mercoledì 21 novembre 2018

'C'è del marcio in Danimarca' (“Something is rotten in the state of Denmark”) - Shakespeare

Rifiuti - Il sistema mediatico esalta la Danimarca che incenerisce... Dove sta l’imbroglio? 

Un sistema mediatico che a iniziare con i grandi giornali e a finire con le Tv utilizza la questione dei rifiuti per lotta politica finalizzata alla cacciata degli impuri rappresentato dall’attuale Governo.
Come si può accettare che una televisione pubblica nel telegiornale delle 13 di ieri arrivi ad annullare la legge di Lavoiser, il 2 Principio della termodinamica e l’aumento di entropia che segna ogni trasformazione fisica o chimica. Telegiornale che inoltre falsifica il dato sui rifiuti solidi urbani che in Italia vanno in discarica.
Tutta la battaglia mediatica parte dall'esaltazione della Danimarca che ha impostato la politica dei rifiuti prevalentemente sull’incenerimento. Il riferimento è in particolare all’inceneritore di Copenaghen che brucia 400 mila tonnellate l’anno di rifiuti urbani. Media che parlano di una Danimarca che non ha discariche proprio a causa dell’incenerimento dei rifiuti.
Il servizio del telegiornale delle 13 arriva alla affermazione di rifiuti tutti trasformati in energia elettrica e calore con zero discariche. Farebbe sorridere un ragazzino del primo anno delle superiori. Non esiste una trasformazione con rendimento pari a uno. Non esistono trasformazioni senza residui. Non si azzera il “ disordine” (entropia) nelle trasformazioni
La Danimarca produce quanto tutti i rifiuti prodotti, in Campania. Non fanno nessuna limitazione nella produzione dei rifiuti negando la prima fase della politica sostenibile che è quella della riduzione dei rifiuti. Ogni danese produce 789 Kg di rifiuti l’anno quasi il doppio di un napoletano. Il valore medio UE è di 477 Kg pro capite.
Dove sta l’imbroglio? Nel fatto che i residui della combustione non si troveranno mai in discariche per rifiuti solidi urbani ma in discariche per rifiuti speciali e in discariche per rifiuti speciali pericolosi.
Infatti la Danimarca stocca in discarica il 18,6% dei rifiuti speciali mentre per l’Italia il valore è del 13%. Il valore danese per i rifiuti speciali pericolosi è del 69,59% contro il 14,21% italiano (fonte Rapporto Ispra sui rifiuti speciali pag 314 e 315).
In valore assoluto poi la Danimarca incenerisce 2,35 milioni di tonnellate e l’Italia 6 milioni. L’Italia ricicla quasi 7 milioni di tonnellate di rifiuti e la Danimarca 1,22 milioni di ton. La cosa singolare è che ci hanno lacerato gli ellissoidi sulla economia circolare, qui invece cessa ogni politica di sostenibilità e direzionata sulla economia circolare? Perché?
Rinnegano di fatto la direttiva 2008/98/CE del 19 novembre 2008, la direttiva quadro in materia di rifiuti. Direttiva che PONE AL PRIMO POSTO nella scala di priorità delle modalità di gestione dei rifiuti la PREVENZIONE e, immediatamente di seguito, la PREPARAZIONE PER IL RIUTILIZZO.
Il concetto di cessazione della qualifica di rifiuto (WEND OF WASTE) ben si inserisce, pertanto, in queste prospettive: è sicuramente in linea con l’obiettivo di prevenzione e riutilizzo il processo di recupero che permette ad un rifiuto di tornare ad essere un prodotto. Invece tutto l’apparato politicoaffaristicomassonico che plaude alle tecnocrazie europee per provvedimenti antisociali ed economico finanziari sui rifiuti non solo rinnega la sequenza fissata dalla UE nella gestione dei rifiuti ma anche la direttiva quadro citata che rappresenta un anello fondamentale per l’economia circolare. Un opinionismo ascientifico e funzionale al grande business dei rifiuti e alla lotta politica a prescindere del bene primario della salute e dell’ambiente. Inceneritori il cui piano economico sta in piedi con incentivi e sovvenzioni che paga il cittadino.
Ieri il Cip 6 oggi i certificati verdi con l’assurdo di considerare l’energia prodotta con i rifiuti come energia verde. Restano comunque gli inceneritori e i termovalorizzatori "industrie insalubri di classe I" (art. 216 RD 1265/34 DM 5.9 /1994). L’art 21 del Dlgs 228 del 2001 stabilisce la inidoneità ad ospitare inceneritori di zone agricole caratterizzate per qualità e tipicità dei prodotti. Un esempio di esclusione? L'area di produzione del grana padano, che quindi dimostra la pericolosità dell’impatto e l’incompatibilità con un'agricoltura di qualità.
Intanto per via del “non fa male” si tutelano le produzioni agricole attraverso l’art 21 del Dlgs 228 del 18 maggio 2001. Sfugge forse questo a Salvini, al Corriere a Repubblica e ai Tg di Stato.




(by Nicola)

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