sabato 31 ottobre 2020

Siamo vicini al nostro Tony

E' venuto a mancare il papà del nostro caro Tony Cosimi. 
I Soci dell'OML sono accanto a lui e ai suoi cari in questo triste e doloroso momento.
 
Osservatorio Molisano sulla Legalità
 
(by nicola)

IN MEMORIA DELLA BIBLIOTECA PROVINCIALE 'PASQUALE ALBINO'

 
La Biblioteca provinciale “P.Albino” di Campobasso è chiusa da quattro anni; lo scorso primo settembre è caduto (il verbo è quello giusto) l’anniversario di questa vicenda avvilente e sintomatica della natura e della prospettiva delle politiche culturali che s’irradiano sui nostri territori.
'Il Bene Comune' pubblica l'intervento di Vincenzo Lombardi, direttore della biblioteca fino alla sua chiusura, che ricostruisce il percorso e le responsabilità di quanti (non sono pochi) hanno contribuito a sospendere fino a data da destinarsi una infrastruttura culturale d’eccellenza i cui servizi s’irradiavano sull’intero territorio regionale.
 
(by nicola)

Gratuito patrocinio. Lo Stato, finalmente, paga gli avvocati (92 milioni)


La Direzione generale degli Affari interni del ministero della Giustizia ha comunicato di aver provveduto all’emissione degli ordini di accreditamento a saldo delle esposizioni debitorie, con l’invito ad adottare ogni intervento organizzativo dal punto di vista amministrativo-contabile e a profondere il massimo sforzo possibile per consentire il tempestivo pagamento agli aventi diritto, così da evitare ulteriormente l’allungamento dei tempi. Nell’attuale situazione di emergenza, la doverosa estinzione dei debiti può infatti costituire anche un sostegno per i professionisti del settore, già colpiti dalla sospensione e dal rinvio delle attività processuali causati dalla crisi epidemiologica.

(by nicola)

venerdì 30 ottobre 2020

PARTIAMO DAI MOVIMENTI DEL VENETO PER RISCRIVERE IL FUTURO DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI BASATA SUL RECUPERO DI MATERIA E NON PIU' DI ENERGIA

 
La vittoriosa sentenza del TAR Lazio, incassata dal 'Movimento Legge Rifiuti Zero per l'Economia Circolare'  a seguito del ricorso contro l'art. 35 dello Sblocca Italia, rimuove il principale ostacolo all'avvio di una nuova economia circolare. 

(by nicola)

 

giovedì 22 ottobre 2020

Fine pena mai per Matteo Messina Denaro

Ieri a mezzanotte è stato formulato il verdetto di condanna all'ergastolo, con isolamento diurno di 18 mesi, per Matteo Messina Denaro, dichiarato colpevole di essere uno dei mandanti delle stragi di Capaci e di Via D’Amelio. 

(by nicola)

martedì 20 ottobre 2020

Poteri dei Sindaci in materia di prevenzione nella tutela della salute pubblica

https://www.slideshare.net/MarcoGrondacci/poteri-sindacali-in-materia-di-prevenzione-nella-tutela-della-salute-pubblica

(by nicola)

Il cingo (nero) di Caianiello (ma non è Antonio Scannagatti)

... appalti truccati, nomine pilotate e infiltrazione della ‘ndrangheta. 

https://www.rai.it/programmi/report/inchieste/Mogli-camici-e-cavalli-dei-paesi-tuoi--0b7f8a90-9958-4fab-a3b6-47ce512554cb.htm

(by nicola)


 

Cosa contiene il decreto legge agosto, approvato in via definitiva dalla Camera?


Noi del 'Movimento LRZ per l'Economia Circolare' aspettiamo la rimozione - per via giudiziaria - del principale ostacolo in Italia e in Europa di una vera “Economia Circolare” basata sul “riuso-riciclo-recupero di materia”, dal momento che l’incenerimento distrugge materia per recuperare una bassa quantità di energia, pagata salatissima tuttora dagli incentivi pubblici del GSE (6Mld di euro anno) a fondo... perduto!
 

