A Campobasso un manager regionale ogni 4232 abitanti, a Milano uno per 54.952
Sono da considerarsi nulli tutti gli atti di nomina coi quali la Regione ha affidato l’incarico di direttore di servizio a professionisti esterni all’amministrazione. Lo ha stabilito il 7 maggio il Consiglio di Stato che si è espresso sul ricorso in appello presentato dalla stessa Regione contro il sindacato Sdirs, a cui in primo grado il Tar aveva dato ragione un anno fa
Per i giudici amministrativi della Quinta sezione, presieduta da Carlo Saltelli, la Regione ha violato la legge 31 del 1998.
Innanzitutto il comma 4 dell’articolo 28, nel quale è stabilito che “le
funzioni di direzione di servizio sono conferite a dirigenti del
sistema Regione”. È scritto infatti nella sentenza: “Dalle norme
richiamate si evince in maniera chiara che per gli incarichi di
direttore di servizio non è consentita il ricorso a soggetti esterni,
espressamente prevista, per non più di un quinquennio e nei limiti del
20% del totale delle direzioni generali, solo per le nomine dei
direttori generali”.
Per il massimo organo della giustizia amministrativa, “la Regione ha
consumato la propria discrezionalità in materia, introducendo,
nell’esercizio di una potestà legislativa esclusiva in materia di
organizzazione degli uffici riconosciuta dallo Statuto, una deroga
all’articolo 19 del decreto legislativo 165 del 2001
(il Testo unico degli enti locali). E la deroga viene appunto
considerato illegittima “per violazione della legge regionale 31”. Anche
relativamente al comma 4-bis dello stesso articolo 28, che recita: “La
Giunta regionale, fino all’espletamento dei concorsi pubblici per
l’accesso alla dirigenza e nei limiti del 10 per cento delle posizioni
dirigenziali del sistema Regione, può autorizzare l’attribuzione
temporanea delle funzioni di direttore di servizio a dipendenti in
possesso dei requisiti per l’accesso alla qualifica dirigenziale”.
Quindi sempre all’interno della stessa Amministrazione e non ricorrendo a
personale esterno.
Spetterà adesso all’Ufficio legale della Regione andare a ritroso con
le nomine dei direttori di servizio, rimuovendo gli stessi
dall’incarico. Perché il Consiglio di Stato conferma la nullità degli
atti, come un anno fa aveva già determinata dal Tribunale amministrativo
regionale. Ma si attendeva appunto il pronunciamento nel secondo e
ultimo grado di giudizio che chiude adesso e definitivamente la querelle
legale. Dall’assessorato al Personale, contatto da Sardinia Post, commentano: “Rispettiamo la sentenza e abbiamo già definito nuovo percorso per raggiungere obiettivi prefissati”.
Fonte: sardiniapost
(by nicola)
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