Domanda: dove sono gli impianti di compostaggio 'anaerobico' indispensabili a trattare tutta la frazione organica del Paese? Con 2,1 Mld di euro stanziati dal PNRR per l'economia circolare a fronte di 3,7 di Mld di euro regalati ai signori del biogas/biometano non si va da nessuna parte! E' così che si vuol dare risposte concrete al global warming e ai problemi di inquinamento atmosferico?
Dal
punto di vista agronomico separare l’organico dal resto dei rifiuti è
importante per restituire al terreno materia viva e fertile dal momento che la fertilità dei suoli dipende essenzialmente dalla presenza di sostanza organica che solo il compost ottenuto da impianti di compostaggio 'anaerobico' dal riciclo dei rifiuti organici si propone appunto di aumentare.
Dal momento che l’articolo 182 ter del decreto
legislativo 152/2006, che recepisce in Italia la direttiva europea
2018/851 in materia di rifiuti, dispone che dal 1 gennaio 2022
in tutti i Comuni italiani sarà obbligatorio prevedere la raccolta
differenziata della frazione umida, cosa succederà?
In mattinata la cagnetta Molly, da tempo mascotte della nostra associazione, se n'è andata dopo aver trascorso anni felici, amata e accudita dalla sua famiglia umana: Gabriella, Rocco e Alessandro.
Molly ha avuto la fortuna di vivere una
vita felice e partecipare a tutte le forme di lotta portate avanti dall'OML.
Storia itinerante,
dagli indiani Sioux sino in Italia.
Il volume si conclude in Molise fra
tradizioni insolite, semi di saggezza e un intreccio di intriganti
vicende dove anche l’amore ha la sua parte poetica.
Fuori dai casi previsti dall'articolo 434,
chiunque abusivamente cagiona un disastro ambientale è punito con la
reclusione da cinque a quindici anni. Costituiscono disastro ambientale
alternativamente:
l'alterazione irreversibile dell'equilibrio di un ecosistema;
l'alterazione dell'equilibrio di un ecosistema la cui eliminazione
risulti particolarmente onerosa e conseguibile solo con provvedimenti
eccezionali;
l'offesa alla pubblica incolumità in ragione della rilevanza del
fatto per l'estensione della compromissione o dei suoi effetti lesivi
ovvero per il numero delle persone offese o esposte a pericolo.
Quando il disastro è prodotto in un'area naturale
protetta o sottoposta a vincolo paesaggistico, ambientale, storico,
artistico, architettonico o archeologico, ovvero in danno di specie
animali o vegetali protette, la pena è aumentata.
Niente paura, in Molise puoi avere:
un "vero e proprio inceneritore di rifiuti pericolosi non dotato di alcun sistema di abbattimento per gli inquinanti";
"autorizzazioni illegittime";
"un impianto di trattamento rifiuti mai autorizzato" ma "implicitamente riconosciuto dalla
Regione" con il quale bruciare14mila chili tra fanghi di raffinerie, acque di industrie chimiche e le ceneri radioattive di Brindisi e... farla franca!
Martedì 21 dicembre alle ore18.00, presso la Sala Santo Stefano, in Sepino.
Primo di 15 documentari, ognuno dei quali è
dedicato a una delle bellissime, selvagge, poco conosciute cascate
del Molise, dalla famosa e gigantesca Cascata Rio a Roccamandolfi, Cascate
del Carpino a Carpinone, Cascata San Nicola a Guardiaregia,
Cascate del Verrino ad Agnone, Cascata dei Pioppi “Chiupptill”
a Bonefro, Cascata del Volturno a Castel San Vincenzo
(fraz. Cartiera), Cascatelle dei Mulini a Santa Maria del Molise,
Cascata della Castagna a Sepino, Cascata Santa Maria Alto
Piede a Longano, Cascate Campo Sacco a Monteroduni,
Cascata San Lorenzo a San Giuliano di Puglia, Cascata Lo
Schiaffaturo a Montagano, Cascata del Verrino a Capracotta,
Cascata “Zumpatur” a Frosolone e Cascata di Foci a
Cerro al Volturno.
Care
e cari soci, care e cari lettori, questa mia è innanzitutto una
lettera di auguri di buon Natale e buon anno, che formulo ricordando a
tutti che, quando la notte si fa più buia, è segno che l’aurora è
vicina.
