Riceviamo e pubblichiamo
Ieri sera l’altro, lunedì 2 gennaio 2012, il concerto di Capodanno voluto dalla presidenza della regione Molise per festeggiare l’anniversario dell’autonomia regionale, si è svolto presso l’Auditorium, non quello a cui voi state pensando, quell’odioso scatolone sorto sulle ceneri del glorioso X Settembre, bensì quello dell’Università degli Studi del Molise. Premetto: organizzazione quasi impeccabile. La premessa mi correva d’obbligo per alcune considerazioni che andrò facendo. Il numero limitato posti a sedere (circa centosessanta) della sala, non permetteva l’oceanica (ma la moda impone) adunata, pertanto l’ingresso era consentito alle persone che per prime si sarebbero presentate. Come malcostume (e maleducazione) vuole, molti di quelli che si erano seduti all’inizio, avevano pensato bene di occupare con sciarpe, cappotti, guanti ed altro, quanti più posti possibili per eventuali amici ritardatari. Come dicevo a proposito dell’organizzazione, un signore della medesima, come mai prima, ha preteso, clamorosamente riuscendovi, che i posti venissero liberati a favore di chi, pur in possesso del programma-biglietto, era rimasto in piedi. Sempre la stessa persona si è attivata successivamente, anche in questo caso riuscendo nell’impresa, nonostante qualche signora, anch’essa dell’entourage (o anche più) avesse tentato di ostacolare l’operazione, a trovare posto a due signore rimaste in piedi, facendole sedere nei posti riservati. Pensate, chi si ostacolava a tale decisione, richiamava leggi che obbligano a tenere posti riservati! Chissà cosa avrà pensato la medesima allorquando, vista l’impossibilità a tenere fuori della sala almeno un altro centinaio di persone, si è deciso di far entrare tutti?! Si sarà ricordata delle leggi sulla sicurezza?! Ma che vuoi che sia, vuoi mettere, garantire un posto al sole per i soliti noti è certamente di gran lunga più importante che assicurare una via di fuga in caso di incendio o di un terremoto (che di queste parti mi sembra di casa) ai presenti?! Ma che brutta cosa coprire due lunghissime file da cartelli con su scritto “riservato”. I signori, i soliti, ancora più eleganti per l’occasione, i politici per lo più, arrivando quando più gli fa comodo, si accomodano tranquillamente al posto a loro riservato non disdegnando di chiamare tra i presenti rimasti in piedi, in quanto arrivati tardi, qualche amico da far sedere magari al proprio fianco! Che squallore! E così anche la signora di cui sopra ligia al dovere! Presidente, mi rivolgo a lei in quanto organizzatore della serata voluta per festeggiare la regione, a quando una revisione dei privilegi a tutto tondo? Non basta eliminare il dieci per cento dello stipendio ai consiglieri (tra l’altro calcolato sui circa diecimila euro autoelargitosi e non su uno stipendio base di un qualsiasi impiegato pubblico) per dare un’idea che fra i cittadini ci sia uguaglianza! Possibile che nonostante l’aria che tira, nemmeno la furbizia (nota fra i politici) che imporrebbe parvenze di umiltà, non ci sia rispetto per la collettività? Ma come si può pensare di far credere al rispetto dei cittadini se ogni occasione è buona per fregarlo! Presidente le posso assicurare che queste scene di antidemocrazia (sono certo non volute da lei) deprimono e lasciano schifati. Per restare in argomento (musica classica ma anche privilegi) e per concludere, è di questi giorni la lunga nota inviata alla stampa dal maestro Franz Albanese, nota che non commento in quanto privo di dirette conoscenze dell’argomento trattato ma che comunque mi ha fornito spunti interessanti. Intanto al maestro va tutta la mia stima a prescindere, sia per il suo lavoro, sia perché dall’altro capo della sua vicenda c’è, manco a dirlo, l’ex potente, nonché prepotente assessore alla cultura della regione Molise della scorsa legislatura, Arco, attuale onnipotente presidente della Fondazione Cultura della regione Molise. E con questi presupposti non faccio fatica a pendere per attendibile la versione Albanese. Piuttosto mi chiedevo, nell’ottica della “sobrietà ed essenzialità” richiamata nel comunicato stampa diramato dalla presidenza della giunta in occasione del concerto di fine anno al fine di giustificare (giustamente) le sole due serate previste per i concerti (Isernia e Campobasso), sarà mai possibile ridurre drasticamente il compenso per la dirigenza della Fondazione? Questo ruolo così delicato, prevede compensi così alti? Definiti da chi? E così importante da giustificare l’incarico ad un ex assessore? Con quali titoli? Per la direzione di quel gioiello dell’Auditorium di Isernia, simbolo della cementificazione selvaggia e dello sperpero di denaro pubblico, si fanno i nomi di Fiorello, Sgarbi, Proietti; per la Fondazione un solo nome, quello di un assessore? Sarà mai possibile un cambio al vertice di questa istituzione prevedendo magari una sorta di gara tra quelli che hanno titoli e curriculum all’altezza? Nell’ottica del cambiamento e del rigore sarebbe opportuno incominciare dalla Fondazione per non dare adito a voci quali quelle circolanti che vorrebbero un cambiamento ma solo per coloro considerati scomodi. E comunque, se proprio Arco rappresenta il massimo che il Molise può offrire, diamogli un compenso da dipendente e non da nababbo! Sobrietà, essenzialità, equità, rigore e mettiamoci anche meriti, facciamo in modo che non siano solo proclami, si incominci da subito, realmente, magari cancellando immediatamente (perché no, chiedendo scusa) il “riservato” dalle prime file dei teatri o altri luoghi simili.
