri di abbattimento fumi, ceneri e scorie derivanti dalla lavorazione di metalli; c) lo spandimento sul terreno di pseudo-fertilizzanti provenienti da attività di compostaggio di fanghi non sottoposti ad alcun trattamento, pertanto non idonei all’impiego in agricoltura per le elevate concentrazioni di metalli pesanti (cadmio, cromo, mercurio, nichel, zinco) e la presenza di sostanze cancerogene; d) l’impiego di rifiuti pericolosi in ripristini ambientali”.
Aggiungendo che per i rappresentanti degli enti locali, le condotte contra legem sono spesso originate dall’esigenza di trovare soluzioni immediate di smaltimento che consentano di liberarsi dei rifiuti in modo sollecito, garantendo, senza interruzioni, l’erogazione del servizio pubblico, la cui interruzione rischierebbe di provocare gravi danni alle collettività che amministrano. Insomma, l’emergenza porta all’illegalità e, spesso, la illegalità si coniuga con la corruzione e con il connubio con la criminalità organizzata.
Con la novità – ci precisa la Dia – che in diverse realtà si è riscontrato che “l’esponente politico si trova in una posizione di subalternità solo apparente in quanto, da un esame più attento del rapporto instauratosi tra il primo e il gruppo criminale, emerge che questo si fonda sull’esistenza di reciproci interessi e si sviluppa su un piano di perfetta pariteticità. Infatti, il peculiare rapporto che, da decenni, lega la camorra a compagini istituzionali, le ha consentito di inserirsi nelle gare per la concessione di pubblici appalti, in posizione spesso favorita rispetto alle imprese legali, sia per le considerevoli ricchezze di mezzi di cui la stessa dispone sia per gli appoggi politico-amministrativi sui quali può contare. Tale relazione arriva in alcuni casi ad assumere le connotazioni di una vera e propria joint venture, nella quale le scelte gestionali sono attuate a discapito dell’ottimizzazione delle modalità di smaltimento”.
Insomma, al di là della mafia e della camorra, oggi in Italia la criminalità ambientale è un “fenomeno che si alimenta costantemente grazie all’azione famelica di imprenditori spregiudicati, amministratori pubblici privi di scrupoli e soggetti politici in cerca di consenso, nonché di broker, anche a vocazione internazionale, in grado di interloquire ad ogni livello”.
Quanto, in particolare, ai rifiuti urbani, la Dia evidenzia che la carenza di impianti atti a chiudere il ciclo “ha inevitabilmente determinato l’allungamento della filiera ed il mancato compimento del ciclo di gestione, demandando lo smaltimento di quasi tutti i rifiuti urbani al conferimento in discarica, che spesso avviene dopo un farraginoso e dispendioso iter di trattamento e trasporto”. Ma, “più è lunga la filiera, più le organizzazioni criminali riescono a trovare spazi di inserimento, sfruttando le situazioni emergenziali e contribuendo, con lo sversamento illegale nelle discariche abusive, all’inquinamento del patrimonio ambientale”.
Conclusione: “È, pertanto, assolutamente necessario fare in modo che la chiusura del ciclo possa avvenire in prossimità del luogo di produzione del rifiuto, al di là della sola logica del conferimento in discarica”. Perché “i trafficanti lo sanno bene: più rifiuti, più passaggi, più chilometri, più affari in vista

Fonte: il Fatto

(by nicola)

mercoledì 19 febbraio 2020

Il tempo del carnevale - Carnevale Princeps Irpino - ESCLUSIVA OML


(by nicola)

