Il 10 agosto
2016, mentre buona parte degli italiani erano al mare, l’allora
Presidente del Consiglio Matteo Renzi firmava un decreto, passato poi
alla storia come “Decreto inceneritori”.
Il decreto, tutt’ora vigente, prevede la realizzazione di almeno 8 inceneritori, di cui 2 in Sicilia. Per giustificarli, esso ricorre a calcoli palesemente viziati,
che gonfiano il reale fabbisogno di incenerimento a discapito di quello
di impianti di riciclaggio. L’obiettivo è quello di costringere le
regioni a rivedere i propri obiettivi di riciclaggio, per far posto agli
odiati inceneritori.
A scrivere il decreto è stata la Direzione Generale “Rifiuti e inquinamento” del MATTM (Ministero dell'Ambiente), all’epoca capeggiata da Mariano Grillo.
Quest’ultimo, oltre ad essere noto per il coinvolgimento nelle indagini
sulla centrale di Vado Ligure, si è distinto per l’insistente pressione
esercitata nei confronti della Regione Siciliana affinché provvedesse a
bruciare 700 mila tonnellate l’anno di rifiuti, come previsto nel decreto stesso.
Gli inceneritori in Sicilia
sono stati infatti l’obiettivo principale del decreto Renzi. Non a caso
tale decreto è citato più volte nel parere favorevole del Ministero
dell’Ambiente sull’inceneritore del Mela, poi bloccato
grazie alla tenace lotta del territorio ed al piano paesaggistico, che
hanno creato le premesse per i pareri contrari dei Beni Culturali e del
governo Conte 1.
Il decreto inceneritori di Renzi è illegittimo
non solo per aver gonfiato il fabbisogno di incenerimento, ma anche per
non aver espletato la procedura di valutazione ambientale a cui si
devono sottoporre tutti gli strumenti di pianificazione in materia di
rifiuti (la cosiddetta “V.A.S.”, ovvero Valutazione
Ambientale Strategica). Prima dell’emanazione del decreto hanno cercato
in tutti i modi di evitare la VAS: l’allora Ministro dell’Ambiente Galletti
arrivò ad emanare una direttiva ad hoc, del tutto priva di fondamento
giuridico, proprio per cercare di avallare una esclusione dalla VAS del
decreto in questione, ma fece un buco nell’acqua. Infatti la commissione
di valutazione ambientale dello stesso Ministero, applicando
correttamente la normativa, si rifiutò di escludere il decreto dalla
VAS, facendo fare una non proprio bella figura al Ministro.
Dopo qualche mese però Renzi firmò lo stesso il decreto, infischiandosene della VAS. Da ciò ne scaturirono diversi ricorsi
al TAR Lazio, volti ovviamente ad annullare il decreto in quanto
palesemente illegittimo. In questi anni i ricorsi hanno messo a segno
vari punti, incassando anche il parere della Corte di Giustizia europea, che ha suggerito l’annullabilità del decreto quanto meno per il mancato esperimento della VAS.
Nonostante ciò, il decreto inceneritori di Renzi ha trovato ancora, anche di recente, dei fedeli paladini al Ministero dell’Ambiente. Infatti proprio un anno fa è pervenuta dal Ministero (a quanto pare all’insaputa dello stesso Ministro Costa) un’altra perentoria richiesta alla Regione Siciliana, affinché inserisse nel nuovo Piano regionale dei rifiuti due inceneritori, in ottemperanza al Decreto di Renzi.
Sebbene in agonia, il rischio che il decreto Renzi ottenga il suo scopo è tornato ad essere concreto. Così, per dare il colpo di grazia
al decreto in sede giudiziaria, abbiamo collaborato alla stesura
dell’intervento dell’Associazione Rifiuti Zero Sicilia a supporto del
ricorso presentato dal “Movimento Legge Rifiuti Zero”.
Il 22 aprile
scorso era prevista l’udienza finale al TAR Lazio, quella da cui sarebbe
dovuta scaturire la sentenza che con ogni probabilità avrebbe
definitivamente annullato il vergognoso decreto inceneritori di Renzi.
Un aiuto insperato al decreto è però arrivato dall’emergenza Coronavirus,
grazie alla quale l’Avvocatura dello Stato, non trovando niente di
meglio da fare per difendere l’indifendibile decreto, ha ottenuto un rinvio dell’udienza al 20 luglio prossimo.
Un rinvio che potrebbe dare ancora qualche chance di recepire il decreto (con i famosi due mega-inceneritori)
nel nuovo piano regionale dei rifiuti. Ci auguriamo che la Regione
Siciliana abbia il buon senso di non recepire il moribondo decreto
inceneritori di Renzi proprio adesso che e che anzi concentri tutti gli
sforzi sugli impianti di compostaggio e di riciclaggio, seguendo le indicazioni della comunicazione della Commissione Europea COM(2017)/34
Fonte: Comitato cittadini contro l'inceneritore del Mela
(by nicola)
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