La
nostra aurora appare chiara nella emersione di alcuni piccoli, ma
molto significativi, segnali provenienti da un certo mutamento
dell’immaginario collettivo, proprio in ordine a quello che è il
fine della nostra Associazione: Attuare la Costituzione.
La
nostra Associazione, che il 17 ottobre 2022, compirà il suo primo
quinquennio di vita, ha svolto un’azione progressiva e continua
proprio per l'attuazione dei principi e diritti fondamentali sanciti
nella nostra meravigliosa Costituzione Repubblicana.
Questa
azione si è svolta sul piano dell’approfondimento scientifico e su
quello della sperimentazione di azioni giudiziarie dirette a far
trionfare “la proprietà collettiva demaniale” del Popolo sovrano
(come sancisce il primo comma, primo alinea, dell’art. 42 Cost.)
contro l’efferato dominio delle multinazionali e della finanza, le
quali, distruggendo lavoro e ricchezza nazionale, utilizzando
l’indebitamento e la finanziarizzazione dei mercati, “le
privatizzazioni”, le “delocalizzazioni” e le “svendite”, si
sono illecitamente impossessati del nostro “patrimonio pubblico”,
facendo spaventosamente allargare la forbice tra ricchi e poveri e
gettando sul lastrico migliaia e migliaia di famiglie.
Queste
azioni sono state possibili poiché sul piano teorico si è
approfondito l’effetto provocato sull’ordinamento costituzionale
dal passaggio dallo “Stato persona”, previsto dallo Statuto
albertino come “soggetto singolo”, allo “Stato comunità”
considerato dalla vigente Costituzione un “soggetto plurimo”, con
l’ovvia conseguenza che, quando si parla di beni e servizi facendo
parte del “demanio pubblico”, non è più possibile parlare in
termini di “proprietà privata” della “pubblica” in quanto
riferita a un soggetto pubblico, ma si deve parlare di “proprietà
pubblica”, la quale, come subito notò Massimo Severo Giannini, è
una “proprietà collettiva demaniale”, cioè una proprietà che
non appartiene più alla Amministrazione Pubblica (lo “Stato
persona giuridica”) che è un “organo” dello Stato comunità,
ma proprio alla Comunità di tutti i cittadini.
Sulla
base di delle premesse abbiamo fatto annullare dalla Corte
costituzionale la legge cosiddetta “italicum”, ci siamo occupati
degli ulivi del Salento utilizzando la via giudiziaria, la cui
udienza di comparizione è stata fissata per il prossimo giugno 2022,
di ALITALIA e di ITA, della Whirpool di Napoli, della GKN di Campi
Bisenzio, dei servizi pubblici di taxi e di spiaggia, e di molti
altri casi ancora.
E’
per continuare con la maggior lena possibile lo svolgimento di dette
attività che ci permettiamo di chiedere a tutti di voler partecipare
attivamente alle nostre azioni e alle nostre riunioni, aperte a
tutti, di cui vi sarà data pronta comunicazione.
Ci
incoraggia il fatto che, come accennato, l’aurora è vicina e a
essa si accompagna necessariamente il risveglio delle menti migliori.
Molise, inquinamento e mala gestio della cosa
pubblica. Parla Mainelli (Azione Civile): «Il malaffare viene dagli
organi dello Stato»
UNA SCOPPIETTANTE INTERVISTA con
l’avvocato di Bojano, conosciuto per il suo decennale impegno sul fronte
ambientale, oggi portavoce regionale del Movimento dell’ex magistrato
Antonio Ingroia. «Non c’è una specializzazione della magistratura. La
differenza l’abbiamo vista quando è venuto Rabitti. Lo specialista ha
affermato che in Molise sono stati portati rifiuti che non potevano
essere portati, non potevano nemmeno partire da dove sono partiti. E
sono stati bruciati in un impianto inadeguato. Cosa è stato sparato in
atmosfera? Usavano i formulari identificativi falsi». Sulla politica
regionale Mainelli non ha usato mezze misure: «Noi siamo cresciuti con
Berlinguer, Pertini, Moro. Oggi ci ritroviamo con questi personaggi. È
inutile parlare a loro di queste cose, non le capiscono. Respirano le
stesse cose che respiriamo noi. Questo fa capire a che punto arriva la
stupidità.»