“Plastic to fuel” La 'Pirolisi' trasforma plastica NON riciclabile in energia



Gli attuali costi di esportazione dei rifiuti all’estero potrebbero essere compensati investendo in tecnologie ed innovazioni di energy recovery (recupero di energia), così da avere vantaggi economici, oltre che ambientali. Un valido strumento è rappresentato dalla pirolisi, quel processo in grado di trasformare la plastica non riciclabile in energia. Grazie al ciclo di trattamento dei materiali da rifiuto, il processo di pirolisi genera energia pulita utilizzabile per diversi impieghi. Uno su tutti, riutilizzare la plastica non riciclabile trasformandola in combustibile (cosiddetta “Plastic to fuel”). È quanto emerge dal 3° Rapporto Federmanager- Aiee, dal titolo “Transizione verde e sviluppo. Può l’economia circolare contribuire al rilancio del sistema Italia?”, presentato a Roma.
Le stime riportate dal rapporto parlano chiaro: da 1 tonnellata di plastica si possono estrarre 800 litri di carburante al prezzo di un terzo del greggio. L’Italia, nota il dossier, se avesse utilizzato il Plastic to fuel, considerando le 1,3 milioni di tonnellate di plastica smaltite in discarica nel 2016, avrebbe conseguito un beneficio pari a circa 25 milioni di euro.
«La pirolisi è solo un esempio di come sia possibile sfruttare la tecnologia per produrre a basso impatto ambientale», spiega Sandro Neri, coordinatore della Commissione Energia di Federmanager. «Mostra il vantaggio - continua Neri- di avere una taglia ottimale di piccolo impianto ( fino a 100 kW), maggior efficienza rispetto ai grossi impianti, più facile da gestire, non richiede opere civili significative e necessita di spazi contenuti normalmente disponibili all’interno di impianti esistenti. Tutto ciò si traduce in tempi di installazione estremamente limitati». Lo studio Federmanager- Aiee, inoltre, sottolinea che una parte delle risorse messe a disposizione dal Green New Deal europeo deve essere destinata alla ricerca& sviluppo. «Il settore dell’economia circolare è tutto da costruire, ed è fondamentale per l’Italia saper guadagnare posizioni di leadership grazie a un mix di investimenti e stimoli fiscali guidati da una visione strategica di lungo termine che non può fare a meno di un’intensa attività di ricerca e di competenze appropriate», ha evidenziato il direttore generale Federmanager, Mario Cardoni.
A confronto su questi temi sono intervenuti il presidente di Aiee, Carlo Di Primio, Giacomo Gargano, presidente Federmanager Roma, Felice Egidi, Strategic advisor Elettricità Futura, Gianni Pietro Girotto, presidente commissione Industria del Senato, Gianluca Benamati, vicepresidente commissione Attività produttive della Camera, Paolo Arrigoni, componente commissione Territorio e ambiente del Senato, Federico Testa, presidente Enea, e Andrea Zaghi, direttore generale di Elettricità Futura, co- organizzatrice dell’evento.   

Fonte: il Dubbio

(by nicola) 

Termoli Jet. Quando a denunciare eravamo solo noi dell'OML! Sentenza di risarcimento della Corte dei Conti




Termoli Jet, con sentenza numero 5 del 2020, in corso di pubblicazione, la Sezione Molise della Corte dei Conti ha condannato l’ex assessore Antonio Chieffo e l’ex dirigente regionale Domenico Pollice alla restituzione all’erario di tre milioni e mezzo di euro. Qualora i due condannati non fossero in grado di restituire le ingenti cifre, a cascata il risarcimento si scaricherà su Michele Iorio, ex presidente, che dovrà sborsare 500mila euro, e sugli assessori Gianfranco Vitagliano, Rosario De Matteis, Filoteo Di Sandro e Michele Picciano, condannati a pagare 350mila euro a testa. La sentenza è in corso di pubblicazione e fa riferimento all’acquisto da parte della Regione, nel 2005, del 49% delle quote della Ltm, una partecipata regionale che perfeziona l’acquisto di un catamarano per il collegamento Termoli-Spalato per un totale di sei milioni e ottocentomila euro. Dal punto di vista penale c’è stata un’assoluzione generalizzata, ma lo Stato ha battuto cassa con la Corte dei Conti che oggi, martedì 18 febbraio, ha emesso una sentenza choc. Chiaramente i condannati al rimborso delle ingenti cifre potranno ricorrere in secondo grado contro la sentenza.