  • Incremento delle risorse per la messa in sicurezza di edifici e territorio, 900 milioni di euro per l’anno 2021 e 1.750 milioni per l'anno 2022; 
  • misure urgenti in materia di eventi atmosferici calamitosi, con 7 milioni assegnati a Verona Vicenza e Padova; 
  • rifinanziamento del fondo demolizioni per 1 milione di euro nel 2020; 
  • incremento delle risorse per manutenzione ed efficienza energetica di scuole di province e città metropolitane 1.7 miliardi circa;
  •  via libera nel 2021 alla produzione di bottiglie interamente riciclate: in via sperimentale, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2021, per le bottiglie in polietilentereftalato non troverà applicazione la percentuale minima di polietilentereftalato vergine;
  • incentivi alla produzione di energia termica da fonti rinnovabili e per l’incremento dell’efficienza energetica degli edifici di piccole dimensioni, adibiti a uso scolastico e ospedaliero del Servizio sanitario nazionale e determinato nella misura del 100 per cento delle spese ammissibili.

Novità

  • contrasto all’inquinamento in Pianura Padana: 41 milioni di euro per l'anno 2021; 43 milioni di euro per l'anno 2022; 82 milioni di euro per l'anno 2023; 83 milioni di euro per l'anno 2024; 75 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2025 al 2030; 73 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2031 al 2033; 80 milioni di euro per l'anno 2034; 40 milioni di euro a decorrere dall'anno 2035;
  • stabilizzazione contributi a favore dei Comuni, allo scopo di potenziare gli investimenti per la messa in sicurezza di scuole, strade, edifici pubblici e patrimonio comunale, nonché per gli interventi di efficientamento energetico e sviluppo territoriale sostenibile, con decreto del ministro dell'Interno, da emanare entro il 15 gennaio di ciascun anno, verrà assegnato a ciascun comune con popolazione inferiore a 1.000 abitanti un contributo di: pari importo, nel limite massimo di 160 milioni di euro per l'anno 2021; 168 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023; 172 milioni di euro per l'anno 2024; 140 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2025 al 2030; 132 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2031 al 2033 e 160 milioni di euro a decorrere dall'anno 2034;
  • dissesto idrogeologico, con 900mila euro assegnati per l’anno 2020 ai terreni agricoli adibiti a interventi di rimboschimento. Le Aree protette potranno beneficiare della necessaria flessibilità gestionale per far fronte alle molteplici esigenze istituzionali, evitando che i vincoli normativi impediscano loro l’utilizzo delle risorse disponibili nel proprio bilancio;
  • i limiti delle spese ammesse alla fruizione degli incentivi fiscali eco bonus e sisma bonus sostenute entro il 31 dicembre 2020, siano aumentati del 50 per cento per gli interventi di ricostruzione riguardanti i fabbricati danneggiati dal sisma;
  • incremento del fondo per l'acquisto di autoveicoli a basse emissioni di CO2, con una dotazione di 70 milioni per ciascuno degli anni 2020 e 2021 e fondo rifinanziato di 400 milioni di euro. 90 milioni sono destinati alle infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici. 15 milioni alla riqualificazione elettrica dei veicoli;
  •  prevista l’istituzione dell’Autorità per la Laguna di Venezia, ente pubblico non economico di rilevanza nazionale dotato di autonomia amministrativa, organizzativa, regolamentare, di bilancio e finanziaria.
Fonte: il Dubbio
 