«In
Molise abbiamo un sacco di autorizzazioni che vengono date, sempre che
gli organi di controllo abbiano le strutture idonee per controllare cosa
succede». Comincia così la nostra conversazione con l’avvocato Alfonso Mainelli,
da tanti anni impegnato attivamente su tematiche importanti. Il suo
attivismo si è registrato non solo nella sua professione legale ma,
anche e soprattutto, nei movimenti, nei partiti politici e nelle
associazioni. Oggi Mainelli è il portavoce in Molise del Movimento dell’ex magistrato antimafia Antonio Ingroia. E con lui, in occasione della conferenza stampa organizzata per questa mattina a Campobasso, abbiamo affrontato diversi temi: dall’inquinamento del territorio molisano alla malagestione di una politica incapace, dannosa e poco credibile.
«Prendiamo Venafro, i cittadini sono chiusi tra due inceneritori. In
quell’area le polveri ultrasottili le hanno cominciate a monitorare nel
luglio/agosto del 2018.»
Cosa significa?
«Che
una larga fascia di territorio, che una larga fascia di popolazione è
stata per tanti anni esposta ad un rischio grave presupposto per legge.
Gli inceneritori sono assolutamente pericolosi e su questo non si
discute. Tenere tutte quelle persone per anni esposte ad un rischio ed
avere a latere i volontari dell’ambiente che le denunciavano queste
cose, senza che le Prefetture e le Procure abbiano preso in
considerazione l’alto rischio che c’era, è un fatto grave.»
È lo Stato che viene a mancare?
«Sì e non ce lo possiamo permettere.»
Perché è accaduto e accade tutto questo? Perché sono venuti meno i controlli in questa Regione?
«I
controlli non si fanno dove si vuole lasciare scoperto un settore nel
quale circolano capitali non indifferenti. Nel momento in cui i fatti
dimostrano che mancano le cose essenziali per mettere in sicurezza la
gente è normale che sorgono dei dubbi. La pubblica amministrazione
questo lo deve capire. I mancati controlli che facevano a Bojano hanno
lasciato in eredità una relazione peritale fatta da Paolo Rabitti dove
parla di sostanze cancerogene bruciate in un inceneritore nel triangolo
Colle d’Anchise, Spinete e Bojano. In quella relazione ci sono cose gravissime.
Il malaffare viene da organi della pubblica amministrazione, Rabitti fa
anche nomi e cognomi. Nel nostro sistema la struttura sociale,
disegnata dall’ordinamento giuridico, si basa sul potere legislativo,
sul potere esecutivo e sul potere giudiziario. Se vengono a mancare
questi ultimi due poteri come cittadino non ti puoi salvare. Perché non
sai più dove poter portare le tue problematiche.»
E in Molise questo è accaduto?
«In
una regione come il Molise se non funziona la magistratura la regione
se ne va giù, non solo per l’ambiente. In Molise, ad esempio, la
zonizzazione è stata fatta qualche anno fa, quando sorse la questione
delle biomasse. Gli altri stavano già misurando lo 0,5, non il PM 2,5.
Quando la Cattolica, l’Istituto universitario, ha pubblicato lo studio
con il quale collegano l’ictus e l’infarto all’inquinamento, dice anche che lo studio va fatto su una fase statistica almeno biennale. E a Venafro che cosa è successo?»
Cosa è successo?
«A
Venafro hanno cominciato a misurare il PM 2,5 a fine 2018. E se arrivi
fino al 2019 non hai niente. A meno che non ci vengano a dire che i dati
saranno forniti dalla Sorgenia. Ma quest’ultima è il soggetto da
controllare. È crollato il sistema giudiziario di controllo. Il
procuratore capo di Campobasso, su una mia istanza per la riapertura
delle indagini su delle questioni che si stanno verificando nella piana
di Bojano, dice che le soglie superate si riferiscono a delle
supposizioni. Evidentemente non ha capito che non è una mia
supposizione. È la regione Molise che dice che sono considerate superate
le soglie di valutazione. E tu procuratore ti devi adeguare a quello
che dice l’organo di controllo. Non si può confondere il principio di
precauzione come qualcosa al quale sono tenute le pubbliche
amministrazioni. Ma sono gli imprenditori che devono attenersi a quei
concetti.»
Lei sta descrivendo una situazione molto difficile per il Molise.