Fonte: il quotidiano online



martedì 18 febbraio 2020

AGGREGAZIONE DI LIBERI CITTADINI IN LOTTA A SOSTEGNO DELLA SANITA’ PUBBLICA




Riceviamo e pubblichiamo

ASSEMBLEA PUBBLICA A CAMPOBASSO

Domani, mercoledì 19 febbraio c.a., alle ore 17.00, presso l’aula Consiliare del comune di Campobasso, l’”AGGREGAZIONE DI LIBERI CITTADINI IN LOTTA A SOSTEGNO DELLA SANITA’ PUBBLICA”, organizza un’assemblea aperta a tutti i cittadini, comitati, associazioni, partiti, amministratori, insomma, un incontro aperto a tutti, al fine di portare all’attenzione della platea l’iniziativa di protesta a favore degli ospedali e della sanità pubblica e contro il governo regionale in carica prevista per il giorno 3 marzo davanti al palazzo del consiglio regionale. Dopo la conferenza stampa di presentazione della giornata del 3 marzo di questa mattina e dopo le sollecitazioni ricevute da diversi cittadini del capoluogo che ci chiedevano il loro coinvolgimento dopo un periodo di fermo, abbiamo avvertito l’esigenza di organizzare un’assemblea proprio nella direzione della globalità dei molisani, nessuno escluso se non chi della lotta pensa di poterci ricavare percorsi politici e personali. Nell’invitare chiunque abbia a cuore le sorti di questa regione e della sua sanità pubblica, si coglie l’occasione per ringraziare il primo cittadino di Campobasso, il sindaco Gravina, il quale nonostante la richiesta per l’utilizzo dell’Aula Consiliare gli fosse pervenuta solo nella giornata di ieri, non ha voluto negare questa opportunità di incontro e crescita ai suoi concittadini. Speriamo pertanto che all’iniziativa gli amministratori non vogliano far mancare la loro fattiva presenza.
Isernia , 18 Febbraio 2020

Dilma Baldassarre, Andrea Di Paolo, Cinzia Ferrante, Enrica Sciullo, Mario Giannini, Giovanni Vaccone, Emilio Izzo.

(by nicola)

Il tempo del carnevale - S. Antonio Abate e l'inizio del carnevale in Molise - ESCLUSIVA OML


(by nicola)

La cucina tradizionale molisana durante il carnevale - 2 - Esclusiva OML

(by nicola)

Il vero rischio è non camminare!


"Camminare ha benefici immensi per tutti i nostri organi e apparati. Ma forse dimentichiamo l'effetto che ha sul cervello: camminare almeno mezz'ora al giorno e in modo veloce, a tutte le età, aumenta il numero dei neuroni del nostro cervello, quindi memoria e capacità cognitive. Ma aumenta anche la vascolarizzazione del cervello: dà energia a queste nuove cellule. L'unità di misura più corretta è rappresentata dai minuti . L'ideale è fare almeno mezz'ora al giorno di camminata veloce, minimo per 5 giorni a settimana. In qualunque momento della nostra vita il movimento ha un impatto fondamentale di prevenzione delle malattie e di mantenimento delle nostre capacità fisiche e mentali. Stimola infatti la produzione a livello cerebrale di una sostanza che si chiama Bdnf (Brain-derived neurotrophic factor), un fattore che va a colpire l'ippocampo anteriore, deputato a costruire le cellule chiave per la nostra memoria e le nostre attività cognitive. Non solo: i nostri muscoli dopo l'allenamento mettono in circolo una serie di sostanze tra cui i fattori di crescita vascolare, che passano la barriera emato-encefalica e permettono di costruire nuovi piccoli vasi, i quali portano nutrimento ed energia alle nuove cellule. Se a 65-70 anni una persona si ripromette di fare una camminata veloce di mezz'ora al giorno, anche 45 minuti se può, alla fine dell'anno avrà l' 1% in più di cellule cerebrali. Avrà, dunque, una riserva cellulare maggiore che gli servirà per la memoria e le capacità cognitiva"