(by nicola)

sabato 17 ottobre 2020

GAM. Il vergognoso silenzio dei sindacati locali e l'informativa a Landini

"Abbiamo promesso a Bojano che non saremmo rimasti a guardare in silenzio queste scene che, ormai, sono diventate disgustose per quanto trasudino servilismo. La sottomissione dei sindacati locali ai diktat delle rappresentanze nazionali è ben descritta anche negli atti del procedimento penale sui fatti della filiera avicola. Del resto il loro silenzio, che a questo punto non può che definirsi vergognoso, emerge dai fatti e dai documenti, e non staremo qui a ripetere, per l'ennesima volta, quanto essi abbiano agevolato, senza muovere un dito, l'assalto del mercato alla nostra filiera avicola. Vorremmo che il sindacato locale portasse rispetto ad un passato di lotte in difesa delle classi lavoratrici, ma, ormai, è chiaro che ciò non avverrà, almeno nel Molise. Ma, essendo la storia del diritto al lavoro un patrimonio di tutti, denunciamo con forza questa deriva che ha portato tanti danni non solo ai lavoratori del settore avicolo molisano ma anche a tutta la popolazione di questa Regione. E ciò non solo in termini di perdita economica, che, purtroppo è enorme e difficilmente recuperabile, ma specialmente in punto di dignità. Troppe sono state le circostanze passate sotto silenzio, troppe le umiliazioni che abbiamo subìto in attesa di un cambio di direzione che riscattasse questi ultimi anni di sottomissione a poteri che hanno distrutto una economia che poteva diventare davvero fortissima se solo politica e sindacato avessero agito in difesa di questa terra. Ora il tempo dell'attesa è finito. Adesso ognuno dovrà assumere le proprie responsabilità, a cominciare da quella CGIL che, più degli altri, avrebbero dovuto essere vicina ai lavoratori, non aiutandoli a reggere il cappello per le elemosine bensì difendendo il loro diritto al lavoro, da liberi cittadini. Questo post lo invieremo anche a Maurizio Landini, affinché nessuno possa dire di non sapere. Spetta a lui verificare come stanno le cose, e se non gli basta la copiosa documentazione che può leggere sulla nostra pagina FB, allora venga in Molise ad accertarsi di persona come una delle più controverse vicende che hanno travolto i diritti dei lavoratori sia passata sotto il silenzio delle Istituzioni e dei sindacati. Ora non è più tempo di chiacchiere, slogan e luoghi comuni. Area Matese, come sempre, non lancia la pietra per poi nascondere la mano, ma siamo qui, a disposizione dei sigg. sindacalisti che sentano il dovere di discutere, PUBBLICAMENTE, come, grazie a loro, abbiamo perso la più grande azienda agroalimentare del centrosud. Alla città di Bojano diciamo solo che su questa storia non ci siamo arresi, né ci arrenderemo senza combattere, anche a costo di percorrere questa strada da soli."

Area Matese - Alfonso Mainelli

(by nicola)

Ingroia sul caso Palamara: "Recidere i legami del Csm con correnti e partiti"

La recente radiazione di Luca Palamara riporta sotto i riflettori la realtà del Consiglio Superiore della Magistratura. Intervista ad Antonio Ingroia, ex pm e oggi avvocato antimafia, che ribadisce la necessità di una riforma e torna anche sulle scarcerazioni della scorsa primavera e sugli allarmi di Di Matteo e Ardita della bandiera bianca e della resa davanti alle mafie, in un contesto determinante come il fronte carcerario. « La sciagurata circolare del Dap ha, tra l’altro, creato una disparità di trattamento: si sono date opportunità a boss mafiosi e meno a detenuti meno pericolosi.»

È stata decretata lo scorso 9 ottobre la radiazione dalla magistratura di Luca Palamara, fulcro del sistema finito nella bufera a partire dal maggio dell’anno scorso, quando furono rese note le prime intercettazioni. Un sistema su cui varie volte, in questi mesi, ci siamo soffermati, approfondendo tanti aspetti (spesso sottaciuti o ignorati dal dibattito pubblico e dai grandi mass media) con magistrati, giornalisti d’inchiesta come Sandra Amurri, uno storico studioso e militante dell’antimafia sociale come Umberto Santino ed altri. Ed è emerso, tra i dati più rilevanti, che il cosiddetto «sistema Palamara» non è solo l’incidente di un momento storico legato ad una sola persona, ma è il frutto di decenni di fatti e dinamiche che percorrono la magistratura associata, come già avvenuto per esempio con Giovanni Falcone sul finire degli anni ottanta e in anni più recenti con magistrati indipendenti e con la schiena dritta come Luigi De Magistris, Clementina Forleo e Antonio Ingroia.