Ieri sera l’altro, lunedì 2 gennaio 2012, il concerto di Capodanno voluto dalla presidenza della regione Molise per festeggiare l’anniversario dell’autonomia regionale, si è svolto presso l’Auditorium, non quello a cui voi state pensando, quell’odioso scatolone sorto sulle ceneri del glorioso X Settembre, bensì quello dell’Università degli Studi del Molise. Premetto: organizzazione quasi impeccabile. La premessa mi correva d’obbligo per alcune considerazioni che andrò facendo. Il numero limitato posti a sedere (circa centosessanta) della sala, non permetteva l’oceanica (ma la moda impone) adunata, pertanto l’ingresso era consentito alle persone che per prime si sarebbero presentate. Come malcostume (e maleducazione) vuole, molti di quelli che si erano seduti all’inizio, avevano pensato bene di occupare con sciarpe, cappotti, guanti ed altro, quanti più posti possibili per eventuali amici ritardatari. Come dicevo a proposito dell’organizzazione, un signore della medesima, come mai prima, ha preteso, clamorosamente riuscendovi, che i posti venissero liberati a favore di chi, pur in possesso del programma-biglietto, era rimasto in piedi. Sempre la stessa persona si è attivata successivamente, anche in questo caso riuscendo nell’impresa, nonostante qualche signora, anch’essa dell’entourage (o anche più) avesse tentato di ostacolare l’operazione, a trovare posto a due signore rimaste in piedi, facendole sedere nei posti riservati. Pensate, chi si ostacolava a tale decisione, richiamava leggi che obbligano a tenere posti riservati! Chissà cosa avrà pensato la medesima allorquando, vista l’impossibilità a tenere fuori della sala almeno un altro centinaio di persone, si è deciso di far entrare tutti?! Si sarà ricordata delle leggi sulla sicurezza?! Ma che vuoi che sia, vuoi mettere, garantire un posto al sole per i soliti noti è certamente di gran lunga più importante che assicurare una via di fuga in caso di incendio o di un terremoto (che di queste parti mi sembra di casa) ai presenti?! Ma che brutta cosa coprire due lunghissime file da cartelli con su scritto “riservato”. I signori, i soliti, ancora più eleganti per l’occasione, i politici per lo più, arrivando quando più gli fa comodo, si accomodano tranquillamente al posto a loro riservato non disdegnando di chiamare tra i presenti rimasti in piedi, in quanto arrivati tardi, qualche amico da far sedere magari al proprio fianco! Che squallore! E così anche la signora di cui sopra ligia al dovere! Presidente, mi rivolgo a lei in quanto organizzatore della serata voluta per festeggiare la regione, a quando una revisione dei privilegi a tutto tondo? Non basta eliminare il dieci per cento dello stipendio ai consiglieri (tra l’altro calcolato sui circa diecimila euro autoelargitosi e non su uno stipendio base di un qualsiasi impiegato pubblico) per dare un’idea che fra i cittadini ci sia uguaglianza! Possibile che nonostante l’aria che tira, nemmeno la furbizia (nota fra i politici) che imporrebbe parvenze di umiltà, non ci sia rispetto per la collettività? Ma come si può pensare di far credere al rispetto dei cittadini se ogni occasione è buona per fregarlo! Presidente le posso assicurare che queste scene di antidemocrazia (sono certo non volute da lei) deprimono e lasciano schifati. Per restare in argomento (musica classica ma anche privilegi) e per concludere, è di questi giorni la lunga nota inviata alla stampa dal maestro Franz Albanese, nota che non commento in quanto privo di dirette conoscenze dell’argomento trattato ma che comunque mi ha fornito spunti interessanti. Intanto al maestro va tutta la mia stima a prescindere, sia per il suo lavoro, sia perché dall’altro capo della sua vicenda c’è, manco a dirlo, l’ex potente, nonché prepotente assessore alla cultura della regione Molise della scorsa legislatura, Arco, attuale onnipotente presidente della Fondazione Cultura della regione Molise. E con questi presupposti non faccio fatica a pendere per attendibile la versione Albanese. Piuttosto mi chiedevo, nell’ottica della “sobrietà ed essenzialità” richiamata nel comunicato stampa diramato dalla presidenza della giunta in occasione del concerto di fine anno al fine di giustificare (giustamente) le sole due serate previste per i concerti (Isernia e Campobasso), sarà mai possibile ridurre drasticamente il compenso per la dirigenza della Fondazione? Questo ruolo così delicato, prevede compensi così alti? Definiti da chi? E così importante da giustificare l’incarico ad un ex assessore? Con quali titoli? Per la direzione di quel gioiello dell’Auditorium di Isernia, simbolo della cementificazione selvaggia e dello sperpero di denaro pubblico, si fanno i nomi di Fiorello, Sgarbi, Proietti; per la Fondazione un solo nome, quello di un assessore? Sarà mai possibile un cambio al vertice di questa istituzione prevedendo magari una sorta di gara tra quelli che hanno titoli e curriculum all’altezza? Nell’ottica del cambiamento e del rigore sarebbe opportuno incominciare dalla Fondazione per non dare adito a voci quali quelle circolanti che vorrebbero un cambiamento ma solo per coloro considerati scomodi. E comunque, se proprio Arco rappresenta il massimo che il Molise può offrire, diamogli un compenso da dipendente e non da nababbo! Sobrietà, essenzialità, equità, rigore e mettiamoci anche meriti, facciamo in modo che non siano solo proclami, si incominci da subito, realmente, magari cancellando immediatamente (perché no, chiedendo scusa) il “riservato” dalle prime file dei teatri o altri luoghi simili.
Isernia, 5 dicembre 2012
Il Segretario Regionale UILBAC Molise
Emilio Izzo
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