𝗜 𝗗𝗘𝗕𝗜𝗧𝗜 𝗗𝗘𝗜 𝗠𝗢𝗟𝗜𝗦𝗔𝗡𝗜? 𝗙𝗨𝗢𝗥𝗜 𝗕𝗜𝗟𝗔𝗡𝗖𝗜𝗢!

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Nei procedimenti giudiziari degli ultimi vent’anni contro i “colletti bianchi”, tutti conclusi con un nulla di fatto, nel mio libro sulla giustizia molisana documento spese triple milionarie a carico della collettività.   Parlo di tre voci ben distinte: (𝟭) le spese, ingentissime, sostenute dallo Stato; (𝟮) quelle dei singoli indagati/imputati, spesso costretti a difendersi per anni; (𝟯) quelle rimborsate agli amministratori, politici e dirigenti, che si fanno coprire le spese legali dall’ente pubblico in cui sono stati eletti o nominati, purché non vi sia conflitto d’interessi, l’avvocato sia gradito e l’esito non sia una condanna per dolo o colpa grave.    Un bel privilegio! E non finisce qui: la spesa cresce ancora quando la Regione si costituisce parte civile e nomina un proprio legale che, se non liquidato dal giudice penale, viene comunque pagato dalla Regione. Il salasso continua.   L’ultima “stangata” è nella 𝗱𝗲𝗹𝗶𝗯𝗲𝗿𝗮 𝗱𝗶 𝗚𝗶𝘂𝗻𝘁𝗮 𝗻. 𝟯𝟳𝟴 ?...

Fiamme di fede: la notte di San Paolo. Dal chiaroscuro di Caravaggio alla luce di Campobasso

 

Foto: Alberto Paolone


Ogni anno, ormai da decenni, il 25 gennaio presso la chiesa di 'San Paolo' in via Tiberio a Campobasso, si celebra la conversione del santo. Durante il parrocato di don Giuseppe D’Addario era tradizione celebrare la santa messa ai vespri, fare una piccola processione nelle vicinanze della chiesa e poi distribuire il panino all’anice, prodotto da una nota panetteria del capoluogo.

Già dal mattino iniziano i preparativi del fuoco, che si accende al pomeriggio, per ricordare la vicenda di san Paolo, folgorato da una luce fortissima, mentre si recava da Gerusalemme a Damasco. Egli udì la voce di Gesù che lo fece cadere da cavallo, lo rese momentaneamente cieco e gli chiese il perché lo perseguitasse. Non appena Paolo riprese le forze, cominciò a pregare nelle sinagoghe, abbracciando il cristianesimo e divenendo apostolo di Cristo.

Dopo don Giuseppe, la parrocchia è passata nelle mani di don Giovanni Diodati, il quale ha portato avanti la tradizione del suo predecessore. Egli aveva anche creato una sorta di fattoria alle spalle della chiesa. C’erano caprette e colombi e una gabbietta con pappagalli tutti colorati.

Per lui era una gioia immensa organizzare la festa della parrocchia in gennaio. Intorno al fuoco si creava un momento di vera e propria convivialità, consumando un panino con salsiccia e un buon bicchiere di vino rosso, il tutto corroborato da una ciotola di fave lesse e dolcetti di carnevale.

Dopo don Giovanni, è toccato a don Franco D’Onofrio proseguire l’usanza. Era presente anche il personale della protezione civile, oltre ai vigili del fuoco e alla guardia di finanza, a garanzia che la manifestazione si svolgesse in piena sicurezza.

Il fuoco rimane acceso fino a tarda sera e rappresenta un momento di aggregazione e convivialità assai gradito dai campobassani.

Mariarosaria Di Renzo

Caravaggio è noto per il suo uso drammatico del chiaroscuro e per la sua abilità nel catturare momenti intensi e carichi di emozione, proprio come il fuoco della tradizione di Campobasso cattura la comunità in un momento di condivisione e festeggiamento!

Voglio ringraziare di cuore Mariarosaria Di Renzo per aver condiviso questa tradizione ricca di significato e invito tutti a prendere ispirazione dalla sua narrazione per arricchire e promuovere la cultura del Molise. Attraverso queste storie possiamo non solo apprezzare le nostre radici e tradizioni, ma anche collegarle a un contesto artistico più ampio, come dimostra il parallelo con l'arte di Caravaggio. È proprio in questi racconti e celebrazioni che la Storia e l'Arte si intrecciano dando vita a una Cultura viva e dinamica che merita di essere conosciuta e valorizzata.

Nicola Frenza
 

(by nicola)

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