C'è stato un momento, durante l’incontro del 4 luglio, in cui la parola ha lasciato spazio all’ascolto.
Un ascolto profondo tra esperienze diverse, accese dalla stessa urgenza: ridare senso alla scuola, alla cultura, alla comunità.
Dalla Sabina al Molise, passando per il Libano, la Toscana, la Puglia, si è acceso un dialogo autentico promosso da Ezio Sina e dal gruppo di lavoro che anima da anni l’ITFF e la rete delle scuole impegnate in percorsi educativi, artistici e civili.
Hanno partecipato con passione Antonello Maselli, Roberta Pastorelli, Piero Pacchiarotti, Pietro Di Paolo, Nicola Frenza.
Una menzione speciale va a Moon Rizk Mezher, direttrice della Casa Culturale di Sarba (Libano): il suo intervento – tra parole, teatro e vita vissuta – ci ha ricordato che anche la sofferenza può trasformarsi in linguaggio, e che la cultura può essere un ponte tra popoli e generazioni.
Abbiamo parlato di riti del fuoco, certo ma anche di comunità, di cinema, di responsabilità educativa, di geografia come gesto politico. E di una cosa ancora più urgente: formare uomini e donne capaci di custodire la terra e accendere futuro.
Il progetto Mangia Fuoco, in dialogo con
APIDGE, le scuole di Termoli, Poggio Mirteto, Civitavecchia e molte
altre realtà italiane e internazionali, si fa cerniera tra
visione e metodo:
non solo raccontare il fuoco, ma
usarlo per riformare il nostro modo di lavorare insieme.
Da qui a settembre costruiremo uno schema operativo comune, con tappe, ruoli e alleanze chiare.
Non è più tempo di singoli progetti isolati:
è tempo di un fronte culturale condiviso.
A chi c’era: grazie.
A chi verrà: vi aspettiamo.
Il fuoco c’è. Ora impariamo a portarlo
insieme.
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(by nicola)
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