La
carognata
Stavolta
abbiamo deciso di andare dritti al sodo della notizia e di comunicare
a tutti i molisani e a tutti i pazienti, anche di fuori regione, del
centro conosciuto come Cattolica di Campobasso, a tutti i cittadini e
a tutti gli addetti ai lavori del settore sanitario pubblico e
privato, che l’emblema della radioterapia della Cattolica di
Campobasso, la dottoressa Sallustio, è stata fatta fuori durante la
dirigenza che fa capo alla campana Celeste Condorelli. Dal 1 luglio
2020 la “Gemelli Molise SPA” con l’intento di migliorare i
servizi, si legge sulla stampa, ha cambiato l’assetto organizzativo
dell’area clinico assistenziale e di ricerca.
Così,
mentre tutti i media regionali hanno fatto copia e incolla della nota
stampa del centro di ricerca e cura, ponendo l’accento alla novità
dell’arrivo del professor Massetti come direttore del dipartimento
di Scienze cardiovascolari - ma sarà una presenza solo sulla carta
che quindi non porterà veri benefici ai cittadini - nessuno si è
preoccupato, né
ci si poteva aspettare, che la struttura cacciasse a calci in culo
chi quella struttura ha contribuito a fondarla: Giuseppina Sallustio.
Conosciuta
in ogni angolo del Molise e delle regioni limitrofe, nonché in tutta
Italia per la sua alta
professionalità
e per le sue doti umane, riteniamo che nessuno neppure tra gli
addetti ai lavori in genere sempre pronti, nel settore medico, ad
affossare i colleghi, possa smentire l’ottima reputazione della
dottoressa punita perché non in linea, pare, con i nuovi indirizzi
economici
della
struttura.
E
quali sono questi indirizzi?
Secondo
fonti ben accreditate, sembra che la Celeste Condorelli persegua da
un lato l’obiettivo di succhiare soldi pubblici con
l’accreditamento, i posti letto e l’extrabudget che il Molise
paga al centro di eccellenza ridotto ad un mero centro succhia soldi.
Dall’altra però la Condorelli non vuole che nella struttura si
eseguano esami con esenzioni.
Insomma
molisani, la Cattolica oggi chiamata “Gemelli Molise SpA” non
vuole vedere al suo interno cittadini semplici che si sottopongono ad
esami, ma gli ambulatori devono essere frequentati solo dietro
pagamento di cospicue somme di denaro.
Quindi,
detto in altre parole, noi cittadini abbiamo potuto pagare tasse che
poi sono andate a finanziare la costruzione del centro, possiamo
pagare tasse che anticipano il pagamento perché possano venire a
curarsi da fuori regione senza che la Gemelli aspetti due anni per
farsi pagare dalle regioni in cui i pazienti risiedono, possiamo
restare in piano di rientro a causa di questi pagamenti e
quindi
ci vediamo costretti a pagare le tasse più alte d’Italia, ma, se
una dottoressa molisana che ha sempre messo il paziente al centro
della sua azione di medico, a volte pagando anche di tasca propria le
analisi a cittadini poveri che non potevano permettersi le cure,
ecco, questo tipo di medico deve scomparire perché ostacola i sogni
di gloria della struttura affiliata al Gemelli di Roma.
Cosa
è accaduto alla Sallustio?
Da
direttore del reparto di radiodiagnostica, una unità operativa
complessa, è stata demansionata a dirigere l’unità semplice di
risonanza magnetica.
Parliamo
di una donna che appena qualche anno fa ha ricevuto persino la
gratificazione nella quinta edizione del Premio Imprenditrice
dell’anno “Maria Rossi Sabelli” “Per la dedizione al lavoro,
la sensibilità, l’umanità e la grande professionalità nel campo
della medicina radiodiagnostica”: questa la descrizione riportata
sulla targa del premio speciale conferito alla Prof.ssa Giuseppina
Sallustio”.