Sergio Pecorelli, componente Comitato scientifico Fmsi (Federazione medico sportiva italiana)

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La cucina tradizionale molisana durante il carnevale - 1 - Esclusiva OML

(by nicola)

Polmone blu


https://www.raiplay.it/video/2020/02/presa-diretta---il-polmone-blu-06a5d5ad-4cb9-4d53-a1f8-ff5ab0e3cce9.html

(by nicola)

lunedì 17 febbraio 2020

Aquae et ignis interdictio


Onore al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, la quale, dichiarando di voler abolire i due vergognosi decreti sicurezza di Salvini, ha posto in primo piano i valori etici e giuridici sui quali si fondano la nostra civiltà e la Costituzione della Repubblica italiana.
Ci sembra opportuno sottolineare che accogliere i giovani di razze diverse dalla nostra è un atto alta valore etico e risponde anche alla esigenza di rimediare in qualche modo al calo demografico della nostra Nazione.
L’esperienza ci dice che gli immigrati, se ben accolti, si adeguano perfettamente alla nostra cultura e conseguono anche ottimi risultati sia sul piano scolastico che su quello lavorativo. È dunque sulla integrazione che dobbiamo adoperarci.
D’ altro canto far cadere quei decreti sicurezza, che contengono anche regole vergognose contro le Ong per evitare che poveri naufraghi entrino in Italia, è un dovere morale e giuridico, sancito dall’articolo 2 della Costituzione secondo il quale: “la Repubblica tutela i diritti inviolabili dell’uomo”.
Sull’onda di questa importante e moralmente altissima iniziativa, è da richiamare l’attenzione dei politici anche sulla vergognosa norma della legge Lupi che vieta a coloro che si sono perfettamente integrati nel popolo italiano il diritto all’iscrizione anagrafica privandoli, in questa maniera, persino dell’allacciamento nelle loro abitazioni del servizio idrico, elettrico e del gas.
Una vera interdictio aquae et igni, cioè l’impossibilità di usare dell’acqua e del fuoco che gli antichi romani usavano imporre ai criminali e che Lupi, invece, ha usato contro poveri immigrati. Anche questa norma dovrà essere dunque immediatamente eliminata.
Sia ben chiaro per tutti, che, anziché combattere gli uomini che hanno un diverso colore della pelle, noi creiamo le condizioni favorevoli perché possano lavorare e produrre, integrandosi nel contempo nella nostra cultura e nelle nostre comunità, noi creeremo un beneficio per tutti, perché da dati statistici inequivocabili, risulta che queste persone vogliono lavorare, occupando posti che gli italiani hanno da tempo abbandonato.
Insomma si sappia che gli immigrati non tolgo lavoro a nessuno, e costituiscono una fonte di ricchezza per porre in moto interi settori dell’economia abbandonati a se stessi.
Tutto questo, ovviamente, lo affermiamo nell’ambito di una più ampia lotta contro lo strapotere della finanza e delle multinazionali che si impadroniscono delle nostre fonti di produzione di ricchezza, le quali attraverso il lavoro di tutti gli italiani, immigrati compresi, dovrebbero e potrebbero trattenere in Italia
 
Prof. Paolo Maddalena,  'Attuare la Costituzione'
 
(by nicola)

Una legge sul lobbying, per il bene della democrazia. Firma e fai firmare la petizione!



