Il corona virus continua a impadronirsi del mondo aumentando contagi,
decessi e specialmente in Russia, dove ieri ci sono stati più di 10
mila infettati in un solo giorno e in Inghilterra, dove il numero dei
decessi ha superato anche quello dell’Italia.
In questo frangente non si capisce come alcuni italiani si
intestardiscono nel negare l’esistenza del corona virus. Noi abbiamo due
obbiettivi da abbattere: il coronavirus sul piano sanitario e lo
sfruttamento della finanza sul piano economico.
E a questo proposito non si capisce perché siamo tutti in attesa di
un vaccino, che dovrebbe arrivare da oltreoceano, e non ci si dedichi
invece alle cure che medici italiani di alto valore scientifico hanno
già trovato: l’uso di anti infiammatori , l’uso di anti reumatici e le
trasfusioni di plasma di altri malati guariti.
Questo ultimo metodo avrebbe dato risultati positivi al 100%. Negare
l’esistenza del virus è fare un piacere al pensiero neoliberista e alle
multinazionali da esso sostenute.
Sul piano europeo la sentenza della Corte costituzionale tedesca è
stata giustamente considerata dal Financial Times come “una bomba sotto
l’ordinamento giuridico dell’unione europea”.
I giudici di Karlsruhe hanno affermato che la Bce non deve svolgere
una politica economica, ma soltanto una politica monetaria ed hanno
sottolineato che gli acquisti dei titoli di Stato devono essere
proporzionali alla quota capitale versata alla Bce dai singoli paesi
membri. In sostanza ciascun paese può ottenere l’acquisto della Bce dei
propri titoli di debito pubblico solo in proporzione dei contributi
versati.
I giudici tedeschi hanno ragionato come se l’Unione europea potesse
esistere senza vincoli di solidarietà, dimenticando che “la solidarietà
economica e sociale” è un punto di forza dello stesso trattato di
Maastricht e di quello di Lisbona. Cioè ha ragionato in modo
privatistico come se si trattasse di una relazione commerciale tra
singoli senza tenere in alcun conto che essi esaminavano un caso che
riguarda la stessa esistenza dell’Unione europea.
Un forte sostegno hanno dato detti giudici alle politiche economiche
nazionali, calpestando così tutti i principi dei trattati che chiedono
una leale collaborazione tra gli stati membri.
L’obiettivo nascosto è quello di favorire la Germania sugli altri
Stati membri, a questo punto, come abbiamo più volte ripetuto, l’Italia
deve immediatamente far ricorso, per superare la gravissima crisi
economica in atto, aggravata dall’avvento del corona virus,
all’emissione nel mercato di moneta di Stato a corso legale e non
convertibile.
Del resto l’euro non è a corso legale e i trattati, nonché lo statuto
della Bce, non impediscono agli Stati una operazione come quella da noi
proposta.
Bisogna inoltre organizzarsi per uscire dall’euro, nella cui zona noi
siamo entrati con una semplice istanza rivolta alla Commissione e da
questa passata al Consiglio dei ministri dopo aver sentito la Bce. E
bisogna tenere presente che resta aperta la via per lo Stato italiano di
chiedere alla Corte di giustizia europea se il comportamento di
Germania, Austria, Olanda (che è un paradiso fiscale) e Paesi del nord
Europa, possa ritenersi conforme a una esatta interpretazione dei
trattati.
Questa richiesta da parte dello Stato italiano sarebbe possibile se i
nostri governanti non avessero la testa imbottita da idee neoliberiste.
Quelle idee che ci hanno portati a essere un paese privo di patrimonio
pubblico e cioè di fonti di produzione della ricchezza nazionale
appartenenti al popolo e che ci hanno costretti a chiedere prestiti al
mercato generale con i tassi da esso imposti.
Basti pensare che non appena si è conosciuto il contenuto della
sentenza della Corte costituzionale tedesca il nostro spread, e cioè
l’ammontare degli interessi da pagare sul debito rispetto a quello della
Germania, è schizzato da 229,6 punti base a 250, assestandosi poi a 244
punti base in chiusura.
Ma cosa c’entra una sentenza della Corte costituzionale germanica con
la nostra economia interna? Siamo vittime di un arbitrio intollerabile,
sia da parte dell’Europa, sia da parte dei mercati, i quali non fanno
altro che accelerare la nostra completa distruzione.
E allora ripetiamo: nazionalizziamo quanto ci resta (senza pagare
indennità di espropriazione poiché quanto abbiamo ceduto a privati e a
multinazionali è contro le norme imperative degli articoli 41 e 42 della
Costituzione, che sanciscono il rispetto dell’utilità sociale, della
sicurezza, della liberà, della dignità umana e della funzione sociale
della proprietà stessa e pertanto rendono nulli i relativi contratti di
cessione ai sensi dell’articolo 1418 del Codice civile). Se la Germania
segue la sua Corte costituzionale, gli italiani hanno il dovere di
seguire la loro Costituzione Repubblicana e Democratica.
Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte
Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”
(by nicola)
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