Dopo i messaggi intimidatori sul cellulare di Michele Mignogna, cronista di Primonumero.it, un nuovo inquietante episodio: una testa di agnello accompagnata da parole offensive, lasciata in una busta sulla soglia di casa. Una nuova denuncia – dopo quelle per pneumatici tagliati e sms minatori – è stata sporta presso le forze dell’ordine. Il giornalista non si è lasciato spaventare, ma ammette «la situazione comincia a diventare pesante».
Dopo le gomme dell’auto tagliate e numerosi sms sul cellulare contenenti minacce esplicite, un nuovo atto intimidatorio contro Michele Mignogna, cronista che collabora con Primonumero.it e che per il nostro giornale ha curato alcune fra le inchieste più delicate e scottanti pubblicate negli ultimi mesi.
Nella tarda mattinata di lunedì 13 giugno il giornalista, uscito dalla sua abitazione nel centro storico di Larino, ha trovato un sacchetto di plastica blu sulla scala esterna dell’ingresso. All’interno una scoperta macabra: una testa di capretto sanguinolenta e maleodorante e un biglietto di cartoncino con una frase - scritta in stampatello a matita - dai toni offensivi, indirizzata a lui.
«Ho preso la piccola shopper credendo fosse una cosa lasciata lì da mia figlia. Siamo l’unica famiglia servita dalla scala» racconta Michele Mignogna, che ha mostrato l’inquietante reperto ai carabinieri dopo aver sporto denuncia contro ignoti.
La speranza è che le indagini degli inquirenti, avviate nello scorso dicembre in seguito alle minacce via cellulare, approdino all’identità della persona o delle persone che vigliaccamente tentano di intimidire un cronista che svolge scrupolosamente il proprio lavoro e che non ha mai perso di vista la ricerca della verità dei fatti, nemmeno davanti alle intimidazioni, peraltro anonime, con le quali qualcuno casta evidentemente cercando di spaventarlo per dissuaderlo dal continuare in quel ramo delicato e pressoché ignoto al Molise che è il giornalismo d’inchiesta.
Nella tarda mattinata di lunedì 13 giugno il giornalista, uscito dalla sua abitazione nel centro storico di Larino, ha trovato un sacchetto di plastica blu sulla scala esterna dell’ingresso. All’interno una scoperta macabra: una testa di capretto sanguinolenta e maleodorante e un biglietto di cartoncino con una frase - scritta in stampatello a matita - dai toni offensivi, indirizzata a lui.
«Ho preso la piccola shopper credendo fosse una cosa lasciata lì da mia figlia. Siamo l’unica famiglia servita dalla scala» racconta Michele Mignogna, che ha mostrato l’inquietante reperto ai carabinieri dopo aver sporto denuncia contro ignoti.
La speranza è che le indagini degli inquirenti, avviate nello scorso dicembre in seguito alle minacce via cellulare, approdino all’identità della persona o delle persone che vigliaccamente tentano di intimidire un cronista che svolge scrupolosamente il proprio lavoro e che non ha mai perso di vista la ricerca della verità dei fatti, nemmeno davanti alle intimidazioni, peraltro anonime, con le quali qualcuno casta evidentemente cercando di spaventarlo per dissuaderlo dal continuare in quel ramo delicato e pressoché ignoto al Molise che è il giornalismo d’inchiesta.
Già nei mesi scorsi Michele Mignogna – al quale va tutta la nostra solidarietà e certamente anche quella dei lettori – era stato bersaglio di intimidazioni prima attraverso il taglio doloso di tutti e quattro gli pneumatici della sua autovettura, poi con una raffica di sms inviati in parte – come ha riscontrato la polizia in base alle prime risultanze delle indagini - da una zona di Termoli compresa tra il centro commerciale “Il Punto” e via Arti e Mestieri.
Fonte: Primonumero.it 13/06/2011)
(by Nicola)
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