Il virus del neoliberismo, sotto certi aspetti è peggiore del corona
virus, in quanto ha totalmente occupato le menti dei nostri politici e
dei faccendieri cui i politici si rivolgono, i quali parlano della
gestione delle autostrade su un piano irreale, non tenendo conto che le
autostrade sono un bene pubblico, costruito dal Popolo e che deve
servire gli interessi pubblici.
I capi di Atlantia si pongono nei confronti dello Stato come nei
confronti di qualsiasi impresa privata, e non capiscono che stanno
trattando degli interessi pubblici della Nazione e che, per altro, è
contro la Costituzione l’affidamento a privati di funzioni pubbliche,
nonostante ciò sia stato affermato da leggi, le quali non sono conformi a
Costituzione e devono essere quanto prima annullate dalla Corte
costituzionale.
La concessione delle autostradale deve essere tolta ai Benetton,
perché hanno dimostrato, con il crollo del Ponte di Genova, di essere
inidonei di gestire questo servizio e per di più si permettono di
offendere il Popolo italiano, minacciando di sospendere il piano di
investimento autostradale, indispensabile per evitare ulteriori crolli e
per assicurare un uso normale delle autostrade stesse da parte dei
cittadini.
Su questo argomento non esistono margini di trattativa, come sembra
stia facendo il PD, ed è da considerare ignobile qualsiasi operazione
che tenda al compromesso.
Atlantia ha agito male e, secondo il codice degli appalti, non ha più nessun diritto ad ottenere la concessione.
D’altro canto il governo deve anch’esso sgomberare la sua mente dalle
idee radicate dal neoliberismo, le quali, come si è accennato, hanno
spinto la politica a porre sullo stesso piano interesse privato e
interesse pubblico.
La Costituzione prevede la prevalenza dell’interesse del Popolo, che è intoccabile, sull’interesse economico privato.
Lo affermano inequivocabilmente: l’articolo 41 della Costituzione, secondo il quale
“l’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in
contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza
(vedi crollo Ponte di Genova), alla libertà e alla dignità umana”. E lo
conferma il successivo articolo 42, Cost., secondo il quale: ”la
proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge allo scopo di
assicurarne la funzione sociale.”
Atlantia non ha assolto alla funzione sociale, facendo crollare il
ponte di Genova e omettendo per 25 anni qualsiasi manutenzione stradale,
contrastando così il citato l’articolo 42, e ha agito contro “l’utilità
sociale”, arrivando a chiedere spudoratamente anche aiuti di Stato,
dopo aver provocato danni reali e gravissimi alla sicurezza, alla
libertà e alla dignità umana.
Il governo, in questa situazione, deve far ricorso all’articolo 43
della Costituzione, secondo il quale: “i servizi pubblici essenziali (e
tale è il servizio autostradale) devono essere gestiti dallo Stato, da
enti pubblici o da comunità di lavoratori e di utenti.”
Questo è un momento decisivo nel quale si gioca la credibilità stessa
del governo, che, dopo aver molto bene agito contro gli effetti del
corona virus, è oggi chiamato a combattere contro, come si diceva,
un’infezione ancor più grave: quella del neoliberismo, che pone
l’interesse economico privato al di sopra dei diritti fondamentali del
cittadino.
Su questo argomento si potrà stabilire se il governo Conte è dalla
parte dei cosiddetti poteri forti o dalla parte del Popolo sovrano,
proprietario assoluto dei beni pubblici essenziali, i quali sono
“inalienabili, inusucapibili e inespropriabili.
In conclusione la via d’uscita è una: affidare le autostrade
all’Azienda Nazionale Autonoma delle Strade (Anas) ritrasformandola in
azienda pubblica ed eliminando l’illegittima denominazione di S.p.A.,
cioè di una società lucrativa che mira a soddisfare gli interessi dei
soci e non quelli della comunità nazionale.
Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”
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