Riceviamo e pubblichiamo
COMUNICATO STAMPA
L’accordo
della Giunta regionale del Molise con la giunta regionale
dell’Abruzzo per dirottare ulteriori rifiuti nell’inceneritore di
Pozzilli va rispedito al mittente.
L’assessore
regionale del Molise Facciolla eccepisce che “L’impianto già
incenerisce rifiuti di fuori regione e solo rifiuti non riciclabili”.
Ma sono risposte insignificanti e fuorvianti.
Invero
l’accordo va respinto non per “campanilismo”, ma perché è
sbagliato alla radice il modello su cui si fonda (l’inceneritore) e
perché vi sono possibili e salubri alternative.
Diamo
anche per vero che l’inceneritore di Pozzilli rispetti quanto
prescritto nell’autorizzazione rinnovata nel luglio 2015, cioè che
bruci solo quella parte di differenziata che non è riciclabile:
comunque si generano le immissioni inquinanti. Senza contare che
anche quella parte di materiale bruciato se riciclato in prodotti
(spesso per l’edilizia) può essere nocivo, e che rimane i problema
di come e dove smaltire lo scarto dell’incenerimento.
La
“piana di Venafro” è già altamente inquinata e ivi si
verificano anche aumenti di patologie gravi che dovrebbero far
riflettere, come dimostrano le documentazioni prodotte
dall’Associazione Onlus “Mamme
per la Solute”.
L’esistenza
in quella zona di un impianto che è fonte di ulteriori immissioni
inquinanti (diossina, particelle sottili ecc.), è dunque davvero
inaccettabile, ancorché formalmente “in
regola con i limiti di tollerabilità”
stabiliti dai governi borghesi, espressione delle stesse lobby
interessate, e dunque inaffidabili. Basti pensare, per esempio, che
in Germania, grazie alle mobilitazioni popolari, i limiti di
immissione sono di gran lunga più ristretti di quelli applicati da
noi.
La
scelta degli inceneritori è insomma dettata solo dalla brama di
profitto dei capitalisti del settore (sorretta da incentivi pubblici
prelevati alle masse popolari sulle bollette), ed è in totale
contrasto con la salute pubblica e l’ambiente. I governi nazionali
e regionali che le attuano si rivelano per quello che sono: “comitati
esecutivi della borghesia” per dirla con il più che attuale Marx.
Ed
infatti: è davvero necessario far bruciare a Pozzilli, la parte dei
rifiuti scartata dalla differenziata con tutte le conseguenze
negative predette nostra e di fuori regione ? Evidentemente no.
Per
questo proponiamo un piano
regionale alternativo
per la gestione dei rifiuti scartati dalla differenziata come non
riciclabili:
1)-
Utilizzare
al posto degli inceneritori le nuove tecnologie TMB
(Trattamento
meccanico biologico),
peraltro già diffuse e consolidate in varie parti d’Italia e
presenti anche a Teramo, che consentono di recuperare il 100% o
valori ad esso prossimi, del materiale non riciclato scartato dalla
differenziata, con processi di “estrusione”, che creano la c.d.
“materia prima-seconda” da riciclare per la produzione
industriale; queste tecnologie a differenza dell’inceneritore, non
immettono inquinamento, sono meno costose, non lasciano scarti da
smaltire e i inquadrano nel progetto
“rifiuti
zero”.
2)-
Assicurare la
gestione pubblica e socialmente controllata dei suddetti impianti
TMB,
per le esigenze della collettività e non per il profitto di
speculatori.
3)-
Avviare
contestualmente le procedure per
spegnere
all’inceneritore di Pozzilli
ed
ogni altro nella Regione Molise
(di eventuali vincoli legali temporali ne risponda chi li ha
stipulati), in modo da salvaguardare la nostra terra
dall’inquinamento che ne deriva.
4)-
Avviare una seria indagine epidemiologica nella piana di Venafro,
sotto il controllo della popolazione e delle associazioni locali
impegnate sulla materia, ed un progetto di bonifica della detta area,
recuperandone anche la vocazione per l’agricoltura biologica.
Infine
riteniamo inaccettabile che l’assessore Facciolla minacci
spropositate “querele” verso chi esprime il dissenso: la sua
permalosità non è un parametro giuridico che può porsi a
fondamento di una querela ed invero, anche giuridicamente, è
principio consolidato che l’esponente di un potere politico, se è
insofferente alle critiche, può anche starsene a casa.
07/02/2016 Tiziano Di Clemente
(by Nicola)
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