giovedì 30 aprile 2020

Manifesto per il futuro di una piccola regione in bilico. Per sottoscriverlo inviare una mail a redazione@ilbenecomune.it avente per oggetto "aderisco", con nome, cognome e qualifica



MOLISE/VIRUS

Manifesto per il futuro di una piccola regione in bilico
Il coronavirus è un campanello d’allarme che ci sta facendo ancor meglio comprendere l’insensatezza del mondo nel quale viviamo; la pandemia può essere un’opportunità (tragica e perniciosissima) per dare senso e prospettiva ad un nuovo umanesimo, ormai indispensabile.
Le regole del mercato non ci salveranno dalle catastrofi che s’annunciano.
Se negli ultimi trent’anni ci hanno fatto credere che la competizione avrebbe regolato e ordinato la scena dell’economia e di conseguenza le nostre vite, dobbiamo ripartire dal convincimento che solo la collaborazione fra le persone e i territori potrà rigenerare le comunità, rifondandole su obiettivi e valori del tutto diversi.
Nell’ambito delle contraddizioni economiche e ambientali già evidenti nel modello di sviluppo seguito finora, l’esperienza della pandemia pone al centro quella tra il diritto al lavoro, alla socialità, alla libertà di ciascuno e la tutela della salute pubblica. Ne discende la necessità di ridisegnare completamente l’organizzazione del lavoro, l’urbanistica e lo stesso nostro modo di vivere il territorio, il sistema sanitario e quello dell’istruzione e della ricerca scientifica. L’obiettivo non va solo invocato, ma perseguito fattivamente con un concreto progetto politico da costruire subito.
Il Molise, in questa prospettiva può diventare una regione/laboratorio, trasformando le sue deficienze (la marginalità e la risibilità della sua condizione, lo spopolamento) in un vantaggio clamoroso e paradossale.
Un altro Molise è possibile davvero, ma a patto che sappiamo risanare e riabilitare il nostro Spirito Pubblico vilipeso e mortificato, dando vita alla prima rivoluzione della nostra storia.
La “prima rivoluzione molisana” dovrà essere autentica, innovativa e solidale, ma soprattutto pacifica, basata sulla partecipazione attiva e consapevole dei cittadini, sulla cura e la coltivazione del bene comune; sulla Costituzione e sulla cultura del lavoro buono, dei suoi diritti e anche dei suoi doveri. Una rivoluzione basata sulla cooperazione e sulla programmazione armoniosa; che si muova nel mercato, ma in quello allegro e colorato dei rioni delle nostre cittadine e delle piazze dei nostri paesi, anziché in quello asettico, spietato e criminale della finanza.
Il Molise, i suoi 300.000 abitanti ancora residenti, devono fare una rivoluzione dei bisogni e dei consumi, ripensando ai tempi e ai modi della loro esistenza. Meno merci e più valori. Più servizi e meno supermercati, e quelli necessari aperti a turno la domenica e le feste comandate; più scuola, più università, cultura, ricerca e innovazione; più sanità pubblica con la privata chiamata a svolgere un ruolo programmato e complementare, con maggiore integrazione tra servizi ospedalieri e medicina primaria, secondo criteri di accessibilità ad un’assistenza sanitaria sistemica, integrata, continua e verificabile; più ruralità, agricoltura biologica e produzioni tipiche, ma raccontate con una lingua colta e contemporanea. Meno rifiuti, tutti differenziati e poi riciclati; recupero e riqualificazione dei fabbricati invece di nuove costruzioni; tutela ambientale e paesaggistica; trasporto pubblico efficiente e sostenibile per un turismo selezionato e di qualità; una cultura e una sensibilità non più senile, conservatrice, servile e d’apparato. Poche infrastrutture, funzionali e indispensabili, e infrastrutture diffuse capillarmente su tutto il territorio; internet veloce che metta in rete i nostri 136 comuni, anche quelli minuscoli e spopolati. Accoglienza e integrazione di chiunque voglia risiedere con noi, in modo da affrontare con rigore e serietà la nostra questione fondamentale, quella demografica. Un nuovo rapporto, amichevole e maturo con i tanti nostri corregionali residenti altrove nel mondo, che rappresentano un patrimonio prezioso e mai messo a frutto.
Il Molise, per la sua prima rivoluzione, prima di tutto, ha bisogno della letteratura, del cinema, della musica, del teatro, delle arti visive e della comunicazione, di conoscenze tecniche e scientifiche capaci di alimentare una cultura della ricerca e della sperimentazione.
Tutto questo dobbiamo inaugurarlo mentre sconfiggiamo il coronavirus, assimilando la lezione che questa battaglia esiziale ci lascerà in dote.
Dobbiamo fare affidamento sulla nostra Chiesa, sul nostro sindacato, sulle associazioni di categoria, professionali e su quelle ambientaliste e culturali; su tutti quelli che possono contribuire a ridefinire l’impianto e la prospettiva della nostra comunità perché, in definitiva, quello che diventeremo dipenderà da quello che noi sapremo diventare.
Solo se sapremo fare così, probabilmente, andrà tutto bene.
Teniamolo presente, anzi futuro.

PRIMI FIRMATARI
Isabella Astorri – Presidente della Società Italiana per i Beni Culturali del Molise, Angelo Bavaro – statistico, Umberto Berardo – docente e scrittore, Letizia Bindi – Antropologa, docente dell’Università del Molise, Padre Giancarlo Bregantini – Arcivescovo di Campobasso-Boiano, Antonietta Caccia - Presidente del Circolo della zampogna di Scapoli, Michele Colitti – giornalista, redattore de il Bene Comune, Donato Campolieti – Direttore CIA del Molise, don Alberto Conti - Fondatore e Direttore della Scuola di Formazione all'Impegno Sociale e Politico "Paolo Borsellino", Ermanno D’Andrea Presidente della D’Andrea SpA, Antonio De Lellis – presidente di Attac Italia, Paolo De Socio – Segretario della CGIL dzel Molise, Paolo Di Lella – giornalista, redattore de il Bene Comune, Pasquale Di Lena – agronomo, coordinatore del comitato scientifico del biodistretto dei laghi frentani, Sebastiano Di Maria – agronomo e docente Unimol, Anna Maria Di Pietro – redattrice de il Bene Comune, Giuseppe Di Pietro – giornalista, presidente dell’Assostampa del Molise, Lino Gentile – sindaco di Castel del Giudice, Giovanni Germano – Archietetto, coordinatore di “cammina, Molise!”, Antonella Golino – Dottore di ricerca, Andrea Grosso – graphic designer, Giovanni Iannantuono – Ricercatore ENEA, Chiara Iosue – Presidente di Legacoop Molise, Norberto Lombardi – storico dell’emigrazione, Gino Massullo – storico, condirettore di Glocale, Carmine Mastropaolo – ferroviere, Emilio Natarelli – architetto, Rossano Pazzagli - storico, Università del Molise, Michele Petraroia – Rete piccoli comuni, Giovanni Petta, Antonio Ruggieri – direttore de il Bene Comune, Stefano Sabelli – Teatro del Loto di Teatrimolisani coop. Sociale, Franco Spina – membro della segreteria CGIL Abruzzo e Molise, Leo Terzano – presidente dell’ISDE (medici per l’ambiente) del Molise, Loreto Tizzani – docente di Scienze, Nicola Frenza – presidente OML

(by nicola)


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