Meccanismo europeo di stabilità (Mes): l'Europa non è solidale e l'Italia cade nel tranello
L’infezione da corona virus infuria soprattutto negli Stati Uniti e
in Gran Bretagna, i paesi più restii ad assumere le restrizioni
necessarie per evitare i contagi.
Il modello italiano, che ha dato ottimi risultati, è seguito in
Francia e in altri paesi occidentali. Ci apprestiamo a entrare nella
terza fase, ma la Commissione sanitaria di esperti ci avverte che non
siamo ancora usciti dalla pandemia e che bisogna mantenere un
comportamento altamente responsabile.
Non si può non osservare che l’emergenza del Covid-19 ha messo a nudo
le incongruenze del sistema economico predatorio neoliberista e che le
condizioni peggiori si sono verificate proprio negli Usa e in
Inghilterra dove il neoliberismo ha più attecchito.
Negli Stati Uniti i posti di lavoro perduti hanno superato i 21
milioni e chi non lavora non ha neppure l’assicurazione che gli consenta
le cure mediche.
Questo triste spettacolo dovrebbe far capire a tutti che il
neoliberismo è un sistema sbagliato e che occorre ritornare a un sistema
di stampo keynesiano che distribuisca la ricchezza alla base della
piramide sociale e preveda l’intervento dello Stato nell’economia,
laddove l’attuale sistema economico prevede la concentrazione della
ricchezza nelle mani di pochi, una forte competitività fra questi e
l’esclusione dello Stato interventore.
Quanto al Mes, come avevamo previsto (e ci spiace che le nostre
parole siano state forse poche chiare, dando luogo a interpretazioni
errate), si è verificato quanto temevamo: lo specchietto delle allodole,
costituito da condizioni di accesso appetibili, ha fatto le sue
vittime, e primo fra tutti ci è cascato il nostro Ministro
dell’economia, nonché l’intero Partito Democratico.
Sottoscrivere il Mes significa metterci un’altra corda intorno al
collo, poiché si tratta solo di procrastinare gli effetti dannosi sul
piano economico provocati dal corona virus.
Al termine del periodo concesso ci sarà chiesto il conto. E questo
sarà molto salato per noi. Bisogna capire che l’Euro è un imbroglio
contabile che ci costringe ad usare una moneta a debito mentre essa
dovrebbe essere emessa a credito da parte del Popolo italiano, cioè da
parte del Tesoro.
D’altro canto, benché siano state eliminate le cosiddette
condizionalità, restano in vigore le norme del trattato sul Mes, che
prevedono un’ingerenza dei suoi operatori nella gestione del nostro
bilancio.
Se davvero vogliamo salvarci, non abbiamo altra via che emettere
moneta di Stato a corso legale nel territorio italiano. Cosa che non è
vietata dai trattati ed è imposta dall’articolo 11 della Costituzione
secondo il quale: “gli Stati devono agire in condizioni di parità” e
l’articolo 117, comma 1, lettera e), della Costituzione che prevede la
competenza esclusiva dello Stato in materia di “moneta e tutela del
risparmio”.
Di fronte a una Europa che non concede i CoronaBond, si astiene da
qualsiasi comportamento mutualistico e ci concede soltanto un prestito
agevolato, i parlamentari italiani dovrebbero reagire senza paura e con
la determinazione che occorre in questa difficile situazione. Lo
impongono, oltre ai citati articoli 11 e 117 della Costituzione, anche
gli articoli 1, 2, 3, 4, 41, 42 e 43 Cost.
Abbiamo una Costituzione da osservare e questa non può essere messa
in discussione, né dai trattati, né dalle sentenze della Corte
costituzionale tedesca. Che il nostro Parlamento ci rifletta.
Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte
Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”
(by nicola)
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