giovedì 17 settembre 2020

Criminalità organizzata in Molise - EVIDENZE DELLE AUDIZIONI DELLA COMMISSIONE SPECIALE (parte 4)



4. ARGOMENTI TRATTATI NELLE PARTECIPAZIONI ALLE RIUNIONI DELCOORDINAMENTO DELLE COMMISSIONI E OSSERVATORI SUL CONTRASTO DELLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA E LA PROMOZIONE DELLA LEGALITÀ

Con l’istituzione della Commissione speciale, la Regione Molise ha avuto la possibilità di partecipare alle Riunioni convocate dal Presidente pro tempore del “Coordinamento delle Commissioni e Osservatori sul contrasto della criminalità organizzata e la promozione della legalità” insieme a tutti i colleghi Presidenti delle Commissioni speciali Antimafia Regionali, da tempo costituite, e non solo a carattere temporaneo.
Nel corso dell’anno di attività, si è così potuto collaborare a definire tre progetti prioritari a carattere nazionale, dove ognuno, per le proprie competenze ed esperienze, ha contribuito all’elaborazione delle proposte finali, che saranno sottoposte alla definitiva approvazione della “Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni e delle Province autonome”.
Specificamente, le bozze di schemi di due progetti di legge (Progetto: “Beni sequestrati” e Progetto: “Liberi di Scegliere”) saranno definite da ogni Regione italiana in funzione delle caratteristiche proprie dei territori, mentre il terzo Progetto denominato “Modifiche e integrazioni al codice dei contratti pubblici”, avrà valenza nazionale.