Abbiamo chiesto proprio ad Antonio Ingroia, ex pm e oggi avvocato antimafia, presidente del movimento politico Azione Civile, di condividere con noi alcune riflessioni su quanto sta accadendo e su cosa sarebbe necessario per una vera ed autentica svolta.  

È stata decretata l’espulsione dalla magistratura di Palamara, come dovrebbe proseguire l’azione della magistratura? Come dovrebbe riformarsi dopo quanto emerso nell’ultimo anno e mezzo?

«Considero la riforma Bonafede del Csm un pannicello caldo perché è del tutto inadeguata e non proporzionata alla gravità della situazione. Il caso Palamara è stato devastante per l’immagine della magistratura agli occhi dei cittadini, che rischia di essere compromessa in maniera definitiva come vedo ormai anche nella mia quotidiana attività di avvocato: i cittadini comuni credono sempre di meno nella giustizia e nella magistratura dopo questo emblematico caso. Che ha avuto un approdo in questo inevitabile e sacrosanto provvedimento di radiazione dalla magistratura ma che se si fermasse e limitasse solo a questo rappresenterebbe, a sua volta, un altro pannicello caldo. Non si può pensare di ridurre tutto al caso di una mela marcia in mezzo a tante mele sane così che buttando la mela marcia si salva il cesto.

Non c’è dubbio che la stragrande maggioranza dei magistrati è composta da persone perbene che non seguono il sistema Palamara. Il problema non è questa stragrande maggioranza, che sta faticosamente ed onestamente portando avanti il loro impegno negli uffici giudiziari, ma quei pochi magistrati spesso premiati dentro il sistema Palamara. Indebitamente premiati nella loro carriera, che arrivano ai vertici degli uffici giudiziari spesso grazie a favori in termini di impunità che garantiscono alla classe politica entrando, poi, tra i cortigiani di questo o quel partito della classe politica stessa. Palamara si è rivelato certamente colpevole e responsabile di quelle condotte, ed è giusto sia stato radiato, ma non vorrei che questa sanzione così estrema rientri nel vecchio schema del capro espiatorio e la magistratura voglia auto assolversi.

Non c’è nulla di cui auto assolversi: Palamara era una rotella dell’ingranaggio, un segmento del sistema, certo ad un livello molto importante perché era un capo corrente, un capo bastone, è stato ai vertici dell’Associazione Nazionale Magistrati e dentro il Consiglio Superiore della Magistratura e quindi ha direttamente gestito carriere. Ma lo ha fatto avvalendosi di un sistema, composto anche da altri capi corrente e capi bastone, da altri componenti del Csm, da altri magistrati che si sono avvalsi e hanno conquistato crediti e acquisito debiti nei confronti della classe politica, dei capi bastone e dei capi corrente. E di determinati personaggi della politica in questa sciagurata contiguità politica-magistratura che ha determinato favorevolmente la loro carriera e di cui poi si son dovuti sdebitare in termini di impunità.

Questo è avvenuto dentro il sistema Palamara, da qui dobbiamo partire altrimenti non si capirebbe nulla di quanto successo. Si parla di un modello di magistratura premiata negli ultimi decenni grazie ad un disegno politico scientifico a colpi di riforma della magistratura, canalizzata con un rafforzamento di poteri soprattutto sui capi delle procure in modo che si potesse controllare l’esercizio dell’azione penale controllando loro. Controllo grazie ad un meccanismo per il quale per diventare capo di una procura sei obbligato a passare per un sistema controllato dalle correnti giudiziarie e dai partiti politici. Rispetto a questo quadro rischia di apparire, seppur giusta, inadeguata la sanzione a Palamara se si fermasse lì. Dovrebbero esserci seguiti e Palamara stesso dovrebbe essere il primo interessato, come suol dirsi, a vuotare il sacco e raccontare tutto quello che sa su quel sistema facendo nomi, cognomi, fatti e circostanze. La giustizia disciplinare faccia ancora la sua parte al di là del caso Palamara, altrimenti tutto si trasformerebbe in una beffa per i cittadini, e contemporaneamente si devono porre dei rimedi di sistema».

