Riceviamo e pubblichiamo
Il
servizio rifiuti del comune di Isernia è da anni privatizzato ed
affidato sempre alla stessa società: da ultimo il contratto
d’appalto del 18/06/2014 per un compenso di 10 milioni e 395 mila
euro oltre IVA, per sei anni, che comprende ovviamente anche il
significativo profitto dell’imprenditore. E sin qui l’unico
elemento di coerenza con la natura di classe borghese delle giunte
comunali avvicendatesi.
Nondimeno,
dopo anni di ingiustificabile e vergognosa inerzia da parte delle
giunte di destra nel disastroso decennio 2002-2012, finalmente,
bontà loro, è stata attivata anche la raccolta differenziata.
Qui
sorge però una prima illogicità che già a suo tempo ponemmo: tutte
le persone di buon senso attendevano, oltre che il beneficio
ambientale, anche il conseguente risparmio dei costi economici per la
riduzione dei rifiuti in discarica, nonché per i ricavi ottenibili
dalla rivendita della materia prima riciclata. E invece no. La tassa
rifiuti che finanzia anche il profitto dell’appaltatore, non ha
ricevuto alcuna attenuazione per le famiglie dei lavoratori che,
trattandosi di tributo “indiretto”, sono colpiti in modo più
pesante delle classi agiate.
Ma
il colmo è stato raggiunto con la seconda gravissima illogicità,
già da noi posta nelle passate settimane, laddove lo stesso Comune
di Isernia che espande la differenziata, invece di lavorare
conseguentemente ad azzerare il conferimento di rifiuti in discarica,
rilascia incredibilmente il parere favorevole l’ampliamento della
discarica di Tufo Colonico (gestita dalla stessa impresa
appaltatrice): un ampliamento di ben 28.000 mq, aumentandone la
capacità di abbancamento da 1.090.000 metri cubi pari a 1.417.000
tonnellate di rifiuti, a 1.651.160 metri cubi pari a 2.146.508
tonnellate di rifiuti ! Lo
ha fatto nella conferenza dei servizi, corresponsabili
l’amministrazione di Coia e della regione Molise.
Di
certo questo incrementerà i profitti dell’imprenditore ma cosa
centra con l’interesse sociale ed ambientale che è esattamente
l’opposto?
Peraltro
la Procura di Isernia e le altre istituzioni borghesi coinvolte non
hanno ancora risposto alle nostre numerose domande pubbliche circa
alcuni
punti poco chiari relativi agli esiti dell’inchiesta Larus, partita
anche
grazie ad iniziative pubbliche del PCL MOLISE
proprio sul tema del traffico illecito dei rifiuti nel Molise con
epicentro in provincia di Isernia: da
pubbliche notizie
pare
finita a mo’ di “porto
delle nebbie”
, per richiamare una storica espressione giornalistica, tanto più
che la valutazione della correttezza dell’operato della Procura di
Isernia in merito pende presso la Procura di Bari.
Senza
contare anche il metodo decisorio fascista utilizzato, senza alcuna
consultazione degli altri comuni interessati nella “conferenza dei
servizi”, a partire da Forli del Sannio i cui abitanti hanno
dunque ragione da vendere nella loro petizione contro tale
ampliamento.
Per
questo:
-
rivolgiamo un appello perché più popolazione locale possibile firmi la petizione lanciata dagli abitanti di Forli del Sannio contro tale assurdo e dannoso ampliamento e perché si crei la mobilitazione popolare più radicale possibile anche nelle forme di lotta;
-
inoltreremo come richiestoci una diffida Comune di Isernia, alla Provincia di Isernia e alla Regione Molise, a revocare immediatamente e senza indugio l’autorizzazione, sia per le ragioni sociali e ambientali predette, sia per le stesse illegittimità sopra evidenziate, segnatamente vizi di illogicità manifesta dell’atto e omesso coinvolgimento nella conferenza dei servizi di tutti i soggetti interessati;
-
ribadiamo la nostra rivendicazione contro la privatizzazione per la gestione pubblica e socialmente controllata dei rifiuti, senza interessi di profitto privato, con l’obiettivo “discarica zero” e riciclo-rivendita dei materiali, con conseguente abbattimento dei costi ambientali ed economici, con abbassamento delle relative tasse per le fasce popolari.
07/11/2018
IL COORDINATORE Tiziano Di Clemente
(by Nicola)
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