Rifiuti - Il sistema mediatico esalta la Danimarca che incenerisce... Dove sta l’imbroglio?
Un
sistema mediatico che a iniziare con i grandi giornali e a finire con le
Tv utilizza la questione dei rifiuti per lotta politica finalizzata
alla cacciata degli impuri rappresentato dall’attuale Governo.
Come si può
accettare che una televisione pubblica nel telegiornale delle 13 di ieri
arrivi ad annullare la legge di Lavoiser, il 2 Principio della
termodinamica e l’aumento di entropia che segna ogni trasformazione
fisica o chimica. Telegiornale che inoltre falsifica il dato sui rifiuti
solidi urbani che in Italia vanno in discarica.
Tutta la
battaglia mediatica parte dall'esaltazione della Danimarca che ha
impostato la politica dei rifiuti prevalentemente sull’incenerimento. Il
riferimento è in particolare all’inceneritore di Copenaghen che brucia
400 mila tonnellate l’anno di rifiuti urbani. Media che parlano di una
Danimarca che non ha discariche proprio a causa dell’incenerimento dei
rifiuti.
Il servizio del telegiornale delle 13 arriva alla affermazione di rifiuti tutti trasformati in energia elettrica e calore con zero discariche. Farebbe sorridere un ragazzino del primo anno delle superiori. Non esiste una trasformazione con rendimento pari a uno. Non esistono trasformazioni senza residui. Non si azzera il “ disordine” (entropia) nelle trasformazioni.
Il servizio del telegiornale delle 13 arriva alla affermazione di rifiuti tutti trasformati in energia elettrica e calore con zero discariche. Farebbe sorridere un ragazzino del primo anno delle superiori. Non esiste una trasformazione con rendimento pari a uno. Non esistono trasformazioni senza residui. Non si azzera il “ disordine” (entropia) nelle trasformazioni.
La Danimarca
produce quanto tutti i rifiuti prodotti, in Campania. Non fanno nessuna
limitazione nella produzione dei rifiuti negando la prima fase della
politica sostenibile che è quella della riduzione dei rifiuti. Ogni
danese produce 789 Kg di rifiuti l’anno quasi il doppio di un
napoletano. Il valore medio UE è di 477 Kg pro capite.
Dove sta l’imbroglio? Nel fatto che i residui della combustione non si troveranno mai in discariche per rifiuti solidi urbani ma in discariche per rifiuti speciali e in discariche per rifiuti speciali pericolosi.
Dove sta l’imbroglio? Nel fatto che i residui della combustione non si troveranno mai in discariche per rifiuti solidi urbani ma in discariche per rifiuti speciali e in discariche per rifiuti speciali pericolosi.
Infatti la
Danimarca stocca in discarica il 18,6% dei rifiuti speciali mentre
per l’Italia il valore è del 13%. Il valore danese per i rifiuti speciali
pericolosi è del 69,59% contro il 14,21% italiano (fonte Rapporto Ispra
sui rifiuti speciali pag 314 e 315).
In valore assoluto poi la Danimarca incenerisce 2,35 milioni di tonnellate e l’Italia 6 milioni. L’Italia
ricicla quasi 7 milioni di tonnellate di rifiuti e la Danimarca 1,22
milioni di ton. La cosa singolare è che ci hanno lacerato gli ellissoidi
sulla economia circolare, qui invece cessa ogni politica di
sostenibilità e direzionata sulla economia circolare? Perché?
Rinnegano di fatto la direttiva 2008/98/CE del 19 novembre 2008, la direttiva quadro in materia di rifiuti. Direttiva che PONE AL PRIMO POSTO nella scala di priorità delle modalità di gestione dei rifiuti la PREVENZIONE e, immediatamente di seguito, la PREPARAZIONE PER IL RIUTILIZZO.
Rinnegano di fatto la direttiva 2008/98/CE del 19 novembre 2008, la direttiva quadro in materia di rifiuti. Direttiva che PONE AL PRIMO POSTO nella scala di priorità delle modalità di gestione dei rifiuti la PREVENZIONE e, immediatamente di seguito, la PREPARAZIONE PER IL RIUTILIZZO.
Il concetto
di cessazione della qualifica di rifiuto (WEND OF WASTE) ben si
inserisce, pertanto, in queste prospettive: è sicuramente in linea con
l’obiettivo di prevenzione e riutilizzo il processo di recupero che
permette ad un rifiuto di tornare ad essere un prodotto. Invece tutto
l’apparato politicoaffaristicomassonico che plaude alle tecnocrazie
europee per provvedimenti antisociali ed economico finanziari sui
rifiuti non solo rinnega la sequenza fissata dalla UE nella gestione dei
rifiuti ma anche la direttiva quadro citata che rappresenta un anello
fondamentale per l’economia circolare. Un opinionismo ascientifico e
funzionale al grande business dei rifiuti e alla lotta politica a
prescindere del bene primario della salute e dell’ambiente. Inceneritori
il cui piano economico sta in piedi con incentivi e sovvenzioni che
paga il cittadino.
Ieri il Cip 6
oggi i certificati verdi con l’assurdo di considerare l’energia
prodotta con i rifiuti come energia verde. Restano comunque gli
inceneritori e i termovalorizzatori "industrie insalubri di classe I"
(art. 216 RD 1265/34 DM 5.9 /1994). L’art 21 del Dlgs 228 del 2001
stabilisce la inidoneità ad ospitare inceneritori di zone agricole
caratterizzate per qualità e tipicità dei prodotti. Un esempio di
esclusione? L'area di produzione del grana padano, che quindi dimostra
la pericolosità dell’impatto e l’incompatibilità con un'agricoltura di
qualità.
Intanto per via del “non fa male” si tutelano le produzioni agricole attraverso l’art 21 del Dlgs 228 del 18 maggio 2001. Sfugge forse questo a Salvini, al Corriere a Repubblica e ai Tg di Stato.
Erasmo Venosi
(by Nicola)
Intanto per via del “non fa male” si tutelano le produzioni agricole attraverso l’art 21 del Dlgs 228 del 18 maggio 2001. Sfugge forse questo a Salvini, al Corriere a Repubblica e ai Tg di Stato.
Erasmo Venosi
(by Nicola)
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