4.1 Progetto: “Beni sequestrati”
Il tema dei beni sequestrati alla criminalità e alle organizzazioni mafiose sta acquistando una importante evidenza nell’opinione pubblica e tra i decisori politici.
Infatti, i beni definitivamente confiscati sono acquisiti al Patrimonio dello Stato.
L’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla Criminalità Organizzata (ANBSC), delibera in ordine alla destinazione degli stessi.
Immobili e terreni sono mantenuti al Patrimonio dello Stato (per finalità di giustizia, ordine Pubblico e protezione civile o per essere utilizzati da altre Amministrazioni Pubbliche), per essere trasferiti agli Enti locali che potranno gestirli direttamente ovvero assegnarli in concessione a “titolo gratuito” ad esempio ad Associazioni del terzo settore, seguendo le regole della massima trasparenza Amministrativa.
L’ANBSC, può destinare tali beni all’affitto a titolo oneroso o gratuito (ad esempio a cooperative di lavoratori dipendenti dell’impresa confiscata), alla vendita oppure alla liquidazione, quando le altre due possibili risultino impraticabili (vedasi allegato 4).
Ad integrazione della normativa statale vanno ricordati i molti provvedimenti assunti dalle Regioni (Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Veneto, Val d’Aosta), che nell’ambito delle leggi volte a contrastare la criminalità organizzata e a favorire percorsi di legalità, hanno approvato misure per favorire il riutilizzo sociale dei beni confiscati, soprattutto attraverso diverse forme di finanziamento (contributi, fondi di rotazione, fondi ammortamento prestiti) per progetti di riutilizzo dei beni. In questo senso il lavoro di armonizzazione legislativa condotto dalla “Coordinamento delle Commissioni e Osservatori sul contrasto della criminalità organizzata e la promozione della legalità” ha portato a definire uno Schema relativo agli “interventi per la valorizzazione e il riutilizzo di beni ed aziende sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata” (vedasi allegato 5) che la Regione Molise può ora adattare alle proprie specifiche esigenze.
Infatti, come già illustrato nel corso delle audizioni, è emersa un’importante problematica riguardante l’esistenza, in Regione Molise, di ben undici beni immobili (terreni e fabbricati) dislocati sul territorio Regionale, da Venafro a Campomarino, a suo tempo sequestrati alle organizzazioni malavitose e/o a singoli soggetti criminali.
4.2 Progetto: “Liberi di Scegliere”
Il secondo progetto, di cui si è definita una possibile cornice normativa è intitolato “Liberi di Scegliere”, per promuovere l’accoglienza a favore dei minori provenienti da famiglie mafiose.
Come è stato dimostrato, la fenomenologia criminale si caratterizza per un frequente coinvolgimento di minori in attività legate ad associazioni criminali, spesso di tipo mafioso e con una forte connotazione familiare.
Molti sono i riferimenti, le convenzioni anche internazionali che riguardano le decisioni e la tutela dell’interesse superiore del fanciullo.
A tal proposito basti ricordare:
- la Dichiarazione dei diritti del Fanciullo, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1959 laddove stabilì che il fanciullo a causa della sua immaturità fisica ed intellettuale ha bisogno di una particolare attenzione e di cure speciali, compresa una adeguata protezione giuridica;
- la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia del 20 novembre 1989 che in particolare all’art.29 sottolinea che l’educazione del fanciullo non solo deve avere come finalità il rispetto dei diritti dell’uomo, delle libertà fondamentali e dei valori nazionali del Paese, ma deve altresì “preparare il fanciullo ad assumere la responsabilità della vita, in una società libera in uno spirito di comprensione, di pace, di tolleranza, di uguaglianza”;
- l’articolo 2 della Costituzione che riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, ivi compresa la famiglia;
- gli articoli 30 e 31 della Costituzione che attribuiscono determinati diritti e doveri in capo ai genitori nei confronti della prole, tra cui quello di provvedere all’educazione dei figli;
- l’articolo 32 della Costituzione che riconosce e tutela il diritto all’integrità fisica e psichica dell’individuo.
La tutela dei minori, figli di genitori mafiosi o appartenenti a famiglie criminali, rappresenta, lo scopo del progetto finalizzato a garantire un’adeguata crescita psico-fisica, a inculcare i valori della legalità, a sviluppare un programma di prevenzione della marginalità sociale attraverso opportunità formative, lavorative, ricreative, a sperimentare interventi di giustizia riparativa che coinvolgano ove possibile anche il nucleo familiare di appartenenza.
Nel 2017 tale iniziativa è stata oggetto di un accordo quadro tra Regione Calabria, Ministero della Giustizia, Ministero dell’Interno, Corti di Appello di Reggio Calabria e Catanzaro e Tribunali per i minorenni di Reggio Calabria e Catanzaro, rinnovato a fine 2019 ed esteso anche alla partecipazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) e dell’Associazione Libera.
In conclusione, il progetto Liberi di Scegliere, ad oggi adottato e sperimentato con successo solo dalla Regione Calabria, può rivelarsi un valido strumento di contrasto alla povertà educativa oltre che di inclusione sociale e diffusione della legalità in favore di soggetti minori inseriti in contesti di criminalità organizzata o provenienti dagli stessi.
Si invita pertanto a valutare l’opportunità di attuare il medesimo progetto anche in Molise, favorendone la più ampia diffusione e conoscenza attraverso efficaci canali di comunicazione.
In ogni caso, si allega uno schema tipo del Protocollo che può essere adattato alle nostre specifiche esigenze (vedasi allegato 6).
4.3 Progetto: “Modifiche e integrazioni al codice dei contratti pubblici”
Altra iniziativa ha riguardato la predisposizione di una proposta di Legge al Parlamento recanti modifiche e integrazioni al Decreto Legislativo n. 50 del 2006, Codice dei contratti pubblici, volti in particolare all’introduzione di un elenco presso ciascuna Prefettura per l’attribuzione di premialità a favore di imprese che trovano il coraggio di opporsi alla criminalità organizzata e di denunciare i tentativi di infiltrazione mafiosa nell’attività imprenditoriale.
La bozza più aggiornata, attualmente in fase di revisione, evidenzia un espresso richiamo alla valutazione del rating di legalità che viene attribuito alle imprese che denunciano illiceità e malaffare (vedasi allegato 7).

(by nicola)


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