martedì 15 settembre 2020

Criminalità organizzata in Molise - EVIDENZE DELLE AUDIZIONI DELLA COMMISSIONE SPECIALE (parte 2)





Tali indicatori possono, dunque, essere utili a redigere anche altre tipologie di analisi, che riguardano aspetti e/o fenomeni socio-sanitari legati alle attività delle organizzazioni criminali sul territorio quali: droga, ludopatia, violenze di genere, bullismo e cyberbullismo.
Per contrastare tali fenomeni, un aspetto rilevante può essere rappresentato da iniziative di formazione pedagogica all’interno delle scuole e degli istituti scolastici, messe in campo dalle Istituzioni del territorio e dalle Associazioni da sempre impegnate
nella lotta alle mafie e alle attività illecite.
Un importante rilievo, segnalato durante le audizioni della Commissione speciale, riguarda la presenza di clan camorristici nell’area della Porta Occidentale del Molise e in alcune aree interne della Regione. Sono note, infatti, le interferenze di clan interessati alla distribuzione di carburanti, a lottizzazioni immobiliari, nonché le infiltrazioni malavitose nel settore energetico, in particolare nel campo dell’eolico (vedasi allegato 2).
Altre Associazioni, nel corso delle audizioni della Commissione speciale, hanno collegato le dinamiche sopradescritte anche al traffico illecito di rifiuti, a vari aspetti legati alla questione ambientale, alla necessità di dotare la Regione di un innovativo piano per la gestione delle discariche nonché di rendere operativo il Registro dei tumori.
La contezza di tali presenze è già certificata da un numero rilevante di beni immobili sequestrati alla criminalità organizzata in numero di 11, sparsi su tutto il territorio regionale (vedasi allegato 3), da ben 9 interdittive Antimafia, nel solo anno 2019 (7
comminate dalla Prefettura di Campobasso e 2 dalla Prefettura di Isernia), nonché da soggetti criminali destinati all’obbligo di dimora o di soggiorno all’interno dei confini regionali.
Queste presenze malavitose (che hanno origini lontane negli anni passati e provenienze di spicco, anche dalla Sicilia) sono maggiormente concentrate nelle aree di confine dell’Alto e del Basso Molise. Proprio in quest’ultima area diventano sempre più importanti gli episodi di infiltrazione registrati in ambito commerciale, ambientale e agricolo. Un esempio è rappresentato dall’abbattimento dei vigneti e da forme sempre più evidenti di caporalato registrate negli ultimi mesi con basi di partenza proprio nel venafrano e nel basso Molise che, del resto, le recenti inchieste stanno facendo emergere.
Tutte queste informazioni, già di per sé stesse rilevanti, ai fini conoscitivi e di studio, sono racchiuse in rapporti elaborati da Associazioni e Comitati scientifici antimafia operativi da tempo. Le stesse indicazioni sono pervenute anche dai rappresentanti delle principali organizzazioni sindacali e dalle rispettive federazioni dei metalmeccanici. Questi ultimi, essendo i terminali nel settore delle attività produttive, registrano prima di altri le criticità del mondo imprenditoriale e le eventuali infiltrazioni nel tessuto economico regionale. Ricordiamo ad esempio, che aziende, anche di notevole dimensione, quali la  ex-RER e la Fonderghisa, entrambe situate nel nucleo industriale di Pozzilli (IS), sono state acquisite da famiglie legate alla camorra napoletana, mentre nel Basso Molise sono da segnalare le circostanze riguardanti la realizzazione del Centro Commerciale San Nicola di Termoli.
Di rilievo i fenomeni dell’usura e dell’estorsione che rischiano di aggravarsi ulteriormente a causa della crisi derivante dall’emergenza Covid-19. Infatti, il tessuto produttivo e commerciale della nostra Regione lavora sostanzialmente in un “mercato chiuso”, circostanza alla quale si aggiunge la particolare tipologia delle aziende che operano nel nostro territorio: il 75% di esse è composta da ditte individuali e solo il 25% è rappresentato da società di capitali, di persone e società cooperative.
In una Regione dove si diventa imprenditori troppo spesso per necessità, esiste una frammentazione dell’offerta a fronte della quale non corrisponde affatto un aumento della domanda. Ciò comporta, come per altro evidenziato in rapporti periodici delle Associazioni di categoria e dei sindacati, un altissimo rischio di fallimento dell’iniziativa imprenditoriale. Gli effetti di tali situazioni precarie sfociano spesso in fenomeni legati all’usura e all’estorsione, atteso che per onorare i debiti generati da tali fallimenti troppo spesso si ricorre a canali di finanziamento illegali, non riuscendo ad operare con istituti di accesso al credito utili a garantire legalità e trasparenza. Tali criticità sono state segnalate con estrema preoccupazione durante le audizioni della Commissione speciale dai rappresentanti delle Associazioni e dai singoli auditi.
Vi è pertanto, nel breve termine, la necessità di predisporre un adeguato supporto finanziario alle imprese, anche per rispondere alla crisi economica ed occupazionale, che secondo gli esperti si manifesterà purtroppo dai prossimi mesi.
Tutto ciò, dovrà servire anche e soprattutto da supporto ed integrazione di ulteriori misure e strumenti già previsti in casi di sovraindebitamento. Più precisamente ci si riferisce a quanto previsto dalla Legge del 27 gennaio 2012, n.3, che contiene le norme
che vanno a favorire la composizione delle crisi aziendali. In questi casi, nonostante vi siano piani di rientro concordati attraverso i cosiddetti “Organismi di composizione della crisi”, mancano le risorse finanziarie per garantire tali piani di rimborso dei debiti.

(by nicola)

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