mercoledì 23 dicembre 2020

COSI’ CONTINUANO A DISTRUGGERE L’ECONOMIA MOLISANA E IN PARTICOLARE LA CITTA’ DI BOJANO

 

Ormai si è superato anche il senso del ridicolo in questa gara a chi è più ossequioso rispetto agli artefici di uno dei più gravi danni causati all’economia di questa Regione. Non vale nemmeno la pena di perdere più tanto tempo a smentire le sciocchezze che puntualmente vengono propinate alla gente ogni qualvolta si è in prossimità temporale della scadenza degli ammortizzatori sociali. Sono cose dette e ridette, anche a futura memoria, tanto per non passare tutti per boccaloni ai quali si può far credere di tutto. 

Però è anche ora che le cose si dicano chiaramente. Insieme all’articolo pubblichiamo il verbale del 1° aprile 2019, unica data di quel mese in cui si è riunito il tavolo ministeriale sulla GAM, al quale si fa riferimento nel pezzo e siamo davvero curiosi di sapere, da chi lo ha scritto, dove ha letto che in quella sede “Amadori”… ”dichiarò il proprio disinteresse all’operazione…”, che sarebbe, poi, quella di ristrutturare/ricostruire il macello. Insomma, alla fine ci si pure stanca di perdere tempo a cercare, per educazione, termini edulcorati sia pur di fronte a delle vere e proprie disinformazioni sul tema. Ma stavolta lo diciamo chiaramente che per deontologia professionale, chi pretende di fare giornalismo deve usare almeno quelle minime, possibili cautele per verificare l’attendibilità/veridicità di quello che si scrive.

Sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico sono pubblicati i verbali del cd. tavolo ministeriale sulla GAM, e chi ne vuole fare oggetto di informazione a mezzo stampa può accedervi, gratis, in pochi secondi e verificare che Amadori non è nemmeno citato in quel verbale, né poteva esserlo perché la Alimentare Amadori S.p.A. non figura in nessun atto ufficiale, nè tantomeno risulta che abbia assunto impegni diretti con il MISE e con La Regione Molise. Se leggete quel verbale vedrete che il Ministero fa riferimento, sempre ed esclusivamente, alla srl Agricola Vicentina. Eppure si continuano a distribuire notizie, senza capo né coda, che rappresentano una realtà inesistente, e questo su un quotidiano che pur ha pubblicato alcuni articoli nei quali questi temi sono stati abbondantemente discussi E NON SMENTITI. Queste cose, adesso, le denunciamo con fermezza all’opinione pubblica perché non è possibile che non ci si fermi nemmeno davanti all’evidenza.

Riportare fatti inesistenti significa ignorare totalmente i termini della questione avicola. Le altre due parti evidenziate nell’articolo riportano pareri dell’Assessore al Lavoro della Regione Molise che non trovano alcun riscontro negli atti: infatti, non si può rimodulare un Contratto di Sviluppo che è chiuso, e lo abbiamo scritto l’altro ieri (v. nota dell’11.12.2020): “verbale in data 30.09.2019, del tavolo ministeriale sulla GAM: “Per il supporto a nuovi progetti di sviluppo per la filiera avicola molisana, sarà necessario iniziare un nuovo iter”. Ciò significa promuovere un nuovo Contratto di Sviluppo, ma bisogna prima trovare un privato che tiri fuori dalle proprie tasche il 60% delle somme necessarie per ricostruire un impianto di macellazione degno di questo nome. Se poi si vuole realizzare una piccola macelleria di quartiere il discorso cambia. Ma questo lo verificheremo dal piano industriale che eventualmente sarà depositato, sempre se lo faranno leggere anche ai cittadini visto che farlo leggere ai sindacati è perfettamente inutile considerando quanto ci è costato il loro mancato controllo sui finanziamenti pubblici nel Molise.

Nella seconda parte evidenziata si sconfina nell’irreale visionario (“Le politiche attive del lavoro passano infatti dal rifinanziamento dell’area di crisi complessa e dal rilancio effettivo della filiera avicola molisana”). La nostra Area di Crisi Industriale Complessa, come diciamo da sempre, è stato un fallimento TOTALE, e lo ripetiamo anche per l’ignoto giornalista che recepisce senza informarsi: 970 manifestazioni di interesse e solo tre progetti finanziati. Nella predetta nota dell’11.12.2020 avevamo ripetuto i numeri dell’Area di Crisi locale: “l’Area di Crisi Industriale Complessa del Molise è stata finanziata con 45,58 milioni di euro, dei quali ne sono stati utilizzati poco più di 6 milioni. Restano 39,58 milioni di euro inutilizzati, perchè, per la millesima volta, ricordiamo ai sindacati e ai politici che delle 970 manifestazioni di interesse presentate al ministero, ne sono state finanziate solo 3, circa il 13% dell’intero budget. Quindi, cosa vi devono rifinanziare se non siete stati capaci di allocare 39,58 milioni su 45,58?”. All’Assessore al Lavoro, peraltro, consigliamo di leggere meglio la riforma della legge 181/89 sulle Aree di Crisi Industriali, in particolare per quanto riguarda il regime dei residui. Così poi ci dice dove li prende, in quello strumento finanziario, i soldi per pagare gli ammortizzatori sociali ( a meno che non voglia continuare con il giochetto dell’affitto di un ramo d’azienda per dimostrare una continuità aziendale).

Insomma, basta scherzare e prendere alla leggera un dramma sociale che ha comportato conseguenze che le Istituzioni e i sindacati ancora non hanno valutato nella loro reale entità. E se, relativamente a politici e sindacalisti, non tutti in verità, siamo abituati ai luoghi comuni e slogan che non portano a niente, dalla stampa vorremmo più responsabilità nel regime dell’informazione interna, per capirci, quella alla quale deve accedere chi vuole scrivere di specifiche questioni complesse.

Ribadiamo, infine, che l’Amministrazione Comunale dovrebbe rivendicare un ruolo di primo piano su questa questione. Bojano ha pagato un prezzo terribile a causa di questa crisi causata dalla chiusura della più grande azienda agroalimentare del centrosud, avvenuta in un periodo (2014-2024) per il quale la Commissione Europea per l’Agricoltura aveva previsto incrementi del 7% dei consumi della carne di pollo, unico mercato in crescita.

Fonte: Area Matese

(by nicola)

 

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