Quali dovrebbero essere questi rimedi di sistema? La riforma Bonafede del Csm può essere efficace o, in caso contrario, cosa andava fatto?

«Palamara non è il diavolo che ha inventato un sistema, e quindi tutto si risolve con un «vade retro satana» espellendolo dalla magistratura. Come prima cosa bisognerebbe tornare indietro rispetto al progetto, ugualmente di centrodestra e centrosinistra accomunati dal disegno politico di asservimento della magistratura alla classe politica, di gerarchizzazione spinta delle Procure che ha accentrato tutti i poteri nelle mani dei capi. Si deve quindi tornare alla situazione degli anni ottanta e novanta di diffusione del potere giudiziario tra i magistrati in modo orizzontale, rendendo così sempre più difficile il controllo dell’azione giudiziaria. In secondo luogo occorre una riforma anche più che seria e profonda, radicale e che potremmo definire persino traumatica, del Consiglio Superiore della Magistratura. Luogo dove si costruiscono le carriere dei magistrati obbedienti e si stroncano quelle dei magistrati disobbedienti.

Si può fare con un sistema molto facile: recidere ogni legame tra i componenti del Csm e le parrocchie di provenienza ovvero le correnti giudiziarie, che designano i membri togati, e i partiti politici, che designano con metodo lottizzatorio i membri non togati, nominando tutti i membri con sorteggio che è l’unico modo per sottrarli al controllo di partiti e correnti. In passato, quando era stata fatta questa proposta recepita persino dallo stesso Movimento 5 Stelle che oggi esprime il ministro della Giustizia Bonafede, mi ero espresso contro perché mi sembrava un meccanismo troppo casuale e una mortificazione del Csm, convinto che potesse esser possibile cercare altre strade e puntare su una moralizzazione interna. Questa strada ammetto che è fallita, non c’è stata nessuna moralizzazione e anzi è avvenuto un processo inverso.

Mi sorprende che il Movimento 5 Stelle tramite il ministro Bonafede abbia fatto marcia indietro di fronte ad un caso così enorme come quello Palamara mentre si deve invece tornare a quell’idea. Sorteggio integrale, naturalmente equilibrato sia per le fasce professionali che per la provenienza geografica. Nessun membro del Csm sarebbe così debitore della sua elezione ad un capo bastone e ad un capo corrente e quindi il Palamara di turno, e di Palamara ce ne sono stati e ce ne sono ancora tanti, non potrà chiamare un membro del Csm e dirgli «io ti ho messo lì e quindi a capo di una procura devi nominare tizio o caio» a seconda degli accordi che ha preso con i capi bastone delle altre parrocchie, cioè i partiti politici. Stessa cosa sul fronte dei laici, oggi eletti dal Parlamento: vengano sorteggiati su una rosa di accademici, professori, avvocati con meccanismo analogo. Così si romperebbe il legame tra i membri del Csm e i partiti politici».      

Nella prima puntata della nuova stagione della trasmissione televisiva Non è l’Arena, condotta su La7 da Massimo Giletti, è intervenuto Nino Di Matteo. Durante il suo intervento il magistrato antimafia, componente indipendente del Consiglio Superiore della Magistratura, ha sottolineato (abbiamo riportato qui il suo intervento), che i mafiosi «temono il carcere a vita, una detenzione troppo lunga o una detenzione con modalità tali da interrompere i loro rapporti con il mondo esterno, da metterli in condizione di non poter più fare i mafiosi mentre sono detenuti», sulla questione scarcerazioni e la circolare del 31 marzo di condividere le parole di un altro componente indipendente del Csm, Sebastiano Ardita, «Lo Stato ha alzato bandiera bianca» lanciando l’allarme che «il segnale di resa dello Stato è nei fatti».  

