Riceviamo e pubblichiamo

La Camera,
premesso che:
il 31 ottobre 2013 è stato
reso pubblico, su decisione dell'ufficio di presidenza della Camera dei
deputati, il resoconto dell'audizione davanti alla Commissione
bicamerale d'inchiesta sui rifiuti del pentito di camorra Carmine
Schiavone del 7 ottobre 1997, concernente lo sversamento e
l'interramento illegale di rifiuti di ogni genere, anche tossici e
nocivi, non solo nel territorio campano e nel basso Lazio, ma anche nel
Molise, nello specifico in tutto il territorio del Matese e nelle zone
vicino Isernia;
in particolare si apprende che la suddetta
attività illegale si svolgeva al nord fino a Latina, mentre a est in
tutta la zona del Matese, Isernia e le zone vicine; inoltre il pentito
Schiavone parla di un sistema unico di smaltimento illegale di rifiuti
tossici dalla Sicilia alla Campania. Anche per la Calabria e la Puglia
ha denunciato lo stesso tipo di inquinamento e di infezione derivante
dallo sversamento ed interramento di tonnellate di rifiuti tossici
provenienti da tutta Europa e dal Nord Italia;
la portata
devastante dal punto di vista ambientale e socio sanitario derivante
dallo smaltimento illegale di rifiuti tossici e pericolosi sarebbe stata
nota a partire dagli anni novanta, vale a dire da oltre venti anni,
senza che alcuna iniziativa realmente efficace e sistemica, soprattutto
di mappatura e di bonifica, fosse intrapresa;
nello specifico,
il business dello smaltimento illecito di rifiuti pericolosi in una
terra come il Molise, a bassa densità abitativa e con un territorio
prevalentemente collinare, pare abbia trovato sempre nuovi sbocchi;
infatti è a partire dagli anni ottanta che la contrada di Fragnete,
campagna alle porte di Isernia, è stata per lungo tempo inondata di
fusti contenenti rifiuti tossici e sostanze radioattive, sversate nella
zona chiamata Frusc’, un bellissimo tratto di bosco dove querce e
tartufi abbondavano. Il meccanismo era semplice, ed è quello denunciato
dal pentito Schiavone: nelle ore notturne gli scavatori preparavano le
buche e i camion dei Casalesi le riempivano con i rifiuti tossici;
le istituzioni isernine, anche a seguito delle proteste dei
contadini, spostarono la discarica comunale dal bosco Frusc’ al Colle
Santa Maria, sempre a Fragnete: di giorno arrivavano i rifiuti urbani
prodotti dai cittadini di Isernia, di notte i carichi dei Casalesi;
nelle ore diurne, invece, capitava spesso che i rifiuti venissero
gettati su copertoni di gomma ardenti e, se c'era vento, il fumo nero e
irrespirabile si propagava nelle zone circostanti, da Fornelli a
Castelromano, da Ravasecca a Breccelle: Fragnete, terra di contadini,
viveva in anteprima quello che sarebbe poi successo nella Terra dei
Fuochi;
già il rapporto Ecomafia 2005 affermava che: «Con
l'esigenza di diversificare le destinazioni finali dei traffici
illegali, i rifiuti speciali pericolosi sono finiti in regioni
considerate immuni fino a qualche anno fa. E allora si è scoperto che i
veleni sono stati scaricati anche nella verde Umbria e addirittura in
Molise. Sono state coinvolte le province meno note agli onori delle
cronache della criminalità ambientale tra cui Campobasso»;
la
stessa Direzione nazionale antimafia, nel 2008, definisce il Molise come
«punto finale di arrivo per lo smaltimento di rifiuti pericolosi, ove
occultare discariche abusive con la compiacenza di alcuni proprietari
corrotti»;
è infatti del 2004 un'operazione della procura della
Repubblica di Larino, chiamata «Operazione Mosca» sullo smaltimento
illecito di rifiuti, nel Basso Molise, provenienti dal nord Italia e
gestito dalla camorra, e che ha visto coinvolti diversi personaggi con
arresti e fermi con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata
all'illecita gestione e al traffico di rifiuti pericolosi. I rifiuti,
complessivamente alcune migliaia di tonnellate, contenevano arsenico e
solfuri, mercurio, cromo, rame, piombo e reflui ad alta tossicità;
la Camera dei deputati il 5 novembre 2013 ha approvato alcune
mozioni relative al fenomeno criminale dello sversamento ed interramento
illecito dei rifiuti tossici e nocivi e al fenomeno dei roghi tossici
nella cosiddetta «Terra dei fuochi» con particolare riferimento alle
sole regioni Campania e Lazio; in tale sede il Governo si è impegnato,
tra le altre cose, ad avviare un'indagine accurata sulla salubrità dei
terreni, delle falde acquifere e dell'aria nelle aree più direttamente
interessate dallo sversamento illegale di rifiuti tossici e attualmente
note, anche al fine di prevenire allarmismi generalizzati che possono
danneggiare il settore agroalimentare campano, che rappresenta uno dei
pilastri dell'economia regionale; a fare la mappatura dei siti
contaminati nel territorio delle regioni Lazio e Campania e a definire
un piano di bonifiche nazionale, ai sensi dell'articolo 252, comma 4,
del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152; ad inasprire le pene per i
reati ambientali, assimilandoli a quelli di stampo mafioso e/o
terroristico; ad istituire quanto prima un tavolo interministeriale per
assicurare – in tempi rapidi e certi – il rilancio dell'attività di
bonifica dei suoli inquinati, ai fini del loro recupero e della loro
riconversione;
lo smaltimento illecito di rifiuti speciali in
Molise è ormai, purtroppo, conclamato e in relazione alla sola
«Operazione Mosca» del 2004 lo smaltimento illecito è stato di 120
tonnellate di rifiuti speciali di industrie metallurgiche e rifiuti
ospedalieri provenienti dal nord Italia. In tale occasione quattro
ettari di terreno a ridosso del litorale molisano sono stati coltivati
con concime ricavato da questi rifiuti e il grano prodotto conteneva
un'elevatissima concentrazione di cromo; è quindi di importanza
fondamentale prevedere anche per la regione Molise l'applicazione delle
misure di verifica di controllo e di bonifica previste per le regioni
Campania e Lazio a seguito delle mozioni in commento approvate lo scorso
5 novembre,
impegna il Governo:
ad avviare, anche per il Molise, un'indagine accurata sulla
salubrità dei terreni, delle falde acquifere e dell'aria nelle aree più
direttamente interessate dallo sversamento illegale di rifiuti tossici, e
attualmente note, anche al fine di prevenire allarmismi generalizzati
che possano danneggiare il settore agroalimentare molisano, avvalendosi
delle competenti strutture sanitarie e di ricerca;
ad assumere
le iniziative di competenza necessarie a verificare l'esistenza di siti
da bonificare con la conseguente mappatura dei siti contaminati nel
territorio della regione Molise al fine del loro inserimento in un piano
di bonifiche di interesse nazionale, per il loro recupero e la loro
riconversione.
(1-00247) «Venittelli, Leva, Picierno, Famiglietti, Impegno, Lattuca, Stumpo, Amendola, Senaldi, Tartaglione».
(by Nicola)
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