«Non
c’è una specializzazione della magistratura che è necessaria e si
sente. La differenza l’abbiamo vista quando è venuto Rabitti, il perito
del giudice Falcione. Lo specialista ha affermato che in Molise sono
stati portati rifiuti che non potevano essere portati, non potevano
nemmeno partire da dove sono partiti. E sono stati bruciati in un
impianto inadeguato, perché non raggiungeva le temperature previste
dalla legge. Cosa è stato sparato in atmosfera? Usavano i formulari
identificativi falsi. Chi è che certificava che l’impianto in questione
era a norma?»
Chi certificava tutto questo?
«La
Regione, il capo della sicurezza ambientale della Regione. Queste
questioni sono state sottoposte alla Procura di Campobasso nel 1994. Un sistema non controllato e ignoto di inquinamento. Le Procure pensano che noi siamo ancora i bambini con i pantaloncini corti, dimenticano che è stato inserito il reato di disastro ambientale in Italia.
E la Procura lo dovrebbe sapere, lo dovrebbe conoscere a memoria. La
norma punisce anche chi mette a rischio una parte della popolazione,
pure se sono state immesse delle sostanze in atmosfera che per loro
composizione sono classificabili come portatrici di disastro ambientale.
Siamo fuori controllo, nel senso mentale della situazione. Non si
possono tenere due inceneritori a Venafro senza controllare le polveri
sottili. Se non sai cosa succede nel contesto non puoi rilasciare le
autorizzazioni.»
In questa situazione manca ancora il Registro dei tumori. Ma serve o non serve?
«Serve, però se lo apri domani servono, in media, dieci anni perché diventi un riferimento istruttorio…»
Hanno cominciato a finanziarlo dal 2004. Sono passati quasi vent’anni…
«Ma non lo aprono…»
Perché non lo aprono?
«Se lo aprono potrebbero…»
Cosa potrebbe emergere?
«Emerge quello che già sappiamo, che i picchi di malati e morti di tumore sono enormi.
La tutela ambientale è fondata sulla prevenzione. Se non fai
prevenzione non fai nemmeno tutela. A Bojano nessuna sa cosa abbiamo
respirato. Nel 1986 a Bojano hanno bruciato 14 milioni di chili di sostanze tossiche, nocive e cancerogene.
Tra questi 14 milioni ci stavano i fanghi di raffinerie, acque di
industrie chimiche e le ceneri radioattive di Brindisi, dove arrestarono
il direttore di Enel. Tra i fanghi di raffinerie vennero sequestrate
300 mila chili, perché quella volta l’opinione pubblica fu molto forte.
La combustione di quei fanghi era stata già pagata e la Procura che fa?
Una sperimentazione. E bruciano quei 300 mila chili. Una follia. E chi
ha pagato per quelle cose? Nessuno.»
Oggi come si sta comportando l’opinione pubblica?
«La gente ritiene che queste siano cose secondarie.»
Perché?
«I
primi presidi territoriali sono inesistenti. In qualsiasi parte
d’Italia se esce una notizia che una persona è stata ricoverata in
ospedale per intossicazione si va a cercare di capire cosa è successo. E
da noi cosa fanno i sindaci? Niente. Questi malaffari, queste
situazioni limite hanno preso in mano anche la politica.»
Lei prima ha affermato che non c’è una specializzazione della magistratura. Possiamo specificare meglio?
«Molti non si rendono conto come si affrontano queste situazioni.»
Cos’altro manca?
«Una
cosa fondamentale, i magistrati devono esercitare lontano dai luoghi di
nascita, lontano dalle zone in cui sono nate. Questo sottende un motivo
di grande opportunità. La gente deve essere libera di valutare e i
dubbi non ci devono mai essere. Si perde fiducia.»
Manca la politica?
«La
politica è inesistente. La politica è un’arte nobile. Noi siamo
abituati a discuterne come quando si parla di guerre per bande. Noi siamo cresciuti con Berlinguer, Pertini, Moro.
Oggi ci ritroviamo con questi personaggi. È inutile parlare a loro di
queste cose, non le capiscono. Respirano le stesse cose che respiriamo
noi. Questo fa capire a che punto arriva la stupidità.»
Ma le responsabilità non sono anche degli elettori che scelgono questi rappresentanti?
«Sono
pure degli elettori le responsabilità. Ma in un contesto così piccolo
se la magistratura funziona male nel suo complesso, ovviamente ci sono
anche ottimi magistrati, significa che poi vanno avanti quelle fasce
della politica, dell’impresa che non sono troppo ligi a rispettare le
regole. La Gam, i fondi per la montagna, il Lotto Zero: sono tutti
indicatori che qualcosa non va.»