Dottor Ingroia, condivide i giudizi di Nino Di Matteo? Cosa si doveva fare per evitare questi segnali e cosa ora va fatto per cancellare questa sensazione, se di sola sensazione possiamo parlare? Dei provvedimenti di Bonafede in merito cosa ne pensa?

«Prima di tutto non andava permessa la sciagurata circolare del DAP che ha innescato tutta questa situazione, è ovviamente più facile la scarcerazione che riportare in carcere i detenuti mafiosi. Il decreto Bonafede ha avuto degli effetti minimi perché non volendo ammettere la responsabilità politica il ministro ha scelto un provvedimento che ha scaricato tutto il peso sulle spalle della magistratura. Si poteva intervenire riducendo gli spazi di discrezionalità dei magistrati di sorveglianza ed invece si è solo imposto agli stessi un riesame della situazione senza intervenire sui presupposti. La sciagurata circolare del Dap ha, tra l’altro, creato una disparità di trattamento: si sono date opportunità a boss mafiosi e meno a detenuti meno pericolosi, anche loro esposti ovviamente al rischio covid19. Questo è stato un segnale di bandiera bianca perché il fronte carcerario è sempre stato una linea di frontiera in cui si è combattuta la lotta tra mafia e antimafia e a cui la mafia tiene di più. Se esistesse un vero fronte antimafia su quella linea di frontiera non dovrebbe mai arretrare, non c’è dubbio che invece ci sono stati gravissimi arretramenti. La cui punta dell’iceberg è costituita da quella lettera ma si è rivelato tutto un pregresso a partire dall’incredibile dietrofront del ministro sulla nomina di Nino Di Matteo al DAP. Che rimane l’atto più grave e significativo di quella bandiera bianca».

Fonte: Wordnews.it - Il giornalismo è il cane da guardia del Potere

(by nicola)

martedì 13 ottobre 2020

Grazie al nostro operato dal 6 ottobre 2020 NESSUNO è più AUTORIZZATO a proporre L'INCENERIMENTO come soluzione ALL'INCAPACITÀ di gestire i RIFIUTI URBANI!!!


 
La recentissima VITTORIA contro lo Sblocca Italia e l'ANNULLAMENTO del decreto attuativo del 2016 porta ora una nuova CERTEZZA, ABBIAMO FERMATO TUTTI I NUOVI PROGETTI PER GLI INCENERITORI E BLOCCATO IL POTENZIAMENTO DI QUELLI ESISTENTI !!!!
Il nostro Movimento Legge RifiutiZero per l'economia circolare HA MESSO IN CAMPO L'UNICA STRATEGIA VINCENTE, insieme a VAS onlus, ai comitati Acerra e Venafro ed a RifiutiZero Sicilia, CHIEDERE LA REMISSIONE DEL GIUDIZIO ALLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA DI LUSSEMBURGO.
Dal 6 Ottobre NESSUNO è più AUTORIZZATO a proporre L'INCENERIMENTO come soluzione ALL'INCAPACITÀ di gestire i RIFIUTI URBANI!!!
ABBIAMO RIMOSSO L'OSTACOLO PIÙ GRANDE ED INSIDIOSO ALL'AVVIO DELLE NORME PER UNA VERA ECONOMIA CIRCOLARE IN ITALIA.
LAVORIAMO ORA SULLA REVISIONE DEI PIANI DI GESTIONE REGIONALI, IN COERENZA CON QUESTE NUOVE NORME RECEPITE DAL PARLAMENTO ITALIANO CON I QUATTRO D.LGS 116 - 118 - 119 - 121 DEL 3 SETTEMBRE.
La sentenza del TAR LAZIO è scaricabile qui: https://www.leggerifiutizero.org/wp-content/uploads/2020/10/Sentenza_tar_Lazio.pdf 
 

 

 

 

 
 
(by nicola)

sabato 10 ottobre 2020

I Mastroianni aprono al pubblico due mostre


COMUNICATO STAMPA

 