Ogni giorno nei Parlamenti, nei ministeri, nelle regioni, nelle nostre città politici e funzionari pubblici devono prendere decisioni importanti che possono incidere direttamente sulle nostre vite. Nuove infrastrutture, farmaci, politiche sociali, inquinamento, lavoro, diritti dei consumatori: sono solo alcuni dei temi cruciali sui quali chi ci governa compie scelte determinanti, che potrebbero migliorare la nostra quotidianità o compromettere il nostro futuro. Come vengono prese queste decisioni? Ascoltando chi? A partire da quali dati e informazioni?
È qui che entrano in gioco i lobbisti, non soltanto i professionisti che lavorano per aziende, associazioni di categoria, gruppi di interesse, ma anche quelli che rappresentano il settore non profit, con un compito davvero importante: portare il loro punto di vista ai politici e ai funzionari dello Stato. I lobbisti forniscono ai decisori pubblici dati, informazioni e notizie, sulla base delle quali vengono fatte scelte che influiranno sulle nostre vite. 
Questo processo di informazione e influenza delle decisioni pubbliche da parte dei lobbisti è oggi del tutto opaco e per nulla regolamentato. Non esistono regole su come i politici e i funzionari statali devono approcciarsi ai portatori di interessi, sui soggetti da ascoltare prima di fare una scelta rilevante per tutto il Paese,  per la nostra regione, o per la nostra città. In pratica, oggi vige il Far West, in cui il più forte, il più potente, il più scorretto, il più spregiudicato ha comunque la possibilità di essere ascoltato dai politici.
Noi crediamo che tutto questo vada cambiato subito, e che l’Italia debba dotarsi di una legge che stabilisca una volta per tutte cosa si può fare e cosa non si può fare nell’attività di lobbying.
Oltre 50 disegni di legge in più di 50 anni non sono riusciti a produrre un testo che regolamenti il lobbying in Italia, mantenendo opaco un processo – quello della formazione delle decisioni pubbliche – che dovrebbe invece essere aperto e alla luce del sole. Questa opacità ha contribuito a demonizzare un’attività che è invece legittima e parte integrante della democrazia. Perché il fatto che diversi gruppi di interesse, sia privati che della società civile, cerchino di influenzare le scelte dei decisori pubblici, fa parte del processo democratico.
Soltanto la presenza di più voci e il confronto tra diversi punti di vista può generare un dibattito informato sui temi di interesse collettivo. Ecco perché il diritto di rappresentanza degli interessi va regolamentato, tutelato ed esteso.
Perché nell’assenza di regole, i nostri rappresentanti e i funzionari pubblici si sottraggono all’obbligo di ascoltare tutte le voci in campo. Vuol dire che gli utenti che usufruiscono di una linea ferroviaria hanno meno voce in capitolo di una compagnia di trasporti, che ricercatori indipendenti contano meno di un’azienda farmaceutica.
Le istituzioni devono rendere i processi decisionali molto più inclusivi, mettendo tutti nelle stesse condizioni di influire sulle decisioni pubbliche: dagli ambientalisti alle industrie energetiche, dalle aziende alle associazioni di consumatori, dai grandi gruppi ai piccoli comitati di quartiere.   
Regolamentare una volta per tutte il lobbying permetterebbe inoltre a tutte le aziende di avere eguale accesso alle informazioni pubbliche, contribuirebbe a riequilibrare la libera concorrenza, migliorando la nostra economia e di conseguenza la vita di tutti i cittadini.
Unisciti a noi e firma per  una legge sul lobbying che preveda:
  • un registro pubblico obbligatorio per i lobbisti. Chiunque voglia esercitare questa attività deve iscriversi al registro e rispettare un codice etico di condotta.
  • un’agenda pubblica degli incontri tra politici, funzionari pubblici e lobbisti, in cui entrambe le parti sono tenute a comunicare la data dell’incontro, i temi in discussione e quale documentazione è stata depositata.
  • sanzioni serie per punire i comportamenti illeciti sia dei lobbisti, che dei decisori pubblici.
  • consultazioni pubbliche per garantire la possibilità agli iscritti nel registro di essere ascoltati sui propri temi di riferimento e far pervenire agli organi decisionali tutti i contributi ritenuti utili al dibattito.
Il 95% dei parlamentari della maggioranza intervistati per una nostra indagine è d’accordo sulla necessità di una legge e la ritiene addirittura molto urgente. Cosa aspettano i nostri politici a passare ai fatti?
È tempo di accendere i fari sui portatori di interessi particolari e tutelare le decisioni che ci riguardano tutti! Chiediamo più inclusione e più trasparenza per migliorare la qualità della nostra democrazia.

(by nicola)