Tutto ci può stare, ma che il Consiglio di Stato motivi con un richiamo
alla Costituzione il diniego per i Consiglieri regionali di accedere a
TUTTI gli atti dell'amministrazione è una cosa che davvero non si può
sentire. Non riporto le motivazioni di una simile decisione, siamo in
una dimensione distorta del concetto stesso di società formata, e
fondata, sulla trasparenza, ma personalmente ritengo che TUTTI i
cittadini dovrebbero avere la possibilità di accedere in modo "indiscriminato"
e "generale" a "non ben definiti atti di ufficio", che, infatti,
diventerebbero "ben definiti" dopo la visione. Sottolineo, inoltre, che
il "legame diretto tra la richiesta di accesso stesso e lo specifico
atto di interesse" lo si ritrova nella elementare circostanza che, in
qualità di cittadini, titolari della sovranità in Italia, con le nostre
tasse paghiamo gli stipendi ai Giudici del Consiglio di Stato, a quelli
del TAR e agli amministratori regionali, e vorremmo sapere come e
perchè le amministrazioni pubbliche spendono i NOSTRI soldi, come
anticamente diceva Grillo. Per cui l'interesse è, come si dice in gergo
giuridico, "in re ipsa", e cioè nel fatto stesso di essere cittadini
titolari della sovranità, principio molto desueto proprio per le
deviazioni giurisprudenziali su chi sono i soggetti titolari della
sovranità in questa Repubblica, che diventa sempre di più una repubblica
delle banane, e chi a quella sovranità deve rispondere. Ma almeno
lascino fuori la Costituzione da queste inascoltabili distorsioni di
principi che trovano fondamento nella Costituzione stessa.
Fonte: pagina fb Alfonso Mainelli
(by nicola)
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