 

BRUNELLA LONGO

CUBA PRE MUNDO

a cura di Bruno Corà e Loredana Rea

 

ALE GUZZETTI

SGUARDI

a cura di Loredana Rea

 

 

Fondazione Umberto Mastroianni

Castello di Ladislao, piazza Caduti dell’aria, Arpino

24 ottobre 2020 - 24 gennaio 2021

Inaugurazione sabato 24 ottobre ore 18,00

 

 

 

Sabato 24 ottobre 2020 alle ore 18,00 presso il Castello di Ladislao di Arpino, sede della Fondazione Umberto Mastroianni, che accoglie la più ricca e rappresentativa eredità di uno dei più eclettici e geniali scultori del ‘900 e la memoria di un’intera famiglia di artisti, i Mastroianni, aprono al pubblico due mostre: Cuba Pre Mundo, che raccoglie un’ampia selezione di fotografie recenti realizzate da Brunella Longo e Sguardi, che mette in scena un singolare dialogo tra le opere di Ale Guzzetti e la collezione permanente.

 

La prima esposizione, curata da Bruno Corà – direttore artistico del CaMusAC di Cassino – e Loredana Rea, direttore artistico dell’istituzione arpinate, offre la possibilità di immergersi in una natura rigogliosa e per certi versi primordiale, che l’artista ha documentato svelando dell’isola caraibica aspetti inediti e di grande fascino. Un viaggio iniziatico per immagini che restituiscono l’affabulazione e il mistero di una terra che non sembra essere stata contaminata dalla presenza umana. Brunella Longo, infatti, esplora, nell’arco di tempo compreso tra il 2015 e il ’17, una natura lussureggiante, pronta a disvelarsi davanti al suo obbiettivo. A emergere è una dimensione originaria e potente che, come scrive Corà in catalogo, suggerisce “trasporti metamorfici rispondenti a un gigantesco corpo costituito dalle varietà di forme di cui è dotata l’isola”.

 

L’altro percorso espositivo si snoda a stretto contatto con le opere di Umberto Mastroianni. Ale Guzzetti costruisce sapienti rimandi tra il proprio lavoro e le sculture di uno dei protagonisti dell’arte italiana del ‘900. Le sue sculture si animano scambiando improvvise e inaspettate occhiate con lo spettatore oppure osservando silenti tutto ciò che le circonda: i legni, i bronzi, i cartoni, gli acciai. Lo spazio risulta intessuto da sguardi enigmantici eppure capaci di catturare e nutrirsi dell’energia che sprigionano i grandi meccanismi creati da Mastroianni.

 

Brunella Longo

Nata a Cassino (Fr) nel 1965, vive e lavora tra Roma e la città natale. Si è formata presso lo studio di Claudio Abbate. Da sempre la sua fotografia indaga e fa luce sugli aspetti più nascosti dell’uomo e della natura con l’utilizzo di differenti modalità espressive.

Ha pubblicato nel 2004 il libro fotografico Centouno ritratti, dedicato al mondo e ai protagonisti dell’arte contemporanea e nel 2011 Imusmis, reportage di un viaggio interiore in cui la geografia si conuiga con l’immaginazione. Nel 2019 per Gangemi Editore ha pubblicato Cuba Pre Mundo, un viaggio iniziatico nella natura dell’isola caraibica, compiuto tra il 2015 e il 2017.

Ha esposto in numerose mostre in Italia e all’estero in istituzioni pubbliche e private.

 

Ale Guzzetti

Nato a Tradate (Va) nel 1953, ha studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Brera – Milano. Parallelamente ha condotto studi e ricerche di musica elettronica assistita dall’elaboratore presso il Politecnico di Milano e il Centro di Sonologia Computazione dell’Università di Padova. È stato PhD researcher presso l’Università di Plymouth – UK, School of Computing, Communications and Electronics, presso il Centro Ricerche sul Contemporaneo di Brera, presso il Centro Ricerca Antropologia ed Epistemologia della complessità – Università di Bergamo.

