La Corte dei conti denuncia miliardi di euro sprecati ogni anno in campo sanitario, dove il 29% delle risorse stanziate va perduto. Circa 77 miliardi di euro vengono adoperati ogni anno dalle amministrazioni locali per l'acquisto di beni e servizi nel settore della Sanità, secondo quanto risulta dai dati forniti dal ministero delle Finanze e dalla Ragioneria dello Stato. Cinque anni fa se ne spendevano 24 in meno. Questo aumento di spesa non si è tradotto però in un aumento dell'efficienza. Dal rapporto «Ospedali& Salute 2011», realizzato da Aiop, l'Associazione Italiana Ospedalità Privata, in collaborazione con Ermeneia - Studi & Strategie di Sistema, risulta proprio il contrario: cresce la quota d'inefficienza degli ospedali pubblici che ricevono un finanziamento più alto del valore delle prestazioni che erogano. Gli sprechi vanno da un minimo del 17,2% del Veneto a un massimo del 46,4% della Calabria.
Il Nord gestisce meglio le risorse, ma anche qui il margine di spreco è cresciuto: 21,8% rispetto al 20,5% dell'anno precedente. La Lombardia perde il primato di regione più efficiente d'Italia (19,3% contro il 16,9%) e cede il posto al Veneto (17,2% contro il 18,1%). Fra le regioni a statuto speciale il maggior tasso d'inefficienza spetta alla Sicilia (37,8%) e alla Sardegna (41,8%).
Il totale delle condanne emesse dalla Corte dei Conti nelle sue relazioni è di circa 254 milioni di euro di danni, in gran parte concentrati in Lazio, Sicilia, Calabria e Lombardia. Ieri il presidente del Consiglio Mario Monti ha incontrato il presidente della commissione d'inchiesta sul servizio sanitario nazionale Ignazio Marino. Hanno parlato della chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari che avverrà in tempi rapidi e anche di sprechi sanitari.
«Sono molte le aree in cui la spesa può essere razionalizzata - spiega Marino - Solo nel 2011 in Italia sono stati eseguiti 400 mila interventi chirurgici d'elezione. In genere si viene ricoverati già la notte prima in ospedale. Questo costa allo Stato circa 900 euro a persona, soldi totalmente buttati perché il ricovero è del tutto inutile da un punto di vista sanitario e nessun paziente, se potesse scegliere, chiederebbe di rimanere per un giorno in ospedale anziché a casa propria. Gli interventi inutili sono tantissimi. Prendiamo le colicistectomie, ad esempio. In Italia la degenza media è di quattro giorni. In Paesi come la Gran Bretagna o gli Stati Uniti nemmeno un giorno. E' un problema di organizzazione che ci costa altri 400 milioni di euro».
Marino fa altri esempi di sprechi: gli ospedali al di sotto dei cento posti letto senza Guardia con anestesista e rianimatore 24 ore su 24. In tanti muoiono perché vengono trasportati in queste strutture dove non possono ricevere l'assistenza necessaria e devono essere trasferiti altrove, una perdita di tempo che può rivelarsi fatale. In questo caso il risparmio ammonterebbe a molti miliardi di euro. Anche l'eccesso di parti cesarei è uno spreco. Lo 0,5% del Fondo Sanitario Nazionale va in consulenze, evitandole si potrebbero risparmiare 500 mila euro.
Fonte: e-dott
(by Nicola)
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