Il Procuratore nazionale antimafia De Raho ha parlato delle presenze delle mafie in Molise.
«Non basta dire dove ci sono i soldi… dove c’è la magistratura che non funziona entra la malavita.»
Ma il Molise è un’isola felice?
«Non è assolutamente un’isola felice dal punto di vista della sicurezza della gente.»
Quali saranno le forme di lotta di Azione Civile per la salvaguardia della salute?
«Sicuramente
è necessario che anche i magistrati rispondano delle proprie azioni. Ci
saranno denunce, anche mirate. Il sistema non regge più. Sulla
questione della Gam si è fatto di tutto per mettere a tacere la
situazione. Viviamo in una Regione che investe in operazioni totalmente
fallimentari. Queste situazioni non si possono più ripetere, non ce lo
possiamo permettere. Dobbiamo rimettere sul tavolo i veri problemi.»
E’ morto ieri. Aveva 99 anni. Nome: Antonio Capussi. Professione: costruttore. Perché ne scrivo? Perché non gli è mai stato riconosciuto il giusto compenso
per il lavoro fatto: nello specifico 80 Km di strade interpoderali e
acquedotti per un controvalore di 16 Mld di vecchie lire! Di tali opere beneficiano ancora oggi anche i lestofanti responsabili di tale ingiustizia! Io
l’ho visto solo pochi anni fa incatenarsi all’interno del piazzale
antistante la sede del Consiglio regionale del Molise. Chiacchiere e
solo chiacchiere da parte di chi continua a spendere e spandere il
denaro altrui e non è stato in grado di rendere giustizia a uomini, loro
si ‘degni’, quali il signor Capussi! Eppure il signor Antonio aveva
citato in giudizio la Regione, ‘giustamente’ condannata a pagargli un
risarcimento di 2,1 milioni di euro. Purtroppo neanche quei soldi gli
sono stati mai versati! Proporrò che le opere da lui realizzate e mai pagate da chi le ha ordinate portino il suo nome!
Il 4 dicembre 2021 è nato, anche in Molise, il 'Movimento Laudato Sì.'
Fortemente voluto dal presidente Frenza, già 'Animatore Laudato Sì', presso la sede operativa dell'OML - ADN, Matrice scalo - si è tenuto il primo incontro del 'Comitato' durante il quale i presenti hanno assistito alla proiezione del docufilm 'AMAMEI - I Guardiani della Foresta', un
documentario, incentrato sulla
resistenza degli indigeni Harakbut che
vivono
nell’Amazzonia peruviana, secondo i quali "un
albero ci salverà. E sarà l’albero di Anamei!”
Alla proiezione ha fatto seguito un interessantissimo dibattito protrattosi anche durante il momento conviviale.
L'evento è stato dedicato alla memoria di Leonida Bombace, amico dell'OML, il quale si è sempre battuto contro il ‘Pensiero fossile’ responsabile
della ‘povertà energetica’, causa di fame, malattie,
sfruttamento, migrazioni degli abitanti dei Paesi più ricchi di
petrolio, gas, sole, biodiversità! Come?:
realizzando il progetto ‘Led lantern’ con il quale è riuscito a vincere l'oscurità – materiale e culturale – che
attanaglia gli abitanti di molti villaggi dell’Africa, dell’India e dell'Amozzonia peruviana!
Grazie al suo operato tantissimi bambini possono studiare, leggere,
comunicare, giocare anche dopo che la luce del sole è andata via;
dando vita alla Rete ‘NO CAP’, PEOPLE BEFORE
PROFIT, nata per liberare dalla schiavitù del caporalato i
braccianti del mondo;
recuperando, in un quartiere degradato della Sua Palermo (Danisinni), uno spazio comunitario - guidato dai frati Cappuccini - al servizio del territorio.
Oggi, sabato 4 dicembre, alle ore 16:00, presso la sede operativa dell'OML (ADN, Scalo ferroviario Matrice, 1) proiezione del docufilm 'ANAMEI'i guardiani della foresta."
Incentrato sulla
resistenza degli indigeni Harakbut, che
vivono
nell’Amazzonia peruviana,
il film narra una storia potente che ci fa capire quanto importante sia
la presenza degli alberi della 'Foresta primaria' amazzonica - l'unica
attualmente rimasta sul pianeta - per la sopravvivenza di tutte le forme
viventi.