È tra i primi artisti italiani dediti all’arte tecnologica e interattiva, cui lavora dal 1983.

Ha esposto in Italia e all’estero presso istituzioni pubbliche e gallerie private. Le sue sculture sono state acquisite da fondazione e musei.

 

(by nicola)

martedì 6 ottobre 2020

GRAZIE ALLA NOSTRA BATTAGLIA IN ITALIA VIETATO RECUPERARE ENERGIA DAI RIFIUTI (inceneritori), DALLA COMBUSTIONE DI BIOGAS E BIOMETANO E DAI... CEMENTIFICI

COMUNICATO STAMPA del 6 ottobre 2020

ABBIAMO VINTO 

CONTRO LO SBLOCCA ITALIA!

 

LA SENTENZA FINALE DEL TAR LAZIO 

ANNULLA IL DECRETO ATTUATIVO 

PER POTENZIARE O COSTRUIRE INCENERITORI.

 

Oggi è stata pubblicata la sentenza definitiva del TAR Lazio rispetto al ricorso contro l’articolo 35 dello Sblocca Italia da noi presentato nel dicembre 2016, che ANNULLA per mancata VAS (valutazione ambientale strategica) il decreto attuativo del 10/8/2016 e le sue nefaste previsioni!

Nonostante sia stato ribadito che resta confermato un margine di discrezionalità al governo sulla qualificazione degli inceneritori come “infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale” è stato ribadito oggi anche che la stessa qualificazione deve comunque “garantire che la gestione dei rifiuti sia effettuata senza danneggiare la salute umana e senza recare pregiudizio all’ambiente, in particolare senza creare rischi per l’acqua, l’aria, il suolo, la flora e la fauna”.

Dopo quattro anni, l’ 8 maggio 2019 abbiamo ottenuto la sentenza della Corte di giustizia europea http://curia.europa.eu/juris/document/document.jsf?text=&docid=213860&pageIndex=0&doclang=FR&mode=lst&dir=&occ=first&part=1&cid=2124633 , e dopo una serie di ripetuti rinvii da parte del TAR Lazio, oggi si è finalmente concluso il dibattimento con una sentenza che di fatto AZZERA LE PREVISIONI DI POTENZIAMENTO O DI COSTRUZIONE DI NUOVI INCENERITORI per inadempienza palese alla direttiva 2001/42/CE non avendolo sottoposto preventivamente alla obbligatoria VAS – Valutazione ambientale strategica. (il testo della sentenza: http://www.leggerifiutizero.org/wp-content/uploads/2020/10/Sentenza_tar_Lazio.pdf)

Contiamo ora che il ministro dell’ambiente ed il governo tutto dia un segnale chiaro azzerando e riscrivendo daccapo la formulazione dello stesso articolo 35 della Legge 164/2014 in quanto lo SBLOCCA ITALIA è oramai da considerarsi ILLEGITTIMO sia per l’azione popolare che ha fermato la sua attuazione che per il recentissimo recepimento della Direttiva europea 851/2008 che esclude il “recupero di energia” dai nuovi obiettivi di riciclaggio del programma di economia circolare. Aspettiamo ora di vedere rimosso per via giudiziaria il principale ostacolo al dispiegarsi sia in Italia che in Europa di una vera “economia circolare” basata sul “riuso-riciclo-recupero di materia”, dato che l’incenerimento distrugge materia per recuperare una bassa quantità di energia, pagata salatissima tuttora dagli incentivi pubblici del GSE a fondo perduto

Secondo importantissimo risultato di questa sentenza del TAR Lazio n. 10088/2020 è che il nostro Movimento ha ottenuto di fatto la LEGITTIMAZIONE ad agire contro atti e normative statali al pari di altre associazioni nazionali, che spesso non esercitano affatto le proprie prerogative in merito.

Roma 06-10-2020

Il presidente del Movimento Legge Rifiuti Zero per l’Economia Circolare


 

 

 

 

(by nicola)