"Il suo uso è assolutamente necessario per conoscere in tempo reale lo
stato di salute dell’intera comunità valutandone lo spread rispetto al
valore standard della morbilità e mortalità realmente osservata”
Valerio Gennaro (epidemiologo inventore del metodo)
Nasce dalla necessità di conoscere lo stato complessivo di salute della
popolazione di un territorio:
1- in tempo reale;
2- a costo zero.
Infatti i
dati di mortalità, di ricoveri ospedalieri, di farmaci assunti sono già,
per legge, sui computer delle ASL. Il referto epidemiologico si basa
sull’esame (“conteggio”) di tutti i deceduti e dei nuovi malati (es.
malformazioni neonatali, complesso dei deceduti, complesso dei tumori,
ecc.) diagnosticati in una specifica comunità come può essere un gruppo
di lavoratori o i residenti in particolari aree in un ben definito
periodo di tempo. I dati saranno suddivisi sulla base dell’età, del
genere, dell’area geografica, del periodo e di altre caratteristiche. Confrontando i dati osservati con gli attesi, possiamo sapere quale fenomeno è più frequente del previsto, ad esempio: se la differenza fra osservato e atteso è superiore a 1 avremo più deceduti per una determinata causa
Se tenuto aggiornato, il referto epidemiologico consente di
individuare in tempo criticità di origine ambientale, lavorativa o
sociosanitaria ed intervenire su di esse. Per esempio, se il
referto epidemiologico fosse stato già concepito ed utilizzato, grazie
all’indagine epidemiologica che nel 2001 ha confermato il grave stato di
salute dei residenti nel quartiere di Cornigliano di Genova esposti
all’inquinamento siderurgico, si sarebbe potuto ridurre drasticamente
anche il numero di vittime osservate a Taranto – sede di un simile
impianto siderurgico – dove solo recentemente sono stati stimati ben 30
decessi/anno in più rispetto al previsto.
Tutte le volte che il cittadino usufruisce di un servizio nelle
strutture sociosanitarie sia pubbliche che private le informazioni
vengano registrate e codificate. Questi dati sono continuamente
aggiornati ma vengono utilizzati principalmente solo per scopi
amministrativi, economici, statistici mentre non sono applicati in
maniera sistemica all’epidemiologia.
Il sindaco opera in qualità di “autorità sanitaria locale”,
attribuzione questa riconosciutagli dall’art. 13, comma 2 della legge n.
833/1978, la Riforma sanitaria; con una richiesta atti si può chiedere
al sindaco di fornire gratuitamente in tempo reale (30 gg per la legge
241/90 sull’accesso agli atti delle pubbliche amministrazioni) e a
chilometri zero, ma di valore inestimabile per la salute dei suoi
cittadini e per l’informazione, che è la prima prevenzione. Gruppi
associati, comuni cittadini o i medici di famiglia possono fare
richiesta e aiutare direttamente con la propria partecipazione a leggere
i dati e confrontarli direttamente con l'epidemiologo Valerio Gennaro e
discutere pubblicamente i risultati ottenuti.
Inoltre il referto epidemiologico offre ai sindaci dei piccoli comuni
l’opportunità di avere dati relativi al proprio territorio e di non
aspettare costosi e saltuari studi epidemiologici. E’ la prima
opportunità indispensabile per fare prevenzione primaria e usare
l’epidemiologia per rendere consapevole la popolazione.
Fonte: Medicina Democratica
(by Nicola)
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