Come prevedevamo è arrivata per l’Italia una pesante recessione. I
dati Istat sono inequivocabili. La recessione investe tutti i settori.
Il comparto industriale è calato del 4,3% rispetto all’anno precedente.
Per chi segue l’andamento economico dell’Italia non è una sorpresa. Ogni
giorno si chiudono industrie e negozi e sono licenziati lavoratori e
operai delle varie fabbriche oramai quasi tutte in mano straniera, come
da ultimo la Whirlpool di Napoli.
Gli investitori stranieri abbandonano l’Italia e quelli italiani,
specie per quanto riguarda il terzo settore, non fanno altro che
chiudere le loro attività.
I politici ancora una volta non si rendono conto, o fanno finta di
non rendersi conto, della causa reale di questo sottosviluppo.
C’è chi insiste sulle tasse, chi sul lavoro, chi contro l’attività
del governo. La verità è che ci troviamo in una situazione economica
mondiale dominata dall’infausto pensiero neoliberista, che accentra la
ricchezza nelle mani di pochi ed evita la circolazione della moneta,
abbattendo così la domanda e cioè l’elemento propulsore della crescita.
E in questo una funzione fortemente repressiva, è esercitata
dall’Europa, che ci obbliga all’austerity laddove bisognerebbe agire
sullo sviluppo.
Gli effetti negativi del neoliberismo si avvertono in tutto il mondo e
incidono negativamente sopratutto sui paesi più deboli come il nostro.
Lo strumento micidiale, che porta a questa debacle mondiale sono
soprattutto le le privatizzazioni. Cioè il trasferimento della ricchezza
del Popolo nelle mani di inesperti soggetti, delle multinazionali e
della finanza.
L’Italia, per difendersi, dovrebbe, come abbiamo sempre ripetuto,
nazionalizzare le fonti di produzione di ricchezza (cosa che non è
vietata dai Trattati Europei) e dare importanza alla proprietà pubblica,
anziché sprecare denaro per allungare i tempi dell’agonia, invocando
inutilmente l’aiuto di multinazionali straniere, come si sta facendo, ad
esempio per Alitalia e per Ilva.
Si ricordi che nelle nostre mani c’è un’arma formidabile: la
Costituzione della Repubblica italiana, che, al titolo terzo della parte
prima, descrive un vero e proprio programma di governo, al quale i
nostri politici dovrebbero attingere, tenendo presente che le norme
costituzionali, come più volte affermato dalla giurisprudenza
costituzionale, prevalgono sui trattati internazionali e su quelli
europei.
Invece i nostri politici si gingillano su argomenti di bassa cucina,
e, cosa gravissima, si apprestano a votare nel Parlamento europeo,
secondo quanto impone la presidente Von der Leyen, il TTIP e il
micidiale MES.
Si direbbe che stiamo assistendo alla fuga dalla ragione e al
tradimento degli interessi del popolo italiano, tutelati in modo
esemplare dalla nostra Costituzione Democratica e Repubblicana.
Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte
Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”
(by nicola)
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