Colletorto. Bagno di folla intorno agli altissimi falò nel “Borgo degli Angioini. ”Onora il tradizionale “giro dei fuochi” Daniel Paradiso, il re del gelato in Argentina
Sale in alto, come non mai, la gioia e l’allegria. La cultura del popolo
si fa sentire. Al suono dei Fisarmonicisti Colletortesi e del Bufù
delle Scuole di Casacalenda è possibile divertirsi in ogni via. Il canto
più bello della tradizione apre ogni cuore. Nelle note più profonde di
“Ass’li bballà ssi ggiuvenetta” si rivive la vita più bella di ieri. Che
esalta valori limpidissimi: l’accoglienza, l’amicizia, il senso della
famiglia e della vita di quartiere. Qui sussulta la voce delle proprie
radici in un percorso piacevolissimo. Tra la Chiesa del Marchese e la
Torre della Regina. Lungo un asse urbano che ristora il cammino. Grazie
alle pietanze tipiche offerte ai tanti ospiti provenienti dalla costa,
da Termoli, da Roma, da Latina e da svariati luoghi fuori regione. Bagno
di folla pertanto intorno ai fuochi. Nell’occasione tanta gente
inattesa perché la festa in onore di Sant’Antonio Abate cade in mezzo
alla settimana. C’è tanta gente. Anche tra l’altro se soffia il vento
sulla festa più amata in paese. Si parte in silenzio con l’accensione
del parroco. S’alza il vento. Ma disturba solo momentaneamente la
tradizionale ricorrenza. Si sente forte il suo soffio. Serpeggia.
S’incanala nei vicoli stretti. Il vento piega la fiamme. Nel frattempo,
come d’incanto, il rossore infiamma un ampio scenario d’altri tempi. Si
riverbera sul fronte del Palazzo Marchesale. Illumina le due fontane.
Gli spazi
urbani adiacenti. I caseggiati tutt’intorno. Il rosso naturale sale in
alto sulla Chiesa del Carmine. Come una colonna di fuoco illumina il
cielo. A braccetto con la torre nel cuore del borgo. Una bella scena che
si gusta solo se si raggiunge Colletorto. Chi viene dal Regio Tratturo Celano
Foggia e da San Giuliano vede l’abitato incorniciato da tantissime
lingue di fuoco. Che bruciano sulla legna disposta ordinatamente a forma
conica. Che si riverberano sui tetti più bassi. Da lontano l’incanto
del fuoco si vede con chiarezza. La sua luce è chiara. Purifica, come
dice un detto arcaico, tra il sacro e il profano. Non è l’inferno.
Assolutamente. Il calore è immenso. Il contesto è piacevole. Lo stesso
vale per il divertimento. Perché di colpo il cuore si dispone tranquillo
proprio quando la tradizione entra nel vivo della partecipazione.
Perché improvvisamente il cielo è clemente. Si placa il vento. Ogni
quartiere intorno al fuoco cosi si apre al divertimento. In questo caso
sono i giovani a darsi tanto da fare per la riuscita della festa. A loro
e ai gruppi musicali senz’altro va il riconoscimento. Si balla. Si
canta. Si da’
spazio al racconto. Si rivivono i sentieri dell’io tra i sentimenti più
genuini. Intorno ad un bicchiere di vino si riaccende l’immaginario
collettivo. Si rivive un momento divino che cancella il passato infelice. La voce della storia
ricorda l’azione purificatrice del fuoco. Dalle sue ceneri rinasce la
vita. In qualche modo, almeno si crede, gli agricoltori possono stare
tranquilli. Dopo la semina per rinascere i chicchi devono morire. La
luce del Santo eremita dunque è di buon auspicio. Per i bimbi, la
natura, gli animali, la terra e in ogni cammino di vita. “A Sand’Andon’ e
hallin’ fann’ l’ov’ . Tutto è racchiuso in questo proverbio antico.
All’inizio dell’anno ogni ripartenza viene garantita. Non mancano le
indicazioni di vita sociale. Nel corso della festa si socializza
soprattutto con chi, nell’occasione, rientra. Raggiunge il paese da
terre lontane dopo aver attraversato l’oceano. Portando con sé una
valigia carica di ricordi e di vita esemplare. Si tratta di una valigia
di cartone. Favolosa. Partita da Napoli in cerca di fortuna altrove.
Adesso rientra nel suo luogo originario. Daniel Paradiso ce la consegna
tra le lacrime. Ha dentro di sé un tesoro prezioso: il mondo dei propri
cari. Divide il suo cuore tra Colletorto e Buenos Aires. E’ un monumento
di alto valore. Simbolo degli emigrati nel mondo. “E’ qualcosa di
fantastico e bellissimo rientrare nel proprio paese di origine e vedere
una festa che tocca il cuore. Tutto emozionante. Fantastico. Qui la
gente ti accoglie a braccia aperte. Ti apre le porte del paese. Ti
racconta le storie e tutto ciò che ognuno porta dentro di sé. I fuochi, i
quartieri, le case intorno alla Torre, le persone che incontri sono una
bella scena. Entusiasmante. Rivedere poi tanti particolari nella festa
dei fuochi di cui i miei genitori me ne hanno sempre parlato fin da
bambino, precisa Daniel Paradiso, è veramente toccante. Perché ti porta
ad amare ancora di più il paese e luogo della propria famiglia”. Sorride di gioia Daniel
Paradiso nel rivedere i luoghi delle persone più care. Nel sentire
raccontare di nuovo e nei dettagli il lavoro dei suoi nelle botteghe del
paese. La sua emozione sale di gioia tra tanta curiosità quando si
parla di storia locale. Daniel Paradiso, tra non pochi sacrifici, ha
fatto fortuna a Buenos Aires. Si può considerare il “re del gelato” in
Argentina. Ne ha tante di gelaterie. Ama la sua Colletorto, la bellezza e
il cibo italiano. Delle sue capacità imprenditoriali se n’è occupata la
prestigiosa rivista Forbes. Daniel Paradiso è un tipo solare. Di
temperamento ottimista. Estroverso e cordiale. Simpaticissimo. In
definitiva una persona speciale. Porta Colletorto nel cuore. E
l’orgoglio del proprio paese nel mondo.
Luigi Pizzuto
fONTE: https://www.primopianomolise.it/citta/basso-molise/131115/colletorto-bagno-di-folla-intorno-agli-altissimi-falo-nel-borgo-degli-angioini/
(by nicola)
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