Ed
ancora “autore di oltre 100 pubblicazioni scientifiche, ha messo a
disposizione degli studenti le sue competenze con l’umiltà che
accompagna da sempre la sua carriera e sulla scia della professione
medica intesa come missione. Ne abbiamo apprezzato la totale
disponibilità verso il paziente, considerato sempre come persona
sofferente e mai come numero o cartellino. L’interesse per la
prevenzione e la diagnosi precoce delle malattie oncologiche, il
“dono”, in totale gratuità, della sua prestazione medica ai meno
fortunati ne consacra la figura di donna di profonda sensibilità e
di gran cuore”.
Ma
chi è la donna che ha deciso di sbarazzarsi di una simile figura? E
soprattutto, perché la struttura che ieri rispondeva in qualche modo
alla Regione Molise oggi se ne infischia di tutto e chiede solo
soldi?
Tutto
cambia il 1 novembre 2019 quando la Fondazione Giovanni Paolo II
diventa “Gemelli Molise SPA”. E dietro questo giochetto si
nascondono miliardi di soldi pubblici.
Perché
la Fondazione, per sua natura giuridica, doveva reinvestire gli utili
in Molise nella struttura di Campobasso.
La
SPA, per sua natura, può intascare gli utili e reinvestirli dove
vuole, anche in altre proprietà anche fuori regione.
Quindi
la struttura della Cattolica di Campobasso costruita con 50 miliardi
di vecchie lire dei molisani usa soldi pubblici non per reinvestirli
qui da noi ma per farci ciò che vuole.
Allora
sorge la prima domanda: se ormai la Gemelli Molise pensa solo a fare
cassa ma non si cura dei pazienti, perché dovremmo permettere ad una
SPA di stare a scrocco in una struttura pubblica guadagnando soldi
privati?
Questo
concetto è potenziato dalla scelta di affidare la direzione della
SpA ad una figlia di papà che si contraddistingue per il ruolo dei
suoi genitori dai nomipotenti: Condorelli il padre, Chiariello la
madre.
Chi
sono?
Condorelli
Mario, padre di Celeste, è stato cardiologo ex direttore scientifico
di Neuromed, ma anche senatore con la DC dal 1983 al 1994 ricoprendo
anche la carica di sottosegretario per la sanità dal 23 gennaio 1995
al 16 maggio 1996 con il governo Dini e dal 1996 al 2006 è
presidente del Forum della Ricerca Biomedica del Censis. Paola
Chiariello, madre di Celeste, è esponente della famiglia azionista e
fondatrice della Clinica Mediterranea di Napoli. Alla morte della
mamma, la figlia Celeste ha preso il posto di amministratore della
Clinica Mediterranea che è sempre una SPA ed è la più grande
struttura privata accreditata per acuti in Campania.
E
Dove ci sono soldi da succhiare c’è Patriciello che arriva a
comandare.
Infatti
nel 2018 Alduccio nostro diventa azionista della clinica Mediterranea
di Napoli diventando socio della famiglia di Luigi Chiariello
presidente del CDA composto da: Celeste Chiariello, Francesca
Maderna, Paolo Galdo, Giovanni d'Amato, Marco Patriciello e Gabriele
Trombetta.
Molti
cognomi ‘altisonanti’ nella Napoli che conta che oltre ai
‘tituli’ portano con sé anche milioni. E da Napoli a Campobasso
il passo è breve.
Così
mentre i capoccioni campani si insediano nel privato molisano per
fottere soldi pubblici, nel pubblico il governo Toma sceglie sempre i
campani (Florenzano e Scafarto) per non creare troppi problemi.
E
non dimentichiamo che Aldo sul Molise è una potenza di affari fatti
con la politica.
Lo
abbiamo visto all’opera nella legislatura Frattura quando, ad
esempio, nel 2016 la Regione Molise ha liquidato circa 100 milioni di
euro – per la precisione 86 – in favore di Neuromed,
dell’Università Cattolica e della Fondazione Giovanni Paolo II,
per il pagamento di prestazioni sanitarie contestate risalenti, nel
caso di Neuromed, addirittura a ventuno anni prima.