L'evento, dedicato a Leonida Bombace, è finalizzata a dar vita al circolo 'Laudato Sì' in Molise.
Il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, e il capo del
Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica
economica (Dipe), Marco Leonardi, illustreranno i progetti e i vantaggi
per il territorio, il ruolo degli enti locali nell’attuazione del Pnrr e
le modalità per accedere alle risorse.
La seconda parte dell’evento sarà caratterizzata dal dialogo con:
i
cittadini;
gli studenti;
le associazioni di categoria;
le imprese.
L’accesso sarà consentito esibendo il Green pass e indossando la mascherina Ffp2.
Nel secondo appuntamento pubblico, la comunità locale si confronterà sull'ipotesi di progetto. I cittadini sono invitati a manifestare la propria volontà di adesione. Comincia a prendere forma la Comunità Energetica Rinnovabile (CER) di Mirabello Sannitico, Comune molisano di circa 2100 abitanti, promossa dall’Amministrazione comunale nell'ambito del progetto Interreg – IPA CBC Italy, Albania, Montenegro Civic Energy Future: Sustainable Local Energy Communities. Dopo l'evento di lancio del luglio scorso, il 7 dicembre prossimo, alle ore 17.30, presso Palazzo Spicciati, sarà presentata ai Cittadini l'ipotesi di progetto per realizzare una Comunità Energetica Rinnovabile. Il progetto è stato elaborato con il supporto della coop Energy 4Com, start up innovativa, a cui il GAL Molise Verso il 2000 ha affidato un incarico per lo svolgimento delle attività di carattere tecnico amministrativo e di supporto al coinvolgimento della popolazione. Con il patrocinio e l'attivo coinvolgimento del Sindaco Angelo Miniello la costituenda Comunità energetica sembra interpretare compiutamente le indicazioni della direttiva europea, laddove raccomanda la proattività degli Enti Locali e la loro partecipazione alle Comunità energetiche insieme ai cittadini e alle PMI locali. Ed è proprio grazie alla collaborazione degli Uffici tecnici e amministrativi dell'Ente e di tre imprese locali, che Energy4Com ha raccolto i dati dei consumi elettrici e mappato le coperture degli edifici con l'obiettivo di verificare il potenziale di produzione locale di energia da fotovoltaico. “Confermiamo l’impegno dell'Amministrazione comunale nelle politiche di sviluppo sostenibile, di accompagnamento alla transizione ecologica e di lotta ai cambiamenti climatici - ha dichiarato il Sindaco Angelo Miniello - la Comunità energetica di Mirabello potrebbe essere la prima in Molise e quindi fare da apripista per altre esperienze.” La disponibilità di due impianti FV recentemente collegati sulle coperture di due imprese presenti nella zona artigianale del Comune di Mirabello potrebbe consentire infatti un rapido avvio della Comunità energetica, aggregando i consumer ubicati nelle aree limitrofe, tra i quali anche un edificio comunale. Sulla base dei dati raccolti, Energy4Com ha dimensionato questo primo nucleo di Comunità Energetica, facendo un bilancio energetico di produzione e consumo. Nel contempo sono state mappate le coperture pubbliche su cui potranno essere realizzati nuovi impianti e stimato il fabbisogno elettrico che i medesimi potrebbero soddisfare in considerazione dei profili di carico delle diverse tipologie di utenti. Sulla base dell’analisi di fattibilità economica che sarà presentata e delle adesioni che si raccoglieranno, l’Ente locale, i cittadini e le imprese potranno valutare l’opportunità di realizzare nuovi impianti aggregando nuovi consumer. In base alla normativa attualmente in vigore, il perimetro di riferimento considerato per la CER è quello della cabina secondaria, con la potenza degli impianti inferiore a 200kW, ma la progettazione guarda già al perimetro della cabina primaria e a impianti fino a 1 MWp. “La Comunità energetica di Mirabello Sannitico - ha dichiarato Adolfo Colagiovanni, responsabile tecnico del GAL Molise Verso il 2000 - rappresenta un prototipo per una progettazione di Area Vasta su cui stiamo lavorando con l’obiettivo di accedere ai contributi del PNRR e del FESR per i 59 Comuni soci del GAL e con i soci privati.”