Perché
ciò potesse accadere la Regione Molise ha acceso un mutuo di 250
milioni proprio per il pagamento dei debiti sanitari accumulati negli
anni: un terzo del mutuo è stato utilizzato per le transazioni con
il Neuromed e la Cattolica.
La
legge che ha consentito alla Regione di accedere al mutuo ha previsto
la possibilità di saldare solo “i crediti certi liquidi ed
esigibili”, mentre quelli liquidati a Neuromed e Cattolica di fatto
corrispondevano a prestazioni sanitarie tutte oggetto di giudizi
pendenti che la Regione e la Asrem avevano contestato sia nell’an
che nel quantum.
Dunque
né certo, né liquido né esigibile.
Decisioni
prese con la sola determina dirigenziale.
Non
una delibera di Giunta, non una delibera di Consiglio, non un atto
del Commissario ad acta.
C’è
solo Frattura che ha convalidato gli atti dirigenziali sanando in
questo modo qualunque eventuale vizio di incompetenza.
In
quello stesso periodo la allora Fondazione Giovanni Paolo II si era
resa autrice di un'altra carognata: la cacciata dell’ex direttore
sanitario Antonio Lastoria.
Quest’ultimo,
nominato direttore generale della Salute alla Regione Molise proprio
da Frattura nel 2013, quand’anche suscitasse diffidenza per via di
un probabile conflitto di interessi che la sua vicinanza alla ex
Cattolica poteva far scaturire, fu messo alla porta da Frattura e,
una volta rientrato nel suo ruolo alla Fondazione, è stato anch’egli
sbattuto fuori a calci nel sedere.
La
condanna a morte di Antonio Lastoria è contenuta nel decreto numero
18 del 3 giugno 2014 dove, l’allora dg salute della Regione Molise
dott. Lastoria, scrisse nero su bianco che la Regione Molise non
poteva riconoscere alla Cattolica i finanziamenti chiesti relativi al
2010 e pari a10 milioni di euro perché mancava la rendicontazione
dei costi.
A
seguito della relazione del dg Lastoria, Paolo Frattura con decreto
numero 18 del 2014, infatti, decreta di “non procedere alla
ratifica dell’Accordo sottoscritto in data 31.12.2010 tra Regione
Molise e Università Cattolica del Sacro Cuore e pertanto di non
riconoscere in favore di quest’ultima i benefici riferibili agli
Addenda in argomento”.
Risultato?
Lastoria
è stato fatto fuori da Frattura per volontà di Paticiello perché
tutelava gli interessi della regione nel suo ruolo di dg Salute, ed è
stato fuori dalla Cattolica perché reo di non aver tutelato gli
interessi economici della struttura dichiarando il falso.
E
ci sarebbe ancora tanto da raccontare.
Ora,
sappiamo che i consiglieri regionali di maggioranza sono alle prese
con la crisi di governo causata da Toma che, per di più, nel CDA
della “Gemelli Molise SPA” ha infilato il suo avvocato Nicola
Lucarelli.
Che
quindi non può non sapere che il centro che ormai di eccellenza ha
poco o nulla, se non i milioni pagati dai cittadini, ha fatto fuori
la dottoressa Sallustio.
Ma
non è che la Spa di Campobasso deve pagare qualche cambiale
elettorale?
Non
dimentichiamo che il direttore Celeste Condorelli è di famiglia
proprietaria della Clinica Mediterannea di Napoli, dove ci sono le
regionali e dove il socio di Condorelli,
Patriciello,
ha deciso di appoggiare il presidente uscente De Luca di cui è
braccio operativo anche il dg Asrem Florenzano e il direttore
amministrativo Scafarto.
In
un circuito dove pubblico e privato si mescolano e i molisani
soccombono.
Livia
Bonetti
